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LA CULTURA DELLA SICUREZZA NEL COMPARTO AGRICOLO PIEMONTESE: VALUTA- VALUTA-ZIONI SUI PROGRAMMI DI ADEGUAMENTO

D. Antoni*, E. Ferro*, S. Nidasio*

* INAIL - Direzione Regionale Piemonte - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

Nell’ambito dei programmi di finanziamento ai sensi dell’art.23 comma 1 lett. a) del D.Lgs.38/2000, sono state esaminate le domande pervenute a livello regionale relative al set-tore agricolo. Questo lavoro si propone di valutare concretamente il grado di sensibilità rispet-to alla sicurezza sul lavoro in quesrispet-to particolare setrispet-tore. La maggior parte degli interventi pro-posti dalle aziende ha riguardato la sostituzione di macchine e l’adeguamento delle strutture e ciò a dimostrazione del fatto che la cultura della sicurezza è orientata verso interventi stru-mentali e non gestionali.

SUMMARY

In order to solve the most serious problems relevant to improving safety, legislation has recently entrusted INAIL with the task of setting up a system providing companies with incentives through the funding of technological innovation projects in the field of prevention and provi-ding workers with information and training initiatives (D.Lgs. 38/2000).

In Piedmont agricultural field positively answered this initiative, proposing 168 demands for financing. The reached projects had permitted to study the sensibility of the particular sector in order to safety at work. Most of the proposed improvement were about the substitution of old machines and the adaptation of the structures. This confirm that the culture of safety is still oriented to instrumental and not management point of view.

1. INTRODUZIONE

Nell’ambito dei recenti progetti di finanziamento per programmi di adeguamento alle normati-ve di sicurezza e igiene del lavoro ai sensi dell’art.23 del D.Lgs. 38/2000, la Regione Piemonte è stata interessata da una congrua partecipazione di aziende del comparto agricolo: infatti, delle oltre 970 domande pervenute, il 17% ha riguardato il settore agricolo. L’esame di tali domande ha permesso di valutare quelle che sono sentite dai diretti interessati come “priorità”

in materia di sicurezza, confrontandole con le criticità individuate in maniera “oggettiva” sulla base dei dati INAIL sul fenomeno infortunistico e tecnopatico nel comparto.

A tale scopo è stato condotto uno studio del settore agricolo piemontese al fine di inquadrare la tipologia e la distribuzione delle imprese sul territorio. Ne è emersa una realtà estremamen-te variegata e orientata verso aziende medie e piccole. Infatti, a fronestremamen-te di oltre 120.000 azien-de attualmente presenti sul territorio regionale (fonte: ARPA Piemonte), il numero azien-dei dipen-denti è all’incirca 70.000 (INAIL, 2001); una frazione non trascurabile di aziende è costituita solo da lavoratori autonomi. Il settore è attualmente in flessione: basti pensare che nel decen-nio 1991 - 2000 il numero delle aziende agricole sul territorio regionale è diminuito del 38%

(fonte: dati ISTAT); ciò nonostante il comparto continua a rappresentare una voce di primaria importanza nell’economia regionale. Tra le domande pervenute sul fronte delle coltivazioni, sono prevalenti le foraggiere e le colture cerealicole; nell’ambito dell’allevamento, sono più numerose le aziende che allevano bovini e suini.

L’importanza del comparto agricolo nel panorama produttivo regionale si riflette anche in un ele-vato indice di frequenza degli infortuni professionali, secondo solo a quello riscontrabile in edili-zia (BINDI, 2003). In particolare, le macchine sono la principale causa di infortunio, provocando circa il 16% degli eventi totali; i trattori agricoli sono il secondo agente materiale per importan-za dopo le cause connesse con il suolo. Sul fronte delle tecnopatie, prevalgono quelle a carico del polmone, come asma bronchiale e alveoliti allergiche (BATTISTA, 2003; LI CAUSI et al., 2001).

In tale contesto sono state esaminate le domande di finanziamento, evidenziando quegli aspet-ti che a parere degli scrivenaspet-ti potessero dare una misura della diffusione della “cultura della sicurezza” oggi presente nel comparto: in particolare si è presa in considerazione la tipologia degli interventi per i quali è stato richiesto il finanziamento.

I dati disponibili sono stati schematizzati seguendo la traccia della modulistica delle domande presentate, al fine di ottenere dati interpretativi delle realtà aziendali e dell’incidenza degli obiettivi di ciascun Asse nell’ambito del comparto agricoltura.

