5. QUALI PERCORSI PER USCIRE DALL'ESCLUSIONE
5.1.2 QUALE COOPERAZIONE TRA I NAV ED I SERVIZI TERRITORIALI?
Il NAV rappresenta sicuramente il centro dei servizi rivolti ai disoccupati, ma come già analizzato ampiamente, le problematiche delle persone sono spesso dovute a fattori tra loro combinati e che devono essere affrontati nel loro complesso. Gli operatori hanno più volte evidenziato come molti gruppi di persone hanno difficoltà riconducibili al nucleo familiare di origine, difficoltà di apprendimento o hanno abbandonato gli studi per la necessità/volontà di entrare il prima possibile nel mondo del lavoro. Anche per questo motivo, vi sono stretti rapporti di collaborazione tra il NAV e gli altri enti del territorio, oltre che incontri a cadenza settimanale con medici, psicologi ed altri operatori che seguono gli utenti durante il loro percorsi. Si tratta di reti e rapporti che non sempre sono regolati da accordi, ma nei quali il lavoro delle varie istituzioni si intreccia, come si verifica ad esempio nella collaborazione tra NAV, scuole e servizio sanitario:
“We have some people from NAV who are working in the school . It's a project, that prevents them dropping out of school then coming to NAV. (…) We are here, but we have two people who work in the school (…) so they are employed here and the work at school. They are working with the social workers and the teachers at school (…) They are social workers.” (NAV interview)
“There are also public nurses in the school, who are there one or two days a week (…) They (youth people) have also what we call open doors, where the people can come and can have a talk with the nurse (…) We have also special meetings with the school and the public health and there is also someone else working on their difficulties in learning” (Family station interview) “(...) I go to many meeting with parents, doctor psychologist, social workers. I talk to them in order to find out how can we work better and how can we prevent the fact that they drop out of school.” (school interview)
Queste collaborazioni, nell'ambito dell'intervento sui giovani sono volte soprattutto alla prevenzione. I bambini vengono seguiti: dalla Family station che offre servizi di tipo sanitario d a l momento della gravidanza fino al raggiungimento dei 18 anni, dalle scuole ed anche associazioni come la Croce rossa che offre una vasta gamma di attività per gli adolescenti:
“some of our activities are just for the children and others are for the families too. (…) they have to apply to take part of the activities and have to fill a form. It happens that there are too many people and sometime we just tell them to come back another time. We don't decide who is coming and who is not, the municipality is taking care of it. (…) All service are free, expect for some few. (…) The children are between 7 and 14 years old. We have also other activities for youth. If the children can't come here, we organize a bus to pick them up (…) we cooperate with NAV and also with the prison and also with associations who help abused woman” (Red Cross interview)
I servizi che vengono offerti dalla Croce Rossa sono quindi molto coordinati con le istituzioni presenti nel territorio e si tratta inoltre di una varietà estesa di attività strutturate. Associazioni come questa ottengono finanziamenti sia statali, che attraverso la partecipazione a specifici bandi e anche attraverso donazioni di privati. Gli introiti non sono quindi fissi e possono subire notevoli variazioni, ma grazie alla propria reputazione questi centri (nella larga maggioranza dei casi) possono vantare ampie strutture anche per ospitare gli adolescenti in campeggi e attività sportive all'interno della natura.
Per quanto riguarda la scuola invece, sono molti i servizi resi gratuiti per gli studenti, per garantire a tutti un accesso equo all'istruzione e rendere minimo l'abbandono scolastico.
