• Non ci sono risultati.

Dati elementari necessari per l'individuazione di una unità di attività economica (Uae)

Le unità statistiche di osservazione ed analisi del processo produttivo, l’interpretazione dei regolamenti europei, le motivazioni della

Prospetto 1 Dati elementari necessari per l'individuazione di una unità di attività economica (Uae)

Aggregato Livello di analisi necessario

Produzione

1) destinata direttamente all’esterno dell’impresa Uae

2) destinata ad input di Uael dell’impresa con differente attività economica (a) Uae

3) destinata ad uso finale di Uael dell’impresa con differente attività economica (a) Uae

4) finita a scorte nella stessa Uael Uae

5) destinata ad uso finale della stessa Uael Uae

6) destinata ad input di altre Uael dell’impresa con la stessa attività economica (a) Uael

7) destinata ad uso finale di altre Uael dell’impresa con la stessa attività economica (a) Uae

Consumi intermedi

1) forniti dall’esterno dell’impresa Uae

2) forniti ad altre Uael dell’impresa con differente attività economica (a) Uae

3) derivanti dalle scorte della stessa Uael Uae

4) forniti da altre Uael dell’impresa con la stessa attività economica (a) Uael

Risultato lordo di gestione

1) Tutta la produzione ad esclusione di quella destinata ad input di Uael dell’impresa aventi la

stessa attività economica (a) Uae

2) Tutti i consumi intermedi ad esclusione di quelli derivanti da output di Uael dell’impresa aventi

la stessa attività economica (a) Uae

Investimenti Uae

Occupati Uae

Redditi da lavoro dipendente Uae

(a) A livello di classe Nace

C.1.3 I problemi dati dalla definizione di Uael adottata dal Sec95

Nella sua versione definitiva il Sec95 forza la definizione di Uael, entrando in contraddizione con il regolamento sulle unità statistiche e con il manuale sui conti regionali richiamato nel paragrafo precedente57. In esso, infatti, la disponibilità del set minimo di dati fondamentali non è posta come condizione per l’identificazione della Uae, bensì per l’identificazione della Uael. Con questo viene introdotta un’inutile contraddizione con altri documenti e un elemento di rigidità, che nella realtà dei conti nazionali non ha molto senso. In effetti, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, l’articolazione territoriale delle Uae interessa ai fini delle stime e delle definizioni stesse degli aggregati solo per la parte relativa ai prodotti forniti da una Uael ad un’altra Uael della stessa unità istituzionale per esservi utilizzati come input del suo processo produttivo. Tutto il resto della produzione e dei consumi intermedi e tutti gli altri aggregati a livello nazionale possono essere stimati utilizzando come unità statistiche di riferimento le Uae, senza introdurre alcuna distorsione. Si noti per altro che, da quanto osservato nel paragrafo 1.2 a livello di singola impresa, deriva che

1. per il calcolo corretto del valore aggiunto dell’intero sistema economico, non è necessario conoscere i flussi interni alle unità istituzionali produttrici relativi ad input prodotti all’interno della stessa unità istituzionale: basta conoscere la produzione ed i consumi intermedi delle unità istituzionali nel loro insieme;

2. per il calcolo corretto del valore aggiunto di ciascuna branca di attività economica, è necessario conoscere la produzione uscita da ciascuna Uae di una unità istituzionale per essere utilizzata come input in altra Uae della stessa unità istituzionale: non serve conoscere gli analoghi flussi fra Uael della stessa unità istituzionale aventi identica attività economica. (cioè appartenenti alla stessa Uae).

57 Nelle stesure provvisorie il Sec95 riprendeva fedelmente le definizioni di Uae e di Uael contenute nel regolamento 696/93 (Eurostat

1994 2.106). Nella stesura definitiva il Sec ignora il concetto di Uae e adotta la definizione ufficiale di questa unità statistica per la Uael, sua articolazione territoriale (Eurostat 1996 2.106).

