Susanna Mantegazza, Livia Mastrantonio, Claudio Pascarella *
Prospetto 6 La matrice della produzione edilizia
Classe Ateco Tipologia di prodotto 4511 4512 … 4550 Totale Nuove costruzioni x - … x
P
1 Manutenzione - x … -P
2 … … … … … … Prodotto derivante da abusivismo x x … -nP
TotaleA
1A
2 …A
n¦ ¦
= =≡
m I i n i iP
A
1 13.4 La matrice dalla produzione per proprio uso finale delle imprese e delle
famiglie
La matrice dalla produzione per proprio uso finale delle imprese e delle famiglie si compone di vari elementi riconducibili alle seguenti tipologie di attività economicamente rilevanti ai sensi del Sec95:
1) utilizzazione da parte delle famiglie delle abitazioni di cui sono proprietarie (fitti figurativi);
2) impiego da parte delle famiglie di personale domestico per servizi da esse stesse consumati (colf, badanti, ecc,);
3) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni effettuati dalle imprese;
4) produzione di software da parte delle imprese al fine di utilizzarlo esse stesse nel processo produttivo.
Rispetto alla produzione relativa alla prima attività, c’è solo da osservare che è tutta compresa nella cella sulla diagonale principale della matrice in oggetto, all’incrocio 85-85, poiché le famiglie che occupano alloggi di loro proprietà, ai sensi del Sec, rivestono il ruolo di produttori di servizi di locazione, aventi, per tipologia di abitazione, lo stesso valore di quelli di mercato.
Anche sulla produzione relativa ai servizi domestici, c’è da dire che è tutta collocata nella cella sulla diagonale principale della matrice e precisamente all’incrocio 101-101, dato che il Sec considera le famiglie che impiegano del personale per lo svolgimento di lavori domestici, produttrici di servizi da esse stesse consumati.
Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono la parte degli investimenti lordi che le imprese realizzano nell’anno di riferimento, utilizzando manodopera propria e che sono destinati ad uso interno. La produzione derivante da questa attività di solito riguarda prodotti diversi da quelli che costituiscono la produzione venduta dall’impresa (per esempio manutenzione straordinaria del materiale rotabile eseguita da un’azienda che opera nel settore dei trasporti ferroviarie) e, dal punto di vista della destinazione economica, si tratta di produzione di beni d’investimento (anche nel caso di imprese la cui produzione venduta viene destinata solamente a consumi finali o impieghi intermedi, come il caso dei trasporti ferroviari).
La stima e la distribuzione nella matrice della produzione viene realizzata nel modo seguente:
1) si effettua una stima a livello di classe Nace-Rev.1.1, con il metodo “pro-capite x Ula”, utilizzando la voce specifica delle rilevazioni Sci e Pmi40;
2) si effettua una attribuzione per prodotto utilizzando una matrice di coefficienti stimata sulla base di informazioni di esperti di settore ed informazioni puntuali desunte dai bilanci delle imprese;
3) la matrice prodotto/classe Nace, così ottenuta ed aggregata in una matrice 101x101 viene utilizzata nella costruzione stima della matrice della produzione per proprio uso finale delle imprese.
Questo tipo di produzione si connota, principalmente, come manutenzione straordinaria di beni capitali quali macchinari, impianti, mezzi di trasporto ed edifici. In particolare quest’ultima voce è presente in quasi tutte le branche di attività economica e complessivamente, nel 2000, è il 56 per cento circa del totale degli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni.
Rispetto alla quarta attività, relativa allo sviluppo di software da parte delle imprese che lo utilizzano nel loro stesso processo produttivo, qui ci limitiamo ad osservare che, nel Sec95, il valore economico di questa attività è considerato investimento di dette imprese e che questa produzione, nella matrice delle risorse, è distribuita sulla riga di prodotto 88, relativa ai servizi informatici, negli incroci con le svariate branche di attività economica delle Uae che la realizzano. Poiché questa attività non è svolta dalle sole imprese, ma anche dagli enti delle Amministrazioni pubbliche e dalle Issl, si rinvia ad uno specifico paragrafo per gli approfondimenti sulla metodologia di stima.
3.5 Il software autoprodotto
Lo schema Sec95 comprende nel valore della produzione e degli investimenti lordi fissi il software sviluppato per proprio uso, all’interno delle unità istituzionali nel ruolo di produttrici di beni e servizi. La prima versione di stima del software autoprodotto è stata quella effettuata in occasione della revisione della Contabilità nazionale effettuata dai vari Paesi dell’Ue in conseguenza dell’introduzione del Sec95.
Sulle problematiche del trattamento dei servizi software, però, il Sec95 ha lasciato aperti numerosi punti d’incertezza, per cui, successivamente alla sua adozione, in sede internazionale, con due distinti gruppi di lavoro in ambito Eurostat e in ambito Ocse, si è a lungo discusso su concetti, definizioni e metodologie relativi a tali servizi. Il lavoro svolto dai due gruppi si è concluso con la stesura di due manuali. Le stime attuali sono effettuate sulla scorta delle indicazioni fornite da questi.
L’autoproduzione di software dà origine ad un processo produttivo che conduce alla creazione di software originale. In teoria il valore economico dell’originale, nella Contabilità nazionale, dovrebbe essere espresso ai “prezzi di mercato”. In pratica il prezzo di mercato per il software autoprodotto non è osservabile e quindi la valutazione si basa su un metodo di stima indiretto. I metodi indiretti raccomandati per la valutazione di un originale sono sostanzialmente due:
a) somma dei costi di produzione sostenuti per lo sviluppo dell’originale;
b) imputazione dei redditi netti futuri attesi derivanti dallo sfruttamento dell’originale. Nelle attuali serie di Contabilità nazionale si adotta il primo dei due metodi. Il software autoprodotto è calcolato per le 101 branche di attività economica considerando i seguenti costi:
1. costo del lavoro del personale impiegato nell’attività di creazione di software originale; 2. costi per materie prime e servizi impiegati nel processo di produzione del software
originale;
3. altri costi associati alla produzione di software originale.
In ognuna delle 101 branche viene stimato il numero dei professionisti software impiegati a tempo pieno nell’attività di sviluppo di software originale e il costo del lavoro è stimato attribuendo ad essi un valore pro-capite. Il totale del costo del software è ottenuto incrementando il costo del lavoro con un coefficiente rappresentativo del rapporto fra il totale dei costi sopra elencati e il solo costo del lavoro.
Il numero dei professionisti informatici per branca di attività economica è stimato attraverso il Censimento della Popolazione41. Per quanto riguarda la branca 88, che è quella specifica di questo tipo di servizi, il numero degli informatici viene ridotto per tener conto del fatto che la loro attività è principalmente rivolta alla produzione di servizi software destinati alla vendita e solo marginalmente per il riutilizzo nell’impresa stessa.
Il costo del lavoro pro-capite attribuito al personale informatico delle varie branche è dedotto dalla rilevazione Sci.
41 I due gruppi di lavoro (Ocse ed Eurostat) hanno ritenuto che l’attività di sviluppo di software è svolta da quanti dichiarano di
Il coefficiente per determinare il costo complessivo dell’autoproduzione di software è dato dal rapporto tra costi per materie prime più ammortamenti più redditi da lavoro diviso redditi da lavoro calcolato sulla base di Sci, specifico delle imprese della branca 88.
Il software autoprodotto da ciascuna branca viene successivamente ripartito tra i settori istituzionali con i seguenti passaggi:
1. utilizzando la rilevazione Sinf dell’Istat sui servizi informatici viene valutata la quota di fatturato delle imprese del settore informatico (divisione 72 della Nace-Rev.1.1) derivante dalla vendita di prodotti software ad altre unità istituzionali market (cioè che producono per il mercato) e la quota derivante dalla vendita di prodotti software ad unità istituzionali di tipo non market (enti delle A.P. e Issl);
2. le suddette quote vengono utilizzate come indicatori della necessità di software da parte delle unità istituzionali market e di quelle non market, per distinguere il totale del software autoprodotto in quello sviluppato dalle une e dalle altre;
3. utilizzando come pesi gli occupati per branca di attività economica dei singoli settori, il software autoprodotto dalle unità market viene distinto in software autoprodotto da Issl market e da imprese, mentre, quello autoprodotto dalle unità non market, viene distinto in quello afferente alle Issl non market e in quello afferente alle A.P..
3.6 Le matrici della produzione delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni
senza scopo di lucro
Le matrici della produzione relative alle Amministrazioni pubbliche e alle Issl si distinguono in base alla destinazione market o non market della produzione. La produzione per proprio uso finale è inclusa nella seconda tipologia di matrice e si riferisce esclusivamente al software autoprodotto, del quale si è detto al paragrafo precedente.
3.6.1 Le matrici della produzione delle Amministrazioni pubbliche
La revisione generale di Contabilità nazionale ha comportato, al pari di quanto è stato effettuato per la produzione dei settori che svolgono attività di tipo market, una modifica di tipo metodologico nel calcolo degli aggregati relativi al settore delle Amministrazioni pubbliche. La necessità di determinare le due matrici della produzione, relative rispettivamente alle attività non destinabili alla vendita e a quelle di tipo market, da sommare alle matrici relative all’attività di produzione degli altri settori istituzionali al fine di giungere alla determinazione di una matrice Supply valida per l’intera economia nazionale, ha portato ad un ripensamento complessivo del processo produttivo delle stime utilizzato in precedenza. Di conseguenza è stato dettagliato con maggiore precisione l’articolato schema di transizione dai dati di base, desumibili dai bilanci degli enti facenti parte dell’universo delle Amministrazioni pubbliche. Da questo schema, che rispecchia un’impostazione di conto di tipo istituzionale, si è passati ad un’ottica di produzione per attività economica. Tale passaggio, costruito in maniera più analitica rispetto al passato, garantisce, inoltre, un’analisi funzionale della spesa pubblica.
