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Crisi dell'istituzione manicomiale e i primi tentativi di riforma

La legge del 1838 fu la prima ad essere rimessa in discussione: lo spettro degli internamenti arbitrari riprese tutto il suo vigore alimentato da una stampa ridotta al silenzio da Napoleone III e in cerca di bersagli indiretti per attaccare il regime. Dietro queste critiche si trovava anche il potere giudiziario intenzionato a ricoprire nuovamente un ruolo attivo nella questione. Il problema principale che si veniva nuovamente a porre era infatti la necessità di dare maggiori garanzie e che queste venissero espresse chiaramente da un punto di vista legislativo. Una prima revisione della legge, e sicuramente la più innovativa e radicale rispetto alle successive, fu proposta nel 1870: essa prevedeva l'istituzione di una vera e propria giuria incaricata di decidere sulle ammissioni e attaccava il principio per cui soltanto l'occhio esperto del medico era in grado di riconoscere la follia. La proposta cadde insieme al secondo Impero e fu seguita da altre che si muovevano soprattutto su un piano di aggiustamento tecnico, riguardante più le modalità di applicazione della legge che il suo principio104. D'altronde questa era la posizione degli alienisti i quali difendevano tenacemente la legislazione già in vigore, ritenendola la più efficace a promuovere i propri interessi. Fu anche per ciò che i tentativi di riforma rimasero per tutto il XIX secolo fallimentari. La messa in discussione del principio della legge, legata al suo rapporto con la natura dell'alienazione mentale, rimase infatti ai margini del dibattito; Garsonnet ne rappresenta uno degli esponenti più esemplari:

Chose étrange on a permis à la médecine aliéniste de faire une loi, et on n'a pas songé à lui demander si elle avait fait une science! La loi a dit son dernier mot depuis trente ans; la médicine a-t-elle dit le sien? A-t-elle dit seulement le premier mot en cette grave maladie, et que faut-il penser d'une loi dont le fondement, dont le substratum est une science à l'état d'ébauche? […] Qu'est-ce, en définitive, que la loi des aliénes? Pas autre chose que la thérapeutique aliéniste élevée à la hauteur d'une institution; quand on aura jugé la 103Cfr. M. Gauchet, G. Swain, La pratique del l'esprit humain..., cit., pp. 219-222

thérapeutique, on aura jugé la loi.105

Da queste parole si evince come, già allora, fosse avvertita la debolezza teorica dell'alienismo e come essa si riflettesse sulla solidità dell'apparato istituzionale. Nel mettere in dubbio la scientificità del trattamento morale si facevano emergere le relazioni di potere tra il medico e il paziente, o meglio tra la tecnica manicomiale e i suoi internati, e si evidenziava la posizione extra-scientifica di quel concetto di “dipendenza” dell'alienato tanto enfatizzato dai primi alienisti. Esso aveva trovato la sua massima espressione sia nella pratica dell'interrogatorio sia nella concezione dello stesso manicomio come strumento di cura. Per quanto riguarda la prima, dietro il presunto rapporto amicale che doveva essere instaurato tra l'alienista e l'internato, si veniva a celare un rapporto asimmetrico per cui, attraverso l'anamnesi e i dati forniti dal soggetto riguardo al suo delirio, il medico cercava di spingere il folle a riconoscere non solo la sua malattia ma anche tutta una serie di elementi che in un qualche modo servivano a fissare la sua identità. Così si insisteva affinché il paziente ricordasse alcuni momenti chiave della sua biografia e li riconoscesse come veri; si tentava dunque di richiamare alla memoria le esperienze fondamentali del soggetto e, tramite quelle, spingerlo a ricostruire un'immagine di sé ancorata alla sua esperienza vissuta. In questo modo si voleva sostituire l'identità reale a quella prodotta dal delirio. Con questa operazione, però, quella che veniva ritenuta l'identità reale dell'internato si rivelava comunque fittizia (o se si vuole precostituita) poiché gli eventi da riconoscere come veri erano preventivamente selezionati dal medico. Ed era proprio qui che il folle si trovava talmente dipendente dal proprio alienista da vedere se stesso attraverso l'immagine che gli veniva fornita da lui. Quella totale remissione richiesta ai pazienti nel momento in cui venivano ricoverati coincideva quindi con la completa disponibilità ad essere plasmati secondo le esigenze ed i precetti della medicina. Per quanto riguarda la seconda, invece, pensare il manicomio con la sua organizzazione e le sue regole già di per sé un mezzo terapeutico intrappolava il folle in un ambiente completamente impersonale. Consideriamo a tal proposito alcune parole di Pinel:

