CAPITOLO II° Il corpo pensante
1. La struttura del corpo
Come emerge dalle lezioni al Collège, oltre a rappresentare una strada per l’Essere, la natura costituisce contemporaneamente un percorso verso il corpo. Lo scenario, cui mira l’autore non è, infatti, quello del naturalismo, bensì quello del
corporeo, tanto che si potrebbe parlare della natura come di un grande corpo. La
centralità di una tale questione, per ciò che concerne il corpo umano, fa capo a un piano preciso: la struttura percettiva della corporeità49.
L’elemento interessante proposto da Merleau-Ponty, nelle note di corso 1959- 1960, è, come ho accennato in precedenza, l’esigenza archeologica del discorso, ovvero il bisogno di indagare la metamorfosi50 umana del corpo, ma con l’intento, tutto filosofico, di ricondurlo al suo Grundbestand51 della sua ontologia.
Si tratta di un progetto anti-riduzionistico e anti-positivistico che tenta, in sostanza, di riabilitare l’estetica corporea. L’idea è che la sensibilità non rappresenti un veicolo di ricezione passiva, la risposta a uno stimolo, bensì il legame con un orizzonte primordiale. A un tale orizzonte, il corpo è aperto proprio grazie alla struttura della percezione che, per Merleau-Ponty, è «rapporto d’essere e non di conoscenza»52.
49 L’arco speculativo cui faccio riferimento per trattare il tema del corpo è quello che va dai corsi sul concetto di natura, in particolare il corso del 1959-1960, sino alla riflessione intrapresa ne Le visible et l’invisible, oltre che riferirmi all’ultimo scritto pubblicato in vita, L’œil et l’esprit. Si tratta dunque di una articolazione di nuclei tematici collegati sia all’insegnamento sia alla produzione scritta.
50 Negli otto abbozzi che compongono le note di corso sul corpo umano, l’autore si confronta [quarto e sesto abbozzo] con alcuni dei moderni quadri di riferimento teorici della embriologia e della filogenesi. Nel sottolineare la propria posizione, prende distanza per quanto riguarda l’ontogenesi, dal vitalismo, e per quanto concerne la filogenesi, anche di tipo neo-darwiniano, da una sua riduzione alla “filiazione empirica”. Ricostruendo i segni del corpo, la sua “metamorfosi” ontogenetica nel moto della filogenesi l’autore ne sottolinea le “tracce” passate, ancora presenti nella «spinta statistica» dell’evoluzione affermando che: «Evolution embryogenèse: le corps objet n’est qu’une trace – Trace au sens mécaniste: substitut présent d’un passé qui n’est plus, qui ne serait que pour la conscience – La trace pour nous est plus que l’effet présent du passé. C’est une survie du passé». [corsivi miei]
M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 343; [La natura ..., cit., p. 395].
51 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 395; [La nature ..., cit., p. 344]. 52 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 307.
In francese:
«un rapport d’être et non de connaissance». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 272.
In quanto vita sensoriale, il corpo dell’uomo non è una macchina animata dall’arrivo di una coscienza53. Nella elaborazione matura della propria filosofia54,
l’autore tenta di rivelare un corpo che è piuttosto la culla della vita55, un luogo essenziale della architettonica evolutiva che ingloba anche l’uomo. Nella sua specifica qualità umana, questo corpo contiene, secondo Merleau-Ponty, la capacità dello spirito quale profondità della carne: in ragione di ciò, la sua fisicità non può essere riportata allo statuto dell’objectum. Essa manifesta piuttosto un essere corporeo dal tessuto pre-oggettivo.
Guardiamo più da vicino la “intelaiatura ontologica”56 del corpo umano.
Questo ultimo, per Merleau-Ponty, è un composto, un “essere duplice”. Visibilità e “pregnanza” interiore, lato esterno congiunto a lato interno formano, infatti, la promiscuità strutturale del corpo nel vortice dell’esistenza. Grazie a questa struttura, il corpo umano fuoriesce dall’attualismo del ciò che è dell’oggetto, dagli schemi monolitici della res, per ritrovarsi, viceversa, in una natura malleabile ai contrari, in una zona flessibile in cui la ‘cosa’ del corpo è, al tempo stesso, spirito. L’idea che questo ultimo costituisca una maturazione del corpo fa capo, infatti, all’idea di una carne che si può rovesciare perchè, a differenza dell’oggetto, è dotata di un interno. È evidente il ripensamento dell’enigma lasciato da Descartes ai suoi successori: il corpo mescolato all’anima57, secondo l’ordine della vita.
