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Il raccordo tra le classificazioni e le elaborazioni sulla rilevazione Prodcom

D.1 Il raccordo tra le classificazioni

Una delle più grosse innovazioni metodologiche del benchmark 2000, è stato il passaggio da un sistema input-output, basato su una tavola intersettoriale simmetrica, a un sistema Supply and Use (Sut), che si compone di due tavole, non più simmetriche: una dove sono riportate le risorse di beni e servizi per prodotto e tipo di fornitore (tavola Supply), e un’altra che descrive gli impieghi di tali beni e servizi, distinguendo tra impieghi intermedi e finali (tavola Use).

Il nuovo schema contabile passa quindi da un’analisi per branca di produzione omogenea, che permetteva di costruire direttamente e bilanciare una tavola simmetrica input-output, a un’analisi per branca di attività economica, che per permettere il bilanciamento delle risorse e degli impieghi per ciascun prodotto, richiede l’utilizzo delle suddette tavole.

Nella tavola Supply, la produzione interna è rappresentata, per la prima volta, in forma matriciale, cioè per ogni branca di attività economica vi è un dettaglio di prodotti in cui è scomposta la produzione totale di tale branca; con il medesimo dettaglio per prodotto sono rappresentate le importazioni dal resto del mondo.

La tavola Use presenta, sempre per lo stesso dettaglio di prodotti, gli impieghi intermedi e finali, gli impieghi cioè per ciascuna branca di attività economica e per ciascun utilizzatore finale (esportazioni, spesa per consumi finali, investimenti lordi).

Quanto detto sinora, spiega la necessità di disporre preliminarmente di un’unica classificazione (lista) di prodotti adatta sia per la produzione interna che per la produzione importata ed esportata, e a cui si possano ricondurre tutti i quadri contabili che formano il nuovo sistema input-output: dalla matrice della produzione alla matrice degli impieghi interni e d’importazione, come anche per le matrici dei margini distributivi e delle imposte nette.

Tale classificazione (lista) unica è indispensabile anche per il calcolo della disponibilità di beni per destinazione economica, che concorre a formare interamente le stime della domanda.

Si è dunque provveduto alla costruzione di un quadro di raccordo tra le seguenti classificazioni:

1. la classificazione a 6 cifre dei prodotti Cpa, che è la classificazione dei prodotti armonizzata a livello comunitario, indicata dal Sec95 per la classificazione dei prodotti nella costruzione delle Sut;

2. la classificazione italiana delle attività economiche nella versione del 1991 (Ateco91), a livello di codici a 4 cifre (classi), che recepisce la classificazione europea Nace-Rev.1;

3. la Nomenclatura combinata (Nc), che è la classificazione economica delle merci, adottata nelle rilevazioni del commercio estero dei paesi dell’Ue, e che è costituita da raggruppamenti di merci in circa 10.000 posizioni in codici a 8 cifre.

Si sottolinea che la classificazione Cpa ha una stretta connessione con la Nace, dato che le prime quattro cifre del codice Cpa corrispondono alle classi della Nace. La Cpa è dunque la specificazione dei prodotti delle singole attività economiche.

Ogni codice prodotto è stato infine ricondotto a una delle 101 branche per le quali sono stimate le tavole e tutti gli aggregati di Contabilità nazionale.

L’Ateco a cui si fa riferimento non è quella aggiornata del 2002 (Ateco02), versione italiana della Nace-Rev.1.1, perchè tutte le indagini dell’Istat fino al 2001, sono state condotte con riferimento alla Ateco91 e la stessa rilevazione annuale sulla produzione industriale (Prodcom), alla base della costruzione delle matrici della produzione, fino al 2002 è stata condotta con riferimento a tale classificazione.

Il lavoro di collegamento fra le varie classificazioni è stato quindi completato con l’elaborazione di una matrice di raccordo tra Ateco91 e Ateco02, così da permettere la connessione temporale fra le varie edizioni delle indagini Istat, utilizzate nella costruzione dei conti nazionali.

L’indagine comunitaria sulla produzione industriale basata sul regolamento Prodcom, che rileva la produzione dei prodotti industriali secondo una specifica codifica europea a 8 cifre (le prime 4 delle quali corrispondono alle classi Ateco), è, come detto, alla base della costruzione delle matrici della produzione, dal momento che riporta l’analisi per prodotto dell’output dei settori industriali. L’utilizzo di tale indagine, insieme alla nuova matrice delle importazioni, permette inoltre di aggiornare le quote di destinazione economica relative alla produzione interna e importata. La possibilità di stabilire una corrispondenza fra classificazione Prodcom e

classificazione Nomenclatura combinata (Nc) utilizzata, come si è detto, per le statistiche dell’interscambio di merci con l’estero, rende effettuabile, per singola voce di prodotto, una valutazione di massima della dimensione del mercato interno italiano, ottenuta sommando alla produzione interna le importazioni e sottraendo le esportazioni.

