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LE COOPERATIVE DI COMUNITA’: UN ESEMPIO IN EUROPA DI BUONE PRATICHE PER LA COMPETITIVITÀ TURISTICA.

Nel settembre 2013, il Centre of Strategy and Evalutation Service dell’Università del Kent ha pubblicato il rapporto finale sulla ricerca, assegnatagli dall’Unione Europea, “Evalutation and Exchange of Good practices in the Tourism Sector to Stimulate Growth and Jobs in the UE”.

La ricerca, commissionata per proporre modelli di industria turistica in linea con il comunicato rilasciato dalla Commissione Europea nel 2010 “Europe, the world’s n°1 turistic destinationation – A new political framework for turism in UE”, ha l’obiettivo di proporre esempi che dimostrino come in ogni aerea europea, anche la più disagiata, grazie al suo prezioso patrimonio culturale sia possibile creare un sistema turistico. (mettere la nota su che cos’è)

Per raggiungere l’obiettivo di fare dell'Europa la prima destinazione turistica al mondo, il settore turistico è stato compreso nel piano d’innovazione sostenibile 2020 dell’Unione, piano che punta non soltanto allo sviluppo delle capacità tecnologiche ma, soprattutto in materia di servizi, di quelle creative.

Il turismo deve produrre servizi con lo scopo di determinare una sempre maggiore soddisfazione del cliente. Per questo richiede una continua innovazione nelle sue strategie che permetta una miglior interazione tra tutti i suoi attori e una continua crescita del settore. Crescita importante non solo per l’ambito turistico, ma anche per tutti quei settori ad esso collegati che potrebbero trarne indubbio vantaggio. Non è più pensabile soltanto un tipo di sviluppo basato sul turismo di massa, che si fondi su una

commercializzazione univoca del territorio europeo. Occorre diversificare l’offerta partendo dalla differenziazione delle strategie e da ciò ogni singolo territorio è in grado di attrarre.

Quindi la ricerca di nuove strategie non va intesa come la creazione di un'unica via per l’innovazione ma come la produzione di più opzioni da adattare alle specificità delle singole realtà. Il fenomeno turistico, infatti, è profondamente legato al territorio, dove nasce e si sviluppa.

L’Unione Europea è una entità composta da aree fortemente eterogenee, non solo dal punto di vista ambientale o paesaggistico ma soprattutto da quello economico sociale. E' fondamentale quindi focalizzare esempi che possano diventare “universali” o meglio che possano diventare preziose basi di partenza per valorizzare le specificità territoriali. Per questa ragione è necessario socializzare e promuovere esperienze che, attraverso un’economia di tipo sostenibile, abbiano saputo affrontare una situazione critica, cogliendone soprattutto i vantaggi.

I Case History proposti dallo studio hanno puntato proprio a ricercare le caratteriste sopracitate e la loro varietà pone l’accento su come si possa creare un sistema turistico attraverso un processo di tipo bottom up, con una strategia che parta dal basso, e non solo attraverso la spinta e la volontà delle istituzioni.

L'obiettivo è determinare le premesse per una progettualità che valorizzi e rispetti il territorio, creando una offerta diversificata che permetta una fruizione turistica consapevole delle particolarità del luogo che si sta visitando.

Molti degli esempi riportati, infatti, hanno avuto origine per sollecitare il protagonismo delle espressioni sociali ed economiche

dell’area in cui si sono sviluppati, nel quadro della sostenibilità. A questo proposito va richiamato il concetto di turismo sostenibile elaborato dalla Commissione europea e il suo rapporto con la sua stessa capacità di reggere le sfide del mercato.

“La competitività dell'industria turistica europea è strettamente legata alla sua sostenibilità, poiché la qualità delle destinazioni turistiche dipende in misura considerevole dal loro ambiente naturale e culturale e dalla loro integrazione nella comunità locale. La sostenibilità nel lungo termine richiede un equilibrio tra la dimensione economica, socioculturale e ambientale. Il bisogno di conciliare crescita economica e sviluppo sostenibile implica anche una dimensione etica.

