• Non ci sono risultati.

Parte seconda Contesto e biografia di Yiṣḥaq ben Avraham Troq

Capitolo 3. Yiṣḥaq ben Avraham Troqi: un profilo biografico

La biografia di Yiṣḥaq ben Avraham Troki è ricostruibile sulla base delle poche fonti a disposizione, ma una ricostruzione completa e articolata della sua attività intellettuale e del suo pensiero resta ancora un desideratum592. Si può provare a tracciare un profilo biografico,

seppur sommario, grazie ai suoi propri scritti, ai documenti ufficiali della comunità alla quale Yiṣḥaq ben Avraham apparteneva e da alcuni documenti redatti da coloro che l’hanno conosciuto. La maggior parte delle informazioni proviene, di fatto, dalla sua multiforme produzione letteraria, che assieme a parte della produzione epistolare e ufficiale, si trova presso la Biblioteca Nazionale Russa a San Pietroburgo, nella Firkowicz Collection593. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, molti di questi materiali sono stati raccolti e presentati da J. Mann594. Anche qui, i documenti riportati dallo studioso galiziano e le analisi da lui condotte saranno alla base della seguente trattazione595, senza escludere le utlime

591 Vd. Ibidem, cap. 19, I, p. 125.

592 Un’utile bibliografia in merito si può trovare in B. Dov Walfish, M. Kizilov (eds.), Bibliographia Karaitica.

An Annotated Bibliography of Karaites and Karaism, Leiden-Boston, Brill 2011, pp. 188-189. La bibliografia comprende materiali redatti in diverse lingue (polacco, lituano, ebraico, russo e inglese), tra cui segnaliamo alcune voci enciclopediche: Jew. Enc., vol. 12, p. 265; L. Nemoy, “Troki, Isaac Ben Abraham”, in Encyclopaedia Judaica, vol. XV, op. cit, p. 1403; J. Kalik, “Troki, Yitsḥak ben Avraham”, in The Yivo Encyclopedia of Jews in Eastern Europe, vol. II, New Heaven & London Yale University Press 2008, p. 1906.

593 Per un conciso profilo biografico di Abraham Firkovich vd Jew. Enc., vol. 5, p. 393-394. Per l’importanza

di questa collezione vd. Supra.

594 Per l’importanza degli studi di J. Mann vd. Supra. 595 Vd. J.Mann, Texts and Studies, Vol II, op. cit.

ricerche sull’argomento che hanno gettato una nuova luce sulle vicende biografiche dell’autore596.

Le prime difficoltà si trovano in riferimento alle datazioni sulla vita del nostro autore. Infatti, non c’è accordo fra gli studiosi circa le date di nascita e morte di Yiṣḥaq ben Avraham. Dalla prefazione non autoriale del Sefer Ḥizzuq Emunah, redatta quindi dal suo discepolo Yosef ben Mordekay Malinovsqi (c. 1569-1610), possiamo apprendere che morì verosimilmente all’età di sessanta anni597. Alcuni studiosi accettano come data di nascita il 1533 e come anno di morte il 1594, mentre altri anticipano di otto anni questa data, proponendo quindi il 1586 come anno di morte e di conseguenza il 1525 come anno di nascita598. Le posizioni su cui si basano le successive considerazioni possono essere ricondotte essenzialmente a due ipotesi, che sono state proposte da Abraham Geiger (1810- 1874) e da J. Mann. Geiger riporta come anno di morte di Yiṣḥaq ben Avraham il 1594599,

basando questa notizia sul Sefer Elim (1628/9) di Yosef Delmedigo (1591-1655), ossia sulla prima lettera di Zaraḥ ben Natan (1585/6-?) a Delmedigo contenuta nell’opera600. Zaraḥ ben Natan inizia a frequentare la casa del nostro autore per propositi educativi sin da bambino. In questa lettera racconta che suo padre lo portò nella residenza di Yiṣḥaq ben Avraham all’età di cinque anni per essere istruito da lui e aggiunge che Yiṣḥaq morì nell’anno ‘dell’offerta di lode’ (םילולה שדק, Cfr. Levitico 19, 24). Dalla somma del valore numerico delle ultime due lettere di queste due parole ebraiche, Geiger ricava il numero 354 (a cui va sommato il valore di cinquemila, 5354), corrispondente al 1593/4 dell’Era Volgare,

596 Vd. P. Muchowski, A. Yariv, “Yosef ben Mordekhay Malinowski: On the Date of his Death”, in Karaite

Archives 2 (2014), pp. 91-108. Il saggio si occupa prinicipalmente di datare le vita del discepolo del nostro autore.

