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2.6 I limiti del régimen cerrado

3.1.1 Creazione non legale dei Ficheros

Un primo programma di controllo dei detenuti appartenenti alle bande armate è stato creato nel 1989, a seguito di anni difficili per la penisola spagnola, per una situazione caotica successiva alla morte di Francisco Franco e sul cui suolo si susseguivano numerosi attentati. La morte del dittatore nel 1975 aprì infatti la cosiddetta “Transizione”, che traghettò la Spagna verso un sistema democratico, conclusasi con l’approvazione della Costituzione del 1978137.

A questo si accompagnava una “transizione politica” dentro le carceri; successivamente alla morte del dittatore, beneficiarono infatti di un’amnistia soltanto i detenuti per ragioni politiche, tanto da far nascere un movimento di protesta non sempre pacifica, denominato COPEL (Coordinadora de presos en Lucha) convinto che l’amnistia dovesse essere estesa anche ai detenuti “comuni”, in quanto condannati sulla base di leggi ingiuste e discriminatorie degli anni della dittatura138.

I Ficheros de Internos de Especial Seguimiento del 1989 furono creati, secondo Tallia Gonzalez Collantes, dall’Amministrazione penitenziaria in un contesto di tensione sociale estrema e rappresentano il risultato di “una cultura di emergenza ed eccezionalità” 139.

136 Cfr. J. Tamarit Sumalla, R. García Albero, M.J. Rodríguez Puerta, Curso

de derecho penitenciario, Valencia, 2005, p. 105

137 Cfr. A. Sánchez Navarro, La transición espanola en sus documentos,

Madrid, 1998, p. 14

138 Cfr. T. González Collantes, Los ficheros de internos de especial

seguimento: un ejemplo de la penetración de la cultura de emergencia y la excepcionalidad en el ambito penitenciario, in Revista Pensamiento penal, 11 Agosto 2014, p.1

Due anni dopo la prima, un’altra Circolare del 6 marzo 1991, introduceva i FIES RE e NA estendendo il programma di osservazione, riservato agli appartenenti alle bande armate, ai detenuti sottoposti al regime speciale fissato all’articolo 10 della Ley Orgánica General Penitenciaria, ovvero i detenuti che, per la loro traiettoria penitenziaria, erano considerati come potenzialmente pericolosi, e ai narcotrafficanti140. Era espressamente stabilito che i dati penali,

penitenziari e criminali inerenti le tre classi di detenuti, fossero raccolti unitariamente affinché si realizzasse un’osservazione particolarmente intensa. Erano già previste le prime rigorose misure trattamentali a carico degli inclusi nei FIES, in particolare le comunicazioni dovevano essere autorizzate dal Centro Directivo, con conseguenti numerosi ricorsi al Juez de vigiliancia penitenziaria, con la richiesta di motivazione della misura e la sua comunicazione all’Autorità giudiziaria 141.

Dal maggio 1991 furono emanate ulteriori Circolari, con misure specifiche di vigilanza per i detenuti inclusi nei FIES.

La prima, del 28 maggio 1991, si rivolgeva alla generalità dei detenuti e prevedeva ronde notturne da parte del personale penitenziario, ispezione oculare con intervallo massimo di un’ora, controllo delle relazioni con gli altri reclusi, esclusione di celle contigue, frequenti perquisizioni giornaliere142.

L’estate del 1991 si caratterizzò per proteste e tentativi violenti di evasione, tanto che le misure restrittive furono intensificate. La seconda Circolare dell’agosto 1991 rivolta ai detenuti inclusi nei FIES, riguardava ancora gli stessi detenuti classificati in primo grado ex art. 10 LOGP distinguendo due fasi. La prima prevedeva due sole ore d’aria al giorno e i detenuti potevano uscire due a due, perquisizione

140 Cfr. V. Cervelló Donderis, Derecho Penitenciario, cit., p. 133; L.

Fernández Arévalo, B. Mapelli Caffarena, Practica forense penitenciaria, Madrid, 1995, p. 421

141 Cfr. Sara Carou García, op. cit., p. 88

giornaliera della cella con l’obbligo di porsi al fondo della stessa in presenza del funzionario competente. I detenuti avevano la possibilità di comunicazioni speciali due volte al mese, di una telefonata al mese e di svolgere attività in comune in caso di miglioramento della condotta. Le suddette restrizioni regimentali fecero sì che la Circolare fosse oggetto di ricorso al Tribunal Constitucional spagnolo, il quale lo rigettò per l’assenza di lesione dei diritti fondamentali 143.

La terza del Settembre 1991 era indirizzata ai detenuti FIES-RE e prevedeva, nei casi di trasferimento, minuziose perquisizioni personali e della cella prima dell’ingresso nella stessa144.

Si delineava così un nuovo grado di classificazione con restrizione dei diritti fondamentali senza copertura legislativa, con ulteriore peggioramento nell’ottobre 1991, tanto che si poté parlare, come sottolinea Vicenta Cervelló Donderis, di una “cárcel dentro la cárcel” 145 ,un carcere dentro il carcere. Le misure restrittive

prevedevano una riduzione delle due ore d’aria a una soltanto e che l’abbigliamento dei detenuti dovesse essere quello distribuito dall’Amministrazione penitenziaria così da facilitare le perquisizioni. I detenuti più pericolosi furono allontanati e trasferiti in altri Istituti in isolamento per evitare ulteriori incidenti146.

