Nell’Ordinamento penitenziario spagnolo esistono tre tipologie di regime di vita cui sono sottoposti i detenuti in base al grado di classificazione.
La normativa penitenziaria impone la necessità di stabilire distinti regimi di vita (abierto, ordinario e cerrado) affinché possano essere raggiunti effetti positivi nel trattamento penitenziario attraverso la convivenza ordinata e pacifica dei detenuti.
In ciascuna prigione e modulo vivono insieme e forzatamente più persone; a questo si accompagna l’esigenza di disciplinare non soltanto distinti regimi di vita, ma anche differenti tipologie di carcere.
L’inclusione nel terzo grado permette l’applicazione delle modalità di vita del régimen abierto, sistema che garantisce il recupero sociale, favorisce la salute fisica e mentale, facilita le relazioni personali e il reinserimento lavorativo, in cui non vigono rigidi controlli quali perquisizioni, sequestri, limitazioni alle visite e alla corrispondenza. Il detenuto è stimolato a partecipare alle attività propostegli in base al programma individualizzato di trattamento; ha la possibilità di uscire dal carcere per lo svolgimento delle stesse, pur essendovi un limite minimo di otto ore da trascorrere all’interno dello stabilimento.
Essere classificati in secondo grado comporta l’osservanza delle modalità di vita del régimen ordinario, secondo il quale i detenuti ivi compresi devono svolgere attività obbligatorie d’igiene, di pulizia e di ordine della cella; vale per tutti, salvo deroghe, un orario di svolgimento della giornata con sveglia alle ore 8.30; dalle ore 9 alle 13.30 si compiono le attività o si sta nel cortile, per poi pranzare e svolgere le altre attività fino all’ora di cena fissata per le 19.30, cui segue un calcolo dei detenuti e, infine, a mezzanotte viene spenta la luce71. È un cajón de sastre 72 cioè quel regime intermedio che serve
da ponte fra il cerrado e lo abierto, non avente, in alcun caso, carattere desocializzante, ma utile per la preparazione alla futura vita in semilibertà.
Conditio sine qua non della soggezione al régimen cerrado dei detenuti è la previa classificazione in primo grado.
Prima di analizzarne le modalità di vita, è necessario configurarne tre caratteri fondamentali: l’eccezionalità, la necessarietà e la transitorietà. Si tratta di un regime eccezionale, in quanto si applica a coloro che risultino inadatti agli altri regimi di vita o a quanti siano ritenuti estremamente pericolosi; necessario e imprescindibile qualora siano insufficienti le misure ordinarie, ma siano piuttosto richieste maggiori restrizioni. La cautela nell’applicazione di questo regime di vita è forte essendo maggiormente complessa l’opera di risocializzazione.
In terzo luogo il régimen cerrado si caratterizza per la transitorietà. Ogni sei mesi infatti la Junta de tratamiento valuta nuovamente il detenuto per decidere se confermare o meno la classificazione iniziale. Qualora vi siano progressi, nel senso di un miglioramento del percorso penitenziario o una riduzione della pericolosità, si classifica in secondo grado e si applica il régimen ordinario.
L’ultimo carattere è quello della sussidiarietà; è infatti necessario escludere le patologie psichiatriche affinché l’individuo sia classificato in primo grado. Ciò è possibile attraverso una valutazione della personalità da parte dello psichiatra73.
2.2.1 Specificità del regime di massima sicurezza
Il régimen cerrado si caratterizza per alcune particolarità rispetto alle disposizioni generali in materia di classificazione. È sempre
72 Definizione ideata da Rodríguez Alonso, trad. “guazzabuglio, mescolanza”,
in D. Fernández Bermejo, Derecho penitenciario, Madrid, 2016, p. 175
73 Cfr. L. Fernández Arévalo, J. Nistal Burón, Manual de derecho
necessaria, su proposta della Junta de tratamiento, l’approvazione motivata del Centro Directivo affinché si verifichi il trasferimento del detenuto dal régimen ordinario o abierto a quello di massimo rigore. La motivazione, sancita all’art. 10 comma 1 LOGP, estendibile anche ai detenuti in via preventiva, costituisce elemento essenziale perché l’Amministrazione penitenziaria può adottare una decisione discrepante rispetto alla proposta iniziale e il giudice esige, in accordo col criterio fissato dalla XII Riunione dei Jueces de Vigilancia Penitenciaria nel 2003, di conoscerne il motivo.
Nelle successive settantadue ore la comunicazione deve pervenire al Juez de Vigilancia e al detenuto che, a sua volta, potrà interporre ricorso allo stesso giudice.
La revisione delle modalità di compimento del régimen cerrado avviene, come limite massimo, ogni tre mesi; si notifica al detenuto e si annota nell’informativa personale. Un miglioramento delle condizioni di vita, e quindi di grado, di questi internati è però molto raro, in quanto l’isolamento in cella è quasi costante, tanto da renderli aggressivi, ansiosi, frustrati, distrutti fisicamente e psicologicamente. Il medesimo termine è previsto dalle Instrucciones 9/2007 e 5/2011 anche per la revisione della classificazione74.
