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4. ESCLUSIONE SOCIALE E LAVORO IN NORVEGIA ED IN ITALIA

4.1.3 GIOVANI E DISOCCUPAZIONE

Come abbiamo già visto, la Norvegia non ha risentito in modo eccessivo della crisi economica del 2008, ma ha presentato un incremento della disoccupazione a partire dal 2014. Per quanto riguarda l'occupazione giovanile, invece, vi era da tempo una tendenza al decremento della percentuale di giovani nel mondo del lavoro. Osservando infatti la curva occupazionale dei giovani tra i 15 ed i 29 anni, dal 2000 ad oggi, è possibile notare in particolare come si è passati da un tasso di occupati del . Tuttavia il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24, risulta essere ampiamente quello più alto rispetto alle altre fasce di età. Si tratta di un dato che a partire dagli anni 2000 aveva subito una diminuzione, passando dal 10,2% del 2000, all'8% del 2008, ma che è poi tornato a salire fino al 10,8% del 2017. Non vi è una forte differenza tra la disoccupazione di genere in questa fascia di età, ma la percentuale di disoccupazione femminile sembra essere sempre inferiore a quella maschile di 1-2 punti percentuali.108

Nonostante i forti cambiamenti degli ultimi 10-15 anni nel mercato del lavoro e la sua crescente flessibilizzazione, in Norvegia non c'è stata una crescita consistente del lavoro precario, ma paragonato ad altri mercati del lavoro, in quello norvegese, già da molto tempo, il lavoro part time costituisce una fetta cospicua del totale dei contratti. (Berglund 2014) Per quanto riguarda le tipologie di contratto, i giovani sono i più colpiti dai lavori a termine. Pur non essendo estremamente diffusi in Norvegia, si tratta infatti, soltanto del'8,4% dei lavoratori nel 2017, questo tipo di contratto si ritrova soprattutto tra i giovanissimi. Nella fascia di età 15-24 la percentuale di contratti a termine è infatti del 26,3%, sia tra gli uomini che tra le donne. Si tratta di una percentuale che non ha subito significative variazioni dal 2000 al 2017. Se andiamo invece ad analizzare il peso dei lavori a termine nella fascia di età tra i 25 ed i 29 anni si può notare come, mentre per gli uomini questa percentuale cala all'11.1%, per le donne resta ancora alta al 18%. Questo tipo di diverso peso della tipologia di contratti tra uomini e donne in questa fascia di età è rimasta più o meno costante (anche se in leggero calo) dal 2000 ad oggi.109

Il percorso formativo sembra avere un ruolo rilevante per quanto riguarda l'inserimento lavorativo. Nella fascia di età tra i 15 ed i 24 anni, la percentuale di disoccupazione tra coloro che non hanno portato a termine gli studi secondari, nel 2017, è del 15,4% e si abbassa notevolmente tra coloro che hanno terminato gli studi secondari (7,4%) e coloro che hanno un educazione terziaria (6,7%). Il divario tra la percentuale di disoccupazione dei primi e le altre due categorie, è costante negli anni, inoltre la maggiore propensione ad essere disoccupati se non in possesso di un diploma di scuola secondaria è costante in tutte le fasce di età. Tuttavia anche le eccessive aspettative riguardo alla tipologia di impiego atteso (sulla base delle proprie 108 Statistic Norway: https://www.ssb.no/en/statbank/table/08517/tableViewLayout1/

capacità personali e dell'istruzione) sembra poter avere una certa influenza sulla possibilità di essere disoccupati. Gjerustad (2016), in uno studio effettuato su 1681 norvegesi, ha riscontrato come il 78,4% del campione riteneva di svolgere un lavoro corrispondente alle proprie capacità. Tra i restanti giovani occupati, il 21,7% ritenevano di avere un lavoro al di sotto delle loro capacità, ed il 6% è diventato disoccupato nel corso dello studio. In modo particolare si è evidenziato come la presenza di covarianti (come il solo titolo di istruzione secondaria, problemi di salute mentale e di condotta) può portare ad una discrepanza tra rendimento effettivo e le proprie aspirazioni.