597 Vd. ‘Introduzione del discepolo’, in D. Deutsch (ed.), Befestigung im Glauben, op. cit., p. 3. Per alcuni

accenni biografici e letterari su Yosef ben Mordekay Malinovsqi vd. Parte terza, capitolo 1, paragrafo: L’introduzione di Yosef ben Mordekay Malinovsqi.

598 E.g. per il 1525-1586 troviamo: M.Waysblum, “Isaac of Troki and Christian Controversy in the 16th

Century”, Journal of Jewish Studies, op. cit., p. 65; per il 1525-1586 troviamo le voci enciclopediche diJew. Enc., vol. 12, p. 265; Enc. Jud., vol. 15, p. 1403.

599 Sull’interesse di A. Geiger sul nostro autore, vd. Parte terza, capitolo 4: La ricezione del Sefer Ḥizzuq

Emunah: cenni di fortuna.

600 Sulla datazione della lettera (1626) di Zaraḥ ben Natan vd. P. Muchowski, A. Yariv, “Yosef ben Mordekhay

ottenendo l’anno di morte di Yiṣḥaq ben Avraham601. Questo dato è confermato da Mordekay ben Nisan (fl. XVII-XVIII sec), nipote del fratello di Yiṣḥaq ben Avraham, che in una nota del suo Dod Mordekay riporta il 1594 (ד׳׳נ ) come anno di morte del nostro ש autore, come lo stesso J. Mann riconosce e riporta602. Nonostante questo, J. Mann rifiuta la datazione del 1594 e propone il 1586 come anno di morte, anticipando quindi di otto anni la dipartita di Yiṣḥaq ben Avraham secondo A. Geiger e le fonti appena esposte. Egli sostiene che A. Geiger abbia ricavato il dato da un’errata lettura del valore numerico e, servondosi di altri dati interni alla succitata lettera, arriva alla conclusione che anche il dato fornito da Mordekay ben Nisan proviene anch’esso da un errore603. Le ultime ricerche condotte da P. Muchowski e da A. Yariv hanno avvalorato l’ipotesi di A. Geiger. Questi studiosi, oltre all’analisi della lettera di Zaraḥ ben Natan, confermano la data del 1594 e rigettano la correzione di J. Mann sulla base di due testi contenuti nella collezione Firkowitcz604. I

manoscritti studiati includono un sermone del nostro autore, datato 1592, e il lavoro di Zaraḥ ben Natan intitolato Ve-ze ḥibbur Zaraḥ ben ribbi Natan in cui viene confermata la data del 1594 per la morte di Yiṣḥaq ben Avraham605.

Sulla base di ciò che abbiamo esposto possiamo dedurre che il nostro autore sia morto nel 1593/4 e sia nato sessant’anni prima nella città di Trakai, antica antica capitale del Granducato lituano. Yiṣḥaq ben Avraham proviene da una stirpe di studiosi ed eruditi; è di famiglia caraita e coltiva, per tutta la sua vita, forti interessi intellettuali a scopo di edificazione comunitaria e formazione spirituale. È probabile, inoltre, che abbia esercitato la professione medica606. Sulla base della varietà delle fonti utilizzate nel Sefer Ḥizzuq

Emunah, nella sua polemica contro i Rabbaniti e nell’epistolario, possiamo constatare la sua

601 A. Geiger, Isaak Troki. Ein Apologet des Judenthums am Ende des sechszehnten Jahrhunderts, Breslau,

Verlag von Joh. Urban Kern 1853, pp. 38, nota 13, p. 44, nota 22. L’opera di Geiger è stata ristampata in L. Geiger (ed.), Abraham Geiger’s Nachgelassene Schriften, vol. 3, Berlin, L. Gerschel 1885, pp. 178-223.