Una distribuzione metodica degli alienati dell'ospizio in diversi reparti, permette di sapere,con un colpo d'occhio, quali misure bisogna prendere per il loro nutrimento, per la pulizia, per il regime morale e fisico. I bisogni di ogni specie sono calcolati in anticipo e previsti, le diverse 105E. Garsonnet, La loi des aliénés, Paris, 1869, Ernest Thorin, pp. 41 e 44. Garsonnet fu professore all' Ecole

normale e fece due soggiorni a Charenton a causa di problemi psichici. Come più tardi J. Lemoine, autore di un altro pamphlet contro la legge del 1838 intitolato Le régime des aliénés et la liberté individuelle, egli rappresentò quei “privilegiati” che riuscirono ad essere dimessi grazie alle loro relazioni personali. Il suo fu anche uno dei pochi casi in cui la testimonianza riuscì ad uscire fuori dalle mura del manicomio. La sua critica inoltre articola tutti gli elementi propri delle contestazioni più moderne alla psichiatria: insiste, infatti, sulle relazioni di potere che si celano dietro la razionalizzazione delle strategie terapeutiche.

lesioni dell'intelletto sono colte attraverso i loro caratteri distintivi, i fatti osservati sono collegati con altri fatti analoghi, o piuttosto sono trasformati in risultati sicuri dell'esperienza.106

La soddisfazione dei bisogni di ciascuno era dunque già stabilita a seconda della posizione occupata all'interno dell'istituzione e non in base alla complessità della propria vicenda personale. Quando cominciò ad emergere il fallimento terapeutico dell'asilo, questa stessa dipendenza dall'apparato si liberò da qualsiasi senso medico per apparire come puro disciplinamento.

Nonostante la difesa tenace del quadro legislativo vigente, anche tra gli alienisti iniziarono a nascere dubbi sull'efficacia del sistema asilare. Nella seduta del luglio 1860, la Società medico-psicologica107 decise di aprire una discussione sulla famosa colonia agricola di Gheel in Belgio, che fin dal Medioevo ospitava alienati in semilibertà sotto la responsabilità di contadini tutori. Si decise di mandare lì una commissione e Jules Falret ne leggerà il resoconto nella seduta del 30 dicembre 1861:

On s'étonne vraimet de l'insouciance et de la sécurité indifférente dans lesquelles vivent les habitants de Gheel, au milieu de malades que partout ailleurs on redouterait comme un danger permanent pour la famille et pour la maison […] On est vraiment stupéfait et effrayé tout à la fois, quand on voit dans toutes les chaumières, les paysans laisser circuler librement les aliénés au milieu de leurs femmes, de leurs filles et de leurs enfants, leur confier les armes et les outils les plus dangereux, les occuper à des travaux que personne n'oserait laisser faire à des aliénés et même en arriverau point de leur confier ce qu'ils ont de plus cher, c'est-à-dire le soin de leurs enfants!108

Tali parole sembrano quasi negare la necessità di tutte quelle regole e precauzioni attuate dentro i manicomi. Ma subito dopo l'autore teneva a precisare che l'assenza totale di ordine e disciplina, considerati così importanti da tutti gli alienisti, era un'importante lacuna dell'organizzazione di Gheel. Nonostante ciò doveva riconoscere l'assenza quasi totale di incidenti e quindi non poteva condannare completamente la formula ma soltanto sottolineare le analogie tra la colonia agricola e il sistema asilare preconizzando una sua maggiore

106F. Fonte Basso, S. Moravia (a cura di), Ph. Pinel, La mania..., cit., p. 117. Corsivo mio

