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1.2.2 STORIA DELL’EVOLUZIONE DINAMICA DELLA COSTA: LE PALEO LINEE Per ciò che concerne la storia dell’evoluzione dinamica costiera durante il Quaternario, essa è

2. DEFINIZIONE DEL CAMPO D’INDAGINE E METODOLOGIA

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2.1. CONFINI GENERALI DEL CAMPO D’INDAGINE

La costa jonica dell’Italia Meridionale rappresenta il campo d’indagine di questa ricerca. Da un punto di vista topografico essa copre il territorio meridionale, verso lo Jonio, attualmente delle tre regioni limitrofe Puglia, Basilicata e Calabria, mentre durante l’VIII e gli inizi del VII sec a.C. di due aree confinanti: la Iapigia e l’Enotria. Da un punto di vista geologico invece, come evidenziato nel capitolo 1, coincide con la parte meridionale delle tre unità Catena – Avanfossa – Avampaese.

2.1.1.DANORDASUD

Il campo d’indagine di questa ricerca, tuttavia, non è costituito dall’intera costa jonica, ma soltanto dal tratto costiero alto – jonico centrale dell’arco, compreso tra i fiumi Ostone (TA) a Nord e Trionto (CS) a Sud. Questi confini idrografici, scelti dopo un’attenta valutazione dei dati geomorfologici110, circoscrivono così il segmento jonico in esame all’interno del Golfo di Taranto, indicando da un’estremità all’altra un arco lungo ca duecento km, in prossimità della linea di costa.

2.1.2.DAESTADOVEST

Per quanto riguarda il confine orientale, esso è costituito dalla barriera naturale del Mar Jonio. Il campo d’indagine, seguendo l’andamento curvilineo della costa, si estende dal mare verso l’entroterra, verso cioè il suo confine ovest. Il limite occidentale della ricerca, è stato stabilito tenendo conto degli aspetti geologici e morfologici della costa jonica, nonché della imprescindibile distanza dalla linea di costa: considerando, infatti, i depositi marini terrazzati che caratterizzano l’area costiera jonica più prossima al mare, è stato possibile tratteggiare il limite occidentale del campo d’indagine nell’Alta Murgia nel tratto pugliese e lucano settentrionale e nella Catena appenninica interna nel tratto lucano meridionale e calabrese.

Fig. G. Foto satellitare della costa jonica dell’Italia Meridionale. In evidenza, in bianco, il campo d’indagine.

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2.2. METODOLOGIA APPLICATA AL CAMPO D’INDAGINE

2.2.1. SUDDIVISIONE DEL CAMPO D’INDAGINE IN AREE: “MACRO” E “MICRO” RIPARTIZIONE

Come si evince dai confini generali (§ 2.1.), l’area jonica indagata comprende un tratto costiero piuttosto vasto da Nord a Sud, con un’ampiezza variabile da Est ad Ovest111.

Da un punto di vista geomorfologico, il campo d’indagine si presenta molto variegato112

: il paesaggio costiero jonico, infatti, è costituito da aree morfologicamente simili e dissimili, che, intervallate da fiumi, si concatenano fra loro formandone l’arco. I numerosi corsi d’acqua, che dunque suddividono la costa in aree più piccole e di dimensioni variabili, rappresentano degli elementi naturali costanti, nel panorama in esame. Essi, infatti, conferiscono un aspetto piuttosto “regolare” alla costa jonica, la quale appare scandita dal susseguirsi alternato e ripetuto di lembi di terra a fiumi, disposti perpendicolari alla linea di costa. La scelta di indagare quest’area così estesa e polimorfa ha comportato, oltre allo studio degli aspetti geologici indispensabili113, anche una perlustrazione territoriale per la completa cognizione della sua morfologia. Questo lavoro a più riprese è stato fondamentale per la comprensione sia del campo d’indagine nel suo complesso, sia della metodologia da applicare ad esso114. L’osservazione del campo d’indagine nei suoi diversi aspetti ha permesso di evidenziare la necessità di una suddivisione del territorio in segmenti per agevolare lo sviluppo della ricerca: in questo modo, la costa jonica è stata divisa su base geomorfologica in aree, secondo un assetto che si potrebbe definire “micro” territoriale, ovvero basato sull’aspetto morfologico del paesaggio, ed uno “macro” areale, basato sulla topografia antica e sulla geologia. Il primo passo, dopo la definizione dei confini, ha riguardato il “micro” assetto territoriale. Il campo d’indagine è stato infatti frazionato in 10 micro - