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La fine della guerra civile tra il Partito Comunista di Mao Zedong e il Partito Nazionalista di Jiang Jieshi termina con la sconfitta di quest’ultimo, il quale decide strategicamente di ritirarsi presso l’isola di Taiwan, al fine di ricostituire le proprie forze ed elaborare una strategia militare adatta alla riconquista della Cina continentale. Coloro che decidono di seguire Jiang Jieshi e il suo GMD (Guomindang 国民党) ammontano a circa un milione di migranti, di cui seicentomila soldati.82 Con un nucleo militare così consistente e l’idea di un soggiorno solamente “temporaneo” sull’isola, è stato naturale per il governo appena insediatosi a Taipei implementare misure drastiche per la popolazione: campagne di sinizazzione forzata per facilitare il processo di decolonizzazione, centralizzazione della letteratura per avere più controllo sulle arti e agevolare le campagne di propaganda e imposizione della legge marziale già dal maggio 1949, in previsione di un papabile attacco da parte del PCC (Gongchandang 共产党) di Mao.

Nel 1945, anno in cui Taiwan ritorna nelle mani di Beijing, termina il periodo di colonizzazione giapponese iniziato nel 1895 con la vittoria del Giappone durante la prima guerra sino-giapponese. Nei cinquant’anni di controllo coloniale, la popolazione taiwanese ha fortemente subito l’influenza nipponica per quanto riguarda lo stile di vita, i costumi, l’educazione e persino la letteratura, dal momento che scrittori e intellettuali sono costretti a scrivere in giapponese ogni qualvolta desiderino essere pubblicati. Con l’arrivo del GMD le cose cambiano, perché uno dei primi piani che si cerca di attuare su tutto il territorio è proprio quello di ri-sinizzare la popolazione, imponendo il cinese come guoyu 国语, ossia “lingua nazionale”, e bandendo dalle scuole il taiwanese, l’hakka o una qualunque altra

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I dati summenzionati emergono dalla sezione dedicata a Taiwan dopo il 1949 in Kang-I Sun Chang, Stephen Owen, (eds), The Cambridge History of Chinese Literature, op. cit., pp. 612-13.

lingua aborigena.83 Inoltre, viene messa al bando tutta la letteratura del periodo coloniale, dal momento che è proibito leggere o acquistare opere letterarie scritte in giapponese negli anni precedenti, così come è proibito scrivere in giapponese a fini editoriali. Molti intellettuali dell’epoca, dunque, non riescono più a ottenere alcuna pubblicazione, poiché, essendo nati durante il periodo coloniale, parlano e scrivono correntemente in giapponese ma non in cinese. Altri, seppur con meno difficoltà, affrontano comunque un silenzio lungo dieci anni al fine di poter acquisire una maggiore padronanza della lingua cinese. La scena letteraria taiwanese di inizio anni Cinquanta è conseguentemente dominata dagli intellettuali provenienti dalla Cina al seguito del GMD. Il tipo di letteratura prodotta è principalmente di natura nostalgica e richiama il dolore per la lontananza dalla madrepatria, ma non solo. Il GMD, resosi conto di quanto sia stato vantaggioso per il PCC esercitare un discreto controllo su scrittori e artisti, decide di procedere alla centralizzazione della letteratura, per cui i letterati immigrati o taiwanesi devono scrivere e pubblicare opere in linea con l’ideologia del Partito. A tal proposito, oltre alle opere coloniali sopracitate, vengono anche messe al bando le opere di tutti quegli intellettuali rimasti in Cina, comprese quelle diffusesi durante il Movimento del Quattro Maggio.84 Fanno eccezione le opere degli autori già deceduti, come Xu Zhimo 徐 志 摩 (1897-1931), o di quelli effettivamente trasferitisi a Taiwan, come Hu Shi. Inoltre, il non indifferente numero di militari presente sul territorio spinge il governo a promuovere la diffusione di una letteratura di stampo propagandistico anche tra di loro, istituendo associazioni e comitati appositi, come il Comitato di premiazione per la letteratura e le arti cinesi (Zhonghua wenyi jiangjin weiyuanhui 中华文艺奖金委员会), fondato nella primavera 1950, atti a supervisionare e a controllare le loro attività letterarie e a istituire dei premi consoni per quegli scrittori che

“ricorrono a tecniche artistiche e letterarie per incrementare la diffusione di una coscienza nazionalista”, opponendosi ai comunisti e ai sovietici”.85

Gli scrittori formatisi in un simile ambiente vengono oggi definiti scrittori-soldato, i quali mirano a difendere le virtù e i valori della tradizione.86

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June Teufel Dreyer, “Taiwan’s Evolving Identity”, Woodrow Wilson International Institute for Scholars, 17/06/2013 (articolo in linea). URL: file:///E:/Taiwan's%20Identity%20(J_Dreyer).pdf, p. 2 (consultato il 19/02/2017).

