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Parte seconda Contesto e biografia di Yiṣḥaq ben Avraham Troq

Capitolo 1. Dal contesto al testo: la Confederazione polacco-lituana

1.4. I gruppi radicali antitrinitar

Non sorprende che l’Europa orientale negli anni centrali del Cinquecento sia stata oggetto di approfondite ricerche da parte degli studiosi interessati soprattutto alle declinazioni più radicali della Riforma435. Questo territorio fa da sfondo a incessanti sistemazioni dottrinali e religiose, ospita personalità in fuga causa religionis e, con la sua

434 Vd. Parte terza, capitolo 1, paragrafo: L’introduzione di Yiṣḥaq ben Avraham Troqi; capitolo 3: I Vangeli

nel Sefer Ḥizzuq Emunah.

435 Alcuni studi fondamentali sia sulla storia generale dei movimenti radicali sia su casi particolari polacchi e

lituani si trovano in G. H. Williams, The Radical Reformation, Philadelphia, Westminster Press 1962 (Williams è stato il primo autore a introdurre questo nome nel dibattito storiografico per indicare questi gruppi riformatori); Id., The Polish Brethren: Documentation of the History and Thought of Unitarianism in the Polish-Lithuanian Commonwealth and in the Diaspora 1601-1685, Missoula, Scholars Press 1980; E. M. Wilbur, A History of Unitarianism, Cambridge, Beacon Press 1945-1952, 2 voll.; S. Kot, Socinianism in Poland. The Social and Political Ideas of the Polish Antitrinitarians in the Sixteenth and Seventeenth Century, Boston, Starr King Press 1957; D. Caccamo, “Ricerche sul Socinianesimo in Europa”, Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance 26/(1964), pp. 573-607; J. Miller, “The Origin of Polish Arianism”, Sixteenth Century Journal 16/(1985), pp. 229-256; D. Cantimori, Eretici Italiani del Cinquecento, Torino, Einaudi 2009 (ed. or. 1992); M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500. Nuovi testi di Symon Budny, Niccolò Paruta e Jacopo Paleologo, Firenze, La Nuova Italia Editrice 1977; D. Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611). Studi e documenti, Firenze-Chicago, Sansoni Editore-The Newberry Library 1970; Movimenti ereticali in Italia e in Polonia nei secoli XVI e XVII. Atti del convegno italo-polacco, Firenze, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento 1974. Vd. anche i recenti lavori di: M. Biagioni, The Radical Reformation and the Making of Modern Europe: A Lasting Heritage, Leiden, Brill 2016. M. Biagioni, L. Felici, La Riforma radicale nell’Europa del Cinquecento, Bari Laterza 2012; L. Felici, La Riforma protestante nell’Europa del Cinquecento, Roma, Carocci 2016.

particolare composizione culturale, fornisce un terreno straordinariamente fertile per i processi di trasformazione che investono la Christianitas nel XVI secolo. In particolare, i territori della Confederazione, assieme alla Moravia e alla Transilvania, si rendono adatti al proliferare di dottrine e scontri nel processo di assestamento del cosiddetto movimento radicale antitrinitario436. In generale, gli esponenti del movimento antitrinitario o unitariano, seguendo la lezione della filologia umanista, pongono al centro della loro attenzione il ristabilimento del testo biblico originario. Con questa operazione, il dogma trinitario appare loro una superfetazione, una degenerazione teologica e razionale, estranea al testo biblico. La Polonia diventa la meta di diverse personalità che, sfuggendo dai paesi in cui erano perseguiti e osteggiati per le loro dottrine, trovano in questi territori uno spazio per discutere e sviluppare le loro idee antitrinitare. Importante è il contributo degli ‘eretici’ italiani437. Tra gli esuli troviamo infatti le figure di Giovanni Paolo Alciati della Motta (c. 1520-1573), Valentino Gentile (c. 1520-1566) e Bernardino Ochino (1487-1563)438. Questi esuli emigrati

in Polonia portano il fervore delle loro idee a scontrarsi e a combinarsi con quelle esistenti. Un esempio è rappresentato dal rapporto dei gruppi ereticali grigionesi intrattenuto con i

