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I dati statistici legali sulle forme di violenza che coinvolgono

La tipologia di reato “turismo finalizzato allo sfruttamento e prostituzione minori” conta nell’arco del periodo 1998-2004 appena 15 denunce e 15 delitti denunciati per i quali l’Autorità giudiziaria ha deciso di iniziare l’azione penale, ai quali corrispondono appena 2 persone denunciate. Anche se i numeri sono molto piccoli e avanzare delle considerazioni sulle caratteristiche del fenomeno potrebbe essere azzardato, bisogna comunque sottolineare che dei 15 delitti denunciati ben 13 sono stati attribuiti ad autore ignoto.

Le statistiche giudiziarie penali forniscono informazioni anche sulle persone condannate secondo la tipologia di delitto commesso. Per ciò che riguarda le quattro tipologie relative alla legge 269/98, il più alto numero di condannati si

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registra per la “detenzione di materiale pornografico attraverso lo sfruttamento di minori”: 170 le persone condannate per questo delitto nel corso del 2004 a fronte delle 121 persone condannate per “pornografia minorile”, alle 95 per “prostituzione minorile” e all’unica persona condannata nel 2004 (ma anche nell’intero periodo 1998-2004) per “turismo finalizzato allo sfruttamento e prostituzione minori”. 197

Persone condannate per alcune tipologie di delitto. ITALIA – Anni 1998-2004

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Prostituzione minorile 0 0 0 20 27 49 95

Pornografia minorile 0 0 0 26 37 76 121

Detenzione di materiale pornografico

attraverso lo sfruttamento di minori 0 0 0 15 43 102 170 Turismo finalizzato allo sfruttamento è

prostituzione minori 0 0 0 0 0 0 1

Atti sessuali con minorenne 54 85 102 126 156 139 180 Violenze sessuali 1284 1186 1156 1312 1366 1339 1530 Fonte: Dipartimento per le Pari Opportunità. Presidenza del Consiglio dei Ministri

Persone denunciate per le quali l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e persone condannate per alcune tipologie di delitto. ITALIA – Periodo 1998-2004

Persone denunciate Persone condannate Persone denunciate/persone condannate Prostituzione minorile 1.799 191 9,4 Pornografia minorile 1.034 260 4 Detenzione di materiale pornografico attraverso lo sfruttamento di minori 725 330 2,2

Turismo finalizzato allo

sfruttamento e prostituzione minori 2 1 0

Atti sessuali con minorenne 1914 842 2,3

Violenze sessuali 21794 9173 2,4

Fonte: Dipartimento per le Pari Opportunità. Presidenza del Consiglio dei Ministri

197 Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile. Relazione 2006-

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Il Ministero della Giustizia ha fornito informazioni e dati, per quanto riguarda le statistiche nazionali sulla diffusione della prostituzione minorile complessivamente intesi, riguardanti i procedimenti iscritti, definiti e pendenti in primo grado dinnanzi al giudice delle indagini preliminari o al giudice dell’udienza preliminare e al tribunale, nonché le sentenze passate in giudicato in relazione ad alcune tipologie di reati maggiormente significativi per rappresentare il fenomeno. I dati forniti sono relativi al periodo 2009-2013 e riguardando la commissione dei reati di prostituzione minorile, di atti sessuali con un minore in cambio di denaro e di iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile. 198

198 Camera Deputati. Senato Repubblica - Commissione parlamentare per l’infanzia e

l’adolescenza. XVII Legislatura – Discussioni – Infanzia. Resoconto stenografico indagine conoscitiva 18. Seduta di martedì 21 giugno 2016

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Procedimenti contenenti reati di prostituzione minorile

iscritti, definiti, pendenti e principali modalità di definizione presso i Tribunali (dibattimento e GIP/GUP)199

