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Il ritratto clinico del folle nel movimento alienista

L'alienismo e la rappresentazione delle passioni tra fisiognomica e patognomica

3.4 Il ritratto clinico del folle nel movimento alienista

Ritrarre i folli internati in manicomio era considerato dai primi alienisti un utile strumento per fissare attraverso l'immagine i tratti essenziali di ciascuna categoria nosografica e per migliorarne la conoscenza; a tal proposito Esquirol affermava:

L'étude de la physionomie des aliénés n'est pas un objet de futile curiosité; cette étude aide à démeler le caractère des idées et des affections qui entretiennent le délire de ces malades. Que de résultats intéressans n'obtiendrait-on pas d'une pareille étude. J'ai fait dessiner plus de 200 aliénés dans cette intention.287

Cogliendo i tratti della fisionomia degli alienati, dunque, si potevano stabilire le passioni e le idee alla base della loro patologia; così come per tutta la tradizione fisiognomica descritta poco sopra, anche in questo caso il disegno acquisiva un'importanza fondamentale in quanto serviva a fissare e dare risalto agli elementi essenziali rilevati tramite l'osservazione: esso diveniva allora uno strumento molto utile dell'indagine sintomatologica poiché permetteva di costruire una tipizzazione iconografica dell'alienato e diventava in questo modo un ponte tra l'esperienza e le varie entità nosografiche. Attraverso la rappresentazione grafica, inoltre, era possibile analizzare tutte quelle malformazioni organiche considerate la causa di forme incurabili come l'idiotismo. Parto da queste ultime considerazioni per poi ritornare alla raffigurazione clinica delle passioni alterate.

L'esempio più interessante di misurazione antropometrica e d'altronde quasi l'unico almeno in ambito alienista sono due tavole di Pinel riportate nel suo Traité: esse sono inserite all'interno della sezione in cui l'autore tratta delle tipologie di alienazione dipendenti da vizi di 286 Ivi, p. 39

conformazione del cranio. Prima di commentare le illustrazioni egli si chiedeva se effettivamente esistesse un rapporto tra la forma della testa e la capacità delle funzioni intellettive; a una tale domanda rispondeva così:

Un'opinione assai diffusa riconduce l'alienazione mentale ai vizi del cervello e soprattutto alle irregolarità e alle sproporzioni del cranio; sarebbe senza dubbio molto interessante perseguire l'obbiettivo di far vedere le giuste proporzioni della testa come il segno esteriore dell'eccellenza delle facoltà intellettuali; sarebbe possibile, allora, assumere come modello più elevato il capolavoro della scultura antica, la testa di Apollo Pizio, poter collocare ad un livello inferiore le conformazioni craniche che predispongono l'uomo all'attività artistica e scientifica, discendendo poi, attraverso tutti i gradini successivi di sproporzione della testa e delle capacità intellettuali, fino al soggetto caduto in preda alla demenza o all'idiotismo; ma l'osservazione non conferma queste speciose congetture.288

Non si poteva quindi stabilire alcun rapporto certo tra conformazione cranica ed intelligenza. Su questa base veniva smentita la possibilità di definire una scala simile alla linea evolutiva di Camper anche se l'Apollo Pizio tornava ad essere ancora una volta un modello di perfezione: le sue proporzioni, infatti, dovevano essere prese come termine di paragone per le misurazioni antropometriche289. Per di più, invece di utilizzare l'angolo facciale, Pinel riteneva maggiormente adatto ai suoi scopi indagare direttamente la forma e il volume del cranio in modo da poter costatare se un'eventuale malformazione potesse influire sullo sviluppo dell'organo cerebrale. Per fare ciò egli esaminava il rapporto dell'altezza della testa con la sua profondità e con la sua larghezza nella parte anteriore e posteriore. Dopo molte osservazioni giunse alla conclusione che si poteva stabilire una corrispondenza tra vizio di conformazione ed alienazione soltanto nei casi di idiotismo e demenza; per esemplificare questa sua ipotesi riportava una tavola (fig. 9) in cui venivano messe a confronto le scatole craniche di un'alienata (in alto), di una persona sana di mente (al centro) e di un'idiota (in basso). La sezione del cranio appartenente all'alienata affetta da idiotismo voleva dimostrare come 288 F. Fonte Basso, S. Moravia (a cura di), Ph. Pinel, La mania..., cit., pp. 82-83

