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Il CSA e la transizione verso un modello agricolo sostenibile

4.2 L'Andhra Pradesh

4.2.6 Il CSA e la transizione verso un modello agricolo sostenibile

Il “Center for Sustainable Agriculture” (CSA) è un'organizzazione che si occupa di ricerca e tecnologia per l'agricoltura e lavora con i piccoli produttori al fine di tutelare le loro risorse ed i loro diritti. Promuove tecnologie per l'agricoltura sostenibile che fanno riferimento ai saperi connessi all'agricoltura tradizionale e sono frutto di una cooperazione con gli stessi agricoltori, nella convinzione che non si può salire in cattedra e dire alle persone cosa fare ma che il cambiamento va costruito insieme, solo così esso può divenire durevole.

Il CSA ha sede in Hyderabad, oggi la capitale di entrambi gli stati di Telangana ed Andhra Pradesh, ed opera in diverse zone rurali. Il lungo impegno per la

promozione del metodo “Non Pesticidal Management”59 in varie aree rurali è stato

fondamentale per persuadere il governo ad adottare un programma come il CMSA. Il CSA ha lavorato in più di 1850 villaggi tra il 2004 ed il 2008 per l'implementazione del programma. Il CSA è anche impegnato in attività di lobby sulle politiche riguardanti l'agricoltura biologica e la regolamentazione delle sementi. Il CSA è stato parte attiva della campagna contro il cibo OGM in India, come nel caso della proposta di commercializzazione della melanzana transgenica 60. Altri ambiti di lavoro dell'

organizzazione sono l'agricoltura peri-urbana e la creazione di canali per la vendita diretta dei prodotti agricoli.

Ramoo, il cui nome per intero è GV Ramanjaneyulu, è un agronomo fondatore del CSA, ci parla in maniera estesa del programma CMSA, di cui il CSA si sente in qualche modo “padre fondatore”. Ci racconta che uno degli aspetti più interessanti del programma consiste nella orizzontalità che ha caratterizzato le modalità di circolazione e di scambio delle informazioni tra produttori (destinatari del programma) e gli esperti e i consulenti incaricati di istruirli sulle pratiche agricole sostenibili. Sono state create delle “farmers field schools” e in ogni villaggio è stata identificata una persona referente (“extension worker”) per tutti i coltivatori del villaggio, una persona responsabile della trasmissione del flusso di informazioni tra i diversi villaggi, e della comunicazione tra i villaggi e i consulenti esterni. Ramoo enfatizza come connettere le diverse esperienze e competenze costituisca un punto fondamentale, e soprattutto come sia poco utile procedere per dimostrazioni astratte o lezioni e teoriche, che non incidono molto sull'esperienza quotidiana dei coltivatori. Egli ritiene efficace offrire a ciascun individuo (produttore) la possibilità di essere incluso all' interno di un gruppo e

59 Descritto sopra

60 I l processo di introduzione della melanzana transgenica “Bt Brinjal” è stata sospeso da una

moratoria che dovrebbe servire a: “ a) rendere operativa una agenzia di regolazione indipendente come suggerito da molti scienziati e organizzazioni della società civile; b) costruire un consenso pubblico più ampio sull' utilizzo dell' ingegneria genetica in agricoltura; c) riflettere sull' importanza strategica dell' industria sementiera e come si possa esercitare su di essa il controllo pubblico e da parte degli agricoltori, incoraggiando allo stesso tempo l' investimento provato nel settore” (The Hindu, 2014b)

di un processo di apprendimento pratico, in cui ci si scambiano informazioni e si sperimenta costantemente.

Ramoo sostiene che l'atteggiamento acritico nei confronti della tecnologia è sbagliato, la tecnologia non può essere adottata in maniera uniforme in qualsiasi contesto, ma ciascun contesto è unico e necessita di adattamenti ad hoc. Tutto questo è all'opposto dell'approccio riscontrabile nel modello di agricoltura commerciale/convenzionale, appoggiato dal governo e dalle istituzioni pubbliche ed accademiche che operano nel settore dell'agricoltura. Un modello di agricoltura che tende ad applicare soluzioni “universali” per problemi che sono specifici di un contesto, e contribuisce a rendere gli agricoltori soggetti passivi.

Promuovere il coinvolgimento di persone del villaggio nella gestione operativa del programma ha senso soprattutto nell'ottica di non importare soluzioni dall'alto ma costruire piuttosto un processo collettivo di apprendimento. Inoltre, i referenti del villaggio sono pagati da fondi di provenienza governativa ma in dotazione agli stessi villaggi, e ciò espone la loro attività al controllo della comunità e li rende responsabili verso di essa.

