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Dal suolo all’Essere

CAPITOLO II° Il suolo

2. Dal suolo all’Essere

Nel materiale oggetto delle lezioni, come in altri importanti luoghi degli scritti di Merleau-Ponty55, la natura è considerata, nella fase matura del suo pensiero, una via privilegiata per realizzare il progetto ontologico. Il filosofo francese le riconosce l’identità di una situazione-fonte, di un terreno d’indagine filosoficamente pregnante, per quello che porta dentro di sé. Il suo convincimento è che l’essere naturale sia sempre un rivelatore ontologico, un «foglio o uno strato dell’Essere totale»56 alla cui riscoperta egli si indirizza.

Pervenire all’ontologia, passando per la natura, specchio dell’essere e suo tessuto, non è affatto un percorso funzionale allo scopo ma è parte essenziale della

52 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 198. Nella versione originale:

«contact global».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 180.

53 Secondo Merleau-Ponty, infatti, la macchina o la sostanza spirituale sono l’alternativa in cui si incaglia il pensiero che non sa pensare la produzione naturale come fenomeno primordiale.

Cfr. M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 119; [La natura..., cit., p. 123].

54 Cfr. M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 299; [La nature …, cit., p. 266].

55 L’importanza della natura nel piano generale dell’opera incompiuta risulta evidente. In essa alla natura era dedicata la riflessione della prima parte del testo e rimasta incompleta.

56 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 297. Nella versione originale:

«comme feuillet uo couche de l’Etre total». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 265.

convinzione filosofica di Merleau-Ponty, per la quale si può giungere all’ontologia solo per via indiretta. Si pensi all’idea dell’autore di procedere nella forma dello slittamento, elemento di enorme innovazione metodologica e criterio fondamentale della riflessione della maturità.

In uno dei corsi in questione e anche nelle note di lavoro dell’opera postuma, Merleau-Ponty parla esplicitamente dell’esigenza di «[…] partire da un certo settore dell’essere perché è forse una legge dell’ontologia quella di essere sempre indiretta e di non portare all’essere che a partire dagli esseri»57. Ancora negli appunti di lezione cui si riferisce questo résumé, si legge: «Noi andiamo all’Essere passando attraverso gli esseri»58.

È probabile che Merleau-Ponty parli di ontologia indiretta, perché convinto che l’uomo non possa entrare in contatto con il «Principio dell’ontologia: l’Essere di Indivisione»59 in quanto tale, con la dimensione della sua iniziale interezza: l’uomo può percepire soltanto gli effetti dell’esplosione dell’essere, il suo ramificarsi, cioè il momento in cui differenzia la coesione del suo nucleo60.

57 M. MERLEAU-PONTY, Linguaggio, ..., cit., p. 97.

«à partir d’un certain secteur de l’être, parce que c’est peut-être une loi de l’ontologie d’être toujour indirecte, et ne conduire à l’être qu’à partir des êtres ».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., Annexes, cit., p. 370.

Il concetto di un’ontologia indiretta è espresso, come ho già detto, anche nelle note di lavoro annesse all’opera incompiuta. Ecco la citazione:

«On ne peut pas faire de l’ontologie directe. Ma méthode “indirecte” (l’être dans les étants) est seule conforme à l’être». [corsivo del testo]

M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 231; [Il visibile …, cit., p. 196].

Sarebbe interessante seguire qui lo spunto di un capovolgimento di posizioni tra Descartes e Merleau-Ponty a questo proposito e che potrebbe suonare come una conferma della strada indiretta intrapresa da quest’ultimo. Si tratta del fatto che lamentando una pluralità ontologica delle sostanze, altrimenti detta lo “strabismo” o la “diplopia”cartesiana, secondo Merleau-Ponty, in Descartes i vari piani degli esseri non giungono al livello unitario dell’essere. Quindi in Descartes dagli esseri non si arriva all’Essere mentre nell’ontologia merleau- pontiana si darebbe proprio il percorso che a partire dagli esseri trova l’unica strada possibile, indiretta, per l’unità polimorfa dell’Essere.

58 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 198. Nella versione francese si legge:

«Nous allons à l’Etre en passant par les êtres». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 180.

59 M.MERLEAU-PONTY, Il visibile ..., cit., p. 223. In francese:

«Principe de l’ontologie: l’être d’indivision». M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 258.

