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Natura e corpo

Una rivoluzione intellettuale

1. Natura e corpo

Merleau-Ponty, dopo aver analizzato la Natura dal punto di vista della fisica e successivamente dal punto di vista della biologia, da ultimo, si propone un’analisi decisamente filosofica sul tema del corpo umano: «Abbiamo considerato la fisica, la φύσις e abbiamo appena considerato l’animalità. Ci resta da studiare il corpo umano»1. In realtà, l’argomento è già presente nel corso su L’animalité, le corps

humain, passage à la culture. In queste lezioni, che esplorano i moderni studi della

biologia e dell’etologia, Merleau-Ponty tratta del problema di una struttura non ancora umana della corporeità, ovvero il corpo nella sua genesi animale. Più precisamente, egli offre una ricognizione critica intorno ad alcune ricerche novecentesche impegnate a studiare la conformazione anatomico - comportamentale degli organismi2, che, secondo il giudizio di Merleau-Ponty, aprono una nuova

1 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 292. In francese:

«Nous avons vu la physique, la φύσις, et nous venons de voir l’animalité. Il nous reste à étudier le corps humain».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 259.

Segnalo un’analogia tra la scansione seguita da Merleau-Ponty nei corsi sulla natura e quella seguita da Husserl nel secondo libro delle Idee, Ricerche fenomenologiche sopra la costituzione. Il filosofo moravo suddivide qui il tema della costituzione in costituzione della natura materiale, animale e spirituale.

2 La linea della ricerca biologica che suscita l’interesse di Merleau-Ponty, è quella che, come egli stesso esplicita, è orientata verso l’abbandono dell’orizzonte sostanzialistico a favore di posizioni dialettiche. Si tratta nello specifico del concetto di comportamento che superando precedenti concezioni meccanicistiche si apre in suddette ricerche alla prospettiva di uno stretto ancoraggio con il corpo a sua volta visto non più come una macchina. Il concetto di corpo e quello di comportamento sono in altri termini in una relazione che può dirsi di organicità sensata dove sviluppo e maturazione temporale dell’organismo nella sua fisicità sono in stretta connessione con il comportamento motorio. Il comportamento è una tale globalità. Per quanto riguarda gli studi condotti nell’orizzonte della biologia i nomi più significativi che compaiono nella ricerca di Merleau-Ponty sono:

A.GESELL, e C.S.AMATRUDA,Embriologie du comportement, tr. fr. di P. Chauchard, Paris, Puf, 1953] G. E.

COGHILL,Anatomy and the problem of Behaviour, New York-London, Macmillan, 1929.

Per ciò che concerne l’orizzonte dell’etologia la ricerca di Merleau-Ponty è rivolta per lo più verso la nozione di “Umwelt” di von Uexküll. Nonostante non gli risparmi la critica di un “Naturfaktor” di ascendenza kantiana Merleau-Ponty riconosce a von Uexküll di aver anticipato, con la propria descrizione di un mondo implicato dai movimenti dell’animale, la nozione di comportamento quale attività orientata verso un ambiente con il quale l’organismo non sta solo in una relazione causale esterna ma che contribuisce a produrre.

J.vonUEXKÜLL, Umwelt und Innewelt der Tiere, Berlin, Springer, 1909; Streifzüge durch die Umwelten von

Tieren und Mensch – Ein Bilderbuch unsichtbarer Welten, Berlin, Springer, 1934; [Esquisse de l’entourage des animaux et de l’homme, 1934]; altre opere importanti lette da Merleau-Ponty riguardo all’orizzonte dell’etologia sono:

K.LORENZ, Les animaux, ces inconnus, Paris, Editions de Paris, 1953; Le camarade dans l’entourage des

oiseaux, 1935; L’etologia. Fondamenti e metodi, tr. it. di F. Scapini,Torino, Boringhieri, 1980; A. PORTMNN,

prospettiva sulla corporeità dell’animale3. Scopo principale della ricerca merleau-

pontiana è quello di tradurre in termini filosofici le risultanze scientifiche della fisica e della biologia. In modo tale che la ricerca filosofica si faccia carico di distinguere il corpo umano da quello animale, solo dopo aver dimostrato che hanno una comune connessione ontologica.