602 J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., p. 718, nota 155. 603 Ibidem, pp. 726-727.

604 P. Muchowski, A. Yariv, “Yosef ben Mordekhay Malinowski: On the Date of his Death”, in Karaite

Archives, op. cit., p. 100.

605 Ibidem.

grande erudizione, sia in materia religiosa sia secolare607. Come vedremo più avanti, egli ha una grande conoscenza della tradizione ebraica, che comprende anche la letteratura talmudica e opere anti-caraite608. Yiṣḥaq ben Avraham si avvicina agli studi biblici e alla letteratura ebraica grazie ai contatti intrattenuti con il circolo di studiosi e allievi che ruotava intorno a Ṣefania ben Mordekay (fl. fine XVI sec.), ḥazan (ןזח) della comunità caraita di Trakai609. Tra gli allievi di Ṣefania troviamo Yiṣḥaq ben Israel di Luck (fl. XVI sec.),

successivamente ricordato come ḥazzan di Luck, il quale accompagna Yiṣḥaq ben Avraham nei suoi studi, assieme al maestro Ṣefania610. In giovane età Yiṣḥaq ben Avraham compare, appena ventenne, come segretario dell’Assemblea Generale dei caraiti. A conferma di quest’ultima notizia abbiamo il testo del verbale dell’Assemblea (1553) da lui redatto, il quale contiene anche diverse allusioni alla letteratura talmudica611. Tra gli argomenti discussi durante l’Assemblea troviamo i disordini interni alla comunità caraita di Trakai e l’elezione di tre dayanim (sing. ןייד), per amministrare gli affari della collettività e accompagnare le funzioni dello šofet (טפוש). I dayanim hanno il compito di collaborare con la comunità per il bene comune, proteggere i diritti dell’insediamento davanti al potere secolare, amministrare la giustizia ed evitare sconvolgimenti. Tra i dayanim verrà scelto anche il nostro autore612. Dal suo epistolario possiamo ricavare altre informazioni biografiche ed è particolarmente interessate la corrispondenza che Yiṣḥaq ben Avraham intratteneva con altri studiosi caraiti. Una delle lettere, scritta nel 1558, è indirizzata al già ricordato Yiṣḥaq ben Israel di Luck613. Questo scritto è interessante perché ci mostra parte degli interessi e dell’erudizione dei Caraiti a lui contemporanei in materia rabbinica. Yiṣḥaq

607 Vd. Parte terza, capitolo 2: Le fonti del Sefer Ḥizzuq Emunah. Per l’opera polemica contro i Rabbaniti vd.

G.Akhiezer, “The Karaite Isaac ben Abraham of Troki and his Polemics against Rabbanites”, in C.Goodblatt, H.T.Kreisel (eds.), Tradition, heterodoxy, and religious culture: Judaism and Christianity in the early modern period, Beer-Sheva, Ben-Gurion University of the Negev Press 2006, pp. 437-468. Per l’epistolario vd. Infra.

608 Vd. parte terza, capitolo 2: Le fonti del Sefer Ḥizzuq Emunah.

609 Ṣefania ben Mordekay compose il Ḳidduš ha-Ḥodesh ve-sod ha–Ibbur, un lavoro sul calendario e sulle

direttive che regolavano la šeḥiṭah. Per un profilo biografico dell’autore vd. Jew. Enc., vol. 12, p. 660; vd. anche J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., pp. 714-715, 1184 n. 187.

610 Vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., pp. 583, 715, ma anche pp. 1181-1185, testo n. 121. 611 Vd. Ibidem, pp. 715, 769-790, testo n. 1, le citazioni talmudiche a pp. 779, 785, 788.

