1.2 QUALE SVILUPPO ?
1.2.4 IL PARTENARIATO GLOBALE PER LO SVILUPPO
Il MDG8 “Develop a global partnership for development” ha interessato in particolar modo l’impegno della comunità internazionale per quanto attiene l’aumento dei volumi dell’aiuto pubblico, la riduzione del debito pubblico, l’accesso al mercato internazionale, la disponibilità di medicine essenziali, l’accesso alle nuove tecnologie. L’obiettivo definiva aree di azione trasversali con la finalità di promuovere la coerenza degli attori del sistema di cooperazione, assegnando ai
83 K. Higgins, op. cit., 2013, pp. 2-12. United Nations, Lessons Learned from MDG Monitoring From A Statistical Perspective, Report of the Task
Team on Lessons Learned from MDG Monitoring of the IAEG-MDG, 2013, pp. 3-4, http://unstats.un.org/unsd/broaderprogress/pdf/Lesson%20Learned%20from%20MDG%20Monitoring_2013-03-22%20%28IAEG%29.pdf. UN System Task Team on the Post-2015 UN Development Agenda, Statistics and Indicators for the post-2015 development agenda, New York, July 2013, pp. 3-21. D. Nayyar, The MDGs after 2015: Some reflections on the possibilities, Background paper of the UN System Task Team on the Post- 2015 UN Development Agenda, 2012, pp. 6-9, http://www.un.org/en/development/desa/policy/untaskteam_undf/d_nayyar.pdf. J. Vandemoortele, op.
cit., April 2012, pp. 5-12. Fukuda-Parr, op. cit., July 2012. J. Vandemoortele, E. Delamonica, op. cit., 2010, pp. 62-65. D. Nayyar, op. cit., p. 9. 84
R. Hinds, From Agreement to Action. Delivering the Sustainable Development Goals, Save the Children, 2016, pp. 2-3. S. Fukuda-Parr, A. E. Yamin, J. Greenstein, op. cit., 2014. C. Kenny, A. Sumner, More Money or More Development: What Have the MDGs Achieved?, Working Paper No. 278, Center for Global Development, 2011. M. A. Clemens, C. J. Kenny, T. J. Moss, The Trouble with the MDGs: Confronting Expectations of
49 donatori specifiche responsabilità in relazione a APS, sostenibilità del debito e commercio, con una particolare attenzione ai paesi più vulnerabili circa i primi due punti. Nonostante le buone intenzioni, il MDG8 oltre a non aver conseguito i risultati sperati, anche in ragione della crisi finanziaria mondiale del 2008 che ha colpito la generosità dei paesi donatori e non, presenta una serie di criticità che di fatto rendono difficile affermare che la sua adozione abbia realmente promosso un partenariato globale per lo sviluppo.
Il MDG8 ha realizzato il suo successo più importante nell’incremento dei fondi che i paesi donatori hanno devoluto per lo sviluppo, invertendo il trend degli anni Novanta, quando le risorse si erano sensibilmente ridotte. Infatti, negli ultimi anni l’APS dei paesi donatori OECD-DAC ha raggiunto in termini assoluti cifre record ed ha registrato, come già indicato nel Paragrafo 1.1.2, un incremento del 66% in termini reali nel periodo 2000-2014.
Grafico 1.1 – APS netto e sue componenti dei donatori OECD-DAC nel periodo 2000-2016 Fonte: OECD-DAC 201785
Attualmente la media di contribuzione APS/RNL dei donatori DAC è dello 0,30%, dato costante nel triennio 2013-2016. Nel 2000 tale percentuale era dello 0,22%. Solo nel 2005 il rapporto APS/RNL ha raggiunto il suo picco storico del periodo 2000-2015 registrando lo 0,32%. Anche nel triennio 2009-2011 la media di contribuzione APS/RNL era stata dello 0,30%, così come negli anni 2006 e
85 OECD-DAC, Development aid rises again in 2016, webpage, http://www.oecd.org/dac/financing-sustainable-development/development-aid-rises-
50 2008. Pertanto, a fronte di un netto aumento delle risorse, il rapporto APS/RNL ha visto un relativo incremento rispetto al 2000 e se ne registra una stagnazione negli ultimi anni anche a causa della crisi finanziaria del 2008. In particolare, nonostante i maggiori stanziamenti, il contributo in APS netto dei paesi DAC si attesta ben al di sotto del target stabilito in ambito Nazioni Unite con il Monterrey Consensus del 2002 e da raggiungere nel 2015: lo 0,7%.86
Frutto di un accordo politico, che probabilmente non avrebbe potuto essere differente, l’obiettivo partenariato globale per lo sviluppo è stato oggetto di numerose critiche e non ha riassunto in sé dinamiche e caratteristiche di una cooperazione internazionale in evoluzione.