Leggendo gli approfondimenti degli ultimi due corsi sulla natura, ci si rende conto, vista la maggiore ampiezza descrittiva ivi contenuta rispetto alle brevi pagine dei résumés corrispondenti, della forza teorica che il concetto di corpo ricopre nella riflessione merleau-pontiana. Esso, si può dire, rappresenta uno degli elementi in cui si esprime la circolarità della sua ricerca.

Se la natura è quel “macrofenomeno”4 che comprende anche l’uomo, ciò vuol dire che, per ripensare la sua identità, occorre aprire una nuova prospettiva sul corpo dell’uomo. Per sostenere siffatta tesi è necessario partire dalla considerazione che, secondo Merleau-Ponty, i corpi degli animali devono essere concepiti «come varianti della mia corporeità»5, perché «[…] prima di essere ragione l’umanità è un’altra corporeità»6. Dall’animale all’uomo, cioè, non si passa da una predeterminazione meccanica7 di funzioni alla vita libera dello spirito. Il passaggio si gioca piuttosto all’interno di un intreccio ontologico che, nella dimensione avvolgente e circolare della natura, ha la sua ragione ultima. Analizzando, dunque,

3 La genesi dell’organismo animale, la relazione intrinseca tra evoluzione fisica e struttura comportamentale, il corpo dell’animale quale esempio di una forma visibile che è già espressiva, sono i territori percorsi nelle lezioni del 1957-1958 attraverso un confronto con le nuove acquisizioni della scienza della vita cui Merleau- Ponty vuole dare, per così dire, la “filosofia di cui hanno bisogno”.

4 Dice infatti Merleau-Ponty: «Nous avons trouvé le corrélatif dans la Nature sensible (être statistique, macrophénomène) est le corps sentant».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 280; [La natura ..., cit., p. 317].

5 M. MERLEAU-PONTY, Linguaggio, ..., cit., p. 122. In originale:

«comme variantes de ma corporeité».

M. MERLEAU-PONTY, Résumés …, cit., p. 169.

Cfr. anche M. MERLEAU-PONTY, Signes, cit. p. 157; [Segni, cit., p. 167].

6 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 303. In originale:

«[…] avant d’être raison l’humanité est une autre corporéité». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 269.

7 Per quanto riguarda il corpo dell’animale in quanto macchina priva di linguaggio e di ragione il riferimento filosofico è rappresentato dalla concezione cartesiana dell’animale.

Cfr. R.DESCARTES, Discours de la méthode, a cura di C. Adam e P. Tannery, in Oeuvres de Descartes, Paris,

1897-1913, IV vol.; [Discorso sul metodo, tr. it., di L. U. Ulivi, Milano, Rusconi, 1999, pp. 197-203]. Un orizzonte di riferimento moderno è rappresentato, per Merleau-Ponty dal Behaviorism di Watson e dalla sua idea positivistica di un comportamento basato su leggi causali e sullo schema stimolo-risposta.

la continuità tra la corporeità umana e animale, Merleau-Ponty non fa altro che tentare di acquisire un nuovo nesso che confermi la grande infrastruttura primordiale naturale.

Cito una Note de Travail de Le visible et l’invisible, coeva all’ultimo corso sulla natura, che evidenzia non solo la presenza del corpo nel progetto dell’opera ma anche la reciprocità dei piani indagati nelle lezioni:

In seguito (Fisica e Physis – L’animalità – il corpo umano come psicofisico) si tratta di operare la riduzione, e cioè, per me, di svelare a poco a poco – e sempre di più – il mondo “selvaggio” o “verticale”. Mostrare riferimento intenzionale della Fisica alla Physis, della Physis alla vita, della vita allo “psicofisico” –, riferimento in virtù del quale non si passa dall’“esteriore” all’“interiore”, perché il riferimento non è riduzione e perché ogni grado “superato” rimane in realtà presupposto (p. e. la Physis dell’inizio non è affatto “superata” da ciò che dirò sull’uomo: essa è il correlato dell’animalità come dell’uomo)8.

