Parte seconda Contesto e biografia di Yiṣḥaq ben Avraham Troq
Capitolo 2. Dal testo al contesto: il Sefer Ḥizzuq Emunah
Ciò che ci interessa in questo capitolo è continuare a fornire delle indicazioni per inserire Yiṣḥaq ben Avraham Troqi nel contesto di appartenenza, cioè nella comunità caraita lituana del XVI secolo di Trakai, che a sua volta faceva parte del variegato sistema politico e culturale della Confederazione polacco-lituana. Nonostante la storia dei Caraiti nei territori polacco-lituani, quindi anche nella città di Trakai, sia un argomento problematico e
567 Per informazioni sull’organizzazione comunitaria dei Caraiti lituani e sulla figura dello Shofet (giudice) a
capo della comunità vd. Ibidem, pp. 590- 625, in particolare pp. 609-619.
568 Vd. Ibidem, pp. 564 e 591. 569 Vd. Ibidem, p. 565. 570 Vd. Ibidem, p. 565-566.
571 Vd. Ibidem, pp. 574-580. Attualmente la comunità caraita nei territori della Lituania e della Polonia è ridotta
a pochi membri: si contano 45 Caraiti in Polonia e 257 in Lituania, vd. M. Kizilov, The sons of Scripture, op. cit., p. 7. Per un interessante sguardo antropologico sulle comunità caraite nell’Europa contemporanea vd. le ricerche condotte da E. Trevisan Semi e in particolare: “A Brief Survey of Present-Day Karaite Communities in Europe”, The Jewish Journal of Sociology 33/(1991), pp. 97-106; Les Karaites: un autre Judaïsme, Paris, Albion Michel 1992; “Testo, rito, pasto nella Pasqua caraita: trasformazioni tra i caraiti d’oriente e occidente”, Ilu: revista de ciencias de las religiones 2/(1997), pp. 185-197.
complesso, si può dire che gli Ebrei riescono a ottenere alcuni vantaggi al fine di organizzare e gestire la propria comunità in maniera relativamente autonoma. Dopo aver cercato di far chiarezza sul variegato milieu del nostro autore, tramite la presentazione di alcuni interessanti aspetti, in questo paragrafo proveremo a percorrere la strada inversa. Ci si domanda cosa può dirci il testo del Sefer Ḥizzuq sul contesto, quali informazioni veicola e in che maniera. Per tornare alle battute iniziali del capitolo, in cui abbiamo sottolineato l’importanza di inserire il prodotto culturale del testo nel più ampio contesto culturale, possiamo concludere questa panoramica con alcune riflessioni che si basano su ciò che il prodotto culturale in questione, ossia il testo, testimonia sull’ambiente572. È necessario tenere conto che alcune informazioni recuperabili dal testo possono esser state dettate da esigenza di retorica letteraria. Tenendo conto di questo, si proverà a fornire qualche nota sull’ambiente culturale anche da ciò che Yiṣḥaq ben Avraham riporta nel suo Sefer Ḥizzuq
Emunah. Per fare questo, possiamo ripartire dalla condizione degli Ebrei nei territori della
Confederazione.
M. Waysblum, in un interessante saggio del 1952, tenta di inquadrare l’autore del
Sefer Ḥizzuq Emunah nella cornice storica del XVI secolo e ci dona delle interessanti
informazioni in merito573. Waysblum afferma che gli Ebrei lituani, a differenza di quelli polacchi, vengono indicati con epiteti che comprovavano gran rispetto, gli stessi titoli che erano utilizzati per i nobili e i cavalieri. Questo speciale trattamento è il risultato della fama di cui godevano come grandi studiosi e promotori dell’avanzamento culturale del paese574. I contatti di cui Yiṣḥaq ben Avraham Troqi ci informa confermano questa visione. Il nostro autore, sin dall’inizio del tratatto, ci mette al corrente dei suoi contatti con personalità legate al potere governativo-aristocratico e alle comunità religiose presenti nel territorio, prima fra tutte quella cattolica. Nell’introduzione ci racconta delle discussioni intrattenute con diversi personaggi, come per esempio principi (םירש) e cariche statali (ץרא יצעוי). Queste
572 Vd. la riflessione dedicata al nostro autore Yiṣḥaq ben Avraham Troqi e alla sua opera da F. Astren, Karaite
Judaism, op. cit., pp. 245-252, in cui lo studioso utilizza il Sefer Ḥizzuq Emunah ‘to gauge the character of the eastern European Karaite environment’, Ibidem, p. 245.
573 Vd. M. Waysblum, “Isaac of Troki and Christian Controversy in the XVI century”, Journal of Jewish
Studies 3/(1952), pp. 62-77.
