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Il corpo nel pensiero di Don Bosco

Nel documento DON BOSCO EDUCATORE (pagine 24-30)

Form ato allo spirito di San Francesco di Sales, Don Bosco aveva un’idea giusta ed equilibrata di tutto ciò che concerne l’educazione del corpo. C o ­ me per il suo Patrono, così anche per lui il corpo non è il nem ico deiranim a: lo è solo quando, da noi accarezzato, si ribella contro lo spirito. L’ antico adagio, Mente sana in corp o sano, era da lui in­

teso nel senso di cercare una giusta collaborazio­

ne tra l ’una e l’altro.

Egli era persuaso che una buona educazione fìsica contribuisce a una buona educazione in­

tellettuale e morale. Perciò, guidato da motivi so­

prannaturali, e soprattutto dal desiderio del bene delle anime, volle disporre di tutte le energie del corp o a vantaggio della gioventù e del popolo.

D ’altronde, essendo il corp o parte integrale della nostra natura, è intimamente associato all’a­

nima. È vero che vi furono anche dei Santi, i quali credettero di dover con straordinarie peni­

tenze affievolire, ridurre le forze del corpo, a f­

finchè più sicuramente esse non avessero il so­

pravvento sull’anima.

Non è questo il luogo per fare discussioni su tali pratiche. D iciam o solo che Don Bosco, mosso da un altro spirito, e seguendo le orme di San Francesco di Sales, ha battuto una via diver­

sa. Egli voleva che non si privasse indebitamente il corp o nè del sufficiente nutrimento, nè del ri­

poso necessario: e ciò per renderlo strumento atto alla gloria di D io ed al bene del prossimo.

Premeva a San Francesco di Sales e a Don B o­

sco poter disporre di un ricco capitale di energie fisiche per sottrarre il numero più grande pos­

sibile di anime al demonio.

Naturalmente i due Santi seppero armoniz­

zare mirabilmente questo loro p rin cip io con lo spirito di mortificazione, predicato dal Vangelo:

le mortificazioni, secondo il loro pensiero, non d o­

vevano essere tali da nuocere ai fini della carità verso il prossimo.

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Questa m oderazione e questo equilibrio stan­

no alla base delle idee di D on Bosco riguardo all’educazione fisica. O n d ’è che il nostro Padre, specialm ente trattandosi di educare la gioventù, non volle dare ai soliti denigratori della educa­

zione cattolica, nè pretesti nè m otivi ad accuse di negligenza, anzi di disprezzo per l’educazione del corpo.

Egli era persuaso che, per ottemperare ai pre­

cetti del Vangelo circa la mortificazione del corp o e dei piaceri terreni, il Cristiano deve essere ben­

sì form ato nelle cose che riguardano lo spirito, ma senza trascurare il corp o al punto da nuocere all’anima che tende verso il Cielo. È sempre il grande mònito di Sant’Agostino, il quale afferma che la Chiesa, anche quando parla dei beni del­

l'anima, non perde di vista quelli del corpo.

A llo stesso tem po è bene osservare che altro è l’educazione della gioventù, e altro l’ascetica di penitenti, di eremiti e di altri santi adulti, i quali giudicarono essere cosa utile al loro bene spirituale il far rigide mortificazioni, penitenze, digiuni, allo scopo soprattutto di domare le pas­

sioni ribelli.

Ma qui giova richiam are alla mente che, quan­

do si tratta di adulti, non siamo più nel cam po dell’educazione propriam ente intesa: ai g i o v a n i in­

vece bisogna apprestare l ’educazione fìsica e le

cure del corpo, secondo il p rin cip io che abbiamo enunciato e che fu professato da San Francesco di Sales, da San G iovanni Bosco e da altri Santi.

È vero che, anche tra i giovani, vi possono essere delle eccezioni: basta ricordare San Luigi Gonzaga e l’angelico Beato D om enico Savio, i quali praticarono una straordinaria m ortificazio­

ne. Q ui però ognun vede che non si tratta più di sem plice procedim ento educativo, ma di casi particolarm ente eminenti di perfezione conqui­

stata anche attraverso eccezionali form e di eroi­

smo cristiano.

