• Non ci sono risultati.

Consorzio Costa Smeralda è il nome che i Soci Fondatori diedero all’associazione senza scopo di lucro che costituirono il 14 marzo 1962 con firma dell’atto costitutivo siglata ad Olbia presso il notaio Altea. All’atto costitutivo fu allegato uno statuto ed un regolamento edilizio. Questi due documenti rappresentavano le fondamenta dello sviluppo che si intendeva realizzare. Lo Statuto costituiva il documento di riferimento per i rapporti tra i consorziati fondatori e quelli ordinari che successivamente avrebbero acquistato un immobile nell’ambito del territorio consortile; regolamentava inoltre la gestione economica del Consorzio, la cui assemblea generale nominava i membri del consiglio di amministrazione. Chi acquistava un immobile nel territorio consortile diventata automaticamente consorziato con diritti e doveri. Il Regolamento Edilizio invece rappresentava un importante documento per la qualità dello sviluppo, e doveva essere gestito dagli architetti promotori del comitato di architettura. I soci fondatori del Consorzio Costa Smeralda erano il Principe Karim Aga Khan che ne rimase Presidente fino al 1987, suo fratello Patrick Guinness, Felix Bigio, Andrè Ardoin, John Duncan Miller e Renè Podbielski. I suddetti proprietari di 3000 ettari di terreno – il territorio consortile cade per 2400 ettari nel comune di Arzachena e per 600 ettari nel comune di Olbia – si trovarono tra le mani un territorio incantevole, incontaminato, senza strade, elettricità, acqua e telefono. La Costa Smeralda di cinquantatré anni fa appariva cosi: un’oasi di verde e di azzurro “dimenticata” nell’estremo nord-est della Sardegna un angolo disabitato di un’isola che anche lei uscita da pochi anni dalla grande guerra era ancora tutta da scoprire. Oggi la Costa Smeralda sotto il profilo ambientale non è molto diversa rispetto agli esordi: il patrimonio ecologico resta incontaminato, e gli insediamenti abitativi continuano ad essere ideati e realizzati con la ferma volontà di non “imporre” alcuna costruzione all’ambiente. Ripercorrendo la storia della Costa Smeralda si comprende come le scelte prese nell’estremo rispetto della natura abbiano consentito di realizzare in Sardegna un comprensorio turistico internazionale, al contempo creando i presupposti per

fare del turismo una delle voci più importanti dell’economia sarda. Il primo passo che i Soci Fondatori fecero fu la pianificazione di tutti gli interventi, in modo da armonizzare natura ed insediamenti. Il progetto venne affidato ad urbanisti ed architetti di fama internazionale, e fu una scelta di qualità che consegnò la propria eredità guidando tutte le operazioni strutturali successive. Nel corso del primo decennio il Consorzio, colmando vuoti e lentezze della Pubblica Amministrazione, ha svolto un delicato ed essenziale ruolo di supplenza, organizzando e gestendo servizi pubblici indispensabili: ricerca e distribuzione dell’acqua per tutti - compresi i residenti già insediati nei territori adiacenti – servizio di sicurezza di guardie giurate, servizi medici di prima necessità, lotta antincendio: per cercare di appianare questa piaga che affligge la Sardegna da sempre, il Consorzio da sempre ha dispiegato una sorta di forza difesa-avvistamento, svolta dall’addestrato corpo delle guardie giurate, che si posiziona in località strategiche per intervenire immediatamente, prevendendo l’irrimediabile estensione del fuoco. Tutti gli spazi pubblici della Costa Smeralda, le piazze, le vie, le infrastrutture fognarie, le condotte idriche ed i depuratori furono realizzate a spese dei consorziati e su quote di terreni ceduti volontariamente dagli stessi. La diminuzione progressiva dei soci fondatori nel ricambio generazionale ha visto l’ingresso di nuovi proprietari, che automaticamente entravano a far parte del Consorzio, sottoscrivendo lo Statuto con i suoi rigidi e vincolanti regolamenti ed impegnandosi a rispettarli rigorosamente. Tra questi, quello di sottoporre qualsiasi progetto al Comitato di Architettura, in modo obbligatorio e preventivo. La filosofia guida del Consorzio è infatti stata fin dall’inizio quella di impedire uno sviluppo immobiliare frammentario e non controllato, fatto che sarebbe accaduto nel momento in cui ogni proprietario avesse avuto come obbiettivo esclusivo la redditività massima del proprio investimento; si è sempre privilegiata dunque uno sviluppo turistico omogeneo e ben integrato nell’ambiente autoctono. E determinante fu fin dall’inizio il ruolo giocato dal Comitato stesso: istituito nei primi anni Sessanta dall’Aga Khan che ne fu per lungo tempo presidente ed animatore, esso si è sempre proposto, ambiziosamente, quale rigido garante del corretto sviluppo costiero. E nel corso degli anni, assistito e consigliato