Più estesamente: per avere una corretta articolazione per branca di attività economica degli aggregati della Contabilità nazionale, non è necessario avere dati per Uael se non per una parte della produzione e dei consumi intermedi. Questo, nonostante la definizione di branca di attività economica (data dallo stesso Sec) come l’insieme delle Uael che esercitano la stessa attività economica.58

In definitiva, se gli aggregati economici a livello nazionale possono essere calcolati in massima parte correttamente in base a dati per Uae non ha molto senso porre un elemento di rigidità, pretendendo che per avere una corretta analisi per branca di attività economica è necessario avere un set di dati fondamentali a livello di Uael.

Le definizioni di Uael e di branca di attività economica come quelle date nel Sec, se interpretate in modo rigido, rendono praticamente inutile e inutilizzabile un patrimonio informativo anche vasto e, sostanzialmente, impongono una rappresentazione del sistema economico prevalentemente basata sulle attività principali delle imprese, cioè una rappresentazione possibile anche in base a dati amministrativi e/o fiscali (che solitamente fanno riferimento ad un solo codice di attività economica per unità di schedario). Gli unici elementi di differenziazione fra la rappresentazione basata su dati originati da rilevazione statistica e la rappresentazione basata su dati amministrativi e/o fiscali, per la porzione di universo coperta contemporaneamente dalle varie fonti, risiederebbero solo nell’eventuale diversità del concetto di attività principale adottato59 e nell’effetto prodotto sui dati statistici dalle poche unità produttrici disarticolabili in Uael grazie alla disponibilità diretta e completa del set di dati fondamentali. Gli elementi di differenziazione sarebbero, per la verità, ridotti a ben poca cosa poiché è presumibile che le unità istituzionali disarticolabili in Uael siano in numero assai limitato: è molto probabile che parecchie non dispongano di una contabilità così specifica e completa o che, pur disponendone, non collaborino correttamente alle indagini statistiche, per l’onerosità che una tale attività comporterebbe. Al più esse si limiterebbero a fornire solo dati complessivi riferiti all’impresa nel suo insieme.

Un’interpretazione strettamente ragionieristica delle definizioni di Uael e di branca che comporti una visione altrettanto ragionieristica della Contabilità nazionale come assemblaggio di dati elementari è portatrice di notevoli inconvenienti. Innanzitutto espone le stime degli aggregati alla mutevole disponibilità delle imprese a collaborare correttamente alle indagini. La distribuzione per branca di attività economica di taluni aggregati o addirittura i livelli assoluti della produzione e dei consumi intermedi, se (ipoteticamente) rilevati entrambi per le varie componenti di flusso così come individuate nel prospetto 1, finirebbero per dipendere direttamente dalla possibilità che talune imprese plurifunzionali e plurilocalizzate risultino in tempi diversi strutturate differentemente a seconda della maggiore o minore attenzione ed accuratezza da esse poste nel rispondere alle indagini statistiche. La rappresentazione della realtà produttiva del paese che ne deriva è indubbiamente più approssimativa, non solo per effetto di queste false e fluttuanti trasformazioni strutturali, ma anche in dipendenza del fatto che, come già argomentato, si tratta di una rappresentazione basata quasi unicamente sulle attività principali delle imprese. Inoltre, da un lato gli scorpori di rami d’impresa con la creazione di nuove imprese, dall’altro le fusioni d’imprese porterebbero alla contrazione improvvisa di branche e, per opposto, alla espansione improvvisa di altre, anche se nella realtà produttiva nulla sia effettivamente cambiato.

Dal punto di vista dei conti territoriali, infine, una costruzione basata sulle attività principali delle imprese è ancor più fuorviante: basti pensare che alla provincia A, ad esempio, potrebbero essere attribuiti dati economici riferiti all’attività principale di un’impresa avente sede nella provincia B e presente nella provincia A con una Ul che fa tutt’altra attività. Né, d’altro canto, sarebbe ipotizzabile correggere il dato nella provincia A attribuendolo all’attività della Ul, perché questo renderebbe incoerenti i dati territoriali con i dati nazionali di branca di attività economica, costituenti il vincolo di riferimento.

58Eurostat (1996) 2.108.