“(...) all is free: books, bus,transports. If you have to move away from school you get a scholarship that pays the rent. So it's not necessary for some of them to take a students loan, because there are scholarship. They don't have to give back money, it happens just when they go to university (for that they have to give money back)”. (school interview)
Questo permette ad esempio di limitare I casi in cui I ragazzi si sentano in dovere verso la famiglia di lasciare la scuola per i costi da sostenere o per partecipare alla contribuzione economica. Per legge:
“The law says they have to go to school for the first three years (that's the rule for public school, but high school is five years) and after the five years of high school they can enter in the NAV system. These people can also leave school in first years, so they have four years left (before have help from NAV). (…) some others have to rent a room. For it they can apply some statal banksand receive a scholarship that pays the room (…) also when they start school at 16 they get a computer” (school interview)
Gli studenti che dopo l'inizio dell'anno scolastico decidono però di interrompere il percorso perché non adatto alle loro aspirazioni o capacità, fuoriescono dal sistema formativo per rientravi l'anno successivo, perché soltanto iniziando l'anno scolastico al suo inizio è possibile accedere alla maggior parte dei benefici economici. Questo però rende difficile lavorare con i ragazzi al di sotto dei 18 anni, poiché quando essi vogliono lasciare la scuola per un tirocinio risulta difficile trovare un'azienda pronta ad accoglierli. Dopo i 18 anni, come abbiamo già detto, attraverso il NAV è possibile iniziare percorsi formativi sovvenzionati dagli uffici. Quindi per i minori devono essere trovate imprese disposte ad assumerli: coprendo interamente i costi e accettando ragazzi che potrebbero essere problematici senza il supporto di una struttura come intermediaria:
“The most difficult group to work with are those under 18 years old. Because NAV doesn't offer anything to them. Those people can go work (for example in shops), but they don't receive any support from NAV. (...) the main reason that brings them drop out of school is related to psychological problems. Many of them were absent in school more than 9 months. It's difficult to find a work place for them, because normally this work place want to be support from NAV. But they can't get it because they are not 18. And if you have that age you suppose to beat school.” (school interview)
Non sempre può risultare così difficile trovare un lavoro a coloro che hanno meno di 18 anni, ma nei casi in cui i ragazzi vogliano lasciare la scuola a causa dell'ansia o di altri problemi psicologici legati allo stress, risulta difficile trovare un posto di lavoro adatto a loro.
È quindi chiaro come si cerchi di trasmettere ai giovani la necessità di portare a termine l'istruzione secondaria, e come si cerchi di avvantaggiarli in questo. Vi sono inoltre anche altre istituzioni come i centro rifugiati, i quali non si occupano soltanto delle persone che richiedono asilo in Norvegia, ma offrono corsi di lingua per gli stranieri e corsi serali per gli adulti che vogliono terminare la scuola primaria e corsi per gli adulti con particolari bisogni per l'apprendimento.
Nonostante non vi sia in Norvegia quello che in Italia viene definito terso settore, vi è sicuramente una strettissima collaborazione tra i servizi presenti ed anche con l'associazionismo locale, come la croce rossa, e questa collaborazione sembra funzionare. Se pensiamo infatti al tasso di abbandono scolastico durante la scuola secondaria è molto basso, come abbiamo visto in precedenza, la maggior parte dei NEET in Norvegia riguarda giovani al di sopra dei 18 anni.
5.2 ITALIA
L'Italia ha introdotto le prime assicurazioni per tutelare i lavoratori relativamente in anticipo rispetto a molti altri paesi europei, tuttavia lo sviluppo del welfare ha subito presto una battuta d'arresto.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale non sono stati introdotte nuove e significative politiche sociali, ed il regime fascista, inoltre, contribuì ad incentivare un sistema di tipo particolaristico. Successivamente alla seconda guerra mondiale e all'emanazione della costituzione, vennero proposte riforme organiche del sistema, ma i governi scelsero di non effettuare nessuna riforma veramente innovativa, procedendo così con piccoli interventi. Nel 1978 venne emanata la prima riforma che istituì il Sistema Sanitario Nazionale, ed alla quale avrebbe dovuto fare seguito anche la riforma del sistema assistenziale (la quale però tardò molti anni ad arrivare). A partire da questo momento si sono susseguite numerose leggi che hanno provveduto ad integrare e modificare il sistema socio-assistenziale e gli enti territoriali che dovevano farsene carico. Per molto tempo è stata quindi attesa dai cittadini e dai servizi interessati una legge quadro che avesse lo scopo di uniformare, coordinare e riorganizzare i servizi.
Per questi motivi, vi furono quindi molte aspettative circa la riforma del sistema assistenziale emanata nel 2001, che furono però presto deluse da un'applicazione soltanto parziale. I limiti della legge furono dovuti a vari fattori, principalmente a causa dell'instabilità dei governi che si sono susseguiti che che avrebbero dovuto provvedere ad emanare i decreti attuativi. Inoltre, l'altro limite nell'attuazione della 328 fu dato dalla successiva riforma Costituzionale del Titolo V, che come già evidenziato attribuì alle regioni la potestà legislativa di tutte le materie non espressamente di competenza statale (tra cui l'assistenza).
I servizi territoriali, costituiti dalle Società della Salute, risultano quindi estremamente frammentati, ed il terzo settore ricopre in molti ambiti un ruolo di rilievo.