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Capitolo 2. La figura di Gesù nella Sifrut ha-vikkuaḥ medievale

2.1.8. Kelimat ha-Goyim

Il Kelimat ha-Goyim (reso in italiano con ‘La vergogna dei Gentili’ o anche con ‘Il rimprovero dei Gentili’) è un testo polemico redatto da Profiyat Dur‘an (c. 1350 – c. 1415)335 nel 1396-7 in Spagna, sotto invito del filosofo e halackista Rabbi Hasdai Crescas

332 Ibidem, f. 159r

333 Ibidem, f. 159r

334 Il testo recita: הז לע םכתעדל םידוהיה ושנענ המל (perché gli Ebrei sarebbero stati puniti per questo, secondo la

tua opinione?), Ibidem, f. 159r.

335 Le notizie biografiche sull’autore sono scarse, ma uno studio sulla sua vita e sulle sue opere, tra cui si

annovera una famosa grammatica (Ma’aseh Efod), si trova in: F. Talmage, “The Polemical Writings of Profiat Duran”, in Immanuel 13/(1981), pp. 69-85. Vd. anche C. Del Valle, “La impugnación del cristianismo desde la perspectiva del Jesús histórico en la obra de Profiat Duran (s. XIV–XV)”, Ibéria Judaica 2/(2010), pp. 146-

(1340 – c. 1411), come si legge alla fine della dedica del libro336. Abbiamo avuto più volte modo di ricordare come gli ultimi anni del XIV secolo abbiano rappresentato per gli Ebrei spagnoli un periodo di scontri con il mondo della maggioranza cristiana e dei ‘nuovi Cristiani’337. L’occasione per redigere il trattato in oggetto è stata proprio quella di combattere le pretese dei Conversos ed evitare che l’apostasia ebraica si potesse diffondere maggiormente. Le vicende biografiche dell’autore ci possono aiutare nella comprensione del contesto in cui è stata redatta l’opera. Infatti, Profiyat Dur‘an, il cui vero nome è Yiṣḥaq ben Moše ha-Levy338, fu battezzato intorno al 1391, ma probabilmente rimase legato alla sua fede ebraica originaria339. Egli compose altri scritti polemici, come per esempio il Teshuvot

be’Anshei Awen (Risposte per gli uomini malvagi/empi)340 e, in forma epistolare, il Al-tehi

151, in cui l’autore propone schede descrittive delle opere grammaticali, esegetiche, storiche, scientifiche, filosofiche e polemiche.

336 F. Talmage, The Polemical Writings of Profiat Duran, op. cit., p. 3. 337 Vd. Supra.

338 È conosciuto anche sotto il nom de plume di ‘Efod’ (ד׳׳פא). L’origine di questo nome è dibattuta. H. Trautner-

Kromann crede sia un possibile acronimo di ‘En Profiyat Dur‘an’, dove ‘en’ sta per ‘signore’ in catalano, o di ‘ןארוד טייפורפ ינא’ (Io sono Profiyat Dur‘an). Vd. H. Trautner-Kromann, Shield and Sword, op. cit, p. 155; mentre N. Roth sostiene che it probably is to be explained by the Talmudic statement “the efod [priestly breastplate] atones for the error of idolatry” (Araqin 16b, Cfr. Zevahim 88b, Lev. R. 10.6, Song of Songs R. 4.4, and Bahya b Asher on Exodus 28.4); i.e., he sought atonement for his own conversion and for other in his generation, N. Roth, Conversos, op. cit., pp. 192-193.

339 W. Emery sostiene che Profiyat Dur‘an, dopo il battesimo, abbia vissuto pubblicamente come Cristiano,

sotto il nome di Honoratus de Bonafide. Vd. R.W. Emery, “New Light on Profyat Duran the Efodi,” Jewish Quarterly Review, 58/(1967-68), pp. 328-337; Cfr. anche: M. Kozodoy, The Secret Faith of Maestre Honoratus Profayt Duran and Jewish Identity in Late Medieval Iberia, Philadelphia, University of Pennsylvania Press 2015; Y. Israeli, “Constructing and Undermining Converso Jewishness: Profiat Duran and Pablo de Santa Maria”, in I. Katznelson, M. Rubin (eds.), Religious Conversion. History, Experience and Meaning, Burlington, Ashgate 2014, pp. 185-215. F. Talmage sostiene che, dopo il battesimo, Profiyat Dur‘an sia tornato Ebreo. Vd. F. Talmage, “The Polemical Writings of Profiat Duran”, in Immanuel, op. cit., p. 72.

340 Vd. J. Niclòs Albarracìn, C. del Valle, Profiat Durán: Cinco Cuestiones debatidas de Polémica, Madrid,

Aben Ezra Ediciones 1999. I destinatari di questa opera sono rappresentati dalla comunità ebraica di Profiyat Dur‘an, affinché si possano difendere dall’assalto dei convertiti. Le cinque tešuvot riguardano: (1) le promesse della Torah riservate al popolo ebraico, le quali sono spirituali e non solo materiali o carnali; (2, 3, 4) il rifiuto dell’interpretazione cristiana di porzioni della Bibbia ebraica (Salmo 72, 17; Isaia; Salmo 110, (5) il rifiuto dell’interpretazione cristiana dei miracoli di Gesù come segno di divinità. I miracoli non sono un segno di

ka-avoteka341. Il primo titolo è in allusione al versetto biblico di Giobbe 34, 36 (“perché le sue risposte sono come quelle degli uomini malvagi”); mentre il secondo è una citazione tratta da Zaccaria 1, 4 (“Non siate come i vostri padri”). Qui, l’autore, con un tono fortemente satirico, si finge un cristiano e discute con il suo interlocutore, consigliandogli di convertirsi alla fede in Gesù, e quindi di voltare le spalle ai suoi antenati, ai padri ebrei. H. Graetz ci informa del fatto che l’opera Al-tehi ka-avoteka fu scambiata per un’apologia del Cristianesimo, a causa della finzione letteraria utilizzata dell’autore342. L’occasione per redigere questa lettera è da rintracciare nella conversione dell’amico di vecchia data di Profiyat Dur‘an, ossia David Bonet Bonjorn, che si avvicina al Cristianesimo negli stessi anni dell’autore. È probabile che entrambi volessero tornare a professare la fede originaria, ma David Bonet cambiò nuovamente idea e, persuaso dal già menzionato Pablo de Santa Maria, rimase cristiano. Per questo motivo Profiyat Dur‘an compose Al-tehi ka-avoteka343.

In questo testo sono affrontati alcuni articoli di fede cristiani reputati incompatibili con la ragione umana: la credenza trinitaria, la deificazione dell’uomo, il concetto di peccato originale e della transustanziazione344. I problemi testuali o storici del Nuovo Testamento non trovano molto spazio nell’opera Al-tehi ka-avoteka. La lettera si conclude con delle riflessioni sulla situazione coeva degli Ebrei, mentre le tesi centrali dello scritto sono di carattere filosofico345.

Il caso è diverso per il libro di Kelimat ha-Goyim, in cui si trova una sistematica discussione delle dottrine cristiane, del Nuovo Testamento e delle citazioni bibliche che vi

divinità ma considerati alla stregua di quelli fatti da profeti (Mosè, Elia, Elisha). Per una descrizione delle tešuvot vd. Ibidem, pp. 17-24.

341 B. Netanyahu sostiene che i lavori di Profiyat Dur‘an rappresentino un nuovo approccio polemico, poiché

si rivolgono a nuovi destinatari (Conversos), analizzando i testi del Cristianesimo, quindi “it passed from the defensive to the offensive”. Vd. B. Netanyahu, The Marranos of Spain, op. cit., pp. 80-94, la citazione proviene da p. 81.

342 La notizia è riportata in H. Trautner-Kromann, Shield and Sword, op. cit, p. 157. 343 Vd. N. Roth, Conversos, op.cit., pp. 193-194.

344 Per gli argomenti polemico-filosofici rimando al lavoro di D. J. Lasker, Jewish Philosophical Polemics, op.

cit., pp. 47, 90-92 (vs. Trinità); p. 118 (vs. Incarnazione); pp. 138-145; 146-150 (vs. Transustanziazione); p. 155 (vs. Nascita verginale).

345 Per un’introduzione gererale e agile al testo di Al-tehi ka-avoteka vd. H. Trautner-Kromann, Shield and

si ritrovano346. Per comprendere appieno la produzione letteraria di Profiyat Dur‘an è

necessario tenere presente la situazione delle persecuzioni rivolte agli Ebrei nella Spagna del XIV secolo e la questione dei Marranos347. Come è stato accennato sopra, il trattato di

Kelimat ha-Goyim è stato composto sotto sollecitazione di Rabbi Hasdai Crescas, il quale

scrisse egli stesso un trattato polemico dal titolo Bittul iqqare ha-Nosrim (‘Refutazione dei principi cristiani’) alla fine del XIV secolo348. Il numero sempre maggiore di convertiti e la

situazione degli Ebrei spagnoli sembra aver sollecitato entrambi gli autori e la loro volontà di scongiurare i pericoli provenienti da una crisi sempre più diffusa. Profiyat Dur‘an ci parla esplicitamente degli ‘apostati’ (םיצרפתמה), letteralmente ‘gli allontanati’349, che rappresentano una della sue preoccupazioni, come è indicato nella sua stessa introduzione:

ךופשל ,הצע ריתסל םיקימעמהו םיצרפתמה וברו דרפסב רשא םילשורי תולג לע הכופשה המיחהו הערה ימי תיאר הרותה תמוח לע הללוס הצורפו הרוצנ ריעכ השקימב הנולמכ התוא תתל , תיהולאה

350

.

Hai visto i giorni della malvagità e della collera che si sono riversati sull’esilio di Gerusalemme, che è in Spagna e coloro che si sono allontanati (Cfr. 1 Samuele 25, 10) da noi si sono moltiplicati (scil. gli apostati), coloro che nascondono profondamente i loro piani (Cfr. Isaia 29, 15), per innalzare terrapieni (Cfr. Ezechiele 21, 27) contro il muro della Torah divina, permettendo che essa sia come una capanna in un campo di cocomeri, come una città assediata (Cfr. Isaia 1, 8) e violata.

346 Vd. anche la riflessione di Gershom Scholem in merito alla considerazione di Profiyat Dur‘an sulla dottrina

trinitaria e la Kabbala in G. Scholem, Origins of the Kabbalah, Philadelphia, Jewish Publication Society 1987, p. 354 (ed. or.: Ursprung and Anfage der Kabbala, Berlin, Walter de Gruyter & co. 1962)

347 Vd. Supra. Vd. B. Netanyahu, The Marranos of Spain, op. cit.; Y. Yisraeli, “Constructing and Undermining

Converso Jewishness: Profiat Duran and Pablo de Santa María”, in M. Rubin, I. Katznelson (eds.), Religious Conversion, op. cit., pp. 185-215.

348 Vd. D. J. Lasker, The Refutation of the Christian Principles by Hasdai Crescas, New York, State University

of New York Press 1992. Questo libro è la traduzione inglese dell’edizione ebraica precedentemente preparata da D. J. Lasker e pubblicata a Ramat Gan, Bar-Ilan University 1990.

349 Vd. B. Netanyahu, The Marranos of Spain, op. cit., pp. 90-91, in particolare la nota 18 a p. 90. L’allusione

è a 1Samuele 25, 10. Anche in Ezer ha-Emunah, nell’introduzione, si indicano gli apostati indicati con questo termine. Vd. Supra. Vd. anche il Sefer ha-Berit di Yosef Qimḥi,F. Talmage, Sefer ha-Berit, op. cit., p. 21.

350 F. Talmage, The Polemical Writings of Profiat Duran, op. cit., p. 3. Da qui in poi, questa sarà l’edizione di

Gli apostati e il loro numero crescente sono causa di afflizione per Profiyat Dur‘an. Infatti, egli indirizza la sua opera principalmente agli Ebrei convertiti, i quali espongono la Scrittura ai pericoli dell’interpretazione cristiana con manovre segrete351.

Per quanto riguarda la strategia polemico-argomentativa, l’autore si serve dei testi cristiani come base per contestare le stesse dottrine cristiane. La metodologia storica di Profiyat Dur‘an è stata ispirata da ciò che gli è stato suggerito da Rabbi Hasdai Crescas, come leggiamo nel seguito dell’introduzione:

םאו ,ללכ ךרד לע ויחולש וא וידימלתו המודמה חישמה תנווכמ יל ררבתנש המ לע ךדימעהל ךתוממור ינתלאש המו ,וירחא םיכשמנהו וב םינימאמה לצא ךשמנו םסרפתנש המ יפכ קלחב וא לכב תיהולאה הרותה תסירה ונוויכ ב םירבדמה םתעדו םתנומא ונב דוסי הזיא לעו ,איהה הנומאב םתנווכ התייה המב םהירחא ואב רשא איהה המוא תיהולאה הרותו ל׳׳ז תמאה יאיבנ ירבדמו םהירבדמ ונעטיש 352 .

Tu mi hai chiesto, tua eccellenza, di farti sapere cosa mi è chiaro dell’intenzione del presunto messia, dei suoi seguaci o dei suoi apostoli, in modo generale, se loro intendevano distruggere la Torah divina, totalmente o in parte, stando a ciò che propagano e continuano a sostenere coloro che credono in lui e coloro che li hanno seguiti; quale fu la loro intenzione per quella fede, e su quale fondamento costruirono la loro fede e la loro credenza i teologi (םירבדמה)353 di quel popolo, che vennero dopo di loro, cosa asserirono i loro teologi sulle parole dei profeti di verità e sulla Torah divina.

La confutazione del Cristianesimo parte dalle sue stesse fonti, dai Vangeli e dagli scritti apostolici, per verificare se Gesù e la sua prima comunità abbiano o meno condiviso le credenze adottate dal Cristianesimo successivo354. La strategia retorica e polemica di

Kelimat ha-Goyim mira a contestare l’affermazione dell’avversario tramite le sue stesse

351 Profiyat Dur‘an potrebbe riferirsi qui al gruppo di convertiti capeggiati dal convertito spagnolo Pauli

episcopi Burgensis (già Solomon ha-Levi, c. 1351-1435). Vd. B. Netanyahu, The Marranos of Spain, op. cit., p. 90.

352 F. Talmage, The Polemical Writings of Profiat Duran, op. cit., p. 3

353 F. Talmage specifica che qui ci si riferisce ai teologi. Vd. Ibidem, pag. 3, nota 1.

354 Vd. il saggio di D. J. Lasker in cui l’autore discute sul tema della conoscenza delle scritture cristiane da

parte ebraica: D. J. Lasker, “Jewish Knowledge of Christianity in the Twelfth and Thirteenth Centuries”, in D. Engel, L. H. Schiffman, E. R. Wolfson (eds.), Studies in Medieval Jewish Intellectual and Social History, op. cit., pp. 97-109.

parole. Nello specifico, Profiyat Dur‘an attacca le dottrine cristiane dalle stesse basi su cui esse trovano fondamento. In questi casi, le argomentazioni sono introdotte dalla formula ‘stando alle [stesse] parole dell’oratore’ (רמואה רמאמ יפכ)355, a cui segue l’introduzione del passo contestato. L’importanza del metodo storico di Profiyat Dur‘an è stata giustamente identificata e discussa da molti studiosi356.

Nell’analisi del Cristianesimo, l’autore riconosce la discrepanza tra ciò credevano Gesù e la comunità primitiva e ciò che professava la Chiesa durante il medioevo. Questo argomento appare all’inizio del trattato e dimostra la centralità che ricopre nell’impianto critico e metodologico di Profiyat Dur‘an. Nell’introduzione al primo capitolo si legge:

לא םתגרדמ העיגה אלו דבל םה ועטש יפל םיעוט ארוק ינא ילוטשופא וארקי רשא ויחולשו וידימלתו ירצונה ושי םהירחא םיאבהו .[...] תלוז תא ועטיש ירבדממ םתויה םעש יפל ,םיעטמ םתוא ארוק ינא םיחקיפהו תאזה המואה םתלוז תא תועטהל םתגרדמ העיגה םיעוט 357 .

Gesù il Nazareno, i suoi seguaci e i suoi emissari, che sono chiamati Apostoli, io li chiamo ‘coloro che sbagliano’, dato che loro stessi sbagliarono, ma non cercarono di far sbagliare gli altri […]. Coloro che vennero dopo di loro, i teologi di questo popolo (המואה ירבדמ) e i saggi, io li chiamo ‘coloro che ingannano’, dato che oltre a sbagliare loro stessi cercano di far sbagliare gli altri.

355 Per una discussione su questa strategia polemica rimandiamo all’introduzione di F. Talmage, The Polemical

Writings of Profiat Duran, op. cit., pp. זט-וט, e a J. Cohen, “Profiat Duran’s The Reproach of the Gentiles and the Development of Jewish Anti-Christian Polemic”, in D. Carpi (ed.), Shlomo Simonsohn Jubilee Volume. studies on the history of the Jews in the Middle Ages and Renaissance period, Tel Aviv, Tel Aviv University 1993, pp. 71-84. Cfr. anche: D. J. Lasker, Jewish Philosophical Polemics, op. cit., pp. 5-6 e la nota 35 a p. 175; J. Katz, Exclusiveness and Tolerance, op. cit., p. 111.

356 J. Cohen, “Profiat Duran’s The Reproach of the Gentiles and the Development of Jewish Anti-Christian

Polemic”, in D. Carpi (ed.), Shlomo Simonsohn Jubilee Volume, op. cit., pp. 71-84; C. L. Wilke, “Historicizing Christianity and Profiat Duran’s Kelimat ha-Goyim (1397)”, Medieval Encounters 22/(2016) pp. 140-164; D. Berger, “On the Uses of History in Medieval Jewish Polemic against Christianity: the Search for the Historical Jesus,” in E. Carlebach, J. M. Efron, D.N. Myers (eds.), Jewish History and Jewish Memory, op. cit., pp. 25- 39; C. Del Valle, “La impugnación del cristianismo desde la perspectiva del Jesús histórico en la obra de Profiat Duran (s. XIV–XV)”, Ibéria Judaica, op. cit., pp. 143-176; E. Gutwirth, “History and Apologetics in XVth Century Hispano-Jewish Thought”, Helmantica 35 (1984), pp. 231-242, in particolare pp. 232-238.

Profiyat Dur‘an identifica qui due gruppi di personaggi come appartenenti a due fasi evolutive distinte del Cristianesimo. Il primo gruppo, quello di Gesù e i primi seguaci, è composto da ‘coloro che sbagliano’(םיעוט), mentre il secondo gruppo è formato da ‘coloro che ingannano’(םיעטמ). Entrambi i gruppi commettono errori, ma il secondo merita un ulteriore biasimo, che riguarda il loro tentativo di convincere gli altri fuorviandoli. Gesù è apostrofato come un ‘folle pio’ (הטוש דיסח), così come il Battista358. La colpa di Gesù

riguarda per lo più la sua ignoranza359, come sottolinea l’autore attribuendogli l’epiteto di

‘ignorante/semplice’ (ץראה םע)360.

La trattazione è divisa in dodici capitoli in cui vengono proposte le questioni cruciali della controversia ebraico-cristiana: il primo capitolo tratta della divinità di Gesù; il secondo e il terzo capitolo sono indirizzati rispettivamente alla contestazione della dottrina trinitaria e di quella dell’incarnazione361; il quarto e il quinto valutano il rapporto tra la legge mosaica, Gesù e i Cristiani; il sesto e il settimo si occupano di questioni inerenti i sacramenti della Comunione e del Battesimo; l’ottavo affronta la questione del papato; il nono discute la

358 Ibidem, p. 40: “הטוש דיסח היה אוה םג רשא לבוטה ןנחוי היה הנה”

359 L’ignoranza di Gesù e dei suoi seguaci è stigmatizzata anche in Even Boḥan e nel Keshet u-Magen. Vd. L.

Garshowitz, “Shem Tov ben Isaac Ibn Shaprut’s Gospel of Matthew”, in B. Walfish, The Frank Talmage memorial volume, op. cit., p. 308; P. Murciano, Keshet u-Magen: a Critical Edition, Ph. D. Dissertation, New York, New York University 1975, p. 39: םיגיידו םיירפכ .לארשי ינב יתוחפמ ויה יכ .ויה ץראה ימע יכ ׳ארנ הז לכמו (da tutto questo si vede che erano ‘uomini ignoranti’, venivano dalla classe più bassa del popolo, campagnoli e pescatori). Il Kešet u-Magen (L’arco e lo scudo, Cfr. Salmi 76, 4) è stato composto da Sim‘on ben Ṣemah Dur’an (1361-1444). Il trattato critica principalmente le pretese cristiane sulla superiorità della Nuovo Testamento sulla Torah, sulla dottrina trinitaria, sulla venuta del Messia e sulle profezie bibliche. Per il sommario, vd. Ibidem, pp. xviii-xxv; per una biografia dell’autore vd. Ibidem, pp. i-x, e per l’influenza del Kelimat ha-Goyim sul testo, vd. Ibidem p. xxv. Il Kešet u-Magen comprende una sezione dedicata alla polemica contro l’Islam, vd. Ibidem, pp. xxvi-xlii.

360 Il termine ‘am ha-areṣ’ risale alla letteratura biblica e talmudica, e indica ‘un uomo folle, semplice e

inesperto, uno della massa/popolo incolto che non conosce la Legge’, vd. A. Even-Shoshan, Milon Even Šošan ha-Merukaz, op. cit., p. 724:“ הרות עדוי וניאש ןומהה ןמ דחא ,טוידה ,טושפו רוב םדאל יונכ”. Questa visione è confermata anche da ciò che scrive Dur‘an successivamente, quando si sorprende del fatto che ‘il povero’ Gesù non conosceva neanche la preghiera Šemà Israel: “עדי אל לארשי עמש םג הזה ינעה הנהו”, vd. F. Talmage, The Polemical Writings of Profiat Duran, op. cit., p. 53.

361 Profiyat Dur‘an collega la credenza trinitaria alla Cabbala. A tal rigaurdo rimandiamo al commento di G.

figura di Maria; il decimo porta alla luce i diversi errori che Gesù e i sui seguaci commettono quando impiegano la Scrittura, quindi la loro ignoranza; l’undicesimo commenta alcune questioni calendariali; l’ultimo si concentra sugli errori di Girolamo, chiamato ‘colui che confonde’ (שבשמה).

Per il nostro proposito è interessante considerare alcuni capitoli del Kelimat ha-

Goyim che riportano la riflessione di Profiyat Dur

‘an sulla validità della legge mosaica e

sulla divinità attribuita a Gesù. Nella tabella che segue si fornirà un prospetto dei passaggi evangelici utilizzati nei capitoli di nostro interesse, ossia nel primo, quarto e quinto:

Capitoli Passaggi evangelici Tema generale del capitolo

1 Mt 16, 13-16; 4, 1-11; 21, 18-20; Mc 6, 3; 5; Mt 19, 16-17; Mc 10, 17-18; Mt 4, 3-4; Lc 4, 3-4; Mc 10, 37-40; 45; Mc 11, 13; Gv 5, 30; Lc 2, 42-45; Gv 10, 30; 12, 45; 14, 9-10; 20; Mt 27, 46; Mc 10, 18; Gv 10, 19-36; Lc 1, 28; Gv 1, 12. Divinità di Gesù 4 Mt 5, 17-22; 31-39; 43-44; 23, 2-3; 5, 1-3; 11; Lc 10, 3-7; Mt 10, 5; Mc 7, 25-27; Mt 12, 1-4; Mt 28, 19-20; Mt 24, 15-21; Lc 16, 17; Mc 7, 6-17; Mt 23, 3-5; Mt 28, 19; Mc 16, 15-16; Mt 16, 16. Gesù e la Torah 5 Mt 24, 20; 16, 19; 12, 18-21; Mt 26, 28; Lc 22, 20. I Cristiani e la Torah

2.1.8.1. Gesù e la Legge

Per quanto riguarda la credenza cristiana sull’istituzione della nuova legge, nel testo ci sono due capitoli dedicati specificatamente al rapporto tra Gesù e la legge mosaica e tra quest’ultima e i Cristiani. Il quarto capitolo riguarda l’osservanza della Torah da parte di Gesù e dei suoi primi seguaci, ed è introdotto da un titolo esplicativo:

הובשח ידימלת םגו ,דואמ התוחצנו המויקב הצר לבא תיהולאה הרותה לע קולחל הזב ושי בשח אל םלועמ יכ םהילע התווצ רשא םעל תיחצנ

362

.

Gesù non ha mai pensato di non essere d’accordo con la Torah divina, al contrario: egli desiderava molto la sua sussistenza e la sua eternità. Anche i suoi seguaci la consideravano eterna, [valida] sia per il popolo, sia per loro.