Una volta entrati nel mercato del lavoro, vale però la pena sottolineare come l'inasprimento dei criteri di accesso per richiedere l'indennità di accompagnamento (come abbiamo già visto nel paragrafo precedente), abbiano colpito i lavoratori più giovani, poiché vi è stato un crescente decremento della percentuale di accesso all'indennità di occupazione tra gli under 25. Questa tendenza, iniziata con i restringimenti ai criteri necessari per l'accesso all'indennità, introdotti a partire dal 1994, ha portato la percentuale dei beneficiari di disoccupazione tra gli under 25 a scendere al 45% degli aventi diritto, tra i disoccupati nel 2010. I giovani disoccupati che non che non riescono ad accedere all'indennità di disoccupazione hanno come unica alternativa il rivolgersi ai servizi sociali. (Lorentzen 2014). In Norvegia, l'assistenza sociale rappresenta una rete di sicurezza di base per coloro che non hanno diritto a l'indennità di disoccupazione o altre prestazioni di sicurezza sociale.110

Infine una particolare categoria di giovani che negli ultimi anni sta interessando la maggior parte dei paesi europei è quella dei NEET (Not in Employment, Education or Training). Questo gruppo include quindi tutti i giovani che non lavorano, non seguono l'istruzione o di formazione. Tuttavia tra questi giovani, allo stesso tempo, vi sono individui che si trovano in momenti di vita estremamente differenti. Alcuni possono aver terminato da poco gli studi e prendersi del tempo prima di cercare un lavoro, altri potrebbero aver perso il lavoro ed essere in attesa di un'occupazione migliore, in questi casi i giovani si trovano ad essere “inquadrati”all'interno di questo insieme per un lasso di tempo limitato. Vi sono però anche una parte di giovani che terminati gli studi, pur volendo, non riescono a trovare un impiego. Altri che smettono di cercare attivamente il lavoro o rinunciano alla propria istruzione diventano inattivi su una base più permanente. Infine vi sono coloro che per problemi di salute possono avere difficoltà a trovare un impiego.

Grazie ai bassi tassi di abbandono scolastico presenti in Norvegia, la maggior parte delle persone nella fascia d'età più giovane (15-19 anni) frequenta la scuola secondaria superiore. Negli ultimi 10 anni il dato è rimasto stabile e solo il 2% di questa fascia di età non era né in

110 I giovani beneficiari dell'assistenza sociale spesso hanno meno istruzione, più problemi di salute,

più problemi finanziari e una maggiore durata della disoccupazione rispetto ad altri giovani disoccupati. (Hammer 2007)

lavoro retribuito, né istruzione o formazione. La percentuale di NEET sale però con l'aumentare dell'età: tra i giovani di 20-24 anni, la quota di NEET oscilla da anni tra il 7 e l''8%, mentre nel corrispondente per il gruppo di età 25-29 anni arriva al 10%.111 In questa categoria di giovani

norvegesi non c'è disparità significativa di genere, tranne che nella fascia di età più anziana (25- 29 anni), dove ci sono relativamente più donne che uomini. Nel 2017 la percentuale di uomini in questa fascia era del'8%, contro il 12% delle donne. Questa disparità potrebbe essere legata alla maternità, poiché alcune donne posticipano il termine della loro istruzione, altre prendono un congedo di maternità extra oltre al congedo retribuito (a quel punto non sono più considerate occupate).112 Infine deve essere considerato che in generale il tasso di occupazione è

tendenzialmente più alto per gli uomini che per le donne, in presenza o meno di figli piccoli. Nel 2014, secondo le ricerche riguardanti il mercato del lavoro: 24000 dei 71000 NEET erano disoccupati. In altre parole, il tasso di disoccupazione era un terzo dei NEET; lo stesso del 2006. Tuttavia, il numero di coloro che hanno dichiarato di essere alla ricerca di un lavoro è stato il doppio, ma non ha soddisfatto i criteri per essere classificato come disoccupato nelle statistiche. Questo perché talvolta i dati forniti dai registri non combaciano esattamente con la percezione sei soggetti: anche alcuni giovani che sono stati esclusi dal gruppo NEET perché risultati ufficialmente in formazione, in realtà si dichiaravano e “percepivano” come disoccupati. Secondo il medesimo studio, secondo un indagine su dati longitudinali, circa il 20% dei NEET tenderebbe a rimanere all'interno del gruppo per molti anni, mente circa un terzo degli appartenenti a questa categoria sembrerebbe essere uscito e rientrato nel gruppo più di una volta. I ragazzi che appartengo per un tempo più o meno lungo a questo gruppo sembrano inoltre avere maggiori difficoltà ad inserirsi in modo stabile nel mondo del lavoro.113 Nelle

contee a nord del paese avevano un tasso di NEET del 9-11%, mentre nelle contee di Oslo ed Agder la percentuale saliva fino al 15% (OECD 2018).

111 Statistic Norway: https://www.ssb.no/en/statbank/table/09858/tableViewLayout1/

112 Report 2014/37, (Bø T. P., Vigran A.) Young people neither in paid employment nor in education or

training – English abstract, Statistics Norway, 2015

113 Report 2014/37, (Bø T. P., Vigran A.) Young people neither in paid employment nor in education or

4.2 ITALIA