dall’avv. Ardoin, suo vicepresidente e dall’Avv. Riccardi per 23 anni dal lato manageriale ed operativo, è risultato sempre più carismatico e vincente agli occhi dell’opinione pubblica più accorta ed intelligente. Il primo atto di autoregolamentazione fu la stesura del Regolamento Edilizio, che tenesse conto di tutte le esigenze di regolamentazione ma anche di quelle relative all’arredo urbano in sintonia con le finalità del Consorzio. Fu istituito a complemento il Comitato di Architettura, che ha tutt’ora il compito di esaminare preventivamente tutti i progetti, verificando l’attinenza alle norme del Regolamento Edilizio. Dunque il Consorzio Costa Smeralda è da cinquant’anni l’alleato di questa meta paradisiaca conosciuta in tutto il mondo dove natura, cultura e divertimento si legano in un connubio equilibrato, perché il concetto base resta ancora oggi la valorizzazione del territorio e la tutela del paesaggio, nel rispetto delle tradizioni sarde, con un’attenzione speciale per lo sviluppo sostenibile. L’equilibrato sviluppo urbanistico e residenziale è composito di opere di qualità, strettamente necessarie per una migliore valorizzazione turistica: accanto alla linea guida per lo sviluppo del territorio vi è la tutela e l’accrescimento del valore immobiliare esistente; questo impegno si concretizza in due linee di azione: una linea è il controllo dell’ambiente negli aspetti edilizi e paesaggistici e l’altra linea consiste nel fornire un sistema di servizi ambientali e di sicurezza dallo standard qualitativo elevato. Gli esempi di interventi messi in atto possono essere l’illuminazione pubblica a led, quindi a basso impatto, l’introduzione dei mezzi elettrici per il trasporto pubblico, il sistema di riutilizzo delle acque, l’innovativo sistema di pulizia delle spiagge compatibile con la flora autoctona. Dunque il Consorzio, attraverso il suoi Comitato di Architettura e Comitato per il Verde offre le garanzie per la conservazione del territorio ed il suo sviluppo sostenibile, ed in più aggiunge le attività volte all’implementazione dei servizi che migliorano la qualità della vita, tra i quali non vanno messi in secondo piano quelli medici e di sicurezza. A tutto ciò si aggiungono le strutture sportive, tra le quali spiccano il Pevero Golf Club e lo Yatch Club Costa Smeralda, che alimentano due sport prestigiosi come il golf e la vela da generazioni, fino a farli salire in vetta delle classifiche mondiali. L’offerta culturale è fatta di appuntamenti musicali,

letterari, di moda ed enogastronomici, tra i più recenti il Porto Cervo Wine Festival, rassegna vinicola che intende promuovere le Cantine sociali del vino di qualità di tutta l’isola, e che si tiene nella storica Piazzetta nel mese di maggio di ogni anno. Tutta questa struttura reale ed ideale ha lo scopo di mantenere l’aspetto della Costa che nei primi anni Sessanta incantò il Principe Karim Aga Khan e che nel corso degli anni è diventata meta del jet set internazionale, pur sempre conservando i caratteri di “sardità” che anche fuori dal concetto di folklore il Consorzio cerca di promuovere e far conoscere a chi sceglie questa terra come meta per le proprie vacanze, non solo estive. Territorio e cultura si incontrano in Costa Smeralda con il glamour, l’esclusività, l’eccellenza delle strutture dedicate sempre più ad un turismo internazionale di alto livello. Gli hotel possono essere paragonati a gioielli, gli yatch sono di lusso, i servizi di qualità eccellente; gli architetti di fama internazionale che in Costa Smeralda hanno operato con nobili principi hanno permesso alla stessa di offrire un originale concetto di lusso, incentrato sui dettagli, sui servizi, e sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio naturale e culturale proprio di questo gioiello di Sardegna. E’ questa tipologia di offerta che ha fatto in modo che nelle estati di questi anni di crisi economica si chiudesse sempre con un bilancio positivo. Ma la Costa Smeralda non è un semplice prodotto turistico: è un territorio complesso, particolare e non omogeneo, con persone, operatori, proposte e peculiarità tra loro variegate e differenti. E proprio il Consorzio, come punto di riferimento di chi opera sul territorio, si fa arbitro ed accentratore, adempiendo al delicato compito di rendere coerente la non omogeneità dei diversi attori, e mantenere intatto il fascino proprio di questo complesso umano, strutturale ed ambientale. Tutti i soci del Consorzio sono parte attiva nella vita e nelle decisioni riguardo la Costa: è anche grazie alla loro sensibilità ed ai loro preziosi consigli che il Consorzio – nonostante l’abbandono della presidenza da parte del Principe Karim nel 1987- continua ad essere il punto di riferimento per l’eccellenza turistica internazionale, svolgendo un ruolo di supporto anche al lavoro delle pubbliche amministrazioni. Dunque sviluppo sostenibile, accoglienza, offerta culturale, eleganza: questi sono i valori che alimentano il “mito”.