Per ogni domanda, identificata mediante il progressivo di procedura ISI, è stato innanzitutto evidenziato il rapporto tra finanziamento richiesto e finanziamento ammesso, sia dal punto di vista bancario che dell’INAIL, considerando inoltre la richiesta di accesso al finanziamento in conto capitale.

Si è quindi riportato il tipo di attività dell’azienda, se inerente la sola agricoltura, il solo alle-vamento o entrambe le tipologie, la presenza di RLS, il rapporto tra numero di lavoratori e di beneficiari dell’intervento.

Entrando nello specifico, per gli Assi 1 “Eliminazione di macchine prive di marcature CE e loro sostituzione con macchine marcate CE, comprese le macchine per il sollevamento e la movi-mentazione dei carichi e quelle che sono escluse dal campo di applicazione del DPR459/96, art.1, comma 5, lettera n” e 3 “Installazione di dispositivi di monitoraggio dello stato dell’am-biente di lavoro…”, ci si è attenuti fedelmente a quanto previsto dalla modulistica, conside-rando, nel primo caso, le macchine da sostituire e quelle in sostituzione, e nel secondo caso, il sistema di monitoraggio richiesto.

Per quanto riguarda l’Asse 2 “Acquisto, installazione, ristrutturazione e/o modifica di impianti, apparecchi e dispositivi…”, seguendo la struttura della domanda, si è fatta una distinzione tra impianti, apparecchi e dispositivi.

Per gli interventi finanziabili in Asse 4 “Ristrutturazioni e/o modifica strutturale degli ambien-ti di lavoro”, si è fatta una disambien-tinzione tra ristrutturazioni dell’ambiente di lavoro in senso gene-rale ed interventi finalizzati alla rimozione di pannelli o coibentazioni in materiali contenenti amianto, in quanto le tipologie di interventi richiesti erano essenzialmente inquadrabili in que-ste due categorie.

Per quanto concerne l’Asse 5 “Implementazione di sistemi di gestione aziendale della sicurez-za” sono state conteggiate le aziende che hanno indicato come sistema di gestione della sicu-rezza l’SGSL UNI-INAIL (UNI-INAIL, 2001) o altre linee guida.

2. ANALISI DEI DATI

L’elaborazione dei dati consente di evidenziare che su un totale di circa 120.000 aziende agri-cole attualmente operanti in Piemonte, l’incidenza delle aziende che hanno presentato richie-sta di finanziamento è pari a circa l’1,4 ‰ .

Al termine dell’istruttoria INAIL, tecnica ed amministrativa, il rapporto tra finanziamenti

ini-zialmente richiesti e finanziamenti concessi è pari a poco più del 91%; da ciò si evince una sostanziale coerenza degli interventi richiesti con i criteri di ammissibilità previsti dal bando.

A queste valutazioni si è poi aggiunta quella degli istituti bancari che ha infine ammesso solo il 60% delle somme inizialmente richieste.

L’importo totale approvato in conto interessi è pari a 6.731.000 €; in base al numero di bene-ficiari degli interventi, corrispondente al 98% del totale dei lavoratori, il finanziamento pro capite ammonta a circa 11.000 €.

Delle domande esaminate il 31% presenta la richiesta di finanziamento in conto capitale.

Riguardo alla presenza di RLS, si è constatato come su un totale di 168 aziende facenti doman-da, solo 34 abbiano ottemperato alla nomina di detto rappresentante in linea con quanto dis-posto dal D.Lgs.626/94.

Le domande presentate riguardano 57 aziende dedite alla sola agricoltura, 8 al solo allevamen-to e 103 che esercitano entrambe le attività (Figura 1); la descrizione dei cicli produttivi mostra una prevalenza di aziende la cui attività agricola è svolta a supporto dell’allevamento.

Da ciò consegue un interesse prevalente per le macchine specifiche per ogni fase del ciclo di produzione di cereali e foraggiere e per le ristrutturazioni degli ambienti a servizio degli uomi-ni e degli auomi-nimali, come si evince dalla distribuzione delle percentuali dei capitali investiti per ogni singolo Asse (Figura 2).

Fig. 1: Distribuzione percentuale del tipo di attività svolta dalle aziende che hanno presentato domanda di finanziamento.