Profiyat Dur‘an inizia asserendo che in nessuno dei quattro vangeli è possibile trovare indizi che dimostrerebbero il contrario di quanto sopra esposto. Il primo vangelo preso in considerazione è quello di Matteo. In particolare, l’autore riporta il lungo discorso di Gesù contenuto in Matteo 5, 17-22, al quale fa precedere la sua idea:

וירופיסב ונממ רכזנש המ יפל ומצע הארהו התוחצנ ןימאה אוה [...] , ביטמל ישימח קרפ רמא .היה הטוש דיסחו וידימלתל רמא ושי יכ ’ , תמאבו .המילשהל םא יכ ריתהל יתאב אל .םיאיבנהו הרותה ריתהל יתאבש ובשחת לא וצמה ןמ דחא ריתיש ימו םכל רמוא ינא ימ םנמא .םיימש תוכלמב ארקיי דמא ןטק םישנאל הז דמלי וא תולקה תו םיימש תוכלמב היהי לודג םישנאל הז דמלי וא םתוא השעיש 363 .

[Gesù] credeva alla sua eternità [scil. della Legge] e lo dimostra egli stesso, in base a ciò che è riportato nelle sue storie [...], lui era un folle pio. Il quinto capitolo di Matteo racconta che Gesù disse ai suoi seguaci: Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per compiere. Perché in verità vi dico: chi avrà trasgredito uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma colui che li metterà in pratica e li insegnerà, sarà chiamato grande nel regno dei cieli (Cfr. Matteo 5, 17-19).

362 F. Talmage, The Polemical Writings of Profiat Duran, op. cit., p. 24. 363 Ibidem.

Profiyat Dur‘an riporta l’intero passaggio fino al ventiduesimo versetto, dove il discorso di Gesù dimostrerebbe il suo rispetto della legge mosaica364. Un’altra prova dell’osservanza di Gesù è fornita dalla raccomandazione che egli fa ai suoi discepoli:

י הויצש ביטמל השולשו םירשע קרפב דוע לע םיבשויה םישורפהו םירפוסה ורמאיש המ לכ ושעיש וידימלתל וש

השמ אסכ

365

.

Inoltre, al capitolo ventitré di Matteo, Gesù ordina ai suoi seguaci di fare tutto ciò che dicono gli Scribi e i Farisei che siedono sul trono di Mosè (Cfr. Matteo 23, 2-3).

Nonostante queste evidenti prove dell’osservanza di Gesù, i Cristiani, ossia ‘coloro che ingannano’ (םיעטמה), sostengono che Gesù permetta la trasgressione dei dettami ebraici e ciò è evidente in due occasioni (Matteo 15, 1-3 e 15, 11; Luca 10, 3-7). Una prima circostanza riguarda il mancato rispetto, da parte dei suoi discepoli, del lavaggio delle mani prima dei pasti, rimproverato dagli Scribi e dai Farisei (Matteo 15, 1-3); mentre un’altra concerne l’asserzione di Gesù sulla presunta liceità di mangiare cibi proibiti, ossia: “ciò che entra nella bocca non contamina l’uomo” (Matteo 15, 11). Per l’autore queste parole non sono una prova della sua trasgressione: l’insegnamento di Gesù riguarda il fatto che gli alimenti non sono intrinsecamente impuri, ma diventano tali per ingiunzione divina ( תולכאמה םב האבש תיהולאה הרהזאה דצמ אלא ואמטי אל)366.

364 Il Kešet u-Magen riporta la stessa sequenza di passi evangelici, aggiungendo anche passaggi dagli Atti degli

Apostoli, per dimostrare l’aderenza di Gesù e dei primi seguaci alla Legge, e scrive: םנושלב םהירבד ונרכז הנה לא םבל ךושמל םיוגה לא התיה תוצמהו הרותה לוע לקהל וידימלת םנמא .ושי תנוכ ואיטחה םה יכ וב םינימאמה דגנכ הפל ונל תויהל

םא יכ ואר יכ הנומאה וליטי

תוישעמה תוצמהו הלימה לוע ןגנכ הרות לוע םהילע םדא ינב ךושמל יכ םהירבדמ ׳אריש המו .[...] מאל

ןכ ושע םתנו . Trad. It.: Ecco, le loro stesse parole sono contro i Cristiani, poiché tradirono l’intenzione di Gesù. In verità, i suoi seguaci, allentarono il giogo della Torah e delle miṣvot per i Gentili, per attrarli verso la loro religione, perché vedevano che gravava su di loro il giogo della Torah, come la circoncisione e le miṣvot pratiche […]. È chiaro dalle loro parole che facevano così per attrarre gli uomini verso la loro religione. Citiamo