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L’estesiologia: movimento e percezione

CAPITOLO II° Il corpo pensante

2. L’estesiologia: movimento e percezione

Secondo Merleau-Ponty, considerare seriamente il tema della sensibilità richiede una estesiologia, che per lui è: «miracolo di questa organizzazione del corpo che per la percezione è molto di più che un’occasione o anche un mezzo»63

o, ancora, essendo essa «uno studio del corpo come animale di percezioni»64.

Che cosa intende dire l’autore con queste espressioni? Egli vuole sottolineare che la sensibilità del corpo umano non dipende da una ‘estetica’ pre-formata65 poiché quella è legata, piuttosto, a una vita animale che nell’uomo diventa una struttura percettiva reversibile. Ciò che differenzia l’umanità dall’animalità non è la

ragione ma il corpo. In quello umano, vi è una specie di ispessimento della

architettura estetica, potremmo dire, un raddoppiamento della ontologia percettiva,

61R.DESCARTES, Meditazioni metafisiche, tr. it., di A. Tilgher, vol. II, Bari, Laterza, 2002, p. 26.

62 Lì dove, attraverso la riflessione sugli studi di von Uexküll chiama in causa la nozione di Umwelt, Merleau-Ponty ha occasione di precisare che nel comportamento animale superiore non si ha più un «corps fusion avec un Umwelt mais corps moyen ou occasion de projection d’un Welt». Il corpo umano, cioè, è capace di proiettare, oltre che di organizzare una Umwelt attorno ai suoi raggi di vita. Una tale funzione fornisce la possibilità di esprimere, a partire dalla parentela, la differenza che c’è tra il corpo umano e quello animale e cioè, come sottolinea l’autore, «Corps humain: (l’un d’eux – et différent)».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 283-284; [La natura ..., cit., p. 321]. 63 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 317.

«L’esthésiologie: miracle de cet arrangement du corps qui est pour la perception beaucoup plus d’occasion ou même moyen».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 280. 64 M. MERLEAU-PONTY, Linguaggio, ..., cit., p. 128. In originale:

«Ceci exigerait d’abord une “esthésiologie”, une étude du corps comme animal de perceptions». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., Annexes, cit., p. 380.

Di particolare importanza risulta questo ulteriore passaggio in cui da un confronto tra il linguaggio e la funzione della macchina Merleau-Ponty trae motivo per riaffermare l’essere situato del soggetto. La cibernetica, secondo l’autore, «nous invite à découvrir une animalité dans le sujet, un appareil à organiser des perspectives».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 219; [La natura ..., cit., p. 244].

65 In questo discorso è presente il problema, di origine cartesiana, di una istituzione della natura che determinerebbe il corpo nella sua vita percettiva. Ecco un passo esplicativo: «L’esthésiologie, systeme sensorial humain – si tient bien à la surface du corps humain – on le prend comme système d’organes des sens tout fait […]; sur lesquels viennent agir (causalement) des stimuli extérieurs – le resultat est surprenant: il faut invoquer l’ “institution de la nature” qui enveloppe un savoir infini. Prescience naturelle. Reçue quand l’âme est scellée dans le corps».

poiché i sensi sono strutturati in modo tale da aprire questo corpo a se stesso e contemporaneamente al mondo, contenuto dal corpo nel proprio cerchio carnale66.

Ecco in proposito un passaggio interessante:

Questo circuito è il senso dello schema corporeo: esso è schema, organizzazione, e non massa informe, perché è rapporto col mondo ed è tale perché è rapporto con sé in generale67.

Una nota di lavoro de Le visible et l’invisible, datata maggio 1960, appare significativa in questo contesto: «Per delucidare Wahrnehmen e Sich bewegen, mostrare che nessun Wahrnehmen percepisce se non a condizione di essere Sé di

movimento»68. [corsivi del testo]

La ‘giunzione’ qui mostrata tra percezione e movimento ha un ruolo teorico essenziale. Infatti, nel definire l’idea del corpo come sensibilità, Merleau-Ponty pensa l’essere corporeo come un sé in movimento verso l’altro e il mondo, ma anche come un essere che si riflette; e ciò perché, afferma l’autore, la «[…] massa del mio corpo ha un “interno” che corrisponde alla sua applicazione a se stesso»69.

La legge del muoversi corporeo non genera, però, un semplice spostamento empirico. Produce, piuttosto, un fattore diacritico70, potremmo dire, uno slittamento nel grumo oggettuale della carne, formando rapporti inusuali per una percezione vista come semplice risposta a uno stimolo.

66 Oltre a evidenziare che è dall’essere mobile del corpo, come ci sarà modo di mostrare, che si comprende la sua natura di simbolo mi sembra, a questo proposito, di particolare rilevanza riportare ancora una nota di lavoro de Le visible et l’invisible, datata maggio 1960 in cui Merleau-Ponty parla giustappunto di un’intrinseca appartenenza di percezione e movimento del corpo proprio, di un’omogeneità dei loro ordini tale che «Wahrnehmen e Sich bewegen émergent l’un de l’autre».

M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 303; [Il visibile …, cit., p. 266].

67 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 324. Si legge nell’originale:

«Ce circuit est ce que veut dire le schéma corporel: il est schéma, organisation, non masse informe, parce qu’il est rapport à monde, et cela même parce qu’il est rapport à soi dans la généralité».

M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., pp. 285-286.

68 M.MERLEAU-PONTY, Il visibile …, cit., p. 268. In francese si legge:

«Pour élucider Wahrnehmen et Sich bewegen, montrer qu’aucun Wahrnehmen ne perçoit qu’à condition d’être Soi de mouvement».

M. MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 304.

69 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 316. In originale:

«[…] le bloc de mon corps a un “intérieur” qui est son application à lui-même». M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., pp. 279-280.

Il raccordo tra il movimento e la percezione, la totalità movimento-

percezione71, costituisce un nucleo sensoriale, che, conducendo al fenomeno di una

riflessione strappata all’intelletto, acquista un significato del tutto filosofico. Tutto nasce da un corpo riabilitato, non più compatta figura dell’estensione ma filosofia di una costitutiva relazione con l’esterno e di apertura a se stesso. L’essere del corpo, diverso da quello degli altri esseri72, ha per l’uomo uno statuto speciale: il corpo è emblema di un’esistenza reversibile, che si rovescia, che sconfina da una natura all’altra muovendosi in una composizione attivo-passiva.

La struttura del corpo, metafisica più che fisica per Merleau-Ponty, comporta tra le proprie parti un tipo di adesione, che, più che essere unità, è piuttosto non differenza. È un problema di particolare rilievo, che tratterò più diffusamente, quando discuterò il concetto d’identità corporea.

Una tale natura ambigua del sé corporeo ha evidentemente un nome preciso nella filosofia di Merleau-Ponty. Si tratta del paradosso illuminante del senziente- sensibile, del chiasma “corpo dello spirito”. «Se non si tratta soltanto di parole», dice l’autore in un passaggio delle note di corso del 1959-1960, «ciò significa: il corpo come toccante-toccato, vedente-visto, luogo di una specie di riflessione»73.