Questa orizzontalità all'interno del programma e la sua estensione sul territorio lo rendono un'iniziativa unica. Secondo Ramoo, alcuni interventi di promozione dell'agricoltura biologica hanno fallito proprio per avere adottato un approccio “dall'alto”. Il CSA ha puntato a generare un processo di cambiamento graduale, e che considerato ciascun produttore parte integrando del cambiamento, tuttavia considerando il villaggio come unità di riferimento.

Perchè il singolo agricoltore acquisisse esperienza e sicurezza nell'adottare nuove pratiche, si è operato in una dimensione temporale tempo suddivisa in stagioni, così che se in un anno si contano due stagioni, il singolo agricoltore doveva essere assistito per almeno quattro stagioni, per essere successivamente capace di elaborare le pratiche apprese in maniera autonoma.

La valutazione del successo del programma, implementato in più di undicimila villaggi, è data soprattutto dalla constatazione dei profondi mutamenti che questo ha comportato nell'atteggiamento dei produttori rispetto all'utilizzo di sostanze chimiche e della biotecnologia. Questo nuova disposizione si riscontra nella decisione di molti produttori di non utilizzare più a fertilizzanti e pesticidi all'inizio della stagione produttiva, ma solo verso la fine della stagione, ed unicamente nel caso si siano verificati grossi problemi, per tamponare eventuali danni. La riduzione dell'uso di pesticidi è stata registrata un pò in tutto lo stato 61, dato che il CSA legge come un

indice di riuscita del programma CMSA e del loro impegno in molte aree rurali. Gli agricoltori hanno acquisito maggiore sicurezza rispetto alla possibilità di coltivare senza l'uso di spray chimici e molti di loro cominciano a mostrarsi consapevoli degli effetti negativi dei pesticidi sulla salute ambientale ed umana. Si possono citare almeno cinquanta villaggi che hanno effettuato una transizione completa ad un'agricoltura biologica nell'arco di sei anni, rinunciando completamente all'utilizzo di qualsiasi sostanza di sintesi in agricoltura.

Tutto questo è merito della modalità di conduzione il programma e dell'avere saputo diffondere una visione più ampia dell'agricoltura, che tiene conto dell'ambiente naturale circostante e dei suoi limiti, introducendo dunque un approccio agroecologico, ben più complesso della semplice pratica di un'agricoltura biologica, poichè comporta l'osservazione del contesto naturale in cui opera e vi si adatta. L' agricoltura biologica o naturale è orientata a creare un sistema sano, in grado di reagire con forza ad eventuali malattie ed attacchi di parassiti, facendo prevenzione piuttosto che cura. I produttori, inizialmente piuttosto scettici sulla possibilità di rinunciare ai pesticidi, apprezzano ora il risparmio sui costi derivante dall'utilizzo di input locali o reperibili a basso costo nell'area di produzione e pongono attenzione ad aspetti ecologico/ambientali prima ignorati.

La maggiore consapevolezza dei produttori si riflette anche sulla capacità di contestare delle politiche governative sulla base dell'esperienza di pratiche alternative.

Ad esempio, nel corso del dibattito in relazione all'introduzione della melanzana transgenica (“BT Brinjal”), vi sono state numerose discussioni all' interno dei villaggi alle quali hanno partecipato migliaia di agricoltori che prendevano posizione rispetto alla proposta di legge. 62 Allo stesso tempo anche alcuni istituti di ricerca, come

emerge da diversi report scientifici sull'endosulfan, un potente pesticida con comprovati effetti dannosi sulla salute umana, hanno cominciato a documentare decine e decine di tecniche alternative all'uso del pesticida. (Sarkar et al., 2012; Down to

Earth, 2012)

Lo sforzo da parte del CSA di diffondere le pratiche di “NPM” e di “IPM” ha riguardato soprattutto le produzioni commerciali, poichè “l'agricoltura è un'attività commerciale” ossia deve essere remunerativa per i produttori. Nelle aree rurali in cui il CSA opera la maggioranza degli agricoltori è proprietaria di almeno quattro acri di terra (circa un ettaro). La redditività dell' attività agricola è tuttavia insufficiente per la maggior parte dei produttori, e le politiche agricole ed economiche governative e nazionali non sono adeguate per sostenere in maniera significativa la sopravvivenza economica dei piccoli agricoltori. Il CSA è inoltre una delle organizzazioni che si sono coalizzate per chiedere l'istituzione di una commissione a supporto del reddito degli agricoltori (Farmers Income Commission). La commissione domanda al governo l'istituzione di meccanismi di compensazione per gli agricoltori rispetto ai costi sostenuti per portare avanti l'attività,in modo da garantire l'accesso ad un reddito minimo anche da parte di produttori in difficoltà economica.