Target ed indicatori del MDG8 sono stati formulati in maniera vaga e sono privi di collegamento circa la realizzazione degli altri 7 MDGs, ovvero nella declinazione dell’obiettivo non è stata data la debita attenzione a come il partenariato globale posto in essere per il raggiungimento dei MDGs avrebbe operato, mancando così l’occasione di definire una cornice in cui inquadrare la politica di sviluppo auspicata dalla Dichiarazione del Millennio, nel rispetto delle strategie e priorità nazionali dei paesi in via di sviluppo (si veda in proposito il precedente Paragrafo).
L’obiettivo non fa riferimento e non ha favorito il coordinamento con processi internazionali rilevanti promossi negli anni Duemila in tema di aiuto, debito e commercio. Circa l’APS, il Monterrey Consensus del 2002 impegnava i paesi donatori ad incrementare la quota APS/RNL allo 0,7% e la quota destinata ai Least Developed Countries (LDCs) allo 0,15-0,20%, come si è visto la contribuzione media è dello 0,30% e si stima che la contribuzione APS verso i LDCs sia pari allo 0,1%, quindi al di sotto del target stabilito, anche se complessivamente le risorse canalizzate verso i LDCs sono raddoppiante nel periodo di implementazione dei MDGs.87 In relazione ad aiuto e debito, si registra scarso coordinamento anche con iniziative come la Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF) e la HIPCs Initiative sotto la supervisione di WB e IMF. Da uno studio di Fukuda-Parr (2008) sulle strategie di riduzione della povertà (PRSPs) messe in campo da 22 paesi che hanno partecipato alle sopracitate iniziative, nonché sui policy statement di 21 programmi bilaterali di aiuto, emerge che i MDGs hanno un ruolo operativo di secondo piano. I documenti enfatizzano sulla carta il ruolo dei MDGs, ma sono molto selettivi nella scelta di target e indicatori per la verifica delle loro strategie contro la povertà e difficilmente fanno riferimento a quelli che maggiormente sono legati ai temi dell’empowerment, dell’eguaglianza, dell’integrazione sociale,
86 Negli ultimi anni il target dello 0,7% è stato raggiunto e/o superato solo da pochi paesi DAC: Norvegia, Lussemburgo, Svezia, Danimarca,
Germania, Regno Unito e Olanda, confermandosi tra i donatori in grado di mantenere per lo più costante nel tempo tale livello di contribuzione. Per volume di risorse stanziate, i dati indicano che negli ultimi anni i più importanti donatori sono stati gli Stati Uniti, il Regno Uniti, la Germania, seguiti a distanza da Giappone e Francia. Fonte dei dati è l’OECD. OECD, Compare your country, Official Development Assistance 2016, ODA
2016, webpage, http://www2.compareyourcountry.org/oda?cr=20001&cr1=oecd&lg=en&page=0. OECD, Compare your country, Official
Development Assistance 2016, ODA 1960-2016 Trends, webpage, http://www2.compareyourcountry.org/oda?cr=20001&cr1=oecd&lg=en&page=1.
87 OECD, Taking stock of aid to least developed countries (LDCs), Third International Conference on Financing for Development, Addis Ababa, July
51 della pro-poor growth.88 Infine, il Doha Development Agenda per il rilancio del dialogo commerciale tra le economie industrializzate e quelle emergenti non ha condotto ai risultati sperati nell’ambito del trade for aid, per i troppi interessi in gioco.
