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1.2 QUALE SVILUPPO ?

1.2.3 LE CRITICITÀ CORRELATE AI MDGs

Al fine di misurare i progressi degli 8 MDGs, le Nazioni Unite hanno elaborato una lista di 21 target e 60 indicatori76 che è stata poi periodicamente utilizzata per verificare i risultati raggiunti. Le modalità di valutazione dei MDGs hanno presentato alcune criticità derivanti sia da una serie di interpretazioni non corrette o da una eccessiva semplificazione.

I MDGs stati concepiti come obiettivi globali, ma sono poi divenuti obiettivi di sviluppo nazionali dei paesi in via di sviluppo, pertanto un fraintendimento di base sottende l’interpretazione e la valutazione dei progressi da loro raggiunti. Come ricordano Vandemoortele e Delamonica (2010), “The MDGs are global Targets; they do not need to be achieved in each and every country”.77 L’equivoco di aver interpretato i MDGs come “one-size fits all targets” ha significato non prendere in considerazione le caratteristiche storiche, geografiche, politiche e sociali di ogni Paese, essenziali per comprendere le cause di un mancato sviluppo economico e sociale e per indirizzare le politiche di crescita. Ne consegue poi che la valutazione dei MDGs non ha potuto apprezzare i progressi raggiunti dagli stati che partivano da condizioni di povertà peggiori rispetto ad altri, alimentando per esempio l’afro pessimismo.78

Altro equivoco attiene la mancata copertura da parte dei MDGs di tutte le dimensioni dello sviluppo umano; è evidente che per essere efficaci essi non avrebbero potuto che selezionare alcuni aspetti esemplificativi in grado di illustrare i risultati più generali che si intendevano conseguire. Precisa Vandemoortele (2012): “The MDGs cannot be comprehensive and concise at the same time. Nonetheless, the belief in the perfectibility of a set of global targets is widespread. Any attempt to cover all important dimensions of human wellbeingwill be an exercise in futility. […] Despite all their shortcomings and imperfections, the MDGs have served the cause of human development well; including those aspects that are not adequately captured. This requires, however, that the targets

75UN Millennium Project, Investing in Development: A Practical Plan to Achieve the Millennium Development Goals, UNDP, 2005, pp. 1-12. 76

Official list of MDG indicators, 15 January 2008, http://mdgs.un.org/unsd/mdg/Resources/Attach/Indicators/OfficialList20.08.pdf.

77 J. Vandemoortele, E. Delamonica, op. cit., 2010, p. 61.

78 Ibidem, pp. 61-63. W. Easterly, How the Millennium Development Goals are Unfair to Africa, World Development Vol. 37, No. 1, 2009, pp. 26-

47 are seen as illustrative for all dimensions of human development, including the ones omitted”.79 Tuttavia, la sinteticità dei MDGs, che talora sono ricondotti alla soddisfazione dei basic need, adombra una serie di aspetti chiave delle sviluppo, attinenti in particolare la sfera della tutela e della promozione dei diritti umani – sui quali le conferenze internazionali degli anni Novanta avevano raggiunto ampi accordi – nonché elementi più difficili da comunicare quali la vulnerabilità, l’uguaglianza, la dignità, la trasparenza, la partecipazione e l’accountability (Doyle, Stiglitz 2014 e Fukuda-Parr et al 2014).80