612 Vd. Ibidem, pp. 591-592.

ben Avraham elogia la padronanza sulla Gemara che dimostra il suo interlocutore e utilizza diversi passaggi talmudici, introdotti con la formula ‘i nostri maestri di beata memoria’ (ל׳׳זר)614, così come farà nel Sefer Ḥizzuq Emunah615. Questa testimonianza ci conferma che i Caraiti studiavano la letteratura dei vicini ‘Rabbaniti’ e ne riconoscevano l’importanza. Nella stessa lettera possiamo trovare anche una probabile allusione a concetti cabalistici616. Le conoscenze in materia di qabbalah del nostro autore sono ricordate anche da Simḥah Yiṣḥaq Lucki (fl. XVIII sec.), che ci informa dell’esistenza di una importante tradizione di studi in materia da parte di alcuni caraiti lituani617. Altre due lettere del 1581-1583, spedite dal nostro autore a Ye‘udah ben Aharon (fl. XVI. sec.), ḥazzan di Halicz, ci testimoniano la considerazione di cui godeva Yiṣḥaq ben Avraham trai suoi contemporanei. Le missive contengono le risposte su questioni relative al calendario ebraico sulle quali era stato richiesto un suo consulto618. La sua assistenza è stata richiesta anche in merito alla possibilità

di considerare un matrimonio misto tra Rabbaniti e Caraiti. Yiṣḥaq ben Simḥah di Luck (fl. XVI. sec.) chiede al nostro autore indicazioni sugli aspetti legali da un punto di vista dottrinale caraita. La sua missiva arriva probabilmente tardi, quando Yiṣḥaq ben Avraham è già morto. Ci penserà il suo allievo Yosef ben Mordekay Malinovsqi a rispondere a Yiṣḥaq ben Simḥah619. Quanto alla sua vita privata si hanno notizie limitate. Yiṣḥaq ben Avraham era sposato, ma probabilmente non aveva figli: il suo allievo Yosef ben Mordekay riporta le ultime volontà del maestro e nel farlo mostra come queste coinvolgano moglie, alcuni fratelli ed egli stesso620.

Muovendo da questi dati, si può dunque constatare come l’autore si sia distinto, sin dall’inizio della sua carriera, come leader spirituale e politico dell’intera comunità caraita non solo a Trakai. Questa autorità, che investiva più settori, ci da la misura della stima, del prestigio e del credito di cui Yiṣḥaq ben Avraham godeva nel suo ambiente: i documenti in

614 Vd. Ibidem, pp. 1182-1183, testo n. 121.

615 Vd. Parte terza, capitolo 2: Le fonti del Sefer Ḥizzuq Emunah.

616 Vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., p. 1181, n. 181, testo n. 121.

617 Vd. Ibidem, p. 683. Su Simḥah Yiṣḥaq Lucki vd. D. J. Lasker, “Simḥah Yiṣḥaq Lucki: mequbal Qarai ben

ha-me’ah ha-18” in Z. Gries, H. Kreisel, B. Huss (eds.), Shefa Tal. Studies in Jewish Thought and Culture in honor to Bracha Sack, Beer Sheva, Ben Gurion University 2004, pp. 171-189 (in ebraico).

618 Vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., pp. 715, 1185-1187, testo n. 122. 619 Vd. Ibidem, pp. 687, 1188-1195, testo n. 123.

nostro possesso lo ritraggono impegnato sia a risolvere questioni interne alla comunità, sia a regolare i rapporti che quest’ultima intratteneva inevitabilmente con le altre; ci informano, inoltre, del suo impegno al fianco della leadership religiosa e delle sue relazioni con la classe politica polacco-lituana. I suoi scritti attestano i frequenti contatti che Yiṣḥaq ben Avraham aveva allacciato con le élites del paese, in vista del mantenimento e ampliamento dei privilegi della collettività di cui era parte. È probabile che Yiṣḥaq ben Avraham abbia intrattenuto un particolare rapporto con un principe della famiglia nobiliare polacca Zbarask, il quale gli concesse la possibilità di erigere una Beit ha-Midrash nel 1576621.

Oltre all’epistolario e alle opere sopracitate, la sua produzione letteraria comprende poesie liturgiche, quali i piYuṭim (םיטויפ) composti in lingua caraima, dei derušim e dei commentari622. Le poesie liturgiche composte da Yiṣḥaq ben Avraham, assieme a un trattato retorico (האלפנ הצילמ), rappresentano un importante esempio di utilizzo della lingua caraima per propositi letterari623. Sulla base della sua produzione letteraria e delle fonti utilizzate,

possiamo dedurre che Yiṣḥaq ben Avraham Troqi conoscesse, oltre che la lingua ebraica, la caraima e la polacca. Inoltre, se non esperto di lingua latina, son si può escludere che abbia avuto almeno una buona familiarità con quest’ultima624.