84Il movimento del 4 maggio 1919 fa capo a delle rivolte studentesche organizzate a protesta del Trattato di Versailles,

stipulato al termine della Prima guerra mondiale, il quale decretava che i diritti sulla provincia dello Shandong sarebbero passati al Giappone anziché tornare alla Cina dopo il controllo tedesco. I moti chiedevano anche una rivalutazione dei valori tradizionali confuciani a favore della modernità, con forti influenze politiche e filosofiche occidentali. Notevole fu anche l’impatto che i fatti ebbero sull’ambiente intellettuale dell’epoca, con la diffusione del romanzo (fino ad allora la forma più usata era quella del racconto) e del baihua 白话 (cinese vernacolare) e l’adozione di stili letterari occidentali.

A fianco della letteratura propagandistica vista finora, compiono sulla scena letteraria dell’epoca altri due filoni: una letteratura d’intrattenimento e una letteratura più impegnata, anche se solitamente scevra dalla componente ideologica. Quest’ultima si avvale di scrittori come Lin Haiyin 林 海 音 (1919-2001), che amano toccare diverse tematiche, quali i rapporti con la famiglia, i rapporti tra i sessi e i principi morali. Ad esempio, Lin Haiyin scrive spesso testi a proposito delle limitazioni che una donna deve sopportare a causa della società patriarcale tradizionale, avvicinandola notevolmente alle eroine di Nie Hualing. I presenti filoni sono in aperto contrasto con le caratteristiche richieste dalla letteratura centralizzata del GMD, sovente definita “letteratura anticomunista” (fangong wenxue 反共 文学). L’espressione è stata coniata da Sun Ling (1914-83) nel dicembre 1949, comparendo per la prima volta nel numero inaugurale del supplemento letterario del National Daily (Minzu bao 民族报), dove viene espressa l’importanza della strumentalizzazione della letteratura al fine di combattere i nemici.87 L’opposizione al dilagare del comunismo è inoltre accentuata dal trattato di mutua difesa stipulato con gli Stati Uniti il 3 dicembre 1954, a pochi anni di distanza dallo scoppio della guerra di Corea (1950-53). Lo scopo principale del suddetto trattato è proprio quello di prevenire un’eventuale invasione o attacco da parte del PCC, oltre a quello di far ottenere agli Stati Uniti una posizione militarmente strategica in Asia.

In seguito, si formano alcune associazioni dedite alla sperimentazione modernista, come il Modern Poetry Quarterly di Ji Xian 纪弦 (1913-2013), che, sebbene non in linea con i dettami propagandistici del governo, tuttavia non si può dire che siano state completamente ostacolate da esso.

Infine, come già accennato in precedenza, il tentativo da parte dello Stato di controllare la vita della popolazione, la letteratura e l’esercito con il pugno di ferro ha costituito la base perfetta per la creazione del cosiddetto periodo del Terrore Bianco (Baise kongbu 白色恐怖), iniziato con l’imposizione della legge marziale nel 1949. Tipico del periodo è il clima di profondo sospetto verso chiunque possa essere annoverato fra le “spie comuniste”, un clima che ha portato con sé oppressione, paura e incertezza. Non per nulla Nie Hualing ha deciso di paragonare la realtà dell’epoca a quella estremamente limitata di una soffitta:

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Federica Passi, Letteratura taiwanese, op. cit., pp.60-3.

小阁楼很恰当地象征着台湾本身恐惧孤独、暂与外界隔绝的情况

(Una piccola soffitta rappresenta perfettamente la situazione di una Taiwan sola e temporaneamente isolata dal mondo).88

È in un clima di simile ostilità e oppressione che il Free China Fortnightly si diffonde.