Nella prima parte del documentario girato da Angelina Chen sulla vita di Nie Hualing,56 emerge il ricordo del nonno paterno, un intellettuale dal forte retaggio tradizionale con l’aspirazione a diventare un funzionario sotto il governo della dinastia Qing.
我的祖父是个诗人。他一辈子没有做过官,他总是抱怨没做过官。有个县长的职位, 他坐骄上任,结果革命成功了。他又回来,所以他什么都不得意,而且他有三朋两友 来,都是那个时候的旧诗人。到家里来,他们一起在房间里吟诗,吟啊吟啊吟啊,大 声地吟。
(Mio nonno era un poeta. Non è mai riuscito in tutta la sua vita a diventare un funzionario e per questo se ne è sempre lamentato. Quando finalmente è riuscito a ottenere la carica di magistrato di contea, tutto orgoglioso del suo ruolo, ecco che la rivoluzione ha avuto la meglio. È tornato a casa, insofferente a qualsiasi cosa. Aveva due o tre amici che venivano a trovarlo, anche loro poeti di quel tempo. Quando venivano a casa, se ne stavano tutti insieme in una stanza a recitare poesie, e recitavano, recitavano e continuavano a recitare senza mai fermarsi, a gran voce).
L’attaccamento del nonno per una carica che non ha mai di fatto ricoperto è un ottimo esempio di come sia difficile lasciarsi alle spalle una tradizione millenaria per lanciarsi a capofitto nella modernità. La Rivoluzione Xinhai rappresenta un importante spartiacque tra la Cina antica e la Cina moderna non solo dal punto di vista politico e governativo, ma anche dal punto di vista socio-culturale. I primi anni dopo la nascita della Repubblica sono anni di fermento anche a livello letterario, anni in cui le influenze esterne incidono sempre di più sullo stile di vita cinese.
“La confessione della madre” mette in luce rituali e tradizioni ereditate da un sistema patriarcale che si scontrano con la liberalità della modernità. In questo racconto, la madre di Nie Hualing per sua stessa ammissione si è adeguata alla tradizione, pur avendo cominciato ad aprirsi alle nuove influenze e al cambiamento dei tempi quando dopo l’incontro con la
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Chen, Angelina, San sheng san shi——NieHualing 三生三世——聂华苓 (Nie Hualing: Le mie tre vite). 2012. URL:
http://v.youku.com/v_show/id_XMTc1NDA4NDA0MA==.html?from=s1.8-1-1.2&spm=a2h0k.8191407.0.0, min. 5:08- 5:35
professoressa Tao (Tao xiansheng 陶 先 生 ). Chi Zijian 迟 子 建 , basandosi sulle testimonianze raccolte a seguito del suo incontro con l’autrice in Iowa, la definisce Ban kaifang de nüxing 半开放的女性 (Una donna solo in parte libera dalle restrizioni sociali).57
Tra le varie tradizioni che emergono dal racconto vi è il matrimonio combinato, un matrimonio deciso per i figli dai propri genitori grazie all’intervento di una mezzana o sensale (Meiren 媒人):
民国十二年,我 20 岁,嫁到你们聂家。那个时代的姑娘十几岁就出嫁了,哪有 20 岁 才出嫁的?[…]
婚姻自由?当年宜昌那样闭塞的地方,你根本不晓得自由不自由。58
(Nel dodicesimo anno della Repubblica [1923], appena ventenne, entrai a far parte della famiglia Nie. A quel tempo, le ragazze si sposavano già da adolescenti, perché una ragazza di vent’anni che speranze poteva mai avere di accasarsi? […]
Stando così le cose, il matrimonio poteva mai essere una libera scelta? A quell’epoca, nell’isolata Yichang non si sapeva nemmeno cosa fosse la libertà di matrimonio).
Era stata la nonna materna di Nie Hualing a combinare il matrimonio di sua madre con un giovane sui trent’anni, istruitosi all’Accademia militare di Baoding, scelto per la promettente carriera nell’esercito. L’incontro ufficiale tra i due è avvenuto soltanto il giorno del matrimonio, quando la madre è stata condotta al luogo designato per lo sposalizio con la classica portantina, dopo essere stata sottoposta ad altri rituali previsti dalla tradizione.
Il matrimonio combinato è solamente uno dei modi in cui la vita e la libertà di una donna venivano limitate nella Cina tradizionale, caratterizzata da una società di stampo feudale e patriarcale. Infatti, una donna era prima soggetta ai voleri del padre, poi a quelli del marito e, in caso di vedovanza, a quelli del figlio (Zai jia cong fu, yi jia cong fu, fu si cong zi 在 家 从 父 , 已 嫁 从 夫 , 夫 死 从 子 ).59 Le donne avevano poca o nessuna indipendenza, non potevano ricevere un’educazione, così come era invece possibile per gli uomini, e ovviamente non potevano prender parte alla politica. La madre di Nie confessa nella sua lettera di aver ricevuto un’educazione privata, a casa, ma, anche in quel caso, molti libri le erano proibiti, perché non adatti alla morale confuciana.