53 Dicono, infatti, alcune righe del résumé di corso 1959-1960 «Décrire l’animation du corps humain, non comme descente en lui d’une conscience ou d’une réflexion pures, mais comme métamorphose de la vie, et le corps comme “corps de l’esprit” (Valéry), tel a été l’objet de la dernière partie du cours».
M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., Annexes, cit., p. 380; [Linguaggio, ..., cit., p. 128].
54 Non credo sia superfluo ricordare che la ricerca sul corpo comprende l’intero arco della riflessione merleau-pontiana. Nel contesto specifico che si sta affrontando al centro dell’interesse vi sono gli esiti ontologici apportati al tema della corporeità dalla tarda riflessione di Merleau-Ponty. Di questa i corsi sulla natura sono una parte essenziale.
55 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 317 e p. 322; [La nature ..., cit., p. 280 e p. 284]. 56 Cfr. M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 200; [Il visibile …., cit., p. 170].
57 Opportuna mi sembra sull’argomento la riflessione di Bimbenet. Commentando la ripresa merleau- pontiana del dualismo anima-corpo egli sostiene che una tale operazione porta alle estreme conseguenze l’ignoranza intellettuale in cui Descartes lasciava la loro unione. Ciò si tradurrebbe proprio in una «authentique réforme de notre entendement».
Cfr.E.BIMBENET, Nature ..., cit., p. 32.
A ogni modo ritornerò ancora e più diffusamente sul problema del composto di anima e corpo in Merleau- Ponty.
È innegabile che la conformazione corporea possieda un aspetto cosale. Il corpo, infatti, si fa vedere, ha una esteriorità, una connotazione esterna58. Tuttavia,
la struttura percettiva che gli è propria, il tipo di mobilità che esso incarna, niente affatto commisurabile a quella di un oggetto mosso dal di fuori, rendono, secondo Merleau-Ponty, simultaneamente, più che fisica la traccia d’oggetto che è nelle sue fibre. In sostanza, potremmo dire, il corpo umano è capacità di contenere, nel mondo fisico, mondi carnali, in quanto è soprattutto mobilità e percezione. Merleau- Ponty si serve, a questo proposito, della nozione di schema corporeo59
dell’austriaco Paul Schilder, il quale aveva tentato una sintesi tra neurologia, psicologia, psicanalisi, antropologia e sociologia, con il preciso intento di superare la divisione soma-psiche. Merleau-Ponty, però, in questa sede, se ne serve per indicare la coesione tra percezione e movimento nella struttura corporea. Quello umano
[…] è un corpo che si muove e ciò vuole dire che percepisce. Questo è uno dei significati dello “schema corporeo” umano. Riprendere questa nozione, far apparire il corpo come soggetto del movimento e della percezione60.
Questa posizione viene confermata e, al tempo stesso ampliata, nella prospettiva della natura, che, alla riduzione del corpo-oggetto, oppone l’idea di una carne-schema. L’idea, cioè, di un’organizzazione corporea in cui movimento e percezione sono aspetti intrinseci all’asse di uno schema incarnato. Ciò rende il corpo non un mero prodotto empirico, non «quest’unione di membra che si
58 Dice infatti l’autore in una nota: «Mon corps pour moi, amis aussi bien le corps animal pour l’observateur extérieur».
MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 285, nota a; [La natura ..., cit., p. 322, n. 53].
59 Merleau-Ponty si era già occupato di questa nozione nei due precedenti lavori degli anni quaranta. Nell’opera del 1945 Phénoménologie de la perception affrontando il problema del “corpo proprio” egli aveva parlato del concetto di “schema” sottolineandone l’importanza nella misura in cui «[...] il n’est pas seulement une expérience de mon corps, mais encore une expérience de mon corps dans le monde».
M. MERLEAU-PONTY,Fenomenologia ..., cit., p. 197; [Phénoménologie …, cit., p. 176].
Studiando il corpo attraverso la natura Merleau-Ponty, possiamo dire, rinnova la declinazione di “schema corporeo”.
60 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 305. In francese:
«[…] est corps qui se meut et cela veut dire corps qui perçoit – C’est là un des sens du “schéma corporel” humain. Reprendre cette notion, faire apparaître le corps comme sujet du mouvement et sujet de la perception».
chiama il corpo umano»61 ma un soggetto di movimento e, al stesso tempo, di percezione; un essere, cioè, che si muove e si percepisce, ed è, per questo, capace di entrare in circuito con se stesso e con il mondo62. Il corpo è sensibile e il sensibile, potremmo dire, è corpo.