Anni 2009 -2013

Legge Sezione Anno Iscritti Definiti

di cui con sentenza di condanna di cui con sentenza di assoluzione di cui cin sentenza di patteggia -mento di cui definiti in altro modo (inclusa archivazione) Atti sessuali con un minorenne in cambio di denaro CP 600 bis Dibatti-mento 2009 11 8 2 3 2 1 2010 10 9 4 2 1 2 2011 11 14 5 5 0 4 2012 17 13 2 3 2 6 2013 15 12 6 2 0 4 GIP 2010 20 18 2 3 3 10 2011 29 25 4 2 6 13 2012 30 31 3 5 6 17 Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile CP 600 quin- quies Dibatti-mento 2009 2 1 0 0 0 1 2010 3 4 0 0 0 4 2011 0 0 0 0 0 0 2012 0 0 0 0 0 0 2013 1 0 0 0 0 0 GIP 2010 27 31 5 0 16 10 2011 27 20 2 1 10 7 2012 18 19 6 2 7 4 Prostituzione minorile CP 600 BIS Dibatti-mento 2009 84 71 53 6 2 11 2010 61 78 45 14 1 18 2011 63 59 29 15 1 14 2012 54 65 32 17 4 12

199 Gli acronimi GIP e GUP sono utilizzati per indicare le figure del Giudice per le Indagini

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2013 38 51 32 7 1 11

GIP 2010 162 148 7 9 6 126

2011 158 176 17 8 11 140

2012 174 142 11 16 8 107

Fonte: Direzione generale di statistica e analisi organizzativa (DG Stat)

In relazione a tali dati, è stata evidenziata una rilevanza numerica molto limitata dei casi di atti sessuali con minori in cambio di denaro (art.600-bis, co. 2) e di quelli relativi al cosiddetto turismo sessuale, mentre è apparsa più significativa l’incidenza dei procedimenti per la vera propria prostituzione minorile (art. 600-bis, co. 1), che sono in tendenziale e progressivo aumento nel corso degli ultimi anni. I dati più recenti in possesso delle procure della repubblica che riguardano le iscrizioni per il reato di sopra richiamati, registrano un incremento notevolissimo delle stesse proprio a partire dall’anno 2014 e tale aumento riguarda specificamente gli autori di nazionalità italiana.200

200 Camera Deputati. Senato Repubblica - Commissione parlamentare per l’infanzia e

l’adolescenza. XVII Legislatura – Discussioni – Infanzia. Resoconto stenografico indagine conoscitiva 18. Seduta di martedì 21 giugno 2016

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CONCLUSIONI

Il turismo sessuale minorile è un fenomeno altamente complesso e strettamente legato a una varietà di fattori quali la tratta delle persone finalizzata allo sfruttamento sessuale, l’adescamento di minori e la pornografia infantile.

Come si è visto nel presente elaborato le condizioni di povertà e di corruzione politica sono alla base dello sfruttamento sessuale dei minorenni.

La lotta per la sopravvivenza in condizioni di estrema povertà induce a mercificare i propri corpi trasformando anche il bambino in un oggetto sessuale.

Il fenomeno è strettamente collegato con la globalizzazione economica. Il consumismo dei paesi benestanti, ormai consolidatosi a livello globale, si è anche esteso alla sfera sessuale tanto da far diventare la prostituzione minorile un affare altamente redditizio. Il fenomeno è diffuso non solo nei paesi del Terzo Mondo o in via di sviluppo ma anche, come abbiamo visto, nel mondo occidentale. Lo sfruttamento sessuale di minorenni nel turismo è perciò diventato ormai un crimine internazionale presente in quasi tutti i paesi del mondo.

Questo aberrante tipo di turismo è gestito da gruppi criminali organizzati che, a partire dagli anni ’90, hanno sempre fatto più affidamento sull’utilizzo di internet. L’arrivo delle nuove tecnologie ha, infatti, modificato i meccanismi di intermediazione tra domanda e offerta turistica sessuale, rendendoli più complessi e più difficili da intercettare.

L’incremento è, in particolare, legato alle modalità di accesso, relativamente facili ed anonime, ai materiali pedopornografici criptati dalla tecnologia informatica, alle difficoltà della perseguibilità della pedopornografia,

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considerata la «non territorialità» del web, e alla facilità di spostamento, da un

cloud virtuale all’altro, di enormi depositi di materiale pedopornografico.

I punti di contatto tra domanda ed offerta turistica sessuale minorile sono aumentati anche con l'uso dei social network: Facebook e Twitter sono spesso citati nei rapporti di studio come piattaforme tecnologiche per organizzare luoghi e date per incontri sessuali.