Gli artt. 65 comma 4 LOGP e 105 comma 3 RP stabiliscono che, qualora la Junta de Tratamiento proponga per la seconda volta la
74La previsione è sicuramente corretta e corrispondente ai caratteri della
eccezionalità e transitorietà del regime di massima sicurezza , ma contraria al principio di legalità e gerarchia normativa. La Ley Orgánica General Penitenciaria e il Reglamento Penitenciario, infatti, in nessun articolo prevedono l’esistenza di tale termine e interpretare in senso lato la disposizione dell’art. 92 comma 3 RP sulla revisione delle modalità di vita appare forzato. L’Instrucción 5/2011, che lega quest’ultima previsione all’art. 72 comma 4 LOGP, il quale stabilisce che nessuno dovrà rimanere classificato in un grado inferiore a quello quando, per l’evoluzione della sua personalità, merita la progressione, conclude nel senso di un’interpretazione estensiva di tali articoli. La soluzione migliore affinché i termini coincidano sarebbe quella di modificare l’art. 65 comma 4 LOGP, contenente il termine di revisione della classificazione penitenziaria, includendovi un’eccezione per quella in primo grado e, in accordo con i principi di legalità e gerarchia, modificare anche l’art 105.1 RP. Cfr. Sara Carou García, op. cit., pp. 164-165
classificazione in primo grado, il detenuto possa chiedere che sia la Central Penitenciaria de Observación a fare la successiva proposta con l’approvazione del Centro Directivo.
Il medico della prigione ha il compito di realizzare un’informativa qualora esista un’alterazione dello stato di salute del detenuto e inserirvi un’eventuale raccomandazione dell’inadeguatezza, settimanalmente riesaminata, dell’inclusione in un departamento especial o in un módulo cerrado, le due modalità di vita del régimen cerrado75.
L’art. 95 comma 3 RP ha introdotto un meccanismo di applicazione del régimen cerrado che suppone una totale rottura nell’automatico rapporto fra classificazione e applicazione del regime corrispondente sancita all’art. 72 LOGP.
Quando si verificano rivolte, aggressioni o un tentativo violento di evasione, si può trasferire la persona al departamento especial, nonostante questa possa non essere stata classificata in primo grado. Vengono così applicate le norme di massima sicurezza anche quando un soggetto non sia stato valutato come estremamente pericoloso o inadatto agli altri regimi, ma aver compiuto fatti molto gravi comporta la necessità di rendere innocuo il detenuto isolandolo e trasferendolo in un altro Centro76.
Questa previsione, sancita all’art.95 comma 3 RP, ha suscitato un forte dibattito potendo sembrare funzionale a evitare successive rappresaglie o atti violenti, ma non conforme al rispetto dei diritti costituzionali dell’art.24 della Costituzione che prevede il diritto alla difesa, a essere informati, a una tutela giudiziale effettiva, alla presunzione di innocenza, all’iniziativa probatoria77.
75 Cfr. J. C. Ríos Martín, Manual de ejecución penitenciaria, cit., p. 166 76 Cfr. F.J. Armenta González-Palenzuela, V. Rodríguez Ramírez, op. cit., p.
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Di opinione contraria sono Fernández Arévalo e Nistal Burón, i quali sottolineano la necessità di accettare la legalità della previsione, fondata sul principio generale dell’art. 1 LOGP che impone all’Amministrazione penitenziaria di garantire la sicurezza dei presenti negli Istituti penitenziari e conseguentemente assicurare loro la convivenza pacifica, ex art. 71 LOGP. La decisione, di cui è immediatamente informato il Juez de Vigilancia Penitenciaria, è oggetto di controllo giudiziale e dovrà rispondere ai principi di necessità, idoneità e proporzionalità. Nei successivi quattordici giorni la stessa dovrà essere confermata ad opera del Director General de Instituciones Penitenciarias; di conseguenza al detenuto spetteranno tutti i diritti di cui all’art 24 della Costituzione78.
Gli articoli da 96 a 98 RP disciplinano il regime dei detenuti in via preventiva. Il primo stabilisce che tali soggetti, pur non essendo stati condannati, siano sottoposti al régimen ordinario, ma l’art. 10 LOGP sancisce che possono, su proposta della Junta de Tratamiento e con l’approvazione del Centro Directivo, essere inclusi nel régimen cerrado. Ciò accade qualora questi rispondano ai principi di estrema pericolosità accompagnata dalla ponderazione dei fattori cui si riferisce l’art. 102 comma 5 RP (si veda cap. 1 par. 1.3).
L’articolo successivo stabilisce che i detenuti traslati in via preventiva nel régimen cerrado ne debbano, entro ventiquattr’ore dal trasferimento, essere informati attraverso la consegna della copia del provvedimento che lo dispone con esplicito riferimento al diritto d’impugnare lo stesso davanti al Juez de Vigilancia. Quest’ultimo viene in ogni caso a conoscenza della decisione della Junta entro settantadue ore e, se l’accordo implica il trasferimento a un altro stabilimento penitenziario, questo verrà comunicato al giudice, senza che vi sia un pregiudizio all’esecuzione immediata del provvedimento.
L’articolo 98 stabilisce infine che la permanenza nel régimen cerrado perduri il tempo necessario alla scomparsa o riduzione delle cause che ne causino l’applicazione. La revisione dell’accordo non potrà eccedere i tre mesi dal momento dell’approvazione79.
L’inclusione dei detenuti in via preventiva nel régimen cerrado, sancita anche all’art. 10 LOGP, deriva dalla condizione delle prigioni spagnole all’interno delle quali regna la violenza a causa di gruppi minoritari di detenuti condannati e non estremamente pericolosi80.
2.3 Disposizioni generali sulle condizioni di vita dei detenuti in