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Cultura 2000

Nel documento La politica culturale dell'Unione Europea (pagine 157-159)

SEZIONE III. I programmi

C) Cultura 2000

Il periodo d’attuazione dei programmi di prima generazione, tra gli anni 1992 e 2000, è preparatorio rispetto a una fase più incisiva dell’azione dell’Unione nell’ambito culturale, che vede il suo inizio nel programma Cultura 2000. Già nel 1997, all’indomani dell’adozione dei programmi Caleidoscopio, Arianna e Raffaello, il Consiglio notava la mancata efficienza di questi e chiedeva alla Commissione di eseguire uno studio sulle possibilità di un “approccio orientativo, globale e trasparente delle azioni culturali” e di presentare proposte “sulle future azioni culturali europee incluso, tra l'altro, l'istituzione di uno strumento singolo di programmazione e finanziamento volto all'attuazione dell'articolo 128”.363 Altri punti di debolezza emersero dalla valutazione che la Commissione svolse sull’attuazione dei programmi pluriennali364: le limitate risorse economiche avevano significato la mancata assegnazione di finanziamenti a molti dei progetti candidati portando a risultati frammentati. L’eccessiva burocrazia aveva reso difficile la partecipazione ai programmi, mentre tra i risultati immediati dei progetti non risultava la creazione dei posti di lavoro duraturi.

Per accrescere l’efficacia e lo spessore dell’azione culturale dell’Unione, a seguito di una lunga consultazione culminata nel Forum europeo per la cultura del 1998, succeduto da numerose azioni pilota nel 1999, finalmente nel 2000 fu introdotto un singolo programma di finanziamento e programmazione per la cooperazione culturale che sostituiva i tre programmi pluriennali e accumunava sotto un unico quadro finanziario il supporto dell’Ue alla cultura.365 Il programma mirava a costituire il principale strumento dell’Unione in matteria culturale, configurandosi come l’attuazione organica dell’art. 167 TFUE (ex art. 151 TCE) – di fatto, le

363

Decisione del Consiglio del 22 settembre 1997 relativa al futuro delle azioni europee nel settore culturale in

GU C 305 del 7.10.1997, p. 1.

364

Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato delle regioni – Relazione sull'attuazione dei programmi comunitari Caleidoscopio, Arianna e Raffaello, COM/2004/0033 def.

365

Decisione n. 508/2000/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 febbraio 2000, che istituisce il programma «Cultura 2000» in GU L 63 del 10.3.2000, pp. 1–9 Con tale decisione formalmente veniva abrogato il programma Raffaello, ma praticamente si sostituivano e si integravano in Cultura 2000 tutti i tre i programmi precedenti.

linee principale d’azione di Cultura 2000 stabilivano una vicina corrispondenza con le linee di tale articolo.366

Il programma era orientato allo sforzo di avvicinare cultura e cittadini: si dava l’obiettivo di stabilire un’area culturale comune agli europei, che sia aperta, varia e che si fondi sul principio di sussidiarietà, incoraggiava la creazione, la conoscenza e la diffusione delle culture dei popoli promuovendo la cooperazione degli operatori culturali in tutte le discipline artistiche e culturali.

Il concetto di cultura sottinteso da Cultura 2000, appare più ampio di quello a cui ci si riferisce in altri ambiti come può essere quello degli aiuti di stato.367 Se nei programmi precedenti a Cultura 2000, la Commissione aveva adottato una nozione di cultura che favoriva la cultura alta e quella materiale a scapito di un significato simbolico o spirituale368, nella

Comunicazione del 1998 la Commissione aveva anticipato un approccio a tale nozione che

“non si limiti più a quella che si solleva chiamare “alta cultura” (belle arti, musica, danza, teatro, letteratura). Oggigiorno il concetto di cultura si estende alla cultura popolare, alla cultura industriale di massa, alla cultura nella vita di tutti i giorni.”369 La Commissione ha mantenuto tale approccio nella determinazione di iniziative dell’Unione in base all’art. 167 TFUE, garantendo in questo modo una sfera d’azione potenzialmente amplia.

Di fatto, il programma prevedeva un numero cospicuo di obiettivi perseguibili indifferentemente, che venivano realizzati tramite azioni verticali (relative a un settore culturale) oppure orizzontali (comprendenti più settori culturali). Le azioni potevano essere specifiche, innovative o sperimentali, integrate all’interno di accordi di cooperazione pluriennali o eventi culturali speciali di importanza europea e/o internazionale. 370

Nonostante il programma fosse formulato in termini ambiziosi sia con riferimento all’ambito d’azione che agli obiettivi, la sua dotazione finanziaria ammontava a soli 167 milioni di euro, ovvero a 236,5 in seguito alla proroga del programma.371 Al termine del periodo di programmazione erano state concesse più di 1500 sovvenzioni a operatori culturali.

L’adozione di una nozione estensiva di cultura, intesa alla ricerca della “everyday

366

Vedi paragrafi 20 e 28, Capitolo I in questo testo. 367

Vedi Capitolo I, par. 19 in questo testo. 368

Vedi Parere del Comitato delle regioni sul tema «La cultura, le differenze culturali ed il loro significato per il futuro dell'Europa» in GU C 180 dell' 11.6.1998, p. 63, ai punti 2.1.2 e 2.1.3.

369

Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo al Consiglio e al Comitato delle regioni - Primo programma-quadro della Comunità europea a favore della cultura (2000-2004), COM/98/0266 def., p.3. 370

Per ulteriori dettagli sugli obiettivi e sulle azioni vedi Cap. I, Par. 27 in questo testo. 371

Decisione n. 626/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, che modifica la decisione n. 508/2000/CE che istituisce il programma "Cultura 2000" in GU L 99 del 3.4.2004, p. 3–3. Con tale decisione la durata del programma inizialmente prevista tra il 1. gennaio 2000 e il 31 dicembre 2004, fu prorogata fino al 31 dicembre 2006, mentre la dotazione finanziaria fu incrementata a 236,5 milioni.

culture” si era in definitiva ripercossa negativamente sul funzionamento del programma. La

tendenza all’espansione rendeva il programma “immenso, mal strutturato e poco funzionale”372. Già nel 2002 il Parlamento riteneva che dovessero “essere garantiti una stabilizzazione del programma e una congrua selettività dei suoi obiettivi onde conferire continuità e coerenza all'azione dell'Unione” e rilevava che il basso livello di esecuzione del programma era dovuto “alla lunghezza e alla farraginosità delle procedure interne”.373 Allo stesso modo la Commissione, nella valutazione sull’attuazione del programma, costatava che i mezzi impiegati non erano sufficienti per far fronte alla mole di lavoro che il programma richiedeva e riconosceva che le procedure di selezione avrebbero dovuto essere più brevi.374

Altri punti critici rilevati erano la mancanza di esperienza organizzativa e la modestia delle risorse finanziarie che impedirono la partecipazione al programma a una parte degli attori culturali. Accanto a queste criticità, Cultura 2000 non è nemmeno riuscita nell’intento di stabilire delle chiare relazioni con il programma Capitale europea della cultura e con le azioni a supporto delle organizzazioni culturali europee.375 Tutte queste condizioni hanno avuto un effetto dannoso sull’efficacia e sulla coerenza del programma.

Nel documento La politica culturale dell'Unione Europea (pagine 157-159)