Nel 1996, con sentenza numero 119, il Tribunale Supremo sanciva la conformità all’Ordinamento delle restrizioni alla libertà fissate dalla Circolare dell’ottobre 1991, vista la necessità di misure che reprimessero la violenza divampata negli Istituti penitenziari.

Nello stesso anno veniva approvato il Reglamento Penitenciario, che modificava la situazione, con effetto anche nell’ambito dei FIES. La quarta disposizione transitoria di detto Reglamento sottolineava, infatti, la necessità di un’armonizzazione nella normativa penitenziaria

143Cfr. Arribas López, El régimen cerrado, Ivi, p.203. 144 Cfr. Sara Carou García, op. cit., p. 134

145 V. Cervelló Donderis, Derecho Penitenciario, cit., p.133 146 Cfr. Sara Carou García, op. cit., pp.90-91

amministrativa, il cui risultato è stato l’emanazione della Instrucción 21/1996 con ulteriori conseguenze sul regime di trattamento dei detenuti147.

Lo scopo delle disposizioni ivi contenute era, da un lato, quello di garantire la sicurezza degli Stabilimenti penitenziari e, dall’altro, il rispetto della dignità della persona. Il riferimento ai Ficheros interessava soprattutto la prima parte della normativa, dove era contenuta la loro regolazione. Si stabiliva, infatti, come “la necessità di disporre di informazioni relative a determinati gruppi di detenuti, in relazione al delitto commesso, alla traiettoria penitenziaria e alla loro integrazione in forme di criminalità organizzata”148, esigesse la

creazione di un sistema di dati che permettessero la corretta gestione del sistema, così da prevenire comportamenti destabilizzatori del sistema penitenziario.

La citata Instrucción, oltre a far sì che le norme anteriori perdessero i loro effetti, prevedeva cinque differenti gruppi di FIES, validi tutt’oggi, corrispondenti a cinque categorie di detenuti: FIES 1 per i sottoposti al cosiddetto control directo dovuto alla loro estrema pericolosità; FIES 2 per i narcotrafficanti, FIES 3 per gli appartenenti alle bande armate, FIES 4 per i membri o ex membri di Forze o Corpi di Sicurezza dello Stato, FIES 5 per i detenuti aventi caratteristiche speciali corrispondenti a determinati reati 149.

Tale distinzione non teneva conto della personalità o di altri elementi soggettivi, quanto piuttosto di un fatto puramente oggettivo: il reato commesso o l’appartenenza a gruppi criminali150.

I Ficheros individuano, ancora oggi, le informazioni relative a detenuti pericolosi per la sicurezza interna degli Stabilimenti, raccogliendole in modo da essere facilmente reperibili dall’Amministrazione

147 Cfr. V. Cervelló Donderis, Derecho Penitenciario, cit., p.137 148 Cfr. Instrucción 21/96, paragrafo A.1

149 Cfr. Instrucción 21/96, paragrafo A.2 150 Cfr. F. Racionero Carmona, op. cit., p. 153

penitenziaria. Queste sono elencate nell’Instrucción 21/96 come i dati processuali e penali, quelli attinenti la condotta penitenziaria e qualsiasi incidente possa riguardare il detenuto, i trasferimenti in ospedale o in un altro carcere, le comunicazioni con l’esterno, la partecipazione ad attività programmate e le richieste di permesso di uscita. Essere inclusi in uno dei Ficheros è motivo per il diniego dell’autorizzazione151.

Sono previste varie restrizioni alla libertà dei detenuti inclusi in uno dei FIES, tali da suscitare molte reazioni da parte della dottrina, la quale rileva un’eccessiva ingerenza nei diritti fondamentali dell’individuo. Numerose sono, infatti, secondo la Instrucción, le limitazioni, vista la particolare pericolosità dei detenuti inclusi nei FIES. Le comunicazioni scritte sono preliminarmente registrate e successivamente consegnate al destinatario; le comunicazioni orali possono aver luogo con coloro che siano specificamente identificati per un numero massimo di due a settimana; l’accesso a riviste e periodici necessita di apposita autorizzazione e, aspetto più critico, i detenuti sono oggetto di frequenti perquisizioni, in particolare all’uscita e al rientro in cella a seguito dell’accesso al patio.

Un’ulteriore critica riguarda il fatto che l’Amministrazione penitenziaria disciplinava una materia di competenza del potere legislativo tanto che, per questa ragione, il Tribunale Supremo con sentenza del 17 marzo 2009, dichiarò la nullità della prima parte della Instrucción relativa appunto ai Ficheros.

Antecedentemente a tale sentenza era entrata in vigore una Instrucción, la numero 6 del 2006, che aveva riformulato i FIES, senza comunque apportare rilevanti modificazioni, quanto piuttosto attualizzare l’Instrucción 21/96 in cui si specificava che le Istruzioni e Circolari antecedenti alla stessa sarebbero derogate laddove le si opponessero. L’introduzione della stessa Instrucción sottolineava come, fin dalla

creazione, i Ficheros non fossero stati esenti da critiche, ma numerose decisioni giudiziali avessero dichiarato la loro congruenza con l’ordinamento giuridico vigente e, per questo, erano stati mantenuti in vigore152. Venivano conservati i cinque distinti FIES, ma il numero

due cambiava la sua denominazione da FIES-NA per i narcotrafficanti a FIES-DO per tutti i facenti parte di organizzazioni delinquenziali, così come si addiceva maggiormente alla realtà di tali pericolosi detenuti.

Le due Instrucciones sono quasi integralmente simili; si può di conseguenza ritenere che la Instrucción 6/2006 sia oggetto di una