L’arricchimento teorico ottenuto da Merleau-Ponty, grazie al confronto con le scienze della vita, è ‘speso’ in tutto il proprio potenziale innovativo, nel corso del 1959-1960, Nature et logos: le corps humain che conclude il progetto didattico dedicato alla natura9. La novità di questo approccio è rappresentata dal fatto che l’ontologia del corpo, lentamente costruita nei precedenti corsi, acquista, in questa

8 M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 194. Si legge in originale:

«Dans la suite (Physique et Physis – L’animalité – le corps humain comme phsyco-physique), il s’agit d’opérer la réduction, c’est-à-dire pour moi, de dévoiler peu à peu, – et de plus en plus, – le monde “sauvage” o “vertical”. Montrer référence intentionnelle de la Pysique à la Physis, da la Physis à la vie, de la vie au “pshyco-physique”, – référence par laquelle on ne pas nullement de “l’extérieure” à “l’intérieur”, puisque le référence n’est pas la réduction et que chaque degré “dépassé” reste en réalité présupposé (p. Ex. La Physique du début n’est nullement “dépassé” par que ce que je dirai de l’homme: elle est le corrélatif de l’animalité comme de l’homme)».

M. MERLEAU-PONTY, Il visibile …., cit., pp. 228-229.

Dupond mette correttamente in evidenza quanto dal passo appena menzionato si evinca che la riduzione, in quanto svelamento del mondo verticale, è per Merleau-Ponty il rimontare verso l’Ineinander dell’interiorità e dell’esteriorità. Dupond afferma infatti: «La Physis anticipe l’homme, le Logos, l’histoire, qui sont impliqués dans le sens latent de la Physis et contribuent par là même à en expliciter le sens».

P.DUPOND, La réflexion charnelle: la question de la subjectivité chez Merleau-Ponty, Bruxelles, Ousia,

2004, p. 121.

9 È utile e importante rammentare che il corso del 1959-1960 avrebbe concluso solo relativamente all’attività didattica il percorso sul concetto di natura, infatti cui nei piani d’opera del lavoro rimasto incompiuto, Le visible et l’invisible, la Natura occupa un posto rilevante che purtroppo non è stato espresso dall’autore in modo compiuto. La nota datata marzo 1961 è paradigmaticamente intitolata:

«Mon plan: I le Visible II La Nature III le Logos». [corsivi del testo] M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 322; [Il visibile …., cit., p. 285].

sede, un vero e proprio autonomo spazio filosofico, nella dichiarata intenzione dell’autore. È questo contesto che mi approssimo ad analizzare e che vorrei seguire anche alla luce di alcune Notes de Travail de Le visible et l’invisible che contengono, a mio avvio, spunti interessanti sull’argomento in questione.

Esaminando il testo una cosa appare fuori di dubbio10: obiettivo dell’analisi era

giungere all’uomo, o per meglio dire, al punto in cui compare il corpo dell’uomo. Scrive, infatti, Merleau-Ponty nelle note di corso: «Per quanto concerne l’uomo si tratta di coglierlo nel suo punto di insorgenza nella natura»11, mentre il résumé corrispondente afferma: «Il nostro scopo era di arrivare all’apparizione dell’uomo e del corpo umano nella natura»12.

Non è superfluo ribadire che espressioni come quelle appena menzionate non sono dirette a giustificare, a questo punto del discorso, l’intromissione di un “soggetto”. Il verificarsi di una simile eventualità sarebbe di ostacolo a una vera considerazione della natura. Se questa ultima è infatti ciò che resiste al soggetto, per Merleau-Ponty non può trattarsi di fondare la natura sull’uomo, al contrario, c’è bisogno di trovare l’uomo nella natura, ripensandolo alla luce di questo enigmatico “oggetto” che, proprio come il corpo, «non è del tutto oggetto»13.

Ciò che qui si dà allora è la possibilità di leggere l’uomo a partire da un piano

non soggettivo, non incorporeo, potremmo dire non umano. A partire cioè da una

Natura che l’autore vuole cogliere nel registro di un’ontologia primordiale.

10 Desidero precisare un aspetto del testo che prenderò in esame. Gli approfondimenti riguardanti questo ultimo corso pubblicati in La nature, non sono costituiti dagli appunti di studenti, come è invece accaduto per i due corsi precedenti. Si tratta di note preparatorie stilate da Merleau-Ponty in vista delle lezioni. Così se per un verso siffatto materiale rappresenta un terreno più affidabile, da un altro verso si presenta più ostica alla lettura.