107La Società medico-psicologica raggruppava i principali alienisti. Si riuniva tutti i mesi e discuteva questioni di attualità solitamente in seguito alla relazione di un membro o di un corrispondente straniero. I rendiconti delle sedute sono pubblicati negli “Annales médico-psycologiques” che escono senza interruzioni dal 1843 108 Annales médico-psychologiques, Masson, Paris 1862, p. 150

medicalizzazione:

Un nouveau progrès sera accompli dans ce mouvement qui tend incessantement à rapprocher la colonie de Gheel de l'organisation de nos établissements. D'un autre côté, les asiles les mieux organisés tendent de jour à se perfectionner en augmentant la somme de liberté accordée à leurs malades, et peuvent profiter beaucoup, sous ce rapport, de l'exemple qui leur est offert par la colonie de Gheel.109

Se la colonia belga poteva essere migliorata introducendo nuove misure dettate dal sapere medico, si riconosceva che anche il manicomio poteva prendere spunto da questa esperienza per un'opera di riforma indirizzata ad aumentare la libertà dei suoi abitanti. La discussione riprese nel 1864, quando uno sconosciuto dottore di provincia, non appartenente alla categoria degli alienisti, fece l'elogio di un'altra piccola fattoria a Leyme dove vi erano dei folli addetti al lavoro dei campi in uno stato di semilibertà. La risposta generale a questo intervento fu quella di rimproverare al relatore l'ingenuità delle sue osservazioni e la sua ignoranza in materia. Da questo spunto, comunque, il dibattito si allargò notevolmente e cominciarono trapelare delle inquietudini di una certa rilevanza sul malfunzionamento degli asili. Morel, particolarmente, mise l'accento sul sovraffollamento e sull'indifferenziazione dei reparti:

C'est vous dire que ces établissement sont devenus complétement insuffisants. Mais ce n'est pas encore là le fait le plus grave d'une situation déjà si déplorable. Non seulement nous sommes débordés par les aliénés, mais encore par des catégories d'infirmes qui pourraient être soignés dans les hôpitaux ou hospices ordinaires [...] les idiots, les imbéciles, les crétins, les épileptiques, autrement dit une foule de non valeurs sociales, tendent à refluer vers les asiles où ils s'immobilisent et prennent la place des véritables aliénés.110

A questo tipo di denuncia, che tendeva a far scivolare fuori dagli istituti gli “incurabili”, si aggiunsero delle proposte estremamente innovative; il medico straniero Mundy propose di sostituire il manicomio con un vero e proprio sistema familiare secondo il quale l'alienato sarebbe dovuto rimanere in famiglia, sorvegliato da un medico, con una libertà regolata ed un lavoro all'aperto facoltativo. Naturalmente la sua proposta fu respinta e, d'altra parte, lui stesso moderò il suo pensiero quando lo presentò davanti all'assemblea. Nonostante la marginalità di tali opinioni era ormai evidente che si stava diffondendo la necessità di rendere più elastico

109Ivi, p. 165

l'isolamento; in questo senso Moreau de Tours emise un giudizio positivo su Gheel, la cui esperienza venne percepita come un mezzo per poter perfezionare il quadro asilare annettendogli delle colonie agricole. Una modificazione istituzionale che aveva alla base un ammorbidimento dei principi alienisti:

Faut-il donc absolument enfermer les aliénés pour les isoler? Ces deux mots sont loin d'être synonymes dans leur sens grammatical; ils le sont encore moins dans l'acception scientifique. Isoler un aliéné, c'est briser complétement les habitudines au milieu desquelles sa folie a pris naissance; c'est l'éloigner des localités, des choses, des personnes qui ne sont pas tout-à fait étrangères au trouble de son intelligence […] A Ghéel, toutes ces conditions sont fidèlement remplies. Les lieux qu'habite le malade, les individus avec lesquels il a des rapports journaliers, les travaux, les distractions. Tout est nouveau pour lui. Il n'est point séparé de toute société, et il ne peut manquer de trouver, dans celle dont il est devenu membre, des impressions capables de faire la plus heureuse diversion à ses idées delirantes.111

