Una rivoluzione intellettuale
4. La via della percezione
La reciprocità43 di uomo-corpo-natura, richiamata nel nodo della percezione, presenta un significativo passaggio, nel quale l’autore afferma:
La chiave ci è data dalla percezione e dal percepito, ma attribuendo a tali termini un nuovo significato: se la percezione fosse solo un Io penso che, essa non riuscirebbe a darmi l’Ineinander tra l’uomo, il suo corpo e la Natura44.
Il piano della percezione è dunque ciò che deve restituire il contatto primordiale tra la natura e la natura dell’uomo, ridare l’Ineinander delle loro presenze. Ma, per realizzare questa condizione, Merleau-Ponty sostiene che la
40 Si tratta sempre delle note di corso 1959-1960 dove l’autore dedicandosi allo studio della corporeità umana entro lo studio della Natura, elabora quadri per un paradigma del corpo quale sensibilità.
Cfr. M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 271; [La natura ..., cit., p. 305]. 41 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 314; [La nature ..., cit., p. 278]. 42 Cfr. Ibidem.
43 Per ciò che concerne questo discorso è interessante segnalare due luoghi delle note di corso dove Merleau- Ponty, a breve distanza l’uno dall’altro, parlando del reciproco inerire e richiamarsi di corpo umano e natura esprime questo chiasma come visto dalla prospettiva di invisibile e visibile: «Donc recoupement de ce qui a été dit sur la Nature physique, par le corps humanin, et inversement recoupement et éclaircissement de ce que nous disons sur le corps humanin par ce qui a précédé: c’est seulement en se rappelant la Nature comme visible qu’on peu comprendre maintenet l’émergence d’une perception invisible dans son rapport avec ce qu’elle voit, comme écart par rapporta u visible».
M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 278; [La natura ..., cit., p. 314].;
Alcune pagine presedenti Merleau-Ponty aveva sostenuto quanto segue: «Inversement ce qui précède éclairera notre approche du corps humain comme percevant en nous montrant dans quelle dimension doit être cherché le corps percevant, comment l’invisible est écart par rapporta u visible».
Ivi, p. 270; [ivi, p. 304].
44 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 314. In originale:
«[…] c’est la perception et le perçu qui sont la clef, mais en prenant les mots dans un sens neuf: si la perception n’etait pas qu’un Je pense que, la perception ne me donnerait pas L’Ineinander homme – son corps – la Nature».
percezione non può essere considerata quale stimulus45 esterno, risposta del corpo all’azione di un oggetto. Uno dei portati fondamentali della fenomenologia merleau- pontiana è, infatti, che la percezione ha in sé un mistero non esauribile nella funzione conoscitiva. Nella fase matura, questo strato potremmo dire trans-
gnoseologico della percezione viene confermato e riletto alla luce della nuova
portata ontologica della sua filosofia.
La differenza tra la percezione e la coscienza, dice Merleau-Ponty nel corso del 1959-1960, è che «[…] la percezione è l’essere toccato dal di dentro, la coscienza è il sorvolo»46. In gioco vi è, nientemeno, che lo spossessamento del primato riflessivo, una “riduzione” della nostra capacità percettiva a condizione primordiale, a una percezione ancora naturale, puntando in buona sostanza a farci noi stessi nuovamente natura. Questo è, secondo l’autore, il modo per ritrovare la natura che è fuori di noi ma alla quale siamo uniti nel circolo di un «Divenire natura dell’uomo che è il divenire uomo della natura»47.
L’analisi della percezione, non volendo significare un iter gnoseologico ma semmai un rapporto d’essere, fa sì che
Ora è il corpo umano (e non la “coscienza”) che deve apparire come colui che percepisce la natura di cui è anche l’abitante. Fra loro si trova così convalidato e confermato il rapporto di Ineinander che ci era parso di intravedere48.
45 È interessante un riferimento ai vecchi retaggi ancora vigenti sulla percezione tratto da Le visible et l’invisible in cui il progetto ontologico riparte proprio dalla fondamentalità della percezione: «Dès qu’on cesse de penser la perception comme l’action du pur objet physique sur le corps humain et le perçu comme le résultat “intérieur” de cette action, il semble que toute distinction du vrai et du faux, du savoir méthodique et des fantasmes, de la science et de l’imagination, soit ruinée. C’est ansi que la physiologie partecipe moin activement que la physique au renouveau méthodologique d’aujourd’hui, que l’esprit scientifique s’y conserve quelquefois sous de formes archaïques et que les biologistes restent plus matérialistes que les physiciens».
M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 45; [Il visibile …., cit., pp. 51-52].
46 M. MERLEAU-PONTY, La natura ..., cit., p. 307, n. 32. In francese:
«différence entre la perception et la conscience, la perception c’est l’être touché du dedans, la conscience, c’est le survol».
M. MERLEAU-PONTY, La nature ..., cit., p. 272, b.
47 M. MERLEAU-PONTY, Il visibile …., cit., p. 202. Si legge in originale:
«Devenir nature de l’homme qui est le devenir homme de la Nature». M.MERLEAU-PONTY, Le visible ..., cit., p. 236.
48 M. MERLEAU-PONTY, Linguaggio, ..., cit., p. 128. In francese:
In fondo, le note, che precedono questo ultimo corso, non costituiscono altro che il tentativo di Merleau-Ponty di trovare la natura attraverso la dimensione della percezione. Questa stessa dimensione indica, ora, la strada per arrivare al corpo. Il quale, a sua volta, ci riconduce alla natura.
«C’est maintenant le corps humain (et non la “conscience”) qui doit apparaître comme celui qui perçoit la nature dont il est aussi l’habitant. Ainsi se trouve recoupé et confirmé entre eux le rapport d’Ineinander que nous avions cru apercevoir».