Fig. 2: Distribuzione percentuale dei capitali ammessi al conto interesse per Asse di finanziamento.

Dall’esame di Figura 2 emerge chiaramente che il maggior capitale finanziato in conto interes-si è stato richiesto per l’Asse 1, mentre per gli Asinteres-si 3 e 5 i finanziamenti riguardano appena 3 domande. Per quanto riguarda l’Asse 3 bisogna tenere in considerazione il fatto che la tipolo-gia di aziende che ha maggiormente aderito a questa iniziativa, non sente come necessità pri-maria l’acquisizione di una strumentazione specifica per il monitoraggio di parametri di tipo ambientale, in quanto nel ciclo lavorativo tali parametri non rivestono un ruolo significativo.

Infatti, su 168 domande esaminate, solo un’azienda vitivinicola ha richiesto il finanziamento in conto interessi per poter acquistare una sonda per il monitoraggio della temperatura e dell’u-midità dell’aria (ammissibile dal punto di vista tecnico ma non finanziato per ragioni ammini-strative).

Discorso a parte merita l’Asse 5. Il settore agricoltura è ancora molto indietro rispetto al setto-re industria per quanto riguarda l’implementazione in azienda di un sistema di gestione inte-grato relativo alla salute e sicurezza dei lavoratori. Siamo ancora ben lontani dalla cultura del miglioramento continuo previsto dalle diverse linee guida disponibili; del resto, vista la preva-lenza di aziende, a carattere familiare, con lavoratori autonomi o pochi dipendenti, l’investi-mento di capitali ai fini della sicurezza, risulta ancora di difficile ammortal’investi-mento. Tra i proget-ti pervenuproget-ti, solo due aziende prevedono di adottare un sistema di gesproget-tione della sicurezza: in particolare una ha scelto l’SGSL UNI-INAIL e l’altra il BSI OHSAS 18001.

Analizzando in maniera più approfondita quanto richiesto, in particolare per gli Assi 1, 2 e 4, considerando esclusivamente la validità tecnica degli interventi proposti e prescindendo dalle valutazioni finali bancarie, si possono fare interessanti considerazioni (Figura 3).

Le aziende, avvalendosi del contributo dell’INAIL, hanno deciso di investire nel rinnovo dei mac-chinari, con 270 mezzi non marcati CE da sostituire con altrettanti più sicuri. Le tipologie di macchine in oggetto possono essere suddivise essenzialmente in due categorie: macchine da collegare a motrici, utilizzate in particolare per attività di raccolta e di distribuzione sul suolo di ammendanti naturali, e macchine motrici semoventi.

Anche se numerose aziende non sono state in grado di indicare l’anno di fabbricazione delle macchine da eliminare, è stato possibile effettuare una valutazione sulla distribuzione della loro età media. Le macchine motrici risultano ben distribuite nei quattro decenni con netta preva-lenza di macchine con oltre 20 anni. Per quanto riguarda le altre macchine, si nota il loro mas-siccio ingresso nei cicli produttivi a partire dagli anni ’80 (Figura 4).

Fig. 3: Distribuzione percentuale delle domande ammesse per Asse e tipologia di intervento.

La meccanizzazione del settore agricoltura, iniziata negli anni ’50, ha portato un consistente aumento del numero degli infortuni. La sostituzione di macchinari “datati”, con altri maggior-mente rispondenti ai requisiti di sicurezza richiesti dalla normativa vigente, costituisce senz’al-tro un utile contributo alla riduzione dei fattori di rischio. A dimostrazione di ciò, caso emble-matico è rappresentato dai contoterzisti, per i quali si verifica un numero di infortuni da trat-tore decisamente inferiore rispetto agli altri lavoratori del comparto. I contoterzisti, infatti, rin-novano frequentemente i mezzi d’opera, mettono in pratica le corrette procedure di utilizzo e ne effettuano regolare manutenzione2.

L’asse 4 risulta essere secondo per importanza, in termini sia di capitali investiti sia di numero di progetti presentati. Nel grafico in figura 3 si sono evidenziati due ben distinti orientamenti:

da un lato le ristrutturazioni dei locali, dall’altro la bonifica da materiali in cemento amianto, quali pannellature e rivestimenti. Sono emerse dunque da un lato l’esigenza di ampliare gli ambienti di lavoro per una successiva riorganizzazione degli spazi, dall’altro la sensibilità dimo-strata nei confronti delle situazioni di rischio legate alla presenza di materiali contenenti amianto; nello specifico è emersa una vasta diffusione di coperture in cemento amianto nei locali adibiti a magazzinaggio e ricovero degli animali.

