1.11. La Costa Smeralda e lo sport
1.11.1. Il Pevero Golf Club
Il Pevero Golf Club fa parte della prestigiosa lista “Europe’s Elite Selection”, ed il suo campo a 18 buche si impone come uno dei migliori al mondo. Esso prende il nome dalla baia del Pevero, una spiaggia che ha pochi eguali con le rivali nazionali. Nasce tra il 1966 ed il 1972, per opera dell’Architetto Robert Trent Jones Sr, alla fine degli anni Sessanta uno dei migliori al mondo in questo settore. Il percorso iniziò con degli studi tecnico-agronomici, sperimentando su varie miscele di terreno e cercando il sub strato più idoneo alla semina del prato; quindi si sperimentarono i semi, si osservò il comportamento alla crescita, alla resistenza della siccità, agli agenti patogeni. Inoltre venne installata una stazione metereologica al centro del terreno destinato al campo, per osservare i vari comportamenti metereologici in quella determinata microzona. Dopo due anni di osservazione e riscontri il Consorzio Costa Smeralda diede il via ai lavori: l’Arch. Robert Trent Jones diede via al progetto coinvolgendo il suo collega e collaboratore Arch. Ron Kirby e Nino Dessole, esperto locale, ed insieme cominciarono a fissare i punti di partenza e di arrivo delle 18 buche. Si destreggiarono tra rovi, cisto in quel terreno inaccessibile ricco di granito tradizionalmente in Sardegna duro come pochi, che solo la dinamite riuscì a vincere; ma il rispetto dell’area perimetrale fu rispettato con estrema precisione e non fu oltraggiato o deturpato. Il campo da golf cominciò a prendere forma, estendendosi dalla Baia del Pevero a nord alla Baia di Cala di Volpe a sud; vennero costruiti i laghetti artificiali, allo scopo di ostacolare e variare il gioco, di abbellire la scenografia del campo, ma anche per creare riserva idrica di prevenzione. Il fattore più emozionante per i suoi creatori fu vivere la trasformazione di un terreno coperto da cisto, rovi e granito in una distesa verde, dolce, armonica, e ricca di panorami indimenticabili per gli stessi giocatori, diversi ogni 10 metri; ogni punto di arrivo o di partenza diventa per il giocatore un punto panoramico da ammirare. La forma del campo è un 8 ed il percorso rispetta la natura dei 50 ettari interessati: è stato infatti inserito nelle valli e nelle gole naturali, con movimenti terra ridotti al minimo per non modificare molto lo stato originario. Tutto questo fa oggi del Pevero
Golf Club uno dei campi più belli ed apprezzati al mondo. Alla celebrazione del cinquantesimo compleanno della Costa Smeralda parla del Pevero Golf Club anche Marco Maria Berio, da anni direttore del golf club, giocatore professionista ed insegnante, redattore di riviste del settore, autore di libri sul golf, e di coaching conference per club ed aziende. A suo parere, l’anno dell’inaugurazione del Pevero Golf club, il 1972, portava con sé vari primati: l’esordio dello sport del golf in Sardegna, una nuova tipologia e concetto di turismo che si porta dietro, ed un vanto per l’intera Italia del settore, che poteva vantare un’altra gemma golfistica dalla bellezza straordinaria e riconosciuta in tutto il mondo. Oggi come allora, il privilegio del giocare al Pevero sta in quelle diciotto buche che diventano diciotto cartoline, dove mare, vento, pietra e profumi si fondono insieme per offrire all’ospite, oltre che il piacere del gioco, un’autentica esperienza sensoriale. Lungo il corso dei decenni sono nati tanti altri campi da golf, ma il tracciato del Pevero conserva la raffinatezza e l’eleganza del suo autore Jones. Il valore aggiunto donato dal paesaggio di uno degli arcipelaghi più belli al mondo in cui il percorso si affaccia, con la vista delle isole di Tavolara, di Caprera, e della Corsica sullo sfondo, rende il campo da golf impossibile da clonare. La storia delle competizioni al Pevero è gloriosa, ed il suo presente e futuro vi sono legati