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Chi Zijian 迟子建, “Yi ge ren he san ge shidai” 一个人和三个时代 (La vita di una donna in tre epoche), in Dushu, Beijing, 1, 2009, pp. 122.
58 Nie Hualing, San sheng san shi, op. cit., pp.11-2. 59
Cao Yaru 曹亚茹, “Cong ‘Kunjing’ dao ‘Taowang’—Jiedu Nie Hualing changpian xiaoshuo zhong nüxing de shengcun jingyu” 从‘困境’到‘逃亡’——解读聂华苓长篇小说中女性的生存境遇 (“Difficoltà” e “fuga”: due tematiche associate ai personaggi femminili dei romanzi di Nie Hualing), Yuwen zhishi, Zhengzhou, 4, 2010, p. 96.
Tra i rituali in voga in epoca imperiale, inoltre, vi sono la fasciatura dei piedi, la depilazione del viso in occasione del matrimonio e le regole per la giusta acconciatura da tenere a seconda del proprio status sociale. La fasciatura dei piedi era molto comune, perché si credeva che un piede piccolo fosse più elegante e potesse meglio calzare belle scarpette ricamate:
我的脚缠了一下,民国时兴放脚剪辫子,我辫子还没剪,脚是放了,成了小号的大脚。
[…] 那样的脚细致,穿绣花鞋特别好看。60
(Avevo i piedi fasciati, sebbene durante la Repubblica fosse diventato molto popolare togliersi le bende e tagliarsi le trecce. Tuttavia, io le portavo ancora, le trecce, e, pur avendo tolto le bende, i miei piedi erano comunque più piccoli. […] all’epoca avere piedi piccini era molto elegante, soprattutto se infilati in scarpette ricamate).
这就是中国旧时的妇女!就和缠小脚一样,她们认为是非常自然的事。61
(Così erano le donne nella Cina antica! Avevano i piedi bendati, in modo da renderli più piccoli, e ciò era considerato assolutamente naturale).
La prima citazione mostra chiaramente come le usanze stessero lentamente cambiando durante la Repubblica di Cina, quando le ragazze cominciavano a tagliarsi i lunghi capelli e liberavano i piedi rimasti fasciati fin da quando erano bambine. La madre di Nie aveva potuto togliersi le bende, ma i suoi piedi avevano ormai assunto la conformazione prevista dal rituale. Inoltre, sembra che permanesse ancora l’antico ideale di bellezza associato a piedi di piccola taglia, come confermato dalla nonna di Lian Er in In lontananza, un fiume scorre nella seconda citazione.
Le trecce, invece, simboleggiavano il fatto che una donna fosse ancora nubile e potevano essere sciolte solo dopo il matrimonio, quando venivano sostituite da uno chignon più o meno elaborato, scelto in base al proprio status sociale. Ritengo che le trecce fossero probabilmente anche indice di purezza, poiché l’autrice riporta spesso questo elemento nei suoi romanzi in associazione a giovani ragazze non ancora sposate.
我梳着两条又粗又黑的长辫子。62
(Pettinavo i miei capelli in due lunghe trecce, nere e spesse).
60 Nie Hualing, San sheng san shi, op. cit., p. 12. 61
Nie Hualing 聂华苓, Qian shan wai, shui chang liu 千山外,水长流 (In lontananza, un fiume scorre), Chengdu, Sichuan renmin chubanshe, 1984, p. 180.
杏杏跑进来了,取下头上包看的红围巾,掸着身上的雪,一对长辫子一甩一甩的。63
(Xing Xing corse dentro, togliendosi dal capo la sciarpa rossa che vi aveva avvolto e sfregando le mani per liberarsi dalla neve, le lunghe trecce ondeggianti al ritmo dei suoi movimenti).
Nel primo esempio è Fenglian a parlare, la madre di Lian Er. Parla di se stessa e di che cosa l’ha portata a sposare un americano, ma a nascondere la loro unione dopo la sua morte. Nelle lettere che scrive alla figlia, descrive anche i sentimenti che prova mentre osserva le sue fotografie di un tempo, come quella in cui osserva il giorno del suo secondo matrimonio con Jinyan 金炎, un uomo affiliato al Partito Comunista. Nella fotografia porta le trecce, che la aiutano a nascondere il fatto di essere già stata sposata. Nel secondo esempio, invece, compare un’altra ragazza nubile, Xing Xing, conoscente della famiglia Shen 沈, di cui Sangqing 桑青 entrerà a far parte in Gelsomino e Fiore di Pesco.
