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Parte seconda Contesto e biografia di Yiṣḥaq ben Avraham Troq

Capitolo 1. Dal contesto al testo: la Confederazione polacco-lituana

1.5. La comunità ebraica

1.5.2. La comunità caraita nei territori polacco-lituan

Le notizie sul primo insediamento caraita nei territori polacco-lituani dell’Europa orientale, le circostanze della migrazione e i numeri sono tuttora argomento di discussione in ambito storico, demografico e scientifico538. La primaria mancanza di fonti medievali e alto-medievali, le vicissitudini che hanno causato la distruzione dei pochi materiali esistenti, assieme a svariate - consapevoli o meno - distorsioni storiche hanno portato gli studiosi a stabilire dati e teorie sulla base di congetture, più o meno verosimili539. Si discute sull’origine

535 Su Gini vd. l’interessante e indispensabile lavoro di F. Cassata, Il fascismo razionale: Corrado Gini fra

scienza e politica, Roma, Carocci 2006.

536 Vd. C. Gini, “I Caraimi di Polonia e Lituania”, Genus, 2/(1936), pp. 1-56; N. Federici, “Caratteristiche

demografiche di alcuni gruppi di Caraimi e di un gruppo di Ebrei dell’Auropa orientale”, Genus, 9/(1950- 1952), pp. 138-175. I questionari e i materiali utilizzati si possono ancora consultare in appendice alla rivista. Vd. anche C. Gini, N. Federici, Appunti sulle spedizioni scientifiche del comitato italiano per lo studio dei problemi della popolazione (febbraio 1933 - aprile 1940), Roma, Tipografia Operaia Roma 1943.

537 Vd. F. Cassata, Il fascismo razionale, op. cit., pp. 130-148, in particolare pp. 139-142.

538 Vd. l’analisi di R. Witkowski, “Some remarks on the history of the Karaites in Grand Duchy of Lithuania

in the 15th century”, Karaite Archives, op. cit., pp. 211-242.

539 Per un’analisi dettagliata degli studi più influenti sull’argomento vd. l’ottima sintesi commentata di M.

Kizilov, “The Arrival of the Karaites (Karaims) to Poland and Lithuania: A Survey of Sources and Critical Analysis of Existing Theories”, Archivum Eurasiae Medii Aevi, op. cit., pp. 29-45.

dei Caraiti come gruppo religioso, sui loro diversi insediamenti territoriali, sulle loro forme di culto e, come vedremo, l’argomento che trattiamo qui non si è sottratto alla polemica. Infatti, l’esistenza dei Caraiti come minoranza nei territori della Confederazione polacco- lituana rappresenta un tema controverso, che è stato oggetto di diversi studi. Alcune tradizioni caraite fanno risalire l’arrivo di questo gruppo religioso in Lituania all’XI-XIII secolo, mentre la recente ricerca accademica avvalora la tesi dell’arrivo dei Caraiti agli ultimi anni del XIV secolo, quando il paese era governato dal granduca Vitoldo. Per quanto riguarda il territorio polacco, un’altra tradizione associa l’arrivo dei Caraiti al regno di Casimiro il Grande (1333-1370). Il decreto reale del 1356 menziona, infatti, la presenza di un gruppo di Ebrei, tra cui diversi mercanti caraiti provenienti dalla Crimea e dalle regioni dell’Orda d’Oro540. Nel corso del XIX e del XX secolo, la stessa storiografia caraita non trova accordo sul primo stanziamento avvenuto nei territori europei. Gli storici hanno mutato versione collegandola di volta in volta a diverse personalità e verosimilmente secondo il bisogno politico al quale erano legati come minoranza. Le difficoltà correlate alla mancanza di fonti primarie medievali sono state così aggravate dalla possibile manipolazione documentaria. Data questa premessa, per l’analisi che si condurrà in queste pagine si limiterà la discussione sulla base delle ricerche che hanno ricevuto maggior credito in ambito scientifico e accademico, ma non senza aver prima presentato alcuni cenni esplicativi sulle teorie maggiormente criticate.

La discussione sull’origine dei primi insediamenti è collegata alla provenienza di questi gruppi, che a sua volta comprende l’estrazione culturale e religiosa dei Caraiti. Le forme dell’identità ebraica dei Caraiti, come vedremo, sono state oggetto di vivaci discussioni: l’ebraicità dei Caraiti è stata più volte messa in discussione. Per comprendere la portata del dibattito e l’influenza esercitata dal processo di ‘degiudeizzazione’ nelle trattazioni sull’argomento si proporranno due esempi541. In termini temporali, le due

540 Vd. M. Kizilov, The Karaites of Galicia, op. cit., p. 39.

541 Sull’argomento vd. l’ottimo lavoro di R. Freud, Karaites and Dejudaization: A Historical Review of an

Endogenous and Exogenous Paradigm, Stockholm, Coronet Books 1991. R. Freud fu il primo studioso a utilizzare il termine ‘degiudeizzazione’ per parlare del complesso processo multiforme che ha investito la storia dei Caraiti soprattutto nel XX sec. Vd. anche M. Kizilov, “Social Adaptation and Manipulation of Self-Identity: Karaites in Eastern Europe in Modern Times”, in D. Shapira, D. J. Lasker (eds.), Eastern European Karaites in the Last Generations, Jerusalem, Ben Zvi Institute 2011, pp. 130-153.