Una posizione riformista, dunque, che per quanto tendesse a trasformazioni più o meno radicali non metteva in discussione la ragion d'essere e l'utilità del manicomio. In effetti anche tutti gli altri tentativi di riforma tesi a creare distinzioni più duttili e che ruotavano attorno ad assi differenti rispetto a quello dell'isolamento (ad esempio l'idea di una maggiore efficacia degli istituti per la follia recente contro una loro totale inefficienza per quella cronica) non misero mai in discussione il sistema asilare come lo strumento più adeguato alla cura della follia. Da questo punto di vista la posizione eternista di Jules Falret sui manicomi sembra esprimere a pieno una verità condivisa da riformatori e non, esclusi certamente i più radicali:

Une réforme radicale serait un pas en arrière, et non un pas en avant. Après bien des attaques parties de tous côtés, les asiles d'alienés resteront debout, parce qu'ils répondent à des nécessités sociales et médicales, qui sont de tous les temps et de tous les lieux, et, tout en se transformant et en se perfectionnant successivement, ils resteront basés sur les mêmes principes généraux, qui sont réellement en rapport avec les véritables besoins des alénés […] les autres modes d'assistance […] ne seront jamais que des modes accessoires et complémentaires, groupés autour du système principal, représenté par les asiles fermés.112

La solidità della tecnica manicomiale, inoltre, fu intaccata a partire da un cambiamento del codice teorico: la pubblicazione nel 1857 del Traité des dégenérescences physiques, 111 J. Moreau de Tours, Lettres médicales sur la colonie d'aliénés de Gheel, in Annales médico-psycologiques,

Masson, Paris 1865, VI, p. 265

intellectueles et morales de l'espèce humaine di Morel segnerà, infatti, un ravvicinamento

dell'alienismo alla medicina clinica. Il passaggio da una semiologia ad una eziologia della patologia mentale poggiava sul concetto di degenerescenza secondo cui accidenti di vario tipo, come intossicazioni, influenze dell'ambiente sociale e naturale, infermità congenite o acquisite, etc., non solo potevano essere causa di malattia nel singolo ma esse si trasmettevano ereditariamente intaccando la salute di un intera stirpe. Partendo da questi presupposti, si modificava ampiamente il quadro nosologico tradizionale in quanto la classificazione del paziente non era più basata su un'analisi sintomatologica ma la predisposizione, la causa determinante che permetteva il manifestarsi di quella predisposizione e infine la successione e la trasformazione dei fenomeni patologici, giocavano ora un ruolo fondamentale113. Si venivano così a ricreare gli stessi problemi di cui si è detto sopra riguardo la causa organica; ossia il riconoscimento di origini diverse della follia non permetteva più di considerare le sue manifestazioni come sottospecie di un'unica patologia ma come patologie differenti da dover analizzare e trattare in modo distinto. In questo modo era minata l'unità dello spazio asilare ed esso veniva assimilato alla clinica ospedaliera e ai suoi reparti. Un avvicinamento al resto del sapere medico di cui Morel non solo era cosciente ma che voleva anche promuovere attraverso la sua opera: “j'ai poursuivi mon idée dominante qui était de rattacher, plus fortement qu'on ne l'avait fait just'alors, l'aliénation mentale à la médecine générale”114. Anche il trattamento morale subiva un duro colpo poiché, se l'alienazione dipendeva principalmente da cause esterne incontrollabili, determinazioni ereditarie o lesioni organiche, la sua opera di direzione delle passioni e rieducazione dell'uomo sarebbe servita a ben poco. In realtà, Morel, non arriverà mai a dichiarare l'incurabilità della follia ma costruirà una strategia che va ben al di là delle mura manicomiali universalizzando lo stesso trattamento morale. Fino ad allora, infatti, la società non aveva fatto altro che attuare una sorta di profilassi difensiva sequestrando gli individui pericolosi o malati e trattandoli più o meno efficacemente in spazi chiusi. Invece:

elle doit faire de la prophylaxie préservatrice en essayant de modifier les conditions intellectuelles, physiques et morales de ceux qui, à des titres divers, ont été séparés du reste des hommes; elle doit, avant de les renvoyer dans le milieu social, les armer pour ainsi dire contre eux-mêmes afin d'atténuer le nombre des récidives.115