indissolubilmente. Per gli standard dello European Tour detiene ancora oggi il record di imbattibilità contro l’intero field dei partecipanti. Il protagonista è il vento di Maestrale, in Gallura più o meno forte sempre presente, che si incanala nella macchia mediterranea e dona forma al gioco, rendendolo sempre diverso e complicato. Su questo campo pulsano le estati della Costa Smeralda: qui vi giocano dignitari, industriali e capi di Stato; ogni stagione nasce un insieme di eventi, sport e jet set che trovano il loro cardine nei grandi alberghi di lusso, il Cala di Volpe, il Pitrizza, l’Hotel Cervo ed il Romazzino che ancora oggi ospitano molti personaggi dello sport, dell’imprenditoria e del mondo dello spettacolo, i quali continuano a scrivere le pagine di quella bella favola iniziata molti anni fa. Ma, appunto dopo tanti anni, è risaputo che il campo dia il meglio di sé nelle mezze stagioni. Dopo la pausa invernale, che tuttavia non ferma del tutto l’attività del Club grazie alla presenza di soci stanziali, il circolo si prepara alla nuova
stagione ogni anno con rinnovato vigore, in attesa dei suoi ospiti internazionali per le gare di livello. Essi trovano sempre una lunga lista di competizioni, di eventi, e di degustazioni enogastronomiche per cui il Golf Club Pevero e la Costa Smeralda diventano un’esperienza a cui è difficile rinunciare. Mettendo da parte l’aspetto mondano, si può affermare che il golf sia stato scelto dai consorziati e dal Principe Karim quale sport da far sviluppare in Costa Smeralda, in quanto legato al piano di sviluppo perché anch’esso ha dato un impiego sicuro a molte persone, e poi perché è uno sport che unisce aspetti e giochi mentali con quelli della tecnica del gioco stesso; ed è un gioco adatto a tutti e che spesso varia le attività sportive degli adolescenti. Ma per quale motivo il golf riesce ad affascinare nel mondo 60 milioni di persone di tutte le età? Ognuno ha una risposta differente, e qui sta il segreto del fascino di questo sport: ogni persona vi ritrova ciò che vi vuole, che sia camminare nella natura, riempire le proprie solitudini, colmare il bisogno di socializzazione, o soddisfare la voglia di competere. Questa è la vera risposta socio-psicologica che il golf offre: una regressione fanciullesca che accomuna tutti i golfisti, indipendentemente dal ceto sociale a cui appartengono. E poi, motivo di scelta portante del Consorzio, c’è uno sport vero, fatto di molte regole e di tanta disciplina da rispettare. Occorre inoltre dare il via ad una riflessione sul piano economico, su una serie di vantaggi che già il Pevero Golf Club apporta al territorio della Costa Smeralda: un’isola turisticamente vocata come la Sardegna potrebbe solo avvantaggiarsi degli sbocchi occupazionali e della creazione di un indotto che un sistema di campi da golf ben collegati potrebbero creare e supportare. Avrebbe un indubbio impatto positivo sull’economia del territorio, offrendo la possibilità di allungare la stagione turistica, o meglio destagionalizzando il turismo: darebbe la risposta di un’offerta turistica concreta ai 40.000 giocatori che ogni giorno partono dall’Europa centro-settentrionale in cerca di campi da golf di livello, che trovano altrove, spesso in luoghi molto più lontani della Sardegna, perché attualmente essa non è in grado cogliere ed accogliere lo scenario golfistico internazionale. Un altro vantaggio da osservare riguardo lo sport del golf e la creazione dei campi per praticarlo sta nel suo rappresentare un valore
aggiunto alla tutela del territorio, il suo essere ecosostenibile: preserva dal cemento e crea una barriera tagliafuoco e spesso con i suoi laghetti una riserva idrica di emergenza, attorno al quale flora e fauna autoctona continuano a riprodursi; dunque la nascita di un sistema integrato di campi da golf rappresenterebbe un modo in più di proteggere la natura e la bellezza dell’Isola.