Nel lavoro di raccordo, eseguito per l’anno di benchmark 2000, si è quindi partiti dai codici a 8 cifre dei prodotti dell’indagine Prodcom del 2000, ed è stata utilizzata la tavola ufficiale di corrispondenze dell’Eurostat tra i codici della lista Prodcom e quelli della Nomenclatura combinata (Nc) del medesimo anno.

I codici ufficiali Prodcom di Eurostat non risultano tutti rilevati dall’indagine dell’Istat del 2000 poiché, come è logico che sia, non tutti i prodotti della lista europea sono prodotti in quello specifico anno. Il quadro di raccordo è stato, perciò, iniziato partendo da tutti i codici Prodcom ufficiali di Eurostat, che hanno un codice Nc abbinato (non trovano accoppiamento con la Nomenclatura Combinata i servizi di riparazione, installazione e manutenzione), riportati a 6 cifre Cpa, che, come si è detto, è la classificazione di riferimento per il sistema Sut. A questi sono stati aggiunti quelli presenti solo nell’indagine e non nella tavola Eurostat, perché relativi soltanto alla produzione e quindi privi di codice Nc.

Sono state quindi preparate le prime due colonne del quadro, che abbinano codici Cpa e codici Nc; per i codici prodotto non presenti nella tavola Eurostat, non è, ovviamente presente l’abbinamento con la Nc (per questi verrà solo identificata, in una successiva colonna, la corrispondenza con la classe Ateco, ricavata dalle prime quattro cifre dello stesso codice Cpa).

Queste prime due colonne sono state integrate per quanto riguarda i codici Cpa, e la relativa corrispondenza con i codici Nc, dei prodotti dell’agricoltura (esterni al campo di osservazione della rilevazione Prodcom attinente solo alla produzione industriale) e di alcuni prodotti industriali non rilevati comunque dall’indagine. A tal fine è stata utilizzata una precedente tavola di corrispondenze Eurostat, che collega codici Cpa (relativi al 1996 ma invariati fino al 2000) e codici Nc (anno 2000).

Alle prime due colonne del quadro di raccordo ne è stata affiancata una terza, contenente solo le prime quattro cifre del codice prodotto Cpa. Queste dovrebbero indicare le classi Ateco91 sotto le quali ricadono i prodotti, ma in realtà si è verificato che 4 codici Cpa a 4 cifre non trovano una corrispondenza nella classificazione Ateco91. Trattasi, segnatamente, dei codici 0500, 1110, 1710, 1720; di questi, gli ultimi due sono di estrema rilevanza essendo relativi a prodotti delle attività tessili. Per la loro correzione, è stato utilizzato un file di raccordo elaborato dalla Direzione del commercio estero dell’Istat (Coe), dove ad ogni codice della Nc è attribuito un codice Ateco91 a 5 cifre (categorie). Verificata la coerenza tra questi codici Nc e quelli che sono presenti nella seconda colonna del quadro di raccordo in costruzione, in una colonna successiva sono stati inseriti tutti i codici Nc presenti sia in Coe che in Eurostat, più quelli presenti solo in Coe, ma che già esistevano nel precedente accoppiamento tra Cpa96 e Nc2000 (trattasi dei codici di prodotto, di cui si è già detto, che non si trovano nella tavola Eurostat di corrispondenze Prodcom/Nc relativa al 2000).

Ottenuta quindi una colonna completa di codici Nc, ognuno abbinato a un preciso codice Cpa, è stata aggiunta un’altra colonna con i codici Ateco91 a 5 cifre, riportati a 4, abbinati dal Coe dell’Istat a ogni codice Nc. Si è confrontata questa colonna di codici Ateco91 (ufficiali Istat), con la terza colonna del quadro in costruzione, che riporta le prime 4 cifre dei codici Cpa e che, come si è già detto, dovrebbero indicare le classi Ateco91. Si è verificata l’inesattezza di 4 di questi codici Ateco derivati da codici Cpa, come già segnalato in precedenza (i codici sono: 0500, 1110, 1710 e 1720).

Si è quindi deciso, di formare un nuovo blocco di tre colonne in cui nella prima, si è riportato l’elenco dei codici Cpa da utilizzare per le elaborazioni della Contabilità nazionale, che sono i codici Cpa derivati dai codici Prodcom contenuti nella tavola di raccordo Eurostat, dove sono stati però corretti i codici contenenti le prime 4 cifre inesatte rispetto alle classi Ateco91, tramite l’attribuzione giusta che il Coe fa dell’Ateco ai rispettivi codici Nc.

Questo è stato possibile, individuando le Ateco da correggere all’interno dei codici Cpa che le contengono, a parità di codice Nc Eurostat e codice Nc Coe.