La crescita dello sfruttamento sessuale dei minorenni dimostra la necessità di una prospettiva diversa rispetto a quella vigente qualche tempo fa. Probabilmente venti anni fa era possibile delineare una mappa del mondo che, a grandi linee, mostrava una netta separazione tra i luoghi di provenienza e di destinazione dei viaggiatori alla ricerca di esperienze sessuali. Oggi, con l’incremento del turismo di massa e l’espansione dei voli low cost, fare distinzioni tra paesi di origine e paesi di destinazione è sempre più difficile. Termini, come paese di 'provenienza', 'destinazione' e 'di transito' stanno sempre più rapidamente diventando obsoleti ed oggi ogni paese può essere uno qualsiasi dei tre, o anche tutti e tre ma in momenti diversi.

La crescita del settore turistico legato alla prostituzione minorile è stata accompagnata, a livello mondiale, anche da una diversificazione nelle modalità di viaggio.

Nuove forme di spostamento proliferano, come il voluntourism (turismo del volontario) la sharing economy e programmi peer-to-peer. Questi modelli hanno moltiplicato le opportunità di sfruttamento sessuale minorile da parte della criminalità organizzata, facendo così crescere in modo esponenziale i rischi affrontati da bambini e adolescenti che vivono in condizioni di indigenza nei paesi più poveri del mondo.

Lo sfruttamento sessuale coinvolge non solo i turisti “vacanzieri” ma anche persone in viaggi d'affari, lavoratori migranti o di passaggio e facenti attività di volontariato. Il fenomeno non interessa soltanto i flussi turistici internazionali ma anche quelli domestici. Questi viaggiatori possono provenire da qualsiasi

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ambiente sociale. Inoltre, non tutti condividono il profilo stereotipo: pedofilo, bianco, ricco, occidentale, di mezza età. In base alle fonti che sono state citate nell’elaborato tra questi viaggiatori si possono annoverare anche, persone più giovani o più vecchie della mezza età, donne e, addirittura, minorenni.

Uno dei principali ostacoli nella lotta allo sfruttamento sessuale minorile è la mancanza di informazioni aggiornate, affidabili e complete. Tanto il settore turistico privato quanto gli organi pubblici di sorveglianza non hanno base informative adeguate compromettendo così la capacità di risposta degli stessi organismi di controllo.

A determinare questa frammentarietà informativa contribuisce, in primo luogo, l’enorme difficoltà di ottenere i dati riguardanti il fenomeno su scala internazionale. Inoltre, la mancanza di una chiara ed omogenea definizione del reato ad esso associato, riconosciuto dalle legislazioni penali di tutti i paesi, rende difficilmente definibile ciò che dovrebbe essere misurato.

Tale mancanza di dati rischia di far “sottovalutare” e, nei casi più gravi, di far ignorare completamente il fenomeno da parte dei governi e dell’opinione pubblica dei paesi più sviluppati, dove sono maggiormente concentrati i centri generatori della domanda turistica sessuale minorile.

Senza dati statistici, inoltre, si rende difficile la valutazione e il monitoraggio dell'impatto dei programmi di lotta contro lo sfruttamento sessuale di minorenni nel comparto turistico, generando sfiducia e scoramento negli organismi nazionali ed internazionali coinvolti nel difficile compito di debellare il fenomeno.

Data la complessità del fenomeno, affinché si arrivi ad suo sradicamento è necessario che le misure siano prese a diversi livelli coinvolgendo l'azione di diversi agenti (ONG, forze e corpi di sicurezza, amministrazioni pubbliche, settore educativo ecc.).

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Il settore privato, e specialmente quello legato all'industria turistica, può sicuramente giocare un ruolo centrale nella ricerca di soluzioni contro la schiavitù sessuale dei minorenni: dalla denuncia dei canali attraverso cui si vivono queste esperienze sessuali alla sensibilizzazione culturale ed etica dei propri clienti.

Particolarmente importante è anche il coinvolgimento della società nel suo complesso. È necessario rendere consapevoli del fenomeno non solo i viaggiatori ma anche tutti i cittadini di un paese. Per questa ragione è importante incrementare il numero di professionisti con formazione specializzata per adottare azioni specifiche ed efficaci rivolte alla tutela dei bambini e degli adolescenti.

Le campagne di sensibilizzazione e informazione possono sicuramente contribuire a far emergere il fenomeno. Queste misure, tuttavia, rientrano solo nel paradigma della prevenzione. I codici di condotta, d'altro canto, sono solo moralmente vincolanti.