60 Quale vena di senso bruto e di polimorfismo primordiale, l’Essere dell’ontologia merleau-pontiana, è orizzonte di “articolazione”, coinvolto in un perenne movimento di “deiscenza” della propria carnalità, di spaccatura della propria identità ‘non identica’. Ed è per tale motivo che risulta impensabile avere una presa totale o coincidere con una simile dimensione unitaria. Essa è l’unità di un essere che non è fermo ma è percorso dal tumulto generativo di una costante “deflagrazione”. Mediante quet’ultima, potremmo dire, l’essere si molteplicizza in infiniti raggi ontologici senza che, tuttavia, la sua presenza possa mai esaurirsi in

Sarebbe come dire che, nel tessuto dell’ontologia “grezza”, in quanto struttura non lacerata dalle dicotomie della razionalità, la natura sia un «foglio […] raddoppiato o persino triplicato»61, sganciato, staccato e strappato allo statuto dell’in sé. Proprio perché «il foglio della natura si stacca dall’ob-iectum e raggiunge il nostro essere totale»62 e anche perché lo stratificarsi della natura suggerisce l’idea di un suo accrescimento ontologico, di uno spessore che non è più essenza esteriore, tutta dispiegata e “sottile”63.

Immaginiamo per un attimo che Merleau-Ponty, parlando di ontologia indiretta, abbia compiuto una scelta solo strumentale. In un caso del genere, anche se mancano seri elementi di valutazione, dato che egli non ha potuto portare a termine il proprio lavoro, si giungerebbe a sbocchi teorici niente affatto convincenti. Mi propongo, perciò, di tornare analiticamente su questo problema64.

essi; senza, cioè, che la sua potenza, sempre rinascente, pur abitando e giustificando tutte le dimensioni, possa mai «être complètement expimé par aucune».

M. MERLEAU-PONTY, L’Œil ..., cit., p. 35; [L’Occhio …, cit., p. 36].

Il tema della deflagrazione è un passaggio teoretico importante che Merleua-Ponty esplicita sia ne L’Œil et l’Esprit e sia ne Le visibile et invisible nonché nelle note di lavoro a quest’utimo annesse. Si tratta del fatto che per superare le posizioni del finalismo o dell’evoluzionismo Merleau-Ponty arriva a pensare l’esplosione dell’originario. Dice infatti vi è «un seul éclatement d’Etre qui est jamais». M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 313; [Il visibile …, cit., p. 276]. La filosofia descrive, scondo Merleau-ponty, lo spezzettamento e la frammentazione di questa deflagrazione, latrimentidetta déhiscence, come momento in cui si dà la possibilità dello scarto, l’ «avènement de la différence (sur fond de rassemblance» M.MERLEAU-PONTY, Le

visible ..., cit., p. 266; [Il visibile …, cit., p. 231]. 61 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 310. Nel testo francese:

«feuillet de la nature-essence s’est dédoublé ou même détriplé». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 275.

62 Ibidem.

63 Si tratta di un’espressione che Merleau-Ponty usa a proposito dell’universo delle Blosse Sachen, ovunque definito come l’universo ‘leggero’ costruito dalla scienza sullo spessore e l’impastamento ontologico di una natura primordiale.

Questo concetto è stato trattato da Merleau-Ponty anche:

M. MERLEAU-PONTY, Parcours deux, édition établie par J. Prunair, Lagrasse, Verdier, 2000, p. 220; [Husserl

e la nozione di natura, Note prese al corso di Merleau-Ponty, a cura di X. Tilliette, tr. it. di G.D. Neri, in Negli specchi dell’essere. Saggi sulla filosofia di Merleau-Ponty, a cura di M. Carbone e C. Fontana, Cernusco, Hestia, 1993, p. 18].

64 Vi sono innanzitutto motivi linguistici in cui la Natura e l’Essere si specchiano perfettamente in medesime ‘definizioni’. E tanto per sottolinearne uno, sicuramente il più estrinseco, il fatto che Merleau-Ponty scriva entrambi i loro nomi con la lettera maiuscola. Ciò è stato notato solo a proposito dell’essere ma la medesima attenzione verbale, che evidentemente solo verbale non è, è stata riservata da Merleau-Ponty anche nel caso del concetto di natura scritto quasi sempre con la lettera maiuscola.

Per una interessante analisi sul posto occupato, nella ricerca ontologica, dalla natura e sugli effetti che questa ultima può determinare rispetto al rapporto di Merleau-Ponty con la fenomenologia rimando all’importante saggio di R. Barbaras. Secondo l’autore nonostante l’ontologia di Merleau-Ponty tenda verso una filosofia della natura questa esigenza non gli farebbe affatto rinunciare all’orizzonte fenomenologico.

Cfr.R.BARBARAS, Merleau-Ponty et la nature, in «Chiasmi International», Publication trilingue autour de la