11 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 303. In originale:

«[...] – à propos de l’homme, il s’agit de le prendre à son point d’ émergence dans la Nature». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 269.

12 M. MERLEAU-PONTY, Linguaggio, ..., cit., p. 127. In francese:

«Nous but était d’en venir à l’apparition de l’homme et du corps humain dans la nature». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., Annexes, cit., p. 379.

13 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 4. In originale.

«n’est pas tout à fait objet».

Emblematiche risultano queste parole: «[…] occorre una fondazione vitale dell’uomo e dello spirito, c’è un corpo umano»14. [corsivi del testo]

E come accade che il corpo diventa umano? Non per il sopraggiungere di una coscienza che si somma all’animale15; né d’altro canto per l’intervento di una creazione miracolosa. Si tratta invece, per Merleau-Ponty, di intravvedere l’emergere della nascita umana nella filigrana della corporeità, in ciò che egli chiama una sorta di vuoto della carne. La carne dell’uomo cioè, diversamente da quella dell’animale, sarebbe dotata di una cavità, nella quale il “vortice dell’embriogenesi”, dando luogo a un “certo scarto fondamentale”16, segnerebbe la differenza dell’uomo dall’animale: pur provenendo entrambi da una medesima matrice carnale di possibili, tuttavia il corpo umano è una carne che lavora su se stessa, fino a produrre, attraverso un’impercettibile evoluzione interna, una direzione che sfocia nella chair humaine.

La riflessione sull’uomo mostra, dunque, abbastanza chiaramente, una conversione dello sguardo: da astratto e razionale a sguardo naturale, se per naturale, ci riferiamo, beninteso, alla ricerca di un essere primordiale. Questa era, del resto, l’intenzione espressa nel résumé di corso 1956-1957: la volontà, cioè, ma anche la necessità, di tornare a interrogare la natura affinché l’uomo e la storia potessero uscire da una lettura condizionata dallo spirito o, in modo opposto,

14 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 314, n. 39. In francese:

«[…] il faut une fondation vitale de l’homme et de l’esprit, il y a un corps humain». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 277, n. 1.a.

15 Molto opportunamente Bimbenet fa notare che:

«Merleau-Ponty fausse ainsi compagnie à une longue tradition philosophique, celle de l’animal rationale, qui composait l’homme d’un corps animal par ailleurs “coiffé” ou “surplombé” par la raison». Il superamento di un tale presupposto sulla natura umana può essere operato, secondo Bimbenet, solo in seno all’ontologia di una natura che non è l’altro dello spirito.

Cfr.E.BIMBENET, Nature ... cit., pp. 28-31. 16 M.MERLEAU-PONTY, Il visibile ..., cit., p. 246.

Reputo importante riportare qui il passo nella sua interezza:

«Quand l’organisme de l’embryon se met à percevoir, il n’y a pas création par le corps en soi d’un Pour soi, et il n’y a pas descendente dans le corps d’une âme préétabilie, il y a que le tourbillon de embryogenèse soudain se centre sur le creux intérieur qu’elle préparait – Un certain écart fondamental, une certaine dissonance constitutive émerge – Le mystère est le même que celui par lequel un absent arrive, (re-)devient présent».

dall’oggetto. Percorso da farsi in vista di un’ontologia della carne che ne offra invece una soluzione non immaterialistica17.

Occorre tuttavia in un tale quadro avere presente l’ampiezza del percorso merleau-pontiano. In quanto discorso sull’ontologia dell’être brut, la cui ricerca è avviata dall’autore proprio negli anni dedicati alla natura, questa ultima rimane lo scopo essenziale anche della speculazione sul corpo e sull’uomo. Voglio infatti rammentare che Merleau-Ponty ritorna a pensare la natura, al fine di giungere all’Etre sauvage, il cui progetto costruisce parallelamente alle lezioni al Collège de

France. La ricerca sulla natura è quindi la maglia di una rete ontologica più ampia

che l’autore tesse in quegli anni. Entro questo tracciato l’intento è chiaro: individuare la Natura come foglio dell’Essere e l’uomo, potremmo dire, come foglio della natura, colto al tempo stesso nella vicinanza e nell’inerenza con la animalità.