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Il “Mahatma National Rural Employment Guarantee Act” (MNREGA)

3.5 Le principali politiche di sostegno al settore agroalimentare

3.5.2 Le altre misure statali

3.5.2.4 Il “Mahatma National Rural Employment Guarantee Act” (MNREGA)

Un altro strumento delle politiche di supporto al reddito agricolo è il “Mahatma National Rural Employment Guarantee Act” (MNREGA o NREGA), un programma governativo volto a sostenere l' occupazione rurale. Il programma prevede il pagamento di 100 giornate di lavoro per attività che riguardano soprattutto la costruzione di piccole infrastrutture per gli abitanti di aree rurali inoccupati e disposti a prestare manodopera. Secondo statistiche riferite all'anno 2011-12, 70 milioni di famiglie hanno beneficiato del servizio, con una media di 2 componenti per famiglia. La media di chi cerca e trova impiego temporaneo attraverso il NREGA è di poco più del 50 %, e la durata media delle attività svolte è di poco più di mese, contro i circa 3 mesi e 9 giorni previsti. Il salario medio previsto si attesta sulle 174 rupie al giorno (poco meno di 3 euro).

I problemi principali connessi al NREGA riguardano la sua implementazione, gestita da una fitta rete di intermediari tra i governi e i destinatari, che in più casi,

hanno abusato del proprio ruolo, sottraendo parte della paga ai beneficiari o decidendo in maniera del tutto discrezionale a chi affidare i lavori. Inoltre alcuni lamentano l' inutilità dei lavori e il fatto che talvolta non vengano neppure portati a termine.

Per i sostenitori del NREGA, il programma ha avuto il merito complessivo di mantenere alto il livello della paga minima nelle aree di implementazione, poichè chi è destinatario del programma preferisce aspettare un impiego pur temporaneo piuttosto che lavorare per un salario estremamente basso, innescando così un processo di lieve incremento delle retribuzioni dei lavori non qualificati.

Tra gli impatti positivi e negativi del programma nelle aree rurali si possono menzionare: un aumento anche del salario agricolo femminile; un miglioramento del potere contrattuale dei braccianti agricoli; un maggiore ricorso alla meccanizzazione in alcune zone per determinate operazioni agricole; un aumento dei costi di coltivazione in particolare per gli agricoltori con più grandi produzioni, per i coltivatori di piccola scala e marginale, appartenenti di solito alle caste più basse non si sono rilevate differenze apprezzabili; allo stesso tempo gli agricoltori piccoli e marginali sono stati quelli più esclusi in termini di partecipazione al programma o di beneficio per la propria attività; infine è stata registrata una diminuzione delle migrazioni “da stress” (il fenomeno chiamato “distress migration”) per molti nuclei familiari poveri. (Reddy, D. et al., 2014)

Nell' agosto del 2013 il Ministro dello Sviluppo rurale ha risposto ufficialmente alle critiche espresse dal Ministro dell'Agricoltura che lamentava la crescente difficoltà di reperire manodopera agricola per via della aumentata disponibilità di reddito per molti abitanti delle aree rurali conseguita all'attuazione dal programma. Il Ministro dello Sviluppo Rurale ha citato i dati prodotti dall' Organizzazione Statistica Nazionale per difendere gli effetti positivi del programma, che a suo avviso è importante perchè ha offerto a produttori piccoli e marginali la possibilità di integrare il loro reddito, e, aspetto non secondario, anche attraverso attività che beneficiano l'agricoltura. Questo “scambio di opinioni” esprime interessi conflittuali tra grossi

agricoltori e piccoli produttori e lavoratori agricoli, laddove i primi vorrebbero mantenere il salario minimo basso per risparmiare sui costi di produzione. (The

Economic Times, 2013)

3.5.2.5 “Il Rashtriya Krishi Vikas Yojana”(RKVY)

Si tratta di un programma lanciato nel corso dell' XI Piano (Economico) Nazionale (2007-2012) per sostenere la crescita del settore agricolo in crisi. E' uno schema flessibile per ciascuno stato che lo adotta, che consente ai singoli di stabilire le proprie priorità a seconda delle esigenze. Gli obiettivi del programma sono, oltre al promuovere la crescita del settore attraverso un sostegno economico, anche quelli di un miglioramento della pianificazione e dell'adozione di progetti mirati. Il programma ha permesso agli stati di allocare mediamente il 2 % in più sul budget destinato all'agricoltura.