289 Le proporzioni della statua, così come misurate da Gérard Audran, erano le seguenti: bisognava dividere la testa della statua in quattro parti immaginando che esse fossero attraversate da piani paralleli: la prima andava dalla sommità del capo fino all'attaccatura dei capelli; la seconda, dalla cima della fronte fino all'inizio del naso ovvero all'altezza della palpebra superiore; la quarta, dalla parte sottostante il naso alla fine del mento. Ogni occhio visto di fronte ha ½ parte di larghezza; tra i due occhi c'è uno spazio largo ½ parte, e la larghezza della testa in questo punto, ovvero all'altezza delle tempie, è di 2 parti e 1/8. La larghezza della testa all'altezza degli zigomi, è di 2 parti e 1/6; la larghezza della testa alla stessa altezza, ma sopra le orecchie, nel punto più largo, è di 2 parti e ½ circa. La maggiore profondità della testa, dal punto più sporgente della fronte tra le sopracciglia fino al punto più sporgente dell'occipite, nel più vasto diametro orizzontale, è all'incirca di 3 parti e 2/3. La statua intera è alta sette volte la lunghezza della testa, più 3 parti e ½, testa compresa; ciò significa che la testa è poco più di un 1/8 dell'intera statua.

l'irregolarità della struttura ossea fosse determinante per la misura del volume cerebrale. I confronti seguivano anche nella seconda tavola ( fig. 10) in cui si riportavano il profilo di un maniaco (in alto), il cranio di un giovane sano (al centro) e infine il profilo di un altro idiota (in basso). È interessante a questo punto riportare l'analisi di Pinel eseguita sugli idioti raffigurati nelle due tavole per comprendere il rapporto tra la descrizione e la rappresentazione grafica: i principali vizi di conformazione riscontrati nella struttura ossea erano un ispessimento delle pareti craniche pari al doppio del normale, un'asimmetria tra parte destra e parte sinistra e infine un appiattimento delle zone laterali. Per quanto riguarda invece la fisionomia, l'autore descriveva l'idiota della seconda tavola in questo modo:

A prima vista, si rimane soprattutto colpiti dall'estrema sproporzione della grandezza della faccia rispetto alla piccolezza del cranio di questo alienato idiota. Ma non vi è nulla di animato nei tratti della sua fisionomia, nulla che non richiami l'immagine della stupidità più assoluta: sproporzione estrema tra l'altezza della testa e l'intera corporatura, forma appiattita del cranio nella sommità e nelle tempie, sguardo ebete, bocca aperta. […] Questo essere equivoco che sembra essere stato collocato agli estremi confini della razza umana per le qualità fisiche e morali […] sembra sia affetto sin dalla prima infanzia dallo stesso carattere di nullità e di idiotismo.290

Osservando il ritratto del soggetto in questione si può ben comprendere come tutti gli elementi appena riportati venivano evidenziati in modo netto; al di là dell'enorme differenza tra la grandezza del volto rispetto a quella del cranio che richiamava la malformazione organica, è interessante notare le modalità attraverso cui veniva rappresentata l'obliterazione delle facoltà intellettive: la bocca aperta insieme ad un occhio spento ed inebetito rimandavano direttamente a questo aspetto e costituivano i tratti salienti di chi ha delle capacità talmente ridotte da essere considerato ai confini della razza umana. Non a caso nel descrivere il suo comportamento, Pinel diceva:

Tutto l'ambito delle sue conoscenze [è] limitato a tre o quattro idee confuse, e in più espresse malamente attraverso dei suoni semi-articolati; un'intelligenza appena sufficiente per portare il cibo alla bocca, insensibilità spinta al punto da liberare senza accorgersene l'orina e le deiezioni, andatura lenta, pesante e barcollante, estrema inerzia o apatica repulsione per ogni tipo di movimento, estinzione totale del desiderio così naturale che spinge l'uomo a riprodursi.291

290 Ivi, p. 91 291 Ibidem

L'espressione del volto, così come disegnata, fungeva dunque da elemento fisiognomico codificato che in un qualche modo permetteva di prevedere questi comportamenti; e in effetti, se si osservano anche le tavole riportate nel Des maladies mentales di Esquirol, risulta evidente che alcuni tratti, come appunto sguardo ebete, bocca aperta e fronte sfuggente all'indietro, erano comuni a quasi tutti gli internati in stato di idiotismo (figg. 11,12,13); quando questi elementi non erano presenti, la limitatezza delle facoltà intellettive ed affettive veniva espressa solitamente attraverso una gestualità goffa ed impacciata (fig. 14). Il vizio di conformazione cranica, invece, non era praticamente mai evidenziato dalle illustrazioni; l'unico caso dove esso appare in modo evidente è in un ritratto di una donna ricoverata alla Salpêtrière nel quale veniva enfatizzato l'appiattimento eccessivo dell'osso coronale e delle parti laterali del cranio (fig. 15).