Principali sfide per un turismo sostenibile: 1. preservare le risorse naturali e culturali

2. limitare l'impatto negativo sulle destinazioni turistiche, anche in termini di sfruttamento delle risorse naturali e di

produzione di rifiuti

3. promuovere il benessere della comunità locale 4. ridurre il carattere stagionale della domanda

5. limitare l'impatto ambientale dei trasporti legati al turismo 6. rendere il turismo accessibile a tutti

7. migliorare la qualità del lavoro nel turismo.” 22

Nell'esame dell'esperienza de I Banditi del Cerreto particolare significato hanno la difesa dei valori ambientali e della cultura che esprime il territorio in rapporto alla promozione del benessere della comunità che vi risiede. Inoltre la scoperta di siti, fino ad oggi sconosciuti, e la promozione di aeree ricche di bellezza ma

http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/tourism/sustainable-tourism/

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poco appetibili dal punto di vista turistico, come possono essere talune zone interne del nostro paese, dovranno traguardare un'attività turistica che non incida negativamente sul patrimonio rappresentato da risorse ambientali cospicue, a maggior ragione se esse recano l'impronta di una precedente attività agro-silvo- pastorale in declino o scomparsa.

I case histories presentati hanno dei punti in comune. Il primo consiste in un’attività creata attraverso la riscoperta della cultura locale, vista non soltanto come usi e costumi, cioè “tradizione”, ma soprattutto in chiave di valorizzazione di ciò che il territorio esprime. In secondo luogo i progetti selezionati sono stati elaborati in un’ottica di continuità, con obbiettivi duraturi nel tempo e proiettati al futuro. Infine, caratteristica non meno importante, i case histories devono possedere una forte leadership che abbia permesso la realizzazione del progetto stesso e che abbia saputo creare una rete di collaborazione interna ed esterna solida.

Le tre caratteristiche essenziali sopra richiamate sono state declinate nei seguenti elementi comuni:

1) Obiettivi da raggiungere chiari e specifici.

2) Coerenza nell’operare in base alle priorità proposte.

3) Una politica aperta verso il rinnovamento del “fare turismo” nella zona.

4) Approccio sistematico.

5) Leadership efficace, che sappia guidare ed inspirare collaboratori e stakeholders.

6) Partecipazione attiva degli stakeholders.

7) Una politica di comunicazione adatta al progetto ed efficace.

8) Buone procedure di valutazione e monitoraggio dei risultati ottenuti.

I casi alla fine prescelti sono stati venti. Essi riguardano contesti molto diversi fra di loro, con soluzioni adattate alle diverse realtà locali. Comprendono, per fare qualche esempio, l’ecoturismo 23 della regione ungherese di Dràva, il piano turistico 2020 del governo spagnolo, il piano di sviluppo per le piccole imprese turistiche svedesi, la creazione di una “digital era” per le imprese gallesi, fino ad arrivare all’unico esempio italiano: I Briganti del Cerreto, una cooperativa di comunità nata nel 2003 in un borgo di appena 80 abitanti.

Ecco le motivazioni della scelta:

“…it is possible even for the smallest communities to take a fresh look at what they can offer and set about presenting this to best advantage. The Briganti di Cerreto project was develop in Cerreto Alpi, a very small village of about 8° inhabitants in the mountains of Emilia Romagna, in Italy. […] Although carried out on a small scale, this project is extremely intresting in terms of being able to contribute to improved competitiveness in the tourism industry. The fact that this small community has been able to reinvent with relatively limited resource and step up an integrated approach to economic regeneration and sustainable tourism, by pooling the creativity and resources of the whole community, is promising development. The community found within itself and its environmental the resourcis to develop the appropriate skills and create the capacity to provide and market an effective service. Th community is now self-sustening, but its also contributing in a small but significant way to the diversification of the tourism industry. If enough smaller communities around Europe were able

www.ecotourismconference.org

to do something similar, the combined effect on the tourism industries more blobaly could be very significant.” (Evalutation and Exchange of Good Practices in the Tourism Sector to Stimulate Growth and Jobs in the UE, CSES, Sevenoaks, 2013 pp 34-35) Potrebbe essere sorprendente che l’esempio italiano non riguardi città d’arte o famose destinazioni, ma una piccola comunità che con fatica è sopravvissuta negli anni e che, da un decennio a questa parte, sta ricostruendo un futuro attraverso l’attività turistica. La scelta è motivata dal fatto che si tratta di una esperienza profondamente legata al territorio, di tipo naturalistico esperienziale , che ha valorizzato le sue peculiarità a partire 24 dall'ambiente naturalistico e che ha dato modo al territorio stesso di sopravvivere nonostante le difficoltà.

La cooperativa I Briganti del Cerreto è anche uno dei primi esempi d’impresa cooperativa di comunità nati in Italia cui Legacoop si è richiamata per creare il progetto sopra illustrato. E questa cooperativa è l'argomento dell’elaborato.

Gilli M., Autenticità ed interpretazione nell’esperienza turistica, Franco Angeli, Milano, 2009, pag 24

7. IL TURISMO DI COMUNITÀ: QUANDO L’IMPRESA