Il settore delle Amministrazioni pubbliche viene definito come il settore che “comprende tutte le unità istituzionali che agiscono da produttori di altri beni e servizi non destinabili alla vendita la cui produzione è destinata a consumi collettivi e individuali ed è finanziata in prevalenza da versamenti obbligatori effettuati da unità appartenenti ad altri settori e/o tutte le unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese” (Sec95, § 2.68). Di conseguenza l’attività di produzione delle AP è prevalentemente di tipo non market ed è concentrata, appunto, nella produzione di “Servizi della pubblica amministrazione, della difesa e assicurazioni sociali obbligatorie, dell’istruzione, della sanità e di altri servizi sociali e personali, della ricerca, delle attività ricreative e culturali” e di altre attività di minore importanza.
Il valore della produzione non market delle AP, in mancanza di un prezzo di vendita, viene valutata ai costi di produzione e risulta quindi, determinata dalla somma di redditi da lavoro dipendente, consumi intermedi, ammortamenti ed altre imposte sulla produzione.
Le informazioni rilevanti ai fini del calcolo della produzione pubblica derivano dalle elaborazioni effettuate a partire dai rendiconti delle unità istituzionali appartenenti al settore elaborati secondo il duplice criterio di tipo economico e funzionale; la classificazione funzionale di riferimento è costituita dalla Cofog (Classification Of function Of government). Il successivo
passaggio dalla spesa per l’attività di produzione secondo le funzioni a quella secondo le branche-prodotto avviene attraverso l’utilizzo di matrici-ponte Cofog-Ateco che, permettono al pari di quanto avveniva con lo schema I/O, di passare da una classificazione di tipo funzionale ad una di produzione omogenea.
Il “valore aggiunto” della revisione dei conti nazionali per quanto riguarda la componente pubblica della produzione ha riguardato:
• L’esame e le riclassificazioni laddove necessarie, in maniera esaustiva, della distribuzione degli occupati delle Amministrazioni pubbliche risultanti dall’8° Censimento delle istituzioni per Ateco. Il risultato complessivo è stato quello di avere una maggiore concentrazione dell’occupazione pubblica sulla branca 92 (Amministrazione pubblica, difesa, assicurazione sociale obbligatoria). Questo ha riguardato in modo particolare le attività meno tipiche delle Amministrazioni pubbliche e non le attività tradizionali quali istruzione e sanità.
• La ricostruzione, anche in questo caso per tutte le istituzioni o i gruppi di istituzioni interessate, delle matrici di corrispondenza tra le funzioni (al terzo digit della classificazione Cofog) e le Ateco (alla quinta cifra) per le differenti tipologie di istituzioni pubbliche42.
• La migliore specificazione dell’attività di ricerca e sviluppo svolta dalle AP, ed in modo particolare dalle Università in base ai risultati dell’indagine sulla ricerca scientifica. Questa elaborazione si è basata sulla riclassificazione degli occupati delle Università con un rilevante passaggio dalla branca dell’Istruzione alla branca della Ricerca. Gli aggregati Produzione e Valore aggiunto hanno replicato il trend delle Ula.
• La determinazione, anche per le unità facenti parte del settore delle AP al pari delle imprese market, di produzioni di tipo secondario che, nella presentazione della matrice Supply si concretizzano in elementi al di fuori della diagonale principale. L’analisi dettagliata della produzione delle varie tipologie di unità produttrici pubbliche ha permesso di individuare una serie di beni e/o servizi che vanno trasferiti tra branche al fine di passare dalla produzione secondo un’ottica di branca a quella di prodotto. Come si può osservare dalla matrice presentata a titolo esemplificativo (Tavola 2), relativa al 2000, la matrice della produzione non market delle Amministrazioni pubbliche è sostanzialmente di tipo diagonale. Si può notare come l’autoproduzione di software delle AP, da qualunque istituzione sia stata effettuata, ha trovato nella riga/prodotto 88, relativa ai servizi d’informatica, la sua corretta collocazione. D’altro canto, da una lettura per colonna/branca si evince come le istituzioni caratterizzate, in via principale, dalla produzione di Servizi dell’Istruzione (branca 93) hanno anche produzioni secondarie relative a servizi ausiliari come la fornitura dei pasti attraverso le mense universitarie (branca 72), le attività socio-assistenziali (branca 96), quelle di tipo culturale ricreativo (branca 99) e la produzione di software della già citata riga 88.
• La matrice della produzione market delle AP, infine, è esclusivamente diagonale, trattandosi di produzioni molto specifiche e di poste di scarsa entità, per le quali non sono state individuate produzioni secondarie.
42 I 14 enti/raggruppamenti considerati sono i seguenti: Stato, Enti nazionali assistenziali, Enti di ricerca e Enti economici nazionali,
Comuni, Province e Regioni, Comunità Montane, Camere di Commercio, Altri Enti economici locali, Enti assistenziali locali, Aziende sanitarie locali/Aziende ospedaliere e Irccs, Enti di previdenza.
Tavola 2 - Matrice della produzione non market delle Amministrazioni pubbliche –