La maggior parte dei fondi sono confluiti in progetti sull' allevamento, prodotti caseari e pesca e nelle coltivazioni ortofrutticole. Un' altra significativa porzione dei fondi è stata spesa la microirrigazione, il miglioramento delle varietà e la ricerca agronomica. Tra le critiche mosse al programma compaiono l'avere trascurato problemi importanti relativi all'agricoltura marginale e di piccola scala, che costituisce più dell' 80 % dell' agricoltura nazionale. Il programma è attualmente in corso, collegato al XII Piano Economico Nazionale (2013-2018).

CAPITOLO 4

LA SVOLTA AGROECOLOGICA NELL'INDIA DEL SUD

4.1 I contesti e la metodologia della ricerca sul campo

Per comprendere le diverse declinazioni dell' agroecologia nell' India del sud si è condotta una ricerca sul campo in tre stati confinanti, il Karnataka, il Tamil Nadu e l' Andra Pradesh nel corso del 2012 e nella primavera del 2013.

In tutti e tre gli stati sono presenti delle esperienze, collettive o individuali, che si possono inquadrare all'interno delle pratiche agroecologiche.

Il Karnataka ed l' Andhra Pradesh sono stati tristemente noti per l' alto tasso di suicidi tra agricoltori, che li pongono in cima alle statistiche riguardanti il fenomeno. L' Andhra Pradesh negli ultimi anni ha attuato delle politiche sociali di intervento per alleviare la crisi agraria, mentre il Karnataka ha dato avvio a dei programmi indirizzati verso l'agricoltura biologica nel tentativo di rendere più competitiva la propria produzione agroalimentare. Il Tamil Nadu presenta un quadro leggermente diverso, seppure anch'esso caratterizzato da una condizione di crisi all'interno del settore agricolo. La selezione di questi stati è motivata dalla vicinanza geografica, dunque da condizioni climatiche abbastanza simili, almeno in specifiche aree, da produzioni agroalimentari affini e dalla prevalenza di un modello agricolo ad alto uso di fattori di produzione esterni incoraggiato nel corso degli anni dalle politiche agricole statali.

Nel presente capitolo si descrivono le politiche agricole, il lavoro svolto da alcune organizzazioni attive a sostegno dei produttori e si introducono alcuni degli attori che rivestono un ruolo importante all'interno delle esperienze agroecologiche dei tre stati, inoltre si raccontano le storie di individui ed associazioni che hanno adottato il modello agroecologico.

Occorre precisare che verranno qui utilizzate le espressioni agricoltura “biologica”, “sostenibile” o “integrata” per indicare in maniera generica le diverse pratiche che rientrano all'interno dell' approccio agroecologico: agricoltura naturale, agricoltura biodinamica, agricoltura sinergica, permacultura, agricoltura biologica non certificata e certificata. Per correttezza si riporterà la traduzione letterale della definizione che i soggetti intervistati o i personaggi oggetto del racconto daranno della pratica agricola che supportano, ma tenendo sempre a mente che questa potrebbe non corrispondere alla definizione scientifica del metodo agricolo sotto osservazione. La rinuncia ad una definizione precisa ed univoca da parte nostra deriva da una scelta motivata dalla constatazione che l'adozione di una pratica agricola di impronta agroecologica si basa di solito su un insieme di modalità operative, selezionate in maniera funzionale a seconda delle necessità e delle circostanze, che la rendono difficilmente inquadrabile all' interno uno schema rigido di produzione.

Gli stati del Karnataka, Tamil Nadu e Andhra Pradesh sono collocati nella parte meridionale del paese. Nel Febbraio 2014 l'Andhra Pradesh, in risposta ad istanze autonomiste, è stato suddiviso in due stati, il Telangana all'interno e l'Andhra Pradesh sulla costa affacciata sull'Oceano Indiano, entrambi con Hyderabad come capitale per i primi dieci anni35. Al tempo della nostra ricerca l'Andhra Pradesh era a quindi ancora

uno stato unito, per cui nell'analisi e nei racconti si farà riferimento allo stato dell'Andhra Pradesh per come era configurato nel suo precedente assetto geopolitico. Tutti e tre gli stati del sud risultano leader nella produzione ortofrutticola: oltre ad essere tra i primi produttori di frutta e ortaggi, registrano la maggiore concentrazione

di piantagioni di noce di cocco, banani e canna da zucchero del paese.