Relativamente all’Asse 2, l’installazione o la ristrutturazione di impianti hanno assorbito il mag-gior numero di fondi stanziati; la messa a norma degli impianti elettrici è risultata essere un’esi-genza prioritaria e, in linea con le tipologie di aziende richiedenti, sono stati finanziati anche molti impianti finalizzati alla nutrizione e mungitura del bestiame, con conseguente minor rischio per i lavoratori in tutte le fasi in cui è prevista la convivenza con animali nello stesso ambiente.

Molti progetti hanno coinvolto contemporaneamente sia l’Asse 2 che l’Asse 4, in quanto le ristrutturazioni dei locali in molti casi presentavano anche l’adeguamento degli impianti elet-trici di servizio, impianti fatiscenti e non a norma, al fine di eliminare situazioni dichiarate di rischio per gli uomini, o per citare quanto riportato su una domanda per gli animali e poi per l’uomo.

Ciò si traduce, all’interno di quanto previsto in Asse 2, in una netta preponderanza del rinno-vamento o ristrutturazione di impianti a fronte di una scarsa richiesta per gli apparecchi e dis-positivi.

Fig. 4: Distribuzione degli anni di costruzione delle macchine sostituite

3. CONCLUSIONI

Lo studio ha portato ad una conclusione in parte attesa: nel settore agricolo piemontese la cul-tura della sicurezza è poco radicata. Ciò è confermato anzitutto dalla bassissima percentuale di aziende che hanno dichiarato di aver nominato gli RLS previsti all’art.18 D.Lgs.626/94 nel caso in cui l’azienda abbia dipendenti, ma anche dalla tipologia di richieste di finanziamento, che riguardano quasi esclusivamente gli assi 1, 2 e 4, relativi ad interventi “tangibili”, trascurando gli assi 3 e 5 orientati al monitoraggio del rischio e alla gestione della sicurezza. Tale orienta-mento verso interventi di carattere strumentale e non gestionale, è dovuto principalmente ad una concezione della sicurezza secondaria rispetto al rendimento economico e quindi volto al massimo ammortamento degli strumenti in uso. Il rinnovo delle macchine porterà comunque ad una diminuzione delle situazioni di rischio e auspicabilmente alla diminuzione del numero di infortuni.

Va anche rilevato come il rischio derivante da sostanze (ampiamente trattato nella Settimana Europea della Sicurezza 2003) è ancora decisamente sottovalutato dagli operatori del settore.

Ciò è dovuto in gran parte ai lunghi tempi di latenza delle malattie professionali, ma anche alla tipologia delle aziende presenti sul territorio: è infatti ragionevole ipotizzare che per le picco-le e medie imprese sussistano oggettive difficoltà di aggiornamento.

Queste criticità possono essere superate attraverso un adeguato processo di formazione che porti gli operatori agricoli alla conoscenza dei rischi specifici legati alla propria attività, non-ché all’adozione delle idonee misure di prevenzione, con particolare riguardo all’utilizzo delle macchine. Verso tale obiettivo convergono anche altri programmi a livello locale (patti territo-riali come ad es. il Piano di sviluppo rurale del Canavese o del Pinerolese) e regionale (D.G.R.

n.30-2282/2001).

BIBLIOGRAFIA

BATTISTA A.: Più attenzione alla sicurezza in agricoltura, IL, 2003, Vol. 2, pagg. 1/3.

BINDI L.: la lenta discesa dell’agricoltura, DATI INAIL, 2003, Vol. 2, pagg. 5/6.

D.G.R. n. 30-2282 del 19/02/2001 Approvazione del progetto di prevenzione in agricoltura.

D.Lgs. 19/09/1994 n. 626 Attuazione delle direttive NN. 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE E 1999/38/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro con successive modifiche e integrazioni.

D.Lgs. 23/02/2000 n. 38 Disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, a norma dell’art. 55, comma 1, della L. 17/05/1999, N. 144.

INAIL, Rapporto Annuale 2001, pagg. 81/91.

LI CAUSI R. et al.: Rischi della meccanizzazione in agricoltura, INAIL 2001, prodotto ad uso interno.

UNI - INAIL: Linee guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, luglio 2001.