Un’altra critica mossa ai MDGs riguarda il loro essere risultati di lungo termine e la mancata formulazione di una specifica roadmap per la loro realizzazione. Sottolinea Nayyar (2011) che essi si focalizzano sulla comparazione tra uno stato di sviluppo desiderabile ed un stato di fatto non desiderabile, senza riconoscere l’importanza del processo di cambiamento, ovvero del “transition path”, che condurrà da uno stato all’altro. Vandemoortele (2012) osserva che sarebbe stato utopico elaborare una ricetta di riforme macroeconomiche, settoriali e istituzionali valida per la promozione dello sviluppo in tutti i paesi, senza peraltro ricadere negli errori del passato, con un esplicito riferimento ai programmi di aggiustamento strutturale degli anni Ottanta e Novanta. Egli tuttavia concorda con Nayyar quando esprime la necessità di definire alcuni punti cardine per una migliore comprensione degli obiettivi da raggiungere e della generale strategia di sviluppo sottesa, lasciando poi alla sovranità degli stati le decisioni inerenti la loro più opportuna declinazione nazionale.81 Infine, i MDGs presentano problematiche collegate alla scelta ed alla misurazione dei loro benchmark di successo, tra cui si segnalano le seguenti: i) i target non sono stati quantificati in maniera chiara e uniforme (percentuali, obiettivi onnicomprensivi o dichiarazioni di intenti), siffatta formulazione individua per alcuni obiettivi benchmark di successo molto ambiziosi, per altri propone indicatori riduttivi o non sufficientemente adeguati, in ogni caso la loro quantificazione implica l’utilizzo di differenti metodi di rilevazione e misurazione; ii) la baseline di riferimento scelta a livello internazionale, anche se non esplicitata per tutti gli obiettivi, ovvero il 1990, non è coerente rispetto a data di adozione dei MDGs (2000) e periodo di attuazione (2000-2015), anche se la sua scelta è giustifica dalla necessità di prevedere un tempo congruo per la realizzazione degli obiettivi e in ragione del fatto che molti obiettivi avevano avuto origine nelle conferenze internazionali degli anni Novanta82; iii) la formulazione di obiettivi, target e indicatori non sempre tiene nella debita considerazione fattori importanti che generano maggiore disuguaglianza e povertà

79 J. Vandemoortele, Advancing the global development agenda post-2015: some practical suggestions, Report prepared for the UN Department of

Economic and Social Affairs, Bruges, Belgium, April 2012.

80 M. W. Doyle, J. E. Stiglitz, Eliminating Extreme Inequality: A Sustainable Development Goal, 2015–2030, Ethics and International Affairs, 20

March 2014, https://www.ethicsandinternationalaffairs.org/2014/eliminating-extreme-inequality-a-sustainable-development-goal-2015-2030. S. Fukuda-Parr, A. E. Yamin & J. Greenstein, The Power of Numbers: A Critical Review of Millennium Development Goal Targets for Human

Development and Human Rights, Journal of Human Development and Capabilities, 2014.

81 J. Vandemoortele, op. cit., April 2012, p. 5-7. D. Nayyar, The MDGs Beyond 2015, Research Paper 38, South Centre, May 2011, pp. 9, 14. 82 J. Vandemoortele, The MDG Story: Intention Denied, Development and Change 42(1), 2011, p. 5.

48 (es. aspetti di genere, differenze di sviluppo tra aree rurali e aree urbane, appartenenza gruppi minoritari), Nayyar (2011) definisce tale formulazione con l’espressione “tirannia delle medie”; iv) sebbene si siano registrati miglioramenti nel corso degli anni, la misurazione degli indicatori ha rivelato un’inadeguatezza dei sistemi di raccolta dati sia a livello nazionale che internazionale, non sempre, infatti, sono state disponibili le informazioni necessarie a valutare i progressi raggiunti e numerose sono le discrepanze tra statistiche nazionali e internazionali.83

I notevoli progressi raggiunti nell’ambito della lotta alla povertà, nella promozione dell’educazione e della salute, descritti nel Paragrafo 1.1.2, dimostrano che, sebbene le criticità inerenti i MDGs siano state significative, è vero che sostanziali sono stati i vantaggi correlati alla loro adozione. I MDGs hanno riconosciuto e promosso concretamente la multidimensionalità dello sviluppo umano, non più legato solo alle dinamiche della crescita economica, sottolineando quanto riduzione della povertà e benessere fossero all’inizio del nuovo Millennio priorità globali urgenti. Per oltre un decennio sono stati il caposaldo della cooperazione internazionale, rilanciando l’impegno finanziario dei paesi donatori (e non), ampliando l’arena degli attori partecipanti al sistema della cooperazione internazionale, stimolando ampiamente il dibattito sulle politiche di sviluppo e sulla loro efficacia. Al di là dei risultati raggiunti, non commisurati agli ambiziosi target, i MDGs sono stati uno strumento volto a far sì che la comunità internazionale si adoperasse per una cooperazione più fattiva, innescando anche un importante processo di accountability.84