Le esperienze di agroecologia che andremo ad analizzare mostrano caratteristiche diverse, anche in ragione delle differenze che caratterizzano i tre contesti. Il Karnataka e l'Andhra Pradesh sono stati in cui hanno avuto luogo, dalla metà del 2000, politiche indirizzate specificamente a promuovere modelli di agricoltura sostenibile e biologica, mentre nel Tamil Nadu non si sono avute iniziative politiche della stessa portata a supporto di pratiche agricole alternative a quelle convenzionali.

Lo stato del Karnataka ha avviato un programma per la promozione dell'agricoltura biologica con la Politica sull'Agricoltura Biologica (KSPOF) prima e con la Missione Biologica (Organic Mission) in seguito, orientati entrambi al commercio, mentre nell' Andhra Pradesh l'intervento statale si è rivolto in particolare alla riduzione nell'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, prevalentemente per sostenere il reddito agricolo attraverso un programma distribuito in maniera capillare sul territorio. Nel Tamil Nadu, invece, ad oggi non è stata ancora formulata una politica ad

hoc sull'agricoltura biologica ma sono maturate nel tempo diverse esperienze

autonome di agroecologia.

I percorsi all’interno dei casi selezionati nei tre Stati sono stati ricostruiti realizzando interviste semi strutturate e in profondità a diversi attori del movimento e testimoni privilegiati, individuati progressivamente seguendo il metodo “a palla di neve”. Si è poi fatto ricorso all’osservazione partecipante, attraverso visite sul campo e partecipando ad incontri collettivi e dibattiti, seguendo le attività di alcune ONG e associazioni che promuovono l'agricoltura biologica. La mediazione di queste è stata spesso preziosa al fine di realizzare le visite in aziende e le interviste ai produttori agricoli. Si è inoltre reperito materiale documentario vario, assieme alla consultazione della letteratura scientifica e di quella grigia, prodotta a livello istituzionale, nonchè a fonti locali. Per quanto riguarda la documentazione sulle normative e le politiche dei singoli stati, si è incontrata qualche difficoltà nell'accesso a fonti organiche e accurate,

tuttavia si è cercato di ricostruire un quadro il più possibile completo.

Nello stato del Karnataka abbiamo intervistato produttori agricoli, una attivista della maggiore organizzazione sindacale dei produttori, il KRRS, collegata alla Via Campesina, la responsabile della ONG Annadana, partecipato all' incontro di tre giorni organizzato dal KRRS, per l' inaugurazione del centro di formazione e comunità agricola Amrita Bhoomi, nel Chamrajnagar, un distretto nel sud dello stato.

Nello stato del Tamil Nadu abbiamo intervistato alcuni produttori agricoli biologici (tra i quali i gruppo di produttori di riso nel distretto di Tanjavur), alcuni agricoltori che praticano rituali vedici, uno dei coordinatori del “Southern India

Farmers Movement”, una piattaforma che riunisce alcune associazioni dei produttori

del sud dell'India e i responsabili di alcune ONG che lavorano nel distretto di Ooty nell'ambito della tutela della biodiversità e della conservazione della cultura medica e alimentare indigene.

Nello stato dell'Andra Pradesh abbiamo intervistato il leader del “Timbaktu

Collective” e il direttore del “Center for Sustainable Agricolture” (CSA), visitato e

realizzato interviste in Enabavi, villaggio interamente convertito all'agricoltura biologica. Abbiamo inoltre partecipato al corso di formazione di quattro giorni dal titolo “Master in Sustainable Agriculture” organizzato dal CSA.

Sono state inoltre esaminate decine di interviste a produttori agroecologici dei tre stati, condotte dal team di Claude Alvares inserite nel suo libro Organic Farming

Handbook. Il testo di Claude Alvares è il lavoro di raccolta più ampio e sistematico di

esperienze di pratiche agricole biologiche nell' India contemporanea. Frutto di un lavoro capillare di indagine, descrive centinaia di casi di produttori ed associazioni che hanno adottato l'approccio agroecologico, riportando integralmente le interviste avute con questi ultimi.