Il MDG8 si dimostra neutrale rispetto al tema della tutela e della promozione dei diritti umani quale (pre-)requisito necessario per innescare reali processi di sviluppo.
Nessuno degli indicatori che definiscono l’obiettivo è declinato in termini quantitativi e temporali, elemento che ha consentito ai donatori di ricondurre qualsiasi azione o risultato relativi a aiuto, debito e sviluppo come progressi, senza alcuna riflessione sulle conseguenze nella sfera dei diritti umani e sul contributo al raggiungimento degli altri MDGs.
Target e indicatori non tengono in considerazione nessun criterio attinente qualità ed efficacia dell’aiuto, sebbene in quegli anni la riflessione su questo tema fosse al centro dell’agenda internazionale (infra).
L’obiettivo è stato focalizzato prevalentemente sull’incremento delle risorse finanziarie messe a disposizione dai paesi donatori, proponendo un modello di sviluppo Nord-Sud anacronistico, che ha creato irragionevoli aspettative sull’APS, dimenticando qualsiasi principio di ownership e protagonismo dei paesi riceventi nella mise en place di politiche nazionali e nella mobilitazione di risorse domestiche per lo sviluppo.89
Altra importante critica al MDG8 è quella di non aver colto il dinamismo dei nuovi attori dello sviluppo che nel corso degli anni Duemila hanno potenziato le loro attività di cooperazione internazionale, fornendo expertise e risorse finanziarie ai paesi in via di sviluppo. Riprendendo una classificazione dello stesso OECD-DAC (2011), il panorama dei soggetti che si occupano di cooperazione può essere così raffigurato i) paesi donatori OECD-DAC, paesi donatori OECD non appartenenti al DAC come Repubblica di Corea e Turchia (i volumi di APS della Turchia in ragione delle risorse per l’assistenza ai rifugiati della Guerra in Siria sono vertiginosamente aumentati negli ultimi anni), paesi membri dell’UE non aderenti all’OECD come Bulgaria e Romania, paesi arabi come Arabia Saudita, Kuwait e Emirati Arabi Uniti (EAU) (i loro volumi di contribuzione in APS superano l’1% del RNL, gli EAU sono dal 2014 paese partecipante al DAC); ii) paesi donatori/riceventi, ovvero paesi di reddito medio ancora eligibili come destinatari dell’APS e non attivi nell’assistenza tecnica e finanziaria nel quadro di azioni di cooperazione Sud-Sud, tra cui
88 S. Fukuda-Parr, Are the MDGs Priority in Development Strategies and Aid Programmes? Only Few Are!, Working Paper number 48, International
Poverty Centre, 2008.
89 S. H. Olsen et al., Implementing the Sustainable Development Goals (SDGs): An Assessment of the Means of Implementation (MOI), ISAP
Conference Paper, 2014, pp. 3-4. A. Caliari, Analysis of Millennium Development Goal 8: A global partnership for development, Working Paper Series The Power of Numbers: A Critical Review of MDG Targets for Human Development and Human Rights, May 2013. ITU, OHCHR, UNDESA, Assessment of MDG8 and lessons learnt, UN System Task Team on the Post-2015 UN Development Agenda, January 2013. Fukuda-Parr,
op. cit., July 2012. J. Vandemoortele, K. Malhotra, J. A. Lim, Is MDG 8 on track as a global deal for human development ?, UNDP, Bureau for
52 spiccano le cosiddette economie emergenti (es. Brasile, Cina, India); iii) organizzazioni internazionali regionali (es. UE, organizzazione che eroga la quota più elevata di risorse per lo sviluppo) e multilaterali (es. WB e IMF), impegnate sia in programmi di cooperazione sia nella finanza per lo sviluppo; iv) settore privato, un partner centrale per la promozione dello sviluppo economico locale, nella finanza per lo sviluppo e nell’attrazione degli investimenti esteri diretti; v) fondazioni private, che erogano consistenti finanziamenti sia in progetti di cooperazione che tramite crediti d’aiuto; vi) organizzazioni della società civile (compresi network e fondi globali), sia dei paesi donatori che dei paesi riceventi, che promuovono azioni di cooperazione canalizzando livelli significativi di APS e mobilizzando risorse presso privati. Nella lista devono essere ricompresi anche i paesi riceventi, il cui ruolo nella pianificazione e nell’implementazione di politiche e riforme è la conditio sine qua non di uno sviluppo al quale i partner sopracitati dovrebbero contribuire rispettando i termini di una dialettica che vede i paesi riceventi responsabili e promotori del loro sviluppo in prima istanza.90
Altro elemento che l’obiettivo per un partenariato per lo sviluppo non ha debitamente preso in considerazione è l’esigua incidenza dell’APS rispetto ai flussi finanziari destinati ai paesi in via di sviluppo. A titolo esemplificativo, nel 2014 l’APS ammontava al 16,8% dei flussi finanziari destinati ai paesi in via di sviluppo. Il resto dei flussi era costituito da: rimesse personali dei migranti per il 32,7%; finanziamenti esteri diretti per il 19,2%; altri titoli per il 18,4%; altri flussi ufficiali esclusi i crediti all’esportazione per il 5,9%; crediti all’esportazione per il 3,6%; donazioni private per il 3,3%.