436 Per l’utilizzo del termine non intendiamo esprimere nessuna particolare ideologia o teologia, ma

riproponiamo il nome con cui gli esperti hanno indicato i gruppi che hanno negato il dogma tradizionale della Trinità, chiamati anche ‘unitariani’, ‘unitari’ e ‘socianiani’, dal nome di Fausto Sozzini. Per Riforma radicale intendiamo i movimenti che, mentre si afferma la Riforma magisteriale, propongono diverse dottrine per ‘restaurare’ il Cristianesimo delle origini. Il nome ‘radicale’ deve il suo fortunato utilizzo a G. H. Williams, diventando anche il titolo della sua opera sopracitata The Radical Reformation. Vd. le annotazioni sul termine di Riforma radicale di M. Biagioni, L. Felici, La Riforma radicale nell’Europa del Cinquecento, op. cit, pp. v- viii; L. Felici, La Riforma protestante nell’Europa del Cinquecento, op. cit., pp. 117-118.

437 Vd. D. Cantimori, Eretici Italiani del Cinquecento, op. cit.

438 Su Alciati vd. D. Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611), op. cit., pp. 14-

15, 23 e passim; M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., p. 10, 16-18, 168-169, 196- 199, 260-265; L. Addante, Giampaolo Alciati della Motta e gli eretici piemontesi nell'Europa del Cinquecento, Torino, Aragno 2013. Su Gentile vd. D. Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558- 1611), op. cit., pp. 14-15, 22-23 e passim; M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 16-24, 196-197 n. 24, 257-259, 261-262; L. Addante, Valentino Gentile e il dissenso religioso nel Cinquecento. Dalla Riforma italiana al radicalismo europeo, Pisa, Edizioni della Normale 2014. Su Ochino vd. R. Bainton, Bernardino Ochino, esule e riformatore senese del Cinquecento 1487-1563, Firenze, Sansoni 1940; D. Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611), op. cit., pp. 13, 18-20, 25-26, 47-48 e passim; M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 192-195; 208-214.

movimenti antitrinitari polacchi439. Tra questi troviamo l’ex benedettino Francesco Negri (1500-1563), il quale si trasferisce in Polonia nel 1562, e il bolognese Giambattista Bovio, che dopo esser stato allontanato da Lione e da Chiavenna, è a Cracovia nel 1582440. Entrambi hanno modo di confrontarsi con le idee antitrinitarie difese in suolo polacco e con le personalità più radicali. Essi rappresentano solamente due esempi dell’ondata di esuli italiani che hanno stretto vivacissime relazioni intellettuali con la tradizione antitrinitaria polacca.

Nei territori della Polonia e della Lituania i fermenti teologici interni vivono delle fasi di assestamento e revisione continui durante tutto il XVI secolo. Le discussioni che agitano le comunità spaziano dalla giustificazione del battesimo all’adorazione del Cristo, dalla polemica sul rapporto tra Bibbia ebraica e Nuovo Testamento al dibattito sul collegamento tra potere secolare e religioso. È ormai noto come l’esempio dell’Umanesimo porta la filologia biblica e lo studio delle fonti su un nuovo piano privilegiato. L’eredità ricevuta dal rinnovato interesse per il ristabilimento del testo biblico originale porta la discussione sui testi normativi a un incessante movimento, fatto di scontri, conflitti e revisioni e dove tutte le parti coinvolte pretendono di disporre della integra genuinità del messaggio biblico. Gli antitrinitari in terra polacca giungono a una sistemazione della dottrina, e sostanzialmente condivono alcune idee fondamentali come, per esempio, il radicalismo dottrinale ed esegetico che porta alla negazione della divinità di Gesù. Nella cosiddetta Ecclesia Minor Fratrum Polonorum queste idee si trasformno nelle dottrine fondanti dei gruppi antitrinitari che vi aderiscono cercando una dimensione religiosa indipendente. La sua fondazione risale al 1565, in seguito alla rottura con l’Ecclesia Major, ossia con la Chiesa calvinista polacca, anche grazie all’influsso dottrinale degli esuli italiani Giorgio Biandrata (1516-1588) e Lelio Sozzini (1525-1562). L’Ecclesia Minor deve alle riflessioni e alle elaborazioni dottrinali del nipote di quest’ultimo, Fausto Sozzini (1539- 1604), buona parte del suo ordinamento teologico, anche se egli non fece formalmente parte di questa istituzione per alcune sue idee contrastanti441. I primi sinodi polarizzano le loro

439 Sul movimento antitrinitario nei Grigioni e sui suoi protagonisti vd. D. Cantomori, Eretici Italiani del

Cinquecento, op. cit., pp. 280-331.

440 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 8-11.

441 Per una panoramica sui primi problemi e le discussioni interne all’Ecclesia Minor vd. M. Firpo, Antitrinitari

nell’Europa orientale del ‘500, op. cit, pp. 25-31. Su Lelio Sozzini vd. D. Cantimori, Eretici Italiani del Cinquecento, op. cit., pp. 135-156, 176-183; su Fausto Sozzini Ibidem, pp. 336-360, 400-417.

discussioni, oltre che sulla polemica cristologica, sulle questioni battesimali. Sarà Marcin Czechowic (c. 1532-1613), a partire dagli anni settanta del secolo, a guidare l’Ecclesia

Minor verso un più organico assestamento delle concezioni nodali, che ha nel primo

catechismo ufficiale del 1574 una sua iniziale sistemazione. I principi dottrinali del

Catechesis et confessio fidei coetus per Poloniam congregati, che riaffermano la totale

umanità di Cristo, non vengono accettati da alcuni gruppi di Diteisti, i quali rifiutano la negazione della divinità di Gesù442. La controversia sull’adorazione e sulla considerazione divina o umana di Gesù apre la riflessione sulla validità e sull’interpretazione del Nuovo Testamento. Questo porta, in alcuni casi, all’estrema conseguenza della negazione stessa del Cristianesimo e alla valorizzazione del cosiddetto legalismo veterotestamentario, come dimostra l’esperienza di Daniel Bieliński443. Egli, alla fine degli anni sessanta del Cinquecento, diffonde una sorta di catalogo commentato contenente ben centotrentanove contraddizioni che si possono trovare confrontando il Nuovo Testamento e la Bibbia ebraica, le quali vengono considerate insuperabili. A causa delle sue dottrine giudaizzanti, Bieliński è apostrofato dal suo importante contemporaneo Simon Budny con l’appellativo spregiativo di ‘ebreo incirconciso’444. Il tentativo di mettere ordine e riaffermare i principi base dell’Ecclesia Minor viene intrapreso dallo stesso Marcin Czechowic nel 1575 con un’opera che è ricordata come la sua principale dissertazione teorica: Rozmowy chrystyjanskie (Dialoghi cristiani), pubblicata a Raków. Qui, oltre alla discussione sui problemi sociali e alla condanna del non adorantismo, si dichiara l’assoluto slegamento dei Fratres Poloni dalla legge Mosaica, con conseguente polemica contro gli Ebrei445. Due anni più tardi, Czechowic appronta la traduzione polacca del Nuovo Testamento, la quale rappresenta la quintessenza dell’unitarismo polacco446. Un’altra opera attribuita a Czechowic porta il titolo di Tzrech dni rozmova (Conferenza di tre giorni) e tratta questioni rigaurdanti il pedobattesimo e la credenza trinitaria, contro cui l’autore si pronunciava a perentorio

442 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 31-34.

443 Sul contributo di D. Bieliński vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit, pp. 43-45,

106-107. Le date di nascita e morte non sono conosciute, ma sappiamo che partecipa al sinodo di Skrzynna nel 1567, come riporta R. Wallace, Antitrinitarian biography: or Sketches of the lives and writings of distinguished antitrinitarians, vol II, London, E.T. Whitfield 1850, p. 239.

444 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit, pp. 107-108. 445 Ibidem, pp. 44-45.

sfavore447. L’opera, risalente probabilmente al 1564/5, è andata perduta, ma grazie alle citazioni fatte da altri autori è possibile ricavare qualche informazione sul suo contenuto448.

Questi brevi accenni possono aiutare la comprensione delle alternative concezioni religiose interne ai gruppi antitrinitari. Le diverse esigenze dottrinali e teologiche portarono a insanabili separazioni, che nel corso dei decenni si cristallizzano in altrettante visioni radicali. La revisione dei fondamenti del Cristianesimo, le rifiniture della dottrina antitrinitaria e l’argomentazione sulla validità della Torah accendono i toni della discussione anche nel Granducato lituano. Qui, a capo delle riflessioni unitariane troviamo Simon Budny (c. 1530-1593)449, il quale non nasconde il suo interesse per il confronto con l’Ebraismo, suffragato anche dalla sua edizione in polacco del Dialogo con Trifone ebreo di Giustino, pubblicato a Nieswiez nel 1564450. La classe nobiliare lituana ricopre un ruolo di prim’ordine nell’appoggio e nella promozione delle idee antitrinitarie. Il sostegno si concretizza nella possibilità di disporre di una stamperia per diffondere gli scritti e le opere dei principali leader antitrinitari451. Budny può ben presto trarre giovamento da queste elargizioni e, negli anni compresi tra 1572 e il 1574, stampa la sua traduzione dell’intera Bibbia in lingua

447 Alcune informazioni a riguardo si possono trovare in G. H. Williams, The Radical Reformation, op. cit., pp.

650-652; J. Rosenthal, “Marcin Czechowic and Jacob of Belzyce: Arian-Jewish Encounters in 16th Century Poland”, Proceedings of the American Academy for Jewish Research, 34/(1966), pp. 77-97, soprattutto p. 93; M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 97-98.

448 Vd. il tentativo di ricostruzione basato sulle menzioni nel Sefer Ḥizzuq Emunah di R. Dán, “Isaac Troki and

his ‘Antitrinitarians’ Sources, in R. Dán (ed.), Occident and Orient: A Tribute to the Memory of Alexander Scheiber, Leiden, Brill 1988, 69-82, ma in particolare pp. 73-74. Per una sintetica panoramica sul ruolo di Czechowic nelle correnti antitrinitarie polacche vd. M. Biagioni, L. Felici, La Riforma radicale nell’Europa del Cinquecento, op. cit., pp. 131-132.

449 Su Budny vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 118-185 (in riguardo

soprattutto alla controversia con il teologo svizzero Iosias Simler); vd. anche il più recente lavoro di S. Fleischmann, Szymon Budny: ein theologisches Portrait des polnisch-weissrussischen Humanisten und Unitariers (ca. 1530-1593), Köln, Böhlau 2006.

450 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., p. 101. L’edizione di Porfirio è stata

preparata con l’antitrinitario polacco Wawrzyniec Krzyszkowski (? - c. 1573). Vd. l’introduzione alla ristampa della Bibbia di S. Budny composta da D. Frick e contenente un’interessante saggio biografico di Budny in D. Frick Biblia. To jest Księgi Starego I Nowego Przymierza / in der Übersetzung des Simon Budny, Paderborn, F. Schoeningh 1994, pp. 309-349, ma soprattutto pp. 309-311.

451 Sulla politica di protezione nobiliare a favore degli ‘eretici’ vd. l’esempio del principe Radzill in M. Firpo,

polacca. L’edizione del Nuovo Testamento del 1574 provoca una forte reazione sia da parte degli antitrinitari sia da parte cattolica452. La pubblicazione della Bibbia di Budny rende fruibile la sua esegesi teologica radicale sul problema tanto discusso dell’adorazione di Cristo, creduta incompatibile con le dottrine centrali della corrente unitariana453. L’estremizzazione di questa riflessione porta Budny vicino alle dottrine del Giosefismo, affermando la totale filiazione umana di Gesù454. La svalutazione della rivelazione

evangelica rappresenta il necessario passo successivo, e questo lo porta a scontrarsi con la

Ecclesia Minor polacca e quindi con Czechowic. Il tema del superamento delle leggi

mosaiche a favore dell’importanza del messaggio evangelico rappresenta l’argomentazione dibattuta tra i due leader455. Mentre Budny rivaluta fortemente l’insegnamento veterotestamentario, decretando la sua invariata validità, Czechowic riduce al minimo il suo valore a favore del secondo patto che sarebbe stato sancito con il Nuovo Testamento. L’opera più importante di Budny, in cui condensa il suo punto di vista dottrinale e una risposta definitiva alle accuse sollevategli dall’Ecclesia Minor, è O przedniejszych wiary

chrystyjańskiej (Sui più importanti articoli della fede cristiana), pubblicata nel 1576 a Losk.

Qui troviamo la sua riflessione sul rapporto tra i due Testamenti e la sua difesa per quanti lo avevano definito ‘giudeo e peggiore dei giudei’456.

Le spaccature, le polemiche e le proposte di soluzione che hanno caratterizzato il clima di questi territori ci mostrano il fermento incessante che queste teorie producevano. Il vigore degli interventi è un sintomatico avviso della fecondità intellettuale che su questi territori nutriva gli esponenti nel corso della parcellizzazione della credenza unitariana o antitrinitaria. Tra le personalità di rilievo che partecipano allo sviluppo dell’unitarianesimo in Europa centrale bisogna nominare l’esule italiano Niccolò Paruta (c. 1530-1581)457.

452 Vd. l’introduzione alla ristampa della Bibbia di S. Budny composta da D. Frick in Biblia. To jest Księgi

Starego I Nowego Przymierza, op. cit., pp. 311-312.

453 Vd. D. A. Frick, Polish Sacred Philology in the Reformation and the Counter-Reformation, Berkeley-Los

Angeles, University of California Press 1989, pp. 81-115.

454 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., pp. 106-107.

455 Sulla distanza tra Budny e Czechowic vd. Ibidem, pp. 107-108; L. Felici, La Riforma protestante

nell’Europa del Cinquecento, op. cit., pp. 143-144.

456 Vd. M. Firpo, Antitrinitari nell’Europa orientale del ‘500, op. cit., p. 108.

457 Su Paruta in Polonia, oltre al lavoro di M. Firpo riportato nella nota precedente, vd. D. Caccamo, Eretici

Fuggito dai natii ambienti veneziani, egli migra a Ginevra, Austerlich e Cracovia, per per poi giungere in Transilvania. È probabile che egli sia stato un protagonista di quel processo inaugurato dall’esegesi cristologica di Sozzini, che si può riscontrare nel suo principale scritto, ossia l’opera conosciuta sotto il nome di De uno vero Deo Iehova disputationes e pubblicata a cura del già nominato Budny a Losk458. La diffusione a stampa di questa opera è da far risalire all’inizio del 1575, ma la data di composizione potrebbe avvicinarsi agli anni sessanta dello stesso secolo459. Le Disputationes contengono undici tesi riguardanti l’asserzione dell’assoluta e indivisibile unità di Dio, corredati anche da un’analisi scritturale basata sul testo ebraico della Bibbia.

Le opere di Czechowic, Budny e Paruta saranno messe a frutto da Yiṣḥaq ben Avraham Troqi nel Sefer Ḥizzuq Emunah460. La produzione letteraria di questi autori antitrinitari funge spesso da valido aiuto per il dispiegamente delle sue argomentazione polemiche, soprattutto in riguardo alla critica della credenza nella pluralità di Dio. Non mancano parole di disapprovazione, ma in linea generale il riconoscimento della divisione interna al Cristianesimo, avvalorata in maniera caratteristica da queste opere, fa buon gioco al proposito di Yiṣḥaq ben Avraham, contraddistinto da una severa accentuazione della mancata unità dottrinale cristiana.