59 Per il Sec95 l’attività principale è quella che produce la quota maggiore del valore aggiunto complessivo dell’impresa (Eurostat 1996,

par. 2.104). Per le fonti fiscali e/o amministrative, per lo più interessate ad una sola codifica, il criterio d’individuazione dell’attività dell’impresa può essere diverso e non conducente agli stessi risultati. Esso può, ad esempio, basarsi sulla maggior quota di dipendenti, sul contratto collettivo di lavoro adottato, o addirittura sulla semplice dichiarazione autonoma dell’impresa, del tutto svincolata dall’aderenza ad un qualche criterio oggettivo, ma dettata da considerazioni soggettive di comodo (sgravi fiscali o contributivi, ecc.).

C.1.4 Il regolamento 58/97 sulle statistiche strutturali delle imprese: una possibile

chiarificazione

Il Regolamento 58/97 costituisce la base normativa per la creazione di un supporto informativo armonizzato a livello europeo per l’analisi della struttura, dell’attività, del rendimento e della competitività delle imprese della Comunità, nonché per la valutazione degli aggregati macroeconomici.

In esso viene affermato il principio che “affinché l’Uae possa essere oggetto di osservazione, l’impresa deve disporre di un sistema di informazioni che consenta di fornire o di calcolare per ogni Uae quantomeno il valore della produzione, dei consumi intermedi, del costo del personale e del risultato di gestione nonché dell’occupazione e degli investimenti fissi lordi”; è poi detto esplicitamente che “l’impresa e l’Uae coincidono quando un’impresa si trova nell’impossibilità di fornire o di calcolare le informazioni relative a tutte le variabili succitate per una o più suddivisioni operative”60. Il Regolamento sembra dare una risposta ai dubbi esposti nel paragrafo 1.2: esso attribuisce un soggetto inequivocabile al verbo “calcolare” presente nella definizione ufficiale di Uae. Questo è l’impresa, la qual cosa farebbe pensare che l’interpretazione restrittiva di tale definizione sia quella corretta. Nello stesso regolamento però ci sono altri elementi rilevanti che fanno dubitare della correttezza di tale conclusione:

1. la richiesta di solo alcuni dei dati indicati come necessari per l’identificazione di una Uae; 2. il richiamo nei considerata, cioè nelle motivazioni stesse del Regolamento, dell'esigenza di

“fonti statistiche comparabili, complete ed attendibili” per “la compilazione dei conti nazionali e regionali secondo il Sec”61.

Rispetto al primo punto si osserva che a livello di Uae non sono richiesti né il risultato lordo di gestione né i consumi intermedi, entrambi, invece, fondamentali per definizione nell’individuazione della Uae. La mancanza d’informazione sui costi intermedi è quella più grave poiché, rendendo impossibile la valutazione del valore aggiunto, rende impossibile la valutazione del risultato di gestione della singola Uae sia pure attraverso un semplice calcolo diretto. Per contro, viene richiesto il fatturato, cioè un dato non fondamentale per la suddetta individuazione. Stando così le cose, è evidente che, se ciò che è rilevato presso la singola impresa sulle sue differenti attività economiche è “solo” ciò che richiede il Regolamento in esame, non c’è alcun riscontro oggettivo dal punto di vista degli Istituti di Statistica per l’individuazione delle Uae, ma è semplicemente la singola impresa che ne “stabilisce soggettivamente l’esistenza”: non essendo essa sollecitata a fornire tutti gli elementi contabili fondanti, rimane solo lei a conoscenza del fatto che li possiede tutti nel suo sistema d’informazioni. Gli Istituti di statistica non dispongono degli elementi per l’individuazione corretta delle Uae, ma possono solo presupporne l'esistenza secondo le definizioni, avendo le imprese fornito alcuni elementi riguardanti distinte “linee di produzione”.

Se queste considerazioni vengono associate al richiamo al Sec presente nei considerata e al fatto fondamentale che il regolamento non prevede affatto dati a livello di Uael, traspare dal regolamento stesso un’implicita attribuzione agli statistici di una funzione di stima degli elementi mancanti e non di semplici assemblatori di dati rilevati in modo diretto. Se infatti la base informativa di cui si dispone per la Contabilità nazionale e regionale consiste solo in ciò che è rilevato in relazione al Regolamento suddetto, se agli statistici non è attribuita una funzione di stima degli elementi mancanti e se si ammette che sia comunque “concesso” partire dal livello della Uae e non della Uael, nella costruzione degli aggregati della Contabilità nazionale, non sarebbe comunque possibile stimare altrimenti che per attività principale d’impresa i consumi intermedi e di conseguenza il valore aggiunto. In tal caso bisognerebbe interrogarsi comunque sull’utilità/opportunità di stimare gli altri aggregati della Contabilità nazionale secondo analisi più fini (per Uae), ma più in generale sul senso stesso del Sec.