Il ruolo dei capelli come simbolo della posizione di una donna nella società si fa ancor più chiaro con l’introduzione nel racconto del personaggio della professoressa Tao, sorella del compagno di brigata di Nufu, morto durante la Rivoluzione Xinhai. Tao Yaozhu è una donna nubile ma indipendente (Duli nüzi 独立女子), che dichiara al mondo il suo status con i suoi capelli corti e la sua educazione universitaria.
陶先生,[…] 短短的头发,拢在脑后。
(La professoressa Tao […] portava i capelli corti, fissati con un pettinino sulla nuca).
伤风败俗的女人!国之将亡,必出妖孽!爷爷说。64
(Il nonno diceva che era una donna impudica, segno che il mondo era in declino!)
陶先生是母亲眼中的摩登女性。65
(Secondo la mamma, la professoressa Tao era un esempio di donna moderna).
Infine, l’ultimo elemento della tradizione che emerge dal racconto è la poligamia. L’importanza data alla nascita di un figlio maschio nella Cina antica faceva sì che fosse perfettamente normale avere più di una moglie, così da garantirsi una discendenza maschile. La madre di Nie Hualing scopre di essere la seconda donna sposata dal marito
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Nie Hualing 聂华苓, Sangqing yu taohong 桑青与桃红 (Gelsomino e Fiore di Pesco), Beijing, Zhongguo qingnian chubanshe, 1980, p. 84.
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Le prime due citazioni fanno entrambe riferimento a Nie Hualing, San sheng san shi, op. cit., p. 15.
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soltanto per caso, quando trova una lettera indirizzata al marito tra i suoi vestiti e subito pensa al suicidio, prima di rassegnarsi all’idea e convivere con questo nuovo dolore. Nufu aveva accettato di risposarsi su volere del padre, che avrebbe voluto avere più nipoti e garantire così la prosperità della famiglia. La sua accettazione senza remore dimostra come la poligamia fosse un’usanza accettata dalla tradizione cinese dell’epoca. Il fenomeno viene poi riproposto anche dalla nonna di Lian Er, che vive in una città del nord, lontana dal marito, il quale vive con un’altra moglie, quella presentata ufficialmente ad amici e colleghi.66
Come considerazione finale, è interessante notare come la tradizione e i rituali che Nie Hualing porta all’attenzione del pubblico con i suoi romanzi sono poi confermati anche dai racconti di altri autori e autrici. La poligamia e il matrimonio combinato, così come l’estrema limitazione alla libertà delle donne sono tematiche riproposte anche da Amy Tan nel suo romanzo The Kitchen God’sWife.67 Ho scelto in particolare quest’opera perché è molto simile al genere letterario scelto da Nie per “La confessione della madre”: così some Nie decide di far conoscere la vita della madre attraverso una “lettera catartica”, allo stesso modo Winnie, la madre cinese di Pearl, protagonista sino-americana del romanzo, decide di rivelare le difficoltà della sua precedente vita trascorsa in Cina attraverso una lunga confessione. Si scopre, dunque, che suo padre aveva ben cinque mogli e che all’epoca (anni Venti e Trenta) le classi più abbienti mandavano le proprie figlie a studiare all’estero, da dove tornavano con i capelli tagliati corti, simbolo di modernità e libertà. L’usanza di combinare i matrimoni dei figli era comunque ancora in auge, quindi Winnie ha potuto sposarsi con Wenfu solo grazie all’intercedere di una sensale, sebbene si fossero già conosciuti in precedenza. La madre di Winnie ha dunque subito lo stesso destino della madre di Nie Hualing: pur minacciando il suicidio qualora non fosse riuscita a sposare l’uomo che amava, la famiglia l’ha comunque data in sposa a un uomo considerato più sicuro economicamente e socialmente. La minaccia del suicidio è un artificio tipicamente femminile, che solitamente avviene per avvelenamento, ma sembra che nella tradizione cinese sia associato ad altro. Amy Tan parla di “swallow gold”,68
ovvero di “inghiottire dell’oro”, al pari di Nie Hualing quando descrive il desiderio di suicidio della madre una volta scoperto di essere la seconda moglie (“Morire, morire… dovevo morire prima che lui
66 Nie Hualing, Qian shan wai, shui chang liu, op. cit., pp. 179-81. 67
La versione adottata è Tan, Amy, The Kitchen God’s Wife, Flamingo, Londra, 1992.
rincasasse. Fumare dell’oppio o ingoiare dell’oro? Sì, ingoiare il mio anello d’oro con il dragone e la fenice, l’anello che portavo al dito”).69
L’oppressione di un sistema così feudale e patriarcale nelle opere di entrambe le autrici viene in entrambi i casi risolta con la fuga, che, come si è già accennato, per Nie Hualing ha esiti diversi a seconda della sua riflessione sulla condizione umana.