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3.3. Le altre voci economiche che compongono il PIL dell’isola

3.3.4. Le lavorazioni artigianali

Il settore turistico in quanto attività economica può senz'altro rappresentare il comparto trainante dell'economia regionale; tuttavia parlando di "industria del turismo" non ci riferiamo solo al settore della ricettività alberghiera ma, molto più in generale, ai numerosi comparti produttivi, strettamente collegati a monte e a valle, che costituiscono una vera filiera produttiva che ha come sbocco finale della sua produzione la soddisfazione della domanda proveniente dai turisti. Dunque si scopre che l’industria turistica comprende vari comparti di qualità del settore agro-alimentare - pensiamo ai vini, ai formaggi, al pane carasau – e dell'artigianato tradizionale ed artistico - cestini, tappeti, ceramiche, coltelleria, cuoio, oggetti in legno. Si devono inoltre considerare i vari servizi che sempre più acquistano rilevanza nei confronti di specifici segmenti della domanda turistica: servizi culturali, ambientali, ricreativi, sportivi, archeologici, nautici. Infine, il turismo esercita importanti effetti moltiplicativi anche sul settore delle costruzioni. Risulta dunque chiaro che il turismo rappresenta la principale industria "esportatrice" isolana, ben radicata e diffusa nel territorio e basata sulle risorse locali. Il fatto che il turismo si rivolga essenzialmente ad una domanda proveniente dall'esterno è di vitale importanza per ovviare ad alcune caratteristiche negative dell'economia della Sardegna, come la ristrettezza del mercato locale e la sua "povertà" che lo porta ad essere poco rappresentativo rispetto alle preferenze diversificate che caratterizzano la domanda estera. A ciò si accompagna ancora una modesta difficoltà da parte dei produttori locali a raggiungere gli ampi mercati esterni a causa di un'insufficiente conoscenza dei mercati, dei gusti dei consumatori, delle tecnologie. Dunque il mercato locale non può funzionare come "palestra d'allenamento" per gli imprenditori intenzionati poi ad aprirsi alla concorrenza esterna. Il settore turistico aiuta a risolvere questi gap, in quanto si avvantaggia di una domanda esterna che arriva direttamente in loco, attratta innanzi tutto dalle bellezze naturali disponibili nell'isola; il contatto tra la domanda esterna - ampia, ricca, di qualità - e l'offerta locale avviene quindi facilmente e genera quei meccanismi di affezione al prodotto che hanno, ad esempio, portato alla

caratterizzato il settore vinicolo sardo negli ultimi anni. Esso ha infatti attraversato una fase di intensa trasformazione sia tecnologica, che organizzativa e commerciale. Il motivi di queste trasformazioni risiedono nei profondi mutamenti avvenuti nelle caratteristiche della domanda internazionale, e quindi turistica, sempre più orientata verso prodotti di qualità molto elevata. Le aziende vinicole si sono adattate ai tempi, ai gusti, ed hanno attuato nuove strategie di penetrazione di mercato, che rendono il settore uno dei fiori all’occhiello emergenti nell’economia regionale, apprezzato in tutto il mondo.

La produzione dell’artigianato sembra essere direttamente legata alla domanda turistica: infatti, la domanda proveniente dai turisti si è rivelata importante per le vendite del settore, al quale hanno dato nuovo vigore. I prodotti artigianali legati alla vendita dei turisti sono i tappeti, le produzioni artistiche come le ceramiche ed i cesti, la coltelleria, i gioielli. Per il coltello tradizionale sardo, legato alla società agropastorale, in passato il suo maggior bacino di utenza, negli anni Sessanta comincia a svilupparsi una domanda legata a due ambiti totalmente differenti, che sono appunto il turismo ed il mondo del collezionismo: il 57% della produzione di coltelli sardi è venduta nel mercato regionale, di cui una quota è sicuramente destinata agli usi tradizionali, ma altre quote crescenti risultano rivolgersi a questi due nuovi ambiti, che stanno diventando più importanti di quello tradizionale, anche grazie agli emigrati sardi che lo acquistano nei periodi in cui tornano nell’isola e considerano il coltello come un oggetto identitario. I prodotti dell’artigianato artistico per la maggior parte ancora oggi raggiungono i consumatori esterni grazie alla domanda turistica, anche se iniziano ad esportare fuori dall’isola tramite aziende che si stanno facendo strada sul web promuovendo la storia tradizionale, l’unicità e la qualità del prodotto. Per quanto riguarda il settore tessile, risulta che la quantità di prodotti tessili artigianali venduta ai turisti è pari al 42% della domanda complessiva, e se si considerano le imprese appartenenti al distretto di Samugheo la percentuale rivolta al mercato turistico sale al 70%. Il 25% delle aziende del settore, avendo capito l’importanza del

parte delle località turistiche più importanti: questo permette ai produttori di incontrare una clientela eterogenea proveniente oltre che dall’isola, anche dalla penisola e dall’estero. Il fenomeno turistico ha contribuito a dare nuovo slancio alla produzione artigianale in tutti i suoi microsettori – tappeti, ceramiche, ceste, coltelli, gioielli - oltre che a fornire nuovi spunti in tecniche e materiali utilizzati. L’I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano) si occupa di promozione e commercializzazione dell’artigianato locale, in particolare di gioielli, ceramiche, tessuti, legni e metalli; ha i principali punti vendita aperti tutto l’anno a Cagliari, Sassari, Nuoro, ed altri in Costa Smeralda aperti solo stagionalmente: infatti l’istituto evidenzia la forte percentuale di vendite stagionale e più modesta nei periodi della primavera in coincidenza con le feste pasquali ed a dicembre in coincidenza del Natale, i periodi in cui il movimento turistico è maggiore. Ed evidenzia il legame ed il connubio produzione-turismo, indicando quest’ultimo come moltiplicatore di esternalità positive.

3.4. La politica turistica in Sardegna: lo sviluppo storico degli enti nazionali,