D on Bosco non tralasciò di predicare ai gio vani intera la dottrina del V angelo; ma, parlan­

do delle mortificazioni e penitenze, inculcava quel­

le p roprie della loro età e che, secondo lui, d o­

vevano consistere specialmente nelFadempimento perfetto dei propri doveri, nel frenare i sensi e la fantasia, nel disciplinare l’intelligenza e nel­

l indirizzare rettamente la volontà. Però, mentre raccom andava queste cose, egli insisteva con Ja parola e con l’esempio perchè ai giovani si des­

se una educazione fisica, che permettesse lo svol­

gimento com pleto delle loro attività individuali e sociali.

L ’educazione fisica per San Giovanni Bosco non doveva ridursi, com e taluno potrebbe imma­

ginare, ad un esercizio m eccanico o ad un

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me organico di movimenti ginnastici o di lavori manuali e corporali. Nè poteva consistere sola­

mente in particolari sollecitudini o adattamenti per ciò che si riferisce airalim entazione, alla di­

stribuzione delle ore di lavoro e di riposo. Era tutto questo, sì; ma soprattutto era com penetrata da ciò che costituisce l’essenza e l’anima di tutta intera l’educazione, vale a dire dallo speciale ri­

guardo al perfezionam ento d ell’educando, com po­

sto di anima e di corpo. Don Bosco voleva che i suoi giovani attendessero alle funzioni, diremo così, di carattere materiale e corporale, secondo le buone regole: che imparassero a nutrirsi, edu­

catamente e sobriamente; a lavorare, con slancio e retta intenzione; a divertirsi, gioiosamente; a riposare, quasi a prem io delle attività svolte ordi­

natamente: insomma, l’educazione anche fisica do­

veva essere, secondo il Santo, orientata sempre verso il profìtto spirituale.

In altre parole, anche con l ’educazione fìsica bisognava formare l’anima dei giovani in guisa che, usciti più tardi dai suoi Istituti, si trovasse­

ro padroni di se stessi e del loro operare, sapes­

sero e potessero regolarsi rettamente anche quan­

do il m ondo offrisse loro ricchezze, libertà e que­

gli allettamenti che generalmente accom pagnano le cose riguardanti il corpo e la materia.

Mentre, più con la pratica che con la teoria,

egli insinuava, o meglio radicava, nell’animo dei giovani questa retta e giudiziosa distribuzione delle loro attività, specialm ente mediante l’orario che regolava la vita dei suoi Collegi e Istituti, non trascurava però quei mezzi specifici di edu­

cazione fisica che in tutti i tempi, secondo il sano progresso, la scienza pedagogica ha sem­

pre indicato come necessari al com pleto svilu p­

po educativo.

D on Bosco, — con fine accortezza e non co ­ mune conoscenza d ell’animo giovanile, nonché con quel suo quasi istintivo tatto psicologico, — scel­

se e p referì quei mezzi educativi che, mentre giovano alla form azione del corpo, son di gran­

de aiuto alla form azione dello spirito. Intendia­

mo parlare specialm ente del gioco, della ginna­

stica e della ricreazione.

Leggendo la Vita di Don Bosco, e specialmente quanto di lui riferiscono le Memorie Biografiche.

si prova ammirazione nel vedere quanto fossero insistenti le sue raccom andazioni circa tutto ciò che si riferisce a una ben com pita educazione fìsica.

Negli A p p u n ti di Pedagogia Sacra, che Don Barberis spiegava ai chierici per ordine e secon­

do le direttive di D on Bosco, quasi un quinto del libro è dedicato all’educazione fìsica.

Ma, ripetiamo, il p rincipio fondam entale del-9

l’educazione fisica, secondo D on Bosco, era que­

sto: che ogni buon educatore contribuisse a con ­ servare la sanità e a perfezionare le energie fi­

siche e lo svilu ppo dei sensi del fanciullo, nella misura che si richiede perchè il corp o diventi strumento adatto e docile a servizio dell’anima.

Sant’Agostino aveva appunto detto che l’uomo è un’anima che si serve del corpo, ricordando così ai materialisti di tutti i tempi che il corpo deve sottostare all’anima, e non viceversa, e che ogni lavoro educativo va rivolto specialm ente a irrobustire la volontà nella pratica delle norme morali.

Per attuare il p rin cip io suindicato, il nostro Padre, con una concezione am pia e com pleta, volle che, in fatto di educazione fisica, si tenesse conto di tutti gli elementi atti al raggiungimento di un fine sì nobile. Egli poi in particolare non trascurava l’igiene degli ambienti e delle perso­

ne, e grandemente si preoccupava della salute e dei mezzi che contribuiscono a difenderla, con­

servarla e irrobustirla.

Nel documento DON BOSCO EDUCATORE (pagine 24-30)