La prevenzione del fenomeno e le misure deterrenti sono comunque fondamentali nella politica sia dell'UE che degli Stati membri. Solo una cooperazione tra i paesi aderenti all’UE permetterebbe una maggiore efficacia delle azioni intraprese per combattere l’espansione di questo mercato illegale. Non si dimentichi, infatti, che lo sfruttamento sessuale dei bambini è legato anche ad altre problematiche sociali riguardanti l’infanzia e l’adolescenza come l'esclusione, la discriminazione, la cittadinanza e la partecipazione che la politica dell'UE non dovrebbe assolutamente ignorare.

Gli sforzi per far rispettare le leggi che vietano lo sfruttamento sessuale dei minorenni diventano vani, soprattutto quando è carente un coordinamento tra le forze di polizia appartenenti a diverse giurisdizioni nazionali. La maggior

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parte dei paesi, se non tutti, hanno leggi che proteggono i bambini e gli adolescenti dallo sfruttamento sessuale, tuttavia, l’enforcement delle norme è anche spesso ostacolato dalla mancanza di chiarezza e di uniformità nella definizione di questa tipologia di reato compiuto in ambito turistico.

La mancanza di coordinamento tra le forze dell’ordine, le diverse giurisdizioni insieme alla mancanza di una presa di coscienza del fenomeno a tutti i livelli (politica, settore turistico privato, magistratura, polizia, turisti) ostacolano l’applicazione della legge penale, che si è tradotta, almeno fino ad oggi, in un modesto numero di denunce di abusi sessuali a danno di minori.

Come si è visto nell’elaborato, l'uso di approcci olistici che mobilitano un'ampia gamma di attori - dai ministeri del governo all’opinione pubblica - sembra funzionare. I paesi che hanno risposto alla schiavitù sessuale di minorenni nel turismo come parte di un intervento più generale contro lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, sembrano aver avuto il maggior successo. Le iniziative di prevenzione sostenute da organizzazioni internazionali così come le reti bilaterali e multilaterali di cooperazione tra paesi sono state fondamentali a contrastare il fenomeno e hanno contribuito a farlo conoscere all’opinione pubblica.

Negli ultimi quindici anni sono stati compiuti enormi progressi nella prevenzione e nella lotta al turismo sessuale infantile, ma le misure proposte nelle prime fasi non differiscono significativamente da quelle proposte oggi. Le politiche condotte finora si sono principalmente tradotte in misure ad hoc miranti a controllare i criminali. Quest'ultimo aspetto è stato centrale sia a livello governativo che non governativo e sia a livello dei singoli Stati membri che a livello dell'UE.

Inoltre, come si è già detto, passi in avanti sono stati compiuti sul piano della prevenzione con interventi consistenti in codici di condotta e campagne di

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sensibilizzazione rivolte al pubblico. Tuttavia, queste misure da sole non bastano.

Prendiamo, ad esempio, l’Europa. La politica europea sul turismo sessuale infantile riconosce “retoricamente” le difficili condizioni sociali, economiche e politiche dei minori vittime degli abusi sessuali e delle loro famiglie. Tuttavia, poche delle misure adottate sono specificamente intese a migliorare queste condizioni. Inoltre, il tema della mercificazione dei bambini come oggetti sessuali è affrontato solo in minima parte. In altre parole, manca una politica a lungo termine che affronti le cause profonde del turismo sessuale infantile. L'Unione afferma di avere una politica basata su un’avanzata legislazione sui diritti umani considerata come precondizione essenziale per la cooperazione allo sviluppo. Sicuramente è un buon punto di partenza, ma occorre ancora fare ulteriori sforzi per evitare che il turismo sessuale minorile diventi una piaga sociale difficile da contrastare.

Il compito è assolutamente delicato perché occorre evitare che la futura regolazione sia troppo “restrittiva” limitando oltre misura le libertà individuali dei turisti. In altri termini si dovrebbe considerare che, mentre una relazione tra due adulti durante le vacanze o durante un viaggio è una libera scelta, o può rappresentare un'esperienza indimenticabile, il turismo che cerca relazioni sessuali o atti sessuali con minori non è né salutare, né legale e non costituisce, da nessun punto di vista, una risorsa economica per il minore o per la sua famiglia. È solo una spregevole piaga che porta con sé povertà, umiliazione e degrado.

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