Da tali considerazioni si possono trarre alcune conclusioni: innanzitutto nelle misurazioni antropometriche si rinunciò alle astratte modellizzazioni a cui ci si era votati durante il XVIII secolo, per dare nuovamente spazio all'osservazione e ad una cautela nelle generalizzazioni; anche nel momento in cui si era stabilita una certa corrispondenza tra forma del cranio e idiozia, infatti, le riserve rimanevano comunque molte:

I vizi di conformazione, che ho appena descritto, relativi al cranio di una persona morta in stato di idiotismo […] sembrerebbero indicare che tutto ha concorso a rendere molto più piccola la cavità interna che contiene il cervello. Ma devo stare in guardia contro le conclusioni troppo precipitose, e mi limito a dei dettagli di carattere storico, senza affermare ancora che vi sarebbe una connessione immediata e necessaria tra lo stato di idiotismo e i vizi di conformazione che ho descritto. La giovane era in uno stato di totale stupidità fin dalla sua infanzia; di tanto in tanto pronunciava qualche suono inarticolato; non dava alcun segno di intelligenza né di una qualche affezione morale.292

L'analisi della sola conformazione cranica non era quindi sufficiente a determinare un certo stato delle facoltà intellettive ed affettive, ma era necessario abbinare a questo tipo di osservazione lo studio del comportamento; solo in questo modo si poteva infatti costatare con certezza l'assenza di intelligenza o di sensibilità. Ciò non vuol dire che si rinunciò completamente a fare nuove ricerche riguardo alla corrispondenza tra forma e alienazione o che si rifiutarono del tutto le teorie elaborate in passato. Come abbiamo già ricordato, se l'alienismo aveva tra i suoi principi base il rifiuto della causa organica della follia, gli alienisti eseguivano comunque le autopsie sui corpi degli internati alla ricerca di rapporti precisi tra un 292 Ivi, p. 90

determinato stato anatomico e la patologia mentale. Inoltre, sebbene Pinel avesse rifiutato l'angolo facciale come strumento adatto a misurare in modo esatto l'influenza della struttura ossea sulla conformazione dell'organo cerebrale, allo stesso tempo esso rimaneva indicativo per misurare l'intelligenza di un individuo; fu infatti utilizzato in alcuni casi da Esquirol come nell'analisi del cranio di due demonomaniache riportata nell'articolo “Demonomanie” del

Dictionnaire des sciences médicales: di una si aveva semplicemente l'indicazione generica

“l'angle facial est grand”293, dell'altra invece si illustrava la scatola cranica (fig. 16) su cui era stato disegnato un parallelogramma atto a misurarne le proporzioni. Dopo averne descritto le varie parti, l'autore affermava:

Ces cinq lignes [ du parallélogramme] inscrivent le crâne, le divisent en parties antérieure et postérieure, donnent la hauteur du crâne, la mesure du diamètre antéro-postérieur; avec des lignes obliques, elles servent à mesurer l'inclinaison du coronal et celle de l'occipital. Dans les articles idiotisme, imbécilité, j'indiquerai l'usage de ces parallélogrammes qui inscrivent et divisent le crâne, en faisant l'application de mes recherches, sur un grand nombre de crânes d'idiots, de maniaques, comparés les uns aux autres, et avec l'état des facultés intellectuelles et morales des individus auxquels ils appartenaient. Nous rapprocherons ces résultats de ceux de Camper, de M. Pinel et autres.294