113Cfr. R. Castel, L'ordine psichiatrico. L'epoca d'oro dell'alienismo, cit., pp. 201-203

114 B. Morel, Traité des dégénérescences physique, intellectuelles et morales de l'éspèce humaine, Baillière, Paris 1857, vol. 1, p. XII

La profilassi si proponeva così di combattere alla radice le cause della patologia mentale e di prevenirne gli effetti. La scienza alienista si poneva sullo stesso piano dell'igiene fisica e morale aprendosi all'intera società. Bisognava dunque riadattare i mezzi terapeutici che non avevano più come punto di applicazione un uomo isolato ma un insieme sociale, essi avrebbero dovuto indirizzarsi particolarmente verso le classi più deboli dove la miseria e la corruzione morale costituivano un focolaio di degenerescenza. Non a caso Morel inventò questa categoria osservando il proletariato della regione di Rouen e le povere popolazioni agricole delle zone circostanti ( un'osservazione facilitata dal fatto che egli era medico primario del manicomio di Saint-Yon). In seguito a questa esperienza egli scrisse una lettera al senatore prefetto della Senna Inferiore per offrigli i suoi servizi e per proporgli un vero piano di sorveglianza delle popolazioni meno abbienti:

Toutefois il est des faits qu'il importe d'étudier dans les milieux même où ils se produisent. Il est nécessaire dans bien des cas, de pénétrer dans l'intérieur des familles, de voir de près la manière de vivre des habitants d'une localité, de se mettre au courant de leur hygiène physique et morale. C'est là, on le comprend facilment, une mission délicate et qui ne peut être convenablement remplie que sous le patronage de l'autorité. Je ne crois pas que l'on puisse parvenir autrement à faire la statistique morale de cet important département, et à fournir ainsi à l'autorité des documents utiles sur les causes de l'augmentation des aliénés, et sur les moyens hygiéniques et prophylactiques les plus propres à prévenir aussi grande infirmité.116

Da questa prospettiva il manicomio diventava una prigione anche per lo stesso alienista; rimanendo chiuso tra le mura dell'istituto, infatti, egli avrebbe perso tutte quelle possibilità di conoscenza e di azione che derivano da un intervento direttamente sull'ambiente sociale e che va ad indagare i comportamenti degli individui all'interno del loro stesso nucleo familiare. Un potenziamento straordinario del ruolo del medico il quale doveva inserirsi in un programma generale di “moralizzazione delle masse”:

la médecine […] seul peut bien apprècier la nature des causes qui produisent les dégénérescences dans l'espéce humaine, à elle seul appartient l'indication positive des remèdes à employer. Sa preténtion n'est pas de se poser comme une force médicatrice exclusive; elle convie à cette ouvre de régéneration ceux auxquelles sont confiès le bien-être et les destinées des populations, et qui possèdent les moyens de réaliser les projets 116 Lettera riprodotta in B. Morel, Le non-restraint, ou de l'abolition des moyens coercitifs dans le traitement de

d'amèlioration que la science médicale soumet à leur examen.117

Una posizione della scienza medica già agognata dai primi alienisti e particolarmente da Esquirol. C'era però una differenza: mentre all'inizio le indagini epidemiologiche avevano sì un valore profilattico, ma servivano innanzitutto a raccogliere dati utili per la razionalizzazione terapeutica all'interno dell'asilo, per Morel, invece, è nella stessa profilassi che bisogna riporre le maggiori speranze di successo del trattamento morale. Infatti le degenerescenze una volta innescate sono difficilissime da fermare; quindi, è soltanto agendo preventivamente sulle possibili cause della follia e evitando la loro diffusione che si può limitare il numero degli incurabili. C'è inoltre da riflettere su quanto una tale teoria dell'alienazione mentale tendesse a costruire una rete capillare all'interno di tutta la società moltiplicando in questo modo le pratiche dell'assoggettamento. La disciplina, guidata dalla moralità, usciva dal manicomio per andare a scovare gli individui all'interno delle famiglie ed