Nella colonna successiva si sono riportate le classi Ateco provenienti da ciascun codice Cpa, a ciascuna delle quali si è fatta poi corrispondere una delle 101 branche con cui sono elaborati gli aggregati di Contabilità nazionale.

D.2 Le elaborazioni sulla rilevazione Prodcom

Si è già sottolineato che l’indagine comunitaria sulla produzione industriale Prodcom è alla base della costruzione della matrice di produzione ed è fondamentale per il calcolo della disponibilità, avendo rivisto, tramite questa indagine, le quote di destinazione economica relativa alla produzione interna così come le quote delle importazioni. Dalla rilevazione annuale sulla produzione industriale si ricava infatti, per ogni prodotto di ciascuna classe della Nace, che individua l’attività economica principale dell’impresa62, una serie di voci di quantità: la quantità lavorata nell’anno, quella reimpiegata, quella trasferita ad altre unità, quella prodotta conto terzi, la quantità commercializzata totale e il di cui conto terzi, e due voci di valore: sia il valore del compenso ricevuto per la produzione fatta conto terzi, sia il valore di tutta la quantità commercializzata.

Per il calcolo della produzione con i dati forniti dall’indagine Prodcom, si è cercata una formulazione che fosse in linea con il concetto di produzione della Contabilità nazionale, stimata per branca di attività economica utilizzando le indagini sui conti economici delle imprese (l’indagine censuaria Sci sul sistema dei conti delle imprese con almeno 100 addetti, e la rilevazione campionaria sulle piccole e medie imprese Pmi, che hanno fino a 99 addetti).

La matrice di produzione è ottenuta partendo proprio da questo vettore di produzione per branca di attività economica, e distribuito per tipologia di prodotto utilizzando le informazioni ricavabili dall’indagine Prodcom.

Quindi la produzione stimata per ciascun prodotto è data: dal valore del compenso ricevuto per le quantità prodotte conto terzi + il valore della quantità venduta nell’anno indipendentemente da quando è stata prodotta (comprese anche scorte di magazzino), corretto per la quantità commercializzata ma ricevuta da terzi + il valore della quantità trasferita ad altre unità locali dell’impresa, per successiva lavorazione.

Le quantità prodotte e trasferite, dal momento che l’indagine non ne fornisce il valore, sono state valorizzate con il prezzo calcolato sulla quantità commercializzata per cui c’è anche il valore; per quei prodotti per cui non c’è il valore della produzione commercializzata, si è utilizzato un prezzo medio ponderato calcolato su ogni singolo codice Prodcom.

Quindi, aggregata la produzione dei singoli prodotti secondo l’Ateco prevalente, per attuare la procedura della disponibilità, per ogni codice Prodcom a 8 cifre, e per ogni codice Cpa a 6 cifre derivato da questo, sono state determinate delle percentuali di destinazione per consumi delle famiglie, investimenti e impieghi intermedi, e sono state quindi applicate al vettore della produzione stimata per ottenere, per ogni codice prodotto, la produzione destinata a ciascun impiego.

Tra i codici di prodotto dell’indagine, sono stati individuati quelli da correggere avendo le prime 4 cifre del codice, che rappresentano l’Ateco91, inesatte (sono corrette solo a 3 cifre), come si è visto nella costruzione del quadro di raccordo tra le classificazioni. L’indagine si riferisce solo a prodotti industriali per cui le Ateco da correggere, all’interno dei codici di prodotto, sono la 1710 e la 1720. I codici Prodcom contenenti al loro interno queste Ateco, vengono estratti dal file di Eurostat che fornisce l’abbinamento ufficiale tra Prodcom 2000 ed Nc 2000 (Nomenclatura Combinata); attraverso il codice Nc abbinato, si estraggono dal quadro di raccordo elaborato e descritto in precedenza, le informazioni che occorrono per avere un codice Cpa corretto e contenente l’Ateco a 4 cifre esatta attribuita a quel codice Nc dal Coe.

A questo punto è stato possibile fare l’aggregazione per codice Cpa e poi secondo le Ateco a 4 cifre derivate.

Tramite la tavola di raccordo elaborata, si sono trasformati i codici Ateco91 in codici Ateco 2002, e quindi sulla produzione destinata ai tre tipi di impieghi finali, ora aggregata a 4 cifre Ateco, sono state ricalcolate le quote di destinazione.

Ai fini invece della costruzione della matrice della produzione, sono state elaborate delle tavole aggregando tutte le produzioni per prodotto per codice Cpa, e attribuendo alle Ateco di testa della tavola, le Ateco prevalenti delle imprese, le produzioni dei medesimi codici prodotto. Sono state elaborate tavole con due differenti formati: una che riporta i prodotti industriali a 6 cifre della classificazione Cpa per le Ateco di branca a 5 cifre, e un’altra con i prodotti a 4 cifre Cpa di prodotto per le Ateco a 4 cifre di branca.