Attraverso una specifica costruzione geometrica si potevano rilevare, dunque, sia l'angolo facciale, ossia l'inclinazione dell'osso coronale, sia tutta una serie di dati utili a stabilire la normalità o meno di un cranio. Si può allora comprendere come, nonostante la cautela e lo scetticismo con cui i primi alienisti si avvicinarono alla misurazione antropometrica, essi si inserivano all'interno di una tradizione i cui strumenti di analisi si erano ormai consolidati. Sicuramente, considerare ancora una volta l'Apollo Pizio un termine di paragone per l'osservazione empirica era l'esempio più lampante di una tale continuità. Nonostante ciò, le conclusioni a cui giunsero, pur utilizzando in parte le stesse metodologie di indagine, furono totalmente differenti da quelle del secolo precedente; Questo fu dovuto principalmente ai principi innovatori su cui si basava l'alienismo, primo fra tutti un'aderenza ai dati reali che escludesse la costruzione di una teoria a priori. Così, se Camper poteva affermare che solo spostando l'angolo facciale si potevano ripercorrere tutti i gradi della scala evolutiva senza alcuna esperienza diretta ma solo secondo una logica puramente matematica, gli alienisti ritenevano l'osservazione un elemento cardine e non pensarono mai, per esempio, di poter 293 Dictionnaire des sciences médicales, articolo “Demonomanie”, Panckoucke ,Paris 1814, t. 8, explication de la planche IV

raffigurare la scatola cranica di un idiota partendo esclusivamente da considerazioni di carattere geometrico.

Oltre ai dati delle misurazioni antropometriche, venivano considerati anche altri elementi della fisionomia che potevano essere indicatori di una predisposizione ad un certo tipo di follia. A tal proposito ascoltiamo le parole di Esquirol:

En général ceux qui ont les cheveux noirs, qui sont forts, robustes, d'un tempérament sanguin, sont maniaques et furieux, la marche de leur folie est plus aiguë, les crises sont plus sensibles. Ceux dont les cheveux sont blondes, qui ont les yeux bleus, un tempérament lymphatique, deviennent maniaques, monomaniaques, mais leur folie passe facilment à l'état chronique et dégènere en démence. Ceux qui ont les cheveux et les yeux noirs, qui sont d'un tempérament sec, nerveux, sont plus souvent lypémaniaques. Les individus qui ont les cheveux d'un blond ardent, sont furieux, traîtres et dangereux.295

Il colore degli occhi e dei capelli, quindi, indicava a quale forma di alienazione un determinato individuo potesse essere soggetto. Le varie combinazioni venivano inoltre abbinate con un temperamento specifico. La definizione dei quattro temperamenti (malinconico, collerico, flemmatico e sanguigno) aveva origine nell'antichità ed era strettamente legata alla teoria umorale: essi infatti derivavano dalla preponderanza di un umore nella costituzione di ciascuno. Durante il XVIII secolo, le nuove scoperte in ambito fisiologico trasformarono completamente il concetto di temperamento e ne nacquero diverse interpretazioni. Riporto di seguito quella del medico Moreau de la Sarthe296, tratta da un suo supplemento a L'art de connaître les hommes di Lavater, perché sembra quella che maggiormente influenzò i primi alienisti:

Considéré d'une manière plus générale; le mot tempérament s'emploie pour indiquer des differences constitutionnelles ou organiques que l'on remarque parmi les hommes, et dont l'expression et l'influence que l'on remarque parmi les hommes, et dont l'expression et l'influence sont bien marquées, non seulement dans les apparences extérieures du corps, mais dans la manière de sentir, la marche ou la nature des maladies,le caractère de l'esprit, des penchans ou des passions. […] Les diversités de tempéramens sont de causes naturelles et organiques d'inégalité parmi les hommes; mais, à son tour, l'inégalité parmi les hommes devient une cause qui multiplie les variétés de l'organisation. En effet, la diversité des conditions, des métiers, des habitudes, développe inégalement les organes, fortifie les uns, 295 J.E.D. Esquirol, Des maladies mentales...,cit., t. 1, p. 40

296 Louis Jacques Moreau de la Sarthe ( 1771-1826) fu bibliotecario della facoltà di medicina di Parigi e ricoprì la cattedra di igiene e di storia della medicina.

affaiblit les autres ou les altère; détermine des tempéramens acquis, ou même des degénérescences constitutionnelles.297