In definitiva è evidente una mancanza di coerenza fra i vari Regolamenti (Unità Statistiche, Sec e Statistiche strutturali sulle imprese). Il senso dell’insieme può essere recuperato o attraverso un elemento esogeno, cioè dalla scelta autonoma del singolo Istituto nazionale di statistica di rilevare tutti i “dati fondamentali” per la singola Uael, o, per contro, facendo salva la coerenza interna ai tre regolamenti attraverso un’interpretazione molto ampia delle definizioni di Uae e di Uael date dal Sec: sono le imprese che “stabiliscono autonomamente” se esistono o no tali unità al loro interno, in base alla capacità dei loro sistemi informativi, ma sono gli statistici che, comunque, operano stime sulla base di ciò di cui dispongono, nel

60Commissione delle Comunità europee (1997), Considerata n.16

presupposto che, avendo fornito le imprese alcuni elementi indicativi, l’esistenza di tali unità statistiche sia implicitamente verificata.

C.1.5 Le scelte della Contabilità nazionale italiana sulle definizioni delle unità

statistiche e la costruzione della matrice della produzione

Al criterio sopra definito si è conformato il comportamento dell’Istat in occasione della introduzione del Sec95 avvenuta nel 2000. Nella revisione conclusa nel 2005 è stato mantenuto lo stesso approccio.

I dati di base utili alla individuazione delle Uael sono stati ricavati dal Censimento dell’industria e dei servizi (Cis) del 1991 nel primo caso e del 2001 nel secondo. La rilevazione censuaria, infatti, in entrambi gli anni ha colto gli addetti presenti in ciascuna Ul secondo le diverse attività economiche cui sono adibiti, distinguendo fra la principale, le secondarie e le ausiliarie (attività di servizi interni all’impresa, necessarie per lo svolgimento delle attività produttive principali e secondarie).

Dallo stesso approccio concettuale alle definizioni di Uael, e operativo per la loro identificazione attraverso i dati di occupazione, sono scaturiti due approcci differenti alla costruzione della Contabilità nazionale e al bilanciamento delle stime degli aggregati della domanda e dell’offerta.

La Contabilità nazionale costruita a partire dal benchmark dell’occupazione riferito al 1991 rifletteva più un approccio per Upo, grazie al fatto che il Cis prevedeva per ogni Ul una classificazione dei suoi occupati molto fine: il dettaglio poteva essere spinto fino a quattro attività economiche (di cui una per quantificare il numero di addetti adibiti alla vendita diretta) con riferimento alle 874 categorie della classificazione italiana, più un’analisi in 8 tipologie delle attività ausiliarie. Nel caso del 1991, quindi, si ritenne che un simile dettaglio consentisse di costruire un’occupazione assai prossima al concetto di Upol, il che portava ad una matrice della produzione di tipo perfettamente diagonale, fatti salvi pochi trasferimenti di prodotto.

Nell’esercizio del benchmark del 2001 l’informazione derivabile dal Cis era meno fine: il dettaglio poteva essere spinto fino a tre attività economiche (di cui una per quantificare il numero di addetti adibiti alla vendita diretta) con riferimento alle 512 classi della classificazione Nace-Rev1, più un solo dato aggregato per gli addetti alle attività ausiliarie. D’altro canto, l’affinamento della rilevazione annuale sulla produzione industriale e dei questionari delle rilevazioni sui dati di bilancio delle imprese (Sci e Pmi), fanno comunque ritenere che l’attuale ricostruzione delle branche di produzione omogenea sia molto più raffinata che non in passato.

Appendice D:

Il raccordo tra le classificazioni e le elaborazioni sulla rilevazione