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5 Commento traduttologico

5.4 Microstrategie traduttive

5.4.2 Fattori lessicali

5.4.2.2 Lessico settoriale e regionalismi

Tra i fattori lessicali rientra anche l’uso di una terminologia settoriale e l’uso di regionalismi. Per quanto concerne i racconti selezionati per la traduzione, è consistente

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Secondo quanto postulato da Osimo, il residuo è “l’elemento del messaggio che non giunge a destinazione. In traduzione è l’elemento che il traduttore decide di non tradurre dopo aver elaborato una strategia, in quanto sottodominante meno prioritaria o elemento difficile, se non impossibile, da tradurre.” Definizione tratta da Bruno Osimo,

l’adozione di un lessico militare soprattutto per il racconto “La confessione della madre”, mentre esso compare in maniera più sporadica nel saggio “4 settembre 1960”. Di seguito si riportano i termini e le espressioni a cui Nie Hualing ha fatto ricorso per la descrizione della carriera militare di Nie Nufu, il padre dell’autrice, durante il tormentato periodo dei signori della guerra.

北伐军 Beifa jun Armata dei Beiyang

参谋长 Canmouzhang Ufficiale dello Stato

Maggiore

参谋处长 Canmouchuzhang Ufficiale dello Stato

Maggiore

奉系 Fengxi Fazione di Fengtian

革命军 Geming jun Esercito rivoluzionario

革命军第八军军长 Geming jun di ba jun

junzhang canmouchuzhang

Comandante dell’Ottava Armata

桂系 Guixi Fazione del Guangxi

军阀 Junfa Signore della guerra

军械库 Junxieku Deposito delle armi

手枪炸弹 Shouqiang zhadan Granate e bombe

皖系 Wanxi Fazione di Anhui

卫戍司令 Weishu siling Comandante di guarnigione

卫戍总司令 Weishu zongsiling Comandante in capo della

guarnigione

直系 Zhixi Fazione di Zhili

Tra i termini presenti, quelli che hanno maggiormente costituito un problema traduttivo sono canmouzhang 参谋长 e canmouchuzhang 参谋处长, dal momento che la differenza tra le due definizioni è minima. Canmou 参谋 fa infatti riferimento allo Stato Maggiore dell’esercito, mentre zhang 长 fa riferimento a un ufficiale afferente al suddetto dipartimento. La traduzione diventa dunque più ostica nel momento in cui si aggiunge chu 处, poiché implica la presenza di una sorta di “divisione” all’interno dello Stato Maggiore. Sorge spontaneo porsi la domanda: quale divisione? Per ovviare alla questione, in mancanza di una solida documentazione sulla strutturazione dell’esercito in questo particolare periodo storico, si è deciso di snellire l’espressione traducendola con il generico titolo di “ufficiale”, anziché “ufficiale della divisione dello Stato Maggiore dell’Ottava Armata”, come si può evincere dall’esempio sotto riportato:

革命军打下武汉,革命军第八军军长唐生智是保定军校的,你爹又成了唐生智的第八

军参谋处长。207

In seguito, la città [di Wuhan] passò nelle mani dell’esercito rivoluzionario e, siccome Tang Shengzhi, comandante dell’Ottava Armata, si era a sua volta formato alla Scuola Baoding, il tuo papà fu nominato ufficiale dell’Ottava Armata di Tang.

Per quanto concerne il saggio “4 settembre 1960”, invece, vi è solo un’espressione che ha costituito un problema traduttologico, ovvero Taiwan jingbei silingbu 台湾警备司 令部. La suddetta espressione è stata inizialmente interpretata come riferimento alla Polizia di Stato taiwanese e conseguentemente tradotta come “Guardia di Taiwan”. Tuttavia, dopo alcune ricerche più approfondite, è emersa la sua formazione e il suo raggio d’azione prettamente militari, perciò si è infine deciso di adottare la traduzione di “Servizi segreti taiwanesi”.208

L’adozione di regionalismi è un punto altrettanto interessante da analizzare, poiché costituisce un’indicazione del registro maggiormente colloquiale e informale che emerge nel racconto “La confessione della madre” piuttosto che nei saggi e nei ricordi successivi. Lo stile e il registro linguistico adottati nei saggi, infatti, sono neutrali e semi-formali, poiché rispecchiano l’atmosfera di serietà che trapela dalle parole dell’autrice nella sua descrizione dei fatti succedutisi durante il Terrore Bianco a Taiwan. “La confessione della madre”, una lettera scritta in prima persona dal punto di vista della madre di Nie Hualing con toni piuttosto intimi, è caratterizzata da un’atmosfera confidenziale, accentuata anche dall’uso di regionalismi e di termini di parentela tipici del linguaggio colloquiale. Alcuni esempi sono die 爹, jiajia 家家, guye 姑爷 e jiuma 舅妈, che indicano rispettivamente il padre, la nonna materna, il genero e la zia (intesa come moglie del fratello della madre). Die 爹 è un termine di uso colloquiale adottato sia dalla madre sia da Nie Hualing nel corso di tutta la sua autobiografia, che si è deciso di tradurre come “papà” anziché come “padre”, troppo formale e distante se si tiene conto del contesto in cui è collocato. Per rendere ancora più informale il discorso, dal momento che nella sua lettera la madre sembra che si rivolga a una Nie Hualing ancora ragazzina, se non addirittura bambina, ho spesso deciso di

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Nie Hualing, San sheng san shi, op. cit., p. 14.

208

Per maggiori informazioni sui servizi segreti” cfr. URL: http://baike.baidu.com/view/14933771.htm (consultato il 13/02/2017).

ricorrere all’espressione “il tuo papà”, piuttosto che indicare la relazione di parentela semplicemente con “papà”.

老实说,你爹对我是真好,百依百顺,我无事生非发脾气。209

A onor del vero, il tuo papà mi trattava molto bene, anzi, pur dandomela sempre vinta, io mi arrabbiavo spesso per nulla.

你问我怎么发现你爹有了老婆儿子?210

Vuoi sapere come ho scoperto che il tuo papà aveva un’altra moglie e altri figli?

Mentre i termini guye 姑爷 e jiuma 舅妈 sono di natura colloquiale, perché usati di frequente nel linguaggio parlato, tuttavia il termine jiajia 家 家 è un vero e proprio regionalismo, tipico del dialetto parlato nella zona di Wuhan, la città da cui è originaria Nie Hualing. Il termine jia 家 viene anche pronunciato gu nella sua antica accezione di “nonna paterna”211

, ma nel caso degli scritti di Nie Hualing ha una diversa accezione:

你家家当家做主。她说,我这个姑娘呀,不能随便许配人,一定要选个有根有底、有

出息的姑爷。212

Era la nonna a farsi carico di tutto. Disse: “Questa ragazza non può fidanzarsi con chiunque, bisogna certamente sceglierle un marito che abbia alle spalle una famiglia solida e che abbia un promettente futuro dinanzi a sé”.

Come si evince dall’uso del pronome femminile di terza persona singolare ta 她, jiajia 家 家 non può in alcun modo significare “nonno paterno”, bensì l’unica scelta plausibile ricade su “nonna materna”.