I temperamenti non erano più basati sulla teoria umorale298 ma la loro definizione poggiava ormai sulla fisiologia degli organi interni. Essi non solo erano congeniti ma erano anche fortemente influenzabili dall'ambiente esterno i cui continui influssi potevano portare a delle degenerescenze ereditarie. Partendo da ciò, si individuavano quattro temperamenti principali: il primo era il sanguigno-arteriale, caratterizzato da un'estrema suscettibilità delle estremità nervose con un conseguente accrescimento della sensibilità e una fisionomia vivace. Il secondo era il sanguigno-venoso o epatico, caratterizzato da una predominanza dell'apparato venoso soprattutto nella zona del fegato ed un comportamento brusco ed impetuoso; per quanto riguarda la fisionomia, chi ha questo temperamento è magro con le forme un po' dure, gli occhi scintillanti, i capelli neri e le vene molto pronunciate. Il terzo era il temperamento linfatico caratterizzato da una estrema debolezza e lentezza sia delle attività organiche sia di quelle morali ed una fisionomia spenta. L'ultimo era il malinconico ed era considerato quello che maggiormente predisponeva all'alienazione mentale, infatti:

Le tempérament mélancolique, dont nous ne changerons pas la dénomination, reconnaît pour condition essentielle un état de constriction, de gêne dans les viscères du ventre, principalment dans le foie, la rate, l'estomac, qui, réagissent avec force sur le cerveau, donnent lieu à une grande persévérance d'impression, à une tournure constante et triste dans les idées, et à une grande variété de perceptions mensongères qui changent les rapports naturels des choses avec la sensibilité et disposent souvent à l'hypocondrerie et à d'autres genres d'aliénation mentale.299

Qui è evidente l'affinità con la teoria alienista riguardo all'influenza della zona epigastrica sul funzionamento dell'organo cerebrale; d'altronde la categoria nosografica della malinconia di Pinel e della lipemania di Esquirol era quella che maggiormente riscontrava una forte continuità tra temperamento e condizione patologica. Non a caso Moreau inseriva già nella stessa costituzione del malinconico la tendenza ad avere delle percezioni menzognere e ad esaltare in modo eccessivo i propri sentimenti; la fisionomia rispecchiava questa condizione dello spirito e solitamente era caratterizzata da un aspetto triste e composto, il viso pallido, gli

297 J. C. Lavater, L'art de connaître les hommes par la physionomie, cit., vol. VIII, pp. 146-148

298 Tra il XVII e il XVIII secolo la teoria umorale cadde progressivamente in disuso anche se essa non fu del tutto abbandonata.

occhi infossati ed ombrosi, i capelli neri e piatti, la taglia alta ma gracile. Tutti questi temperamenti nella realtà difficilmente si trovavano allo stato puro ma si riscontravano spesso degli stati intermedi ed era per questo complicato definire con precisione il carattere principale di un individuo.

Se si è insistito su questo punto è perché esso ci apre lo sguardo sulla parte più significativa del rapporto tra la teoria alienista e la rappresentazione grafica degli alienati: se infatti i temperamenti determinavano anche le inclinazioni e le passioni e si potevano individuare grazie a delle caratteristiche fisiche e a dei comportamenti ben precisi, allora era possibile, in uno stato di alienazione mentale, determinare le cause interne della patologia partendo direttamente dalle sue manifestazioni esterne. Sto solo osservando l'approccio fenomenista descritto nei capitoli precedenti da un altro punto di vista, ma ciò mi sembra importante nella misura in cui esso manifesta un'ambiguità dell'alienismo e lo pone tra una fisiognomica come quella di Lavater e una patognomica come quella di Lichtenberg. Certamente gli alienisti non pensavano ad una corrispondenza rigorosa tra la forma del corpo e lo spirito; ma se era vero quello che aveva affermato Cabanis, ossia che l'uomo è uno300, allora era possibile trovare delle costanti tra una determinata costituzione organica, alcuni tratti somatici ed il comportamento. Così il colore degli occhi e dei capelli e la taglia della corporatura potevano veicolare informazioni riguardanti certe predisposizioni ed inclinazioni caratteriali di cui si doveva tener conto sia nell'attività profilattica sia durante la terapia all'interno dell'istituzione asilare. Se l'importanza di questi fattori emerge relativamente dall'analisi dei testi è perché essi sono continuamente inseriti all'interno di una costellazione di cause fisiche ed ambientali dell'alienazione mentale che vanno dall'ereditarietà agli influssi culturali. Essi costituivano inoltre un campo aperto per l'alienismo in quanto erano parte integrante di quel processo fatto di autopsie e misurazioni antropometriche volte a ricostruire tutti i passaggi fisiologici che da

le physique portavano a le moral e viceversa; facevano parte insomma di tutti quegli aspetti