Come già accennato, Yiṣḥaq ben Avraham è un caraita e visse a Trakai proprio nel secolo che vede la città diventare il centro culturale più importante del Carasimo, anche

621 La notizia è riportata in M. Waysblum, “Isaac of Troki and Christian Controversy in the XVI century”,

Journal of Jewish Studies, op. cit., p. 66, ma manca la fonte.

622 Vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., p. 715, in cui sono nominati i piYuṭim come redatti in

‘Hebrew and Tartarish’. Vd. M.Kizilov, “Two PiYutim and a Rhetorical Essay in the Northern (Troki) Dialect of the Karaim Language by Isaac ben Abraham of Troki”, Judaica 63/(2007), p. 64-75. Vd. anche H. Jankowski, “Two Karaim Religious Poems by Isaac ben Abraham Troki”, in Karaite Archives 2/(2014), pp. 35-57; G.Akhiezer, “The Karaite Isaac ben Abraham of Troki and his Polemics against Rabbanites”, in C. Goodblatt,H.T.Kreisel (eds.), Tradition, heterodoxy, and religious culture, op. cit., pp. 437-468, in cui tratta anche di due derušim dell’autore.

623 M. Kizilov sottolinea l’importanza di questa produzione in lingua caraima e sostiene che “His piyutim and

his rhetorical essay seem to be the earliest samples of the Karaim language in existence at all” e che Yiṣḥaq ben Avraham “pioneered the usage of Karaim for literary purpose”, vd. M.Kizilov, “Two Piyutim and a Rhetorical Essay in the Northern (Troki) Dialect of the Karaim Language by Isaac ben Abraham of Troki”, Judaica, op. cit., p. 65 e p. 68.

624 J.Mann è scettico sulla conoscenza del latino da parte dell’autore, vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II,

grazie al suo contributo625. I Caraiti, lo ricordiamo, non riconoscono il valore normativo della Torah orale, ma potremmo dire che la considerano una materia di studio, un pregevole bagaglio culturale ebraico a cui dedicarsi in quanto tale. Yiṣḥaq ben Avraham utilizza il Talmud e ne riconosce il valore in diverse occasioni. Le già menzionate lettere inviate a Yiṣḥaq ben Israel, ḥazzan della comunità caraita di Luck, lo dimostrano assieme al verbale del 1553. Nel Sefer Ḥizzuq Emunah non sono poche le citazioni tratte dalle parole dei cosiddetti ‘Maestri di venerata memoria’ (ל׳׳זח), come vedremo in maniera più approfondita nelle seguenti pagine. Proprio a causa dei molteplici rimandi al Talmud, la sua appartenenza al gruppo caraita è stata messa in dubbio626. Questo non deve soprendere, poichè i Caraiti lituani, come abbiamo visto, studiano la letteratura rabbinica, perché questa faceva parte della cultura generale della tradizione ebraica composta da Saggi ebrei. Per quanto riguarda il nostro autore, oltre a dimostrare la sua grande erudizione, l’utilizzo di questa letteratura può essere dettato anche da una precisa esigenza. Le necessità polemiche e apologetiche che hanno spinto Yiṣḥaq ben Avraham a comporre il trattato probabilmente ricoprivano una preoccupazione maggiore e questo lo porta a servirsi anche delle parole che egli non considerava necessariamente normative in materia religiosa. Il testo polemico era destinato al più ampio uso ebraico, come dimostra la lettura della prefazione autoriale. L’utilizzo della letteratura talmudica non indica necessariamente una penna ‘rabbanita’.

625 Vd. J.Mann, Texts and Studies, vol. II, op. cit., pp. 556, 860-869, testo n. 14.

626 Vd. S. Dubnow, Weltgeschichte des jüdischen Volkes: von seinen Uranfängen bis zur Gegenwart. Vol VI,

Berlin, Jüdischer Verlag 1927, p. 381, nota 1, in cui lo studioso dichiara che “Es bleibt noch unentschieden, ob der aus dem litauischen Troki stammende Verfasser des Chisuk Emuna ein Karäer oder ein Rabbanite war”.