574 Ibidem, p. 64. Vd. anche S. W. Baron, A Social and Religious History of the Jews, vol. XVI, op. cit., pp.
conversazioni sono avvenute nelle loro corti (םירצח) e nei loro palazzi o castelli (תוריט)575. Inoltre, come vedremo più approfonditamente dopo, ebbe a disposizione anche dei libri cristiani, che cita spesso testualemente. È grazie a questi contatti che Yiṣḥaq ben Avraham riuscì a ottenere le opere su cui basavano le loro opinioni. L’autore racconta di aver dibattuto anche con vescovi (םינומג), oltre che con personalità vicine al potere governativo- aristocratico (תואמה ירשםישארה תונידמה ירש)e a uomini saggi. Alcuni di questi sono esplicitati utilizzando i personaggi citati in Isaia 3, 3 e si tratta di cariche ufficiali dello stato ( ירש םישמחה), saggi esperti e intelligenti incantatori (םישחל ינובנו םישרה ימכח). La lista degli interlocutori non finisce qui e Yiṣḥaq ben Avraham ci dice che discusse anche con tutti coloro che ebbero il coraggio di dibattere con lui (ימע חכותהל ובל ואלמ רשא ימ לכ םעו)576. Lo scambio di opinioni, ci tiene a sottolineare l’autore, si svolgeva in un’atmosfera di moderato rispetto. I suoi interlocutori lo trattavano con riguardo, perché lui utilizzava pazientemente parole concilianti e accomodanti, non parole litigiose e provocatorie ( תחנב םהמע ירבד ויה ןירוטנקו ביר ירבדב אלו יוצרו סויפ ירבדבו), per portare avanti le sue argomentazioni577. Inoltre, Yiṣḥaq ben Avraham riconosce, con più biasimo che con ammirazione, che gli intellettuali cristiani sono esperti nelle materie secolari o nelle scienze umanistiche (תוישונאה תומכח)578. L’occasione per redigere il testo fu offerta proprio da questi rapporti e si basa sulle discussioni che Yiṣḥaq ben Avraham ha l’opportunità di fare. L’autore ci parla anche di rapporti critici tra Ebrei e Cristiani, motivo principale per il quale decide di redigere il testo: ‘raffororzare la fede’, ḥizzuq emunah, dei suoi correligionari, per permettere loro di sostenere la pressione cristiana e reagire con solide argomentazioni579. La capacità di difendersi degli Ebrei è infatti riconosciuta come duramente messa alla prova dalla situazione che vivono. Il contesto diasporico, lo status di minoranza e la predisposizione verso i piaceri materiali (תולגה תודרט תמאה ליכשהמ והתענמ וא תולכסה ןייב איצוה רשאמ רתוי)580,
575 Vd. ‘Introduzione dell’autore’, in D. Deutsch (ed.), Befestigung im Glauben von Rabbi Jizchak, Sohrau O-
Schl.-Breslau, Selbstverl des Hrsg, Commissionesverlag von H. Skutsch 1873, p. 9. (ed. or. Sohrau, D. Deutsch 1856). Da qui in poi, questa sarà l’edizione di riferimento. Vd. Parte terza, capitolo 1, paragrafo: L’edizione di David Deutsch; paragrafo: L’introduzione di Yiṣḥaq ben Avraham Troqi.
576 Ibidem, p. 9. 577 Ibidem. 578 Ibidem, p. 13. 579 Ibidem, p. 8. 580 Ibidem.
rimprovera Yiṣḥaq ben Avraham, si aggiungono alle difficoltà che hanno reso gli Ebrei coevi poco competenti in materia dottrinale. A causa di queste difficotà, alcuni Ebrei non riescono a opporsi e a resistere alla perseveranza cristiana. Yiṣḥaq ben Avraham, con le parole di
Salmi 106, 35-36, ci dice che essi ‘si mescolarono fra le nazioni, impararono le loro usanze
e servirono i loro idoli’ (םהיבצע תא ודבעיו םהישעמ ודמליו םיוגב וברעתיו)581.
Dalle poche informazioni che possiamo ricavare dal Sefer Ḥizzuq Emunah, è possibile orientarsi e scoprire qualcosa sul contesto diretto in cui l’autore vive. Yiṣḥaq ben Avraham ci parla dell’esistenza di discussioni tra Ebrei e Cristiani, in cui questi ultimi cercano di convincere gli Ebrei della veridicità della loro religione a scapito di quella ebraica. Dal canto loro, gli Ebrei non hanno le conoscenze adatte per difendersi e portare alla luce la verità della loro religione. Dalla preoccupazione di produrre un testo utile alla difesa e al rafforzamento della fede, e da quello che riporta direttamente l’autore, è probabile che siano stati diversi gli Ebrei che hanno ceduto alle pressioni conversionistiche o che hanno riconosciuto in qualche modo la superiorità della dottrina cristiana. Inoltre, se ciò che ci racconta Yiṣḥaq ben Avraham è vero, possiamo immaginare che esistevano particolari contatti tra gli Ebrei caraiti, le alte cariche statali ed ecclesiastiche. Inoltre, il nostro autore introduce le obiezioni cristiane nei capitoli del Sefer Ḥizzuq Emunah indicando le personalità con cui si è trovato a dibattere. Tra queste troviamo saggi cristiani582, luterani583, rappresentanti della chiesa greca584. È probabile che il nostro autore in particolare abbia intrattenuto questi rapporti grazie al ruolo che ricopriva per la comunità di appartenenza, come vedremo in maniera più specifica nella trattazione successiva, che riguarda il suo profilo biografico. Il nostro autore ci da un saggio anche del variegato panorama religioso e culturale, che condivideva, ci informa, con dei gruppi religiosi antitrinitari, quali gli Ebioniti (יטינויבא תכ), i seguaci di Michele Serveto (ונאיצורס תכ) e gli Ariani (יניירא תכ)585. Come vedremo, Yiṣḥaq ben Avraham ha l’occasione di consultare i libri di autori antitrinitari e di utilizzarli per i suoi propositi polemici586.
581 Ibidem.
582 Vd. D. Deutsch (ed.), Befestigung im Glauben, op. cit., cap. 25, I, p. 168. 583 Vd. Ibidem, cap. 4, I, p. 41.
584 Vd. Ibidem, cap. 3, I, p. 40. 585 Vd. Ibidem, cap. 10, I, p. 86
Inoltre, le fonti utilizzate nel testo gettano luce anche su due questioni interessanti, legate alla competenza dell’autore in riguardo a materie rabbiniche e cristiane. In primo luogo, Yiṣḥaq ben Avraham attinge alla letteratura talmudica, oltre che ai classici commentari ebraici, dimostrando una familiarità e un notevole rispetto nei confronti della tradizione culturale ebraica che condivide con i Rabbaniti587. La conoscenza di questa letteratura ci permette di avvolarare l’idea che i Caraiti non rigettassero affatto l’eredità talmudica, almeno sotto il punto di vista del suo valore culturale. In secondo luogo, per quanto rigaurda la conoscenza del Cristianesimo, dei testi neotestamentari, delle dottrine teologiche che si sono sviluppate successivamente e delle spaccature interne, è interessante per osservare la cognizione che gli Ebrei, o gli Ebrei caraiti, avessero del mondo cristiano588. Inoltre, è possibile sostenere che anche grazie a questo genere di letteratura, nutrita altresì dal bisogno di contestare e rispondere alle pretese cristiane, che gli Ebrei abbiano abbracciato lo studio del Cristianesimo, dei suoi testi e delle sue dottrine. Non possiamo escludere che l’urgenza di rispondere e di fornire la propria visione dei fatti abbia incentivato la conoscenza del Cristianesimo da parte ebraica, portando gli studiosi Ebrei alla necessità di leggerne e studiarne le fonti. Oltre alla conoscenza letteraria che vedremo in dettaglio successivamente, Yiṣḥaq ben Avraham era al corrente di ciò che accadeva nel resto della frammentata Christianitas. Infatti, descrive brevemente la problematica situazione inglese, spagnola e francese, sottolineando in contrasto la pacifica situazione nei territori che abitava589. Il Sefer Ḥizzuq Emunah ci riporta qualche notizia anche sulla legislazione in vigore. L’occasione è offerta dal discorso che Yiṣḥaq ben Avraham fa sulla validità della legge mosaica e quindi accenna ad alcune leggi contemporanee che riguardano materie commerciali, come per esempio le ‘Leggi di Magdeburgo’590 e materie penali. In quest’ultimo caso, l’intento dell’autore è dimostare come le disposizioni mosaiche siano più leggere di quelle coeve, poiché i Cristiani sostengono che la Torah sia molto difficile da
587 Questo ha portato a pensare che dietro il Sefer Ḥizzuq Emunah ci fosse un autore rabbanita. Vd. Infra. 588 Sulll’erudizione dell’autore vd. Parte terza, capitolo 2: Le fonti del Sefer Ḥizzuq Emunah.
589 Vd. Ibidem, cap. 46, I, pp. 272-273. Secondo il nostro autore, queste tre nazioni subivano una punizione
divina a causa del trattamento che hanno riservato agli Ebrei, riferendosi probabilmente anche alle tristementi note espulsioni. Gli scompigli ricordati rigaurdano la persecuzione contro i Luterani in Spagna e in Francia e contro i Cattolici in Inghilterra. L’autore sottolinea come invece la sua terra non era toccata dall’ira divina proprio perché trattava bene gli Ebrei presenti.
rispettare a causa della sua gravosità. Yiṣḥaq ben Avraham raham ribatte sostenendo che, ai suoi tempi, le leggi cristiane sono più rigide e impietose, infatti ‘i Cristiani puniscono con la morte l’assassinio, l’adulterio, il furto e altro’591.