Come mostra il Grafico 1.2, l’APS è solo una porzione dei finanziamenti ai developing countries. Rimesse dei migranti e investimenti diretti insieme costituiscono oltre il 50% dei flussi finanziari
90 N. Gulrajani, L. Swiss, Why do countries become donor? Assessing the drivers and implication of donor proliferation, ODI, March 2017. C. Gore, The New Development Cooperation Landscape: Actors, Approaches, Architecture, Journal of International Development, J. Int. Dev. 25, 2013, pp.
769-786. B. Keeley, From Aid to Development. The Global Fight against Poverty, OECD Insights, June 2012, pp. 148-165. L. Chandry, H. Kharas,
Policy Arena. Why can’t we all just get along? The practical limits to international Development Cooperation, Journal of International Development,
J. Int. Dev. 23, 2011, pp. 739-751. OECD-DAC, DAC Global Relations Strategy, DCD/DAC(2011)36/FINAL, 15 Dec. 2011. S. Grimm, J. Humphrey, E. Lundsgaarde, S. L. John de Sousa, European Development Cooperation to 2020: Challenges by New Actors in International
53 Grafico 1.2 - Componenti principali delle risorse dei paesi donatori OECD-DAC ricevute dai paesi in via di sviluppo nel periodo 2000-2014
Fonte: OECD-DAC 201691
La discriminante è che l’APS rappresenta l’unico flusso il cui obiettivo precipuo è “the promotion of the economic development and welfare of developing countries”.92
Nel 2012 la Commissione Europea sottolineava che: “the biggest source of financing for development available to governments is the domestic revenue — this also explains why the primary responsibility for development lies with the developing countries themselves. Aid from development partners complements this, and can catalyse other flows, but is in itself not the major element for many developing countries. It is, however, international trade, investments and money sent back home by migrants that can stimulate the real economy, given the right conditions. There are also outflows from developing countries, which need to be taken into account”.93
L’APS riveste pertanto un ruolo catalitico nel sostenere le istituzioni e le capacità nazionali nello sfruttare tutte le fonti di finanziamento al fine di raggiungere obiettivi nazionali ed internazionali di sviluppo umano.
L’analisi del MDG8 pone numerosi spunti di riflessione su come ampliare e rafforzare i termini del partenariato globale per lo sviluppo in futuro grazie alla compartecipazione di tutti i soggetti che a vario titolo vi partecipano e contribuiscono.
91 OECD-DAC, Resource flows beyond ODA in DAC statistics, webpage, http://www.oecd.org/dac/stats/beyond-oda.htm.
92 OECD-DAC, Official development assistance – definition and coverage, webpage,
http://www.oecd.org/dac/stats/officialdevelopmentassistancedefinitionandcoverage.htm. OECD-DAC, Resource flows beyond ODA in DAC statistics, webpage, http://www.oecd.org/dac/stats/beyond-oda.htm. Development Initiatives, Official Development Assistance, 2013, pp. 6-7, http://www.actnow2015.ie/CMS/Content/HTML/Group_35/Guide-to-ODA.pdf.
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