posizioni che si riporteranno qui collegavano rispettivamente il più antico insediamento all’XI-XIII secolo, sostenendo una discendenza diretta dei Caraiti dai popoli Khazari; mentre l’altra propone il XIV secolo, collegandola al Granduca lituano Vitoldo. Quest’ultima raccoglie maggiore credito nel dibattito accademico - con sostanziali differenze argomentative - e sembra essere l’ipotesi più verosimile. Il tenace sostenitore della prima ipotesi è il caraita polacco Szymon Szyszman (1909-1993), il quale sostiene l’origine turca dei Caraiti che si sono insediati nell’europa orientale, descrivendoli come diretti discendenti dei Cazari e dei Cumani542. Le sue ricerche sono state pubblicate nei lavori dedicati ai Caraiti nel 1980 e nel 1989, rispettivamente intitolati Le Karaïsme: ses doctrines et son histoire543 e Les Karaїtes d’Europe544. In quest’ultimo, specificatamente dedicato ai Caraiti dell’Europa orientale, Szyszman sostiene che la popolazione caraita si sarebbe insediata nei territori lituani tra l’XI e il XIII secolo, mentre i caraiti del XIV secolo rappresenterebbero solo l’ultima ondata migratoria. La sua posizione tende a screditare l’importanza del contributo di Vitoldo, considerato essenzialmente un semplice promotore dell’insediamento avvenuto durante il suo regno. I due lavori principali di Szyszman, quindi le teorie e la metologia contenute, sono stati ampiamente criticati. I suoi studi sono stati screditati sulla base delle ultime ricerche accademiche, a causa delle inesattezze storiche e dell’imparzialità dei contenuti545. Per quanto riguarda la seconda teoria, è lo studioso caraita polacco Ananiasz Zajączkowski (1903-1970) a protendere verso l’ipotesi di un sostanziale stanziamento caraita durante il regno di Vitoldo, alla fine del XIV secolo546. È necessario aggiungere che anche le sue affermazioni sui Caraiti sono state recentemente oggetto di critiche, soprattutto per l’indagine condotta sull’etnogenesi turca di questa popolazione547. Lo studio di

542 Vd. S. Szyszman, Les Karaїtes d’Europe, Uppsala, Almqvist & Wiksell International 1989, pp. 36-54, in

particolare pp. 38-43. Lo studio è stato originariamente pubblicato in Acta Universitatis Upsaliensis. Studia Multiethnica Upsaliensia 7/(1989)

543 S. Szyszman, Le Karaïsme: ses doctrines et son histoire, Lausanne, L’Age d’Homme 1980. 544 S. Szyszman, Les Karaїtes d’Europe, op. cit.

545 Per un profilo biografico di S. Szyszman, un’analisi sulla sua produzione scientifica e la sua ricezione vd.

lo studio condotto da M. Kizilov, The sons of Scripture, op. cit., pp. 416-433

546 A. Zajączkowski, Karaism in Poland: History, Language, Folklore, Science, Warsaw, Państwowe

Wydawnictwo Naukowe 1961, pp. 64-66.

547 Anche qui, per un profilo biografico di A. Zajączkowski, un’analisi sulla sua produzione scientifica e la sua

Zajączkowski sui Caraiti in Polonia, intitolato Karaism in Poland: History. Language.

Folklore. Science, è stato pubblicato in inglese nel 1961 e la sua fortuna è stata notevole. Le

sue ricerche si basano sui risultati provenienti da indagini linguistiche, etnografiche e antropologiche, le quali accerterebbero una discendenza khazara dei Caraiti polacchi. I risultati delle analisi condotte sui ceppi linguistici dei Khazari e dei Comani rappresenterebbero la prova più importante della loro etnogenesi548, e lo studio della cultura

materiale, dei tratti confessionali, delle pratiche religiose e del folclore rafforzerebbero questa teoria549. Secondo l’ipotesi di Zajączkowski, i Caraiti rappresenterebbero una popolazione che si è caratterizzata nell’area delle steppe del sud-est russo, precisamente nell’antico regno dei Khazari550. Dopo essersi staccati dal più ampio alveo dell’Ebraismo nell’VIII secolo, i Caraiti avrebbero conservato alcune pratiche religiose ebraiche e, nel contempo, assimilato importanti tradizioni provenienti dalle credenze dei popoli con cui venivano a contatto o che li ospitavano. Il risultato di queste commistioni ha fatto sì, per citare un esempio, che i Caraiti accettassero Allah e Gesù di Nazareth come profeti551. Dall’indagine condotta da Zajączkowski è evidente come l’eredità turca dei Caraiti sia difesa con maggior impeto a scapito di quella ebraica. Le critiche mosse allo studioso partono da questa impostazione previlegiata che accoglie come caratteristiche predominanti dei Caraiti quelle vicine alle popolazioni turche, khazare e musulmane, ponendo in secondo piano le connotazioni ebraiche originarie552.

Nonostante il processo di ‘degiudeizzazione’ che li ha visti protagonisti a partire dalla metà del XIX secolo fino a raggiungere l’acme nella prima metà del XX secolo553, i Caraiti sono stati considerati Ebrei a tutti gli effetti nel XIV secolo nei territori polacco-lituani. Dai documenti ufficiali della Confederazione polacco-lituana coevi è possibile costatare che i Caraiti erano considerati una minoranza ebraica che viveva accanto alla maggioranza ashkenazita rabbanita. Essi erano parte integrante della più ampia comunità ebraica ed erano riconosciuti in questa maniera dal potere governativo, dagli altri gruppi religiosi cristiani e

548 A. Zajączkowski, Karaism in Poland, op. cit., pp. 37-48. 549 Ibidem, pp. 49-63.

550 Ibidem, pp. 12-13; 38-43. 551 Ibidem, p. 26.

552 Vd. M. Kizilov, The Sons of Scripture, op. cit. pp. 405-406. 553 Vd. Ibidem, pp. 96 ss.

non cristiani esistenti, dai Rabbaniti e dai loro stessi membri554. Possiamo dire, con le parole dello studioso F. Astren, che “the status of being a minority whitin a minority was to be the fate relegated to Karaism”555.