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QSA - SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE QUALITA’, SICUREZZA E AMBIENTE PER LE PICCOLE E MEDIE AZIENDE

3. STRUTTURA DEL SISTEMA INTEGRATO

3.2 Politica QSA

A differenza dei sistemi gestionali che richiedono di identificare funzioni aziendali specifiche e separate, per una azienda che implementi il Sistema Integrato proposto la definizione di una politica aziendale QSA richiede l’attiva partecipazione di tutti i collaboratori (dipendenti, con-sulenti esterni, direzione).

Come sua politica, l’azienda dichiara:

- lo scopo dell’attività e le modalità per proteggere collaboratori e il vicinato e l’ambiente, e per conseguire la qualità di prodotti e servizi;

- di provvedersi una organizzazione per raggiungere questi scopi, per verificarli e certificarli;

- di perseguire il miglioramento continuo dei risultati ottenuti;

- di sottoporre a revisione periodicamente sistema e strategie.

3.3 Organizzazione

Tutto il personale è reso responsabile di eseguire ogni attività in conformità con il Sistema Integrato, ed è invitato a proporre miglioramenti e a intraprendere la correzione delle non-con-formità riscontrate, anche autonomamente. Tutti i collaboratori dovranno conoscere e sostene-re la politica aziendale. Scopi e metodi dichiarati dovranno essesostene-re diffusi in dettaglio. L’impsostene-resa elaborerà e applicherà procedure di controllo semplificate e, quando possibile, integrerà i loro riscontri nella documentazione esistente, per evitale inutili duplicazioni.

Saranno previste procedure specifiche per il controllo delle attività affidate a consulenti ester-ni (spesso, le PMI affidano a esterester-ni la sicurezza, o i rapporti con le Autorità ambientali o, addi-rittura, aspetti gestionali, finanziari, amministrativi…). La comunicazione e la circolazione cor-retta delle informazioni assumono un ruolo centrale. Il prodotto della fase di organizzazione è il”Manuale di Gestione Integrata QSA”, nel quale sono incluse le procedure operative e di con-trollo. Tale manuale dovrà essere di facile consultazione e contenere solo il necessario evitan-do inutili appesantimenti e ripetizioni. Anche il linguaggio del manuale evitan-dovrà essere ievitan-doneo all’utenza a cui è rivolto.

3.4 Applicazione

Tutto il personale dell’azienda dovrà essere formato all’applicazione delle procedure rilevanti le attività di pertinenza. Tutti i collaboratori saranno informati con continuità sulla realtà azien-dale, sulle problematiche principali ed emergenti dal Sistema QSA e sugli obiettivi aziendali.

Dovrà essere particolarmente curata la comunicazione tra le diverse figure professionali.

3.5 Audit

Audit preliminari o periodici saranno condotti congiuntamente, da azienda e professionisti dell’Istituto, utilizzando check-list redatte allo scopo, con la chiara indicazione di normative e documentazione di riferimento. Tutte le incongruenze del Sistema di Gestione QSA devono esse-re individuate e segnalate, per esse-rendeesse-re l’applicazione agevole, evitaesse-re futuesse-re non-conformità e consentire rapide azioni correttive.

L’audit prevedrà due fasi:

a) controllo delle attività: verifica delle procedure e della loro applicazione, eseguito dal per-sonale specificamente addetto o da tutti i collaboratori nel corso dell’esecuzione dei norma-li compiti lavorativi. Sarà eseguito sulla base di una check-norma-list appositamente redatta o uti-lizzando una parte dedicata dei normali fogli-lavoro. Processi di controllo saranno sempre possibili, ma è nostro convincimento che, nelle aziende di minori dimensioni, lo stesso lavo-ratore dovrebbe portare a termine questo impegno, divenendo controllore di sé stesso, dif-fondendo a tutti i livelli un alto grado di responsabilizzazione. I dipendenti saranno inco-raggiati a segnalare in questa fase ogni difetto del sistema e a proporre le correzioni ritenu-te opportune per adeguare processi e produzione. Tutti i “by-pass”, ossia tutritenu-te le azioni rese necessarie per superare incompletezze delle procedure, saranno segnalati e considerati.

Saranno altresì riferite tutte le non-conformità riscontrate al responsabile individuato dal-l’azienda per la relativa gestione e risoluzione (lo stesso titolare o un preposto). Ciò assicu-rerà una crescita costante e il miglioramento continuo del sistema.

b) monitoraggio del sistema: eseguito periodicamente, coinvolge l’imprenditore e la Consulenza Tecnica dell’Istituto. Questa fase di audit analizzerà tutte le azioni correttive intraprese, veri-ficando applicazione e congruenza del Sistema rispetto alla realtà produttiva e legislativa.

3.6 Riesame

Il risultato delle attività di audit costituisce la base per il riesame del sistema gestionale.

Inoltre, in questo stato potrà essere necessaria una riconsiderazione della politica di gestione da parte della direzione aziendale, da condurre:

1) sulla base dei suggerimenti di tutti i collaboratori;

2) attraverso l’analisi dei “by-pass” e delle non-conformità;

3) considerando tutti gli adeguamenti tecnologici e gestionali intervenuti;

4) con attenzione alle necessità emergenti della Clientela e della popolazione circostante;

5) infine, dando corso e completamento alle conclusioni delle fasi di audit.

Questo riesame affronterà politica, organizzazione e procedure, ad esempio:

- implementando nuove linee tecnologiche o produttive;

- identificando criteri per la valutazione di prodotti e servizi;

- anticipando o adeguandosi all’evoluzione delle richieste del mercato;

- migliorando le condizioni di lavoro;

- razionalizzando i processi operativi;

- aggiornando le politiche di sicurezza e protezione;

- stabilendo programmi di formazione continua per tutti i dipendenti.

Il Sistema Integrato di cui si propone lo sviluppo mira a ottenere la partecipazione attiva di tutti i collaboratori dell’impresa (dipendenti e consulenti esterni), ognuno secondo la propria fun-zione e responsabilità, per raggiungere gli obiettivi aziendali e garantire facilità di compren-sione e applicazione a tutti i livelli.

Tratto caratterizzante dovrà essere quello di affidarsi principalmente alle risorse aziendali, man-tenendo al contempo una interfaccia ottimale nei confronti dell’esterno.

4. CONCLUSIONI

L’integrazione, nelle forme e nei limiti delineati, dei Sistemi di Gestione QSA fornisce alle PMI una strategia efficiente per affrontare le stringenti richieste del mercato e della legislazione per la sicurezza e per la protezione ambientale. Questo supporto potrà garantire una assistenza costante nei programmi di crescita delle aziende, senza gravare economicamente e creare for-malismi superiori alle disponibilità e sproporzionati rispetto alle finalità delle imprese.

L’INAIL, inoltre, con il coinvolgimento attivo sul territorio, per una politica di prevenzione por-tata avanti in maniera organica e continuativa, potrà perseguire con le competenze dei suoi pro-fessionisti gli obiettivi prefissati e dichiarati alla collettività quali ”NON SOLTANTO ASSICURAZIO-NE MA UN SISTEMA INTEGRATO PER LA TUTELA DEL LAVORATORE E PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE.”

Potrà così essere ottemperato, inoltre, l’articolo 24 del Decreto Legislativo 626/94 e successive modificazioni che identifica l’INAIL tra quegli istituti che possono svolgere “…attività di infor-mazione, consulenza e assistenza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in partico-lare nei confronti delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese …”.

UN PROGETTO PER LA SALUTE E SICUREZZA NELLE P.M.I. DEL COMPARTO FALEGNAMERIE DI ROMA: SINERGIE TRA ISTITUZIONI E PARTI SOCIALI A. Baldacconi*, S. Barca*, P. De Santis*, R. Nitti*, G. Rosci*,

* INAIL - Direzione Regionale Lazio - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

L’Azienda Sanitaria Locale Roma B e l’INAIL - Direzione Regionale Lazio - CONTARP nel corso del 2002 hanno implementato un progetto di miglioramento delle condizioni di sicurezza e di riduzione del fenomeno infortunistico all’interno delle aziende del comparto “Lavorazione del legno”: lo scopo è stato quello di favorire l’introduzione nel settore di tutte le misure adegua-te alla riduzione degli infortuni ed all’adeguamento alle normative in maadegua-teria di Sicurezza, Igiene del lavoro con riferimento anche al rischio chimico e alle sostanze cancerogene (polveri di legno duro).

Il presente lavoro riporta i risultati dell’indagine.

SUMMARY

The Local Health Office ROMA B-ASLRMB- and the INAIL- Latium Technical Office for the RisK Evaluation in Industrial Halls- have implemented a plan to improve Safety & Health conditions and to reduce Accidents and Industrial diseases phenomenon in the wood- carpenter’s shops.

The aim is to answer to National Health Plan the reduce of 3% on the total of the Accidents and Industrial diseases.

The authors deal with application of Safety requirements and the Assessment of professional disease with reference to the chemical risk and hard wood-dust.

1. L’INIZIATIVA

Il piano sanitario nazionale propone un patto per la salute stipulato tra utenti, Servizio sanita-rio Nazionale, imprenditori, Enti Bilaterali: in tale prospettiva, l’Azienda Sanitaria Locale Roma B e l’INAIL - Direzione Regionale Lazio - CONTARP hanno implementato, nel corso dell’anno 2002 un progetto di miglioramento delle condizioni di sicurezza e di riduzione del fenomeno infortunistico all’interno delle aziende del comparto “Lavorazione del legno” in linea con l’o-biettivo nazionale del - 3%.

La lavorazione del legno si colloca, soprattutto nelle piccole e medie imprese, tra i settori con più infortuni sul lavoro, sia per frequenza che per gravità degli eventi innestandosi spesso, nelle fasi dei montaggio in esterno, nelle complesse problematiche della cantieristica mobile e delle costruzioni.

Questo comporta la necessità di analizzare il fenomeno infortunistico per intervenire efficace-mente sulle cause, siano esse legate alla protezione delle macchine che alle procedure di lavo-ro od ai comportamenti a rischio in laboratorio ed in cantiere.

I rischi di infortunio e di malattia in questo comparto comprendono in primo luogo i macchina-ri, le cadute dall’alto ed a livello, varie sostanze pericolose, comprese le polveri di legno duro, gli oli, i solventi, le vernici ed il rumore.

Indubbiamente a livello nazionale, in questi ultimi anni sono stati attivati piani per la salute concernenti la prevenzione contro i rischi nelle costruzioni e più specificamente nel comparto, ma l’esperienza mostra che a livello locale, le piccole e medie imprese spesso non dispongono delle risorse e delle conoscenze tecniche per attuarle ed affrontare i pericoli; inoltre l’inciden-za degli incidenti riportati e delle malattie professionali resta elevata.

Quanto sopra ha convinto i vertici locali della ASL e dell’INAIL della necessario di accrescere la competenza dei datori di lavoro in materia di salute e sicurezza e persuaderli della capacità delle istituzioni di fornire loro un’adeguata assistenza tecnica ed un servizio per la prevenzione degli infortuni piuttosto che continuare solo a sventolare lo spauracchio di una improbabile vigilan-za ispettiva.

Si è deciso di sviluppare e sperimentare un modello innovativo per la realtà locale per fornire assistenza al comparto attraverso misure di informazione ed intervento in collaborazione con le associazioni degli imprenditori, in particolare con la CNA e la FEDERLAZIO visto il target dimen-sionale delle aziende interessate.

L’iniziativa è stata presentata alle aziende presenti le parti sociali e già la convocazione della riunione ha cercato di sottolineare il nuovo modo di fare prevenzione e controllo: l’azienda ha dovuto compilare un questionario, portarlo alla ASL che lo ha valutato dando i primi suggeri-menti necessari alla risoluzione delle problematiche di tipo prevenzionistico già scaturite dal questionario. Di supporto alla ASL, i tecnici regionali della CONTARP dell’INAIL sono rimasti a disposizione per effettuare i sopralluoghi in azienda per un audit finalizzato a fornire le infor-mazioni e le nozioni necessarie per l’adeguamento nel pieno spirito dell’Art. 24 del DLgs 626/4.

Le aziende hanno avuto quindi un lasso di tempo per gli eventuali interventi necessari, poten-do pure partecipare ad un corso di formazione gratuito organizzato presso la USL, per poi esse-re finalmente controllate.

Più in dettaglio le azioni messe in atto nel corso dei mesi sono state:

- preparazione delle informazioni, degli orientamenti e di un questionario di valutazione dei rischi in collaborazione con le organizzazioni degli imprenditori e le associazioni sindacali.

In particolare si è deciso di focalizzare l’attenzione a due aspetti prevenzionistici: il control-lo degli infortuni ed il rischio rumore.

- individuazione delle aziende coinvolte. Da una prima analisi, nella zona di Roma Est, di giu-risprudenza della ASL RMB ed a cavallo delle due sedi INAIL di RM Nomentano e RM Tuscolano, sono risultate 136 le aziende appartenenti alle voci di tariffa 5250,5212,5211.

- A ciascuna ditta è stato associato, come riferimento per ogni contatto, il nominativo di uno degli ispettori del servizio per la prevenzione;

- diffusione di linee guida e del questionario di autovalutazione articolato sui seguenti aspetti:

organizzazione della prevenzione rischio elettrico

sicurezza delle macchine movimentazione e stoccaggio dei materiali formazione - informazione prevenzione incendi

dispositivi di protezione individuale (dpi) requisiti generali dei luoghi di lavoro

rumore sorveglianza sanitaria

vernici - solventi documentazione obbligatoria

- organizzazione di uno sportello di consulenza e di un corso di 16 ore per Datori di Lavoro presso la sede dell’ASL RM B

- effettuazione dei sopralluoghi dei tecnici CONTARP presso 55 ditte - controllo finale da parte dell’organo di vigilanza della ASL.

Sinteticamente, nelle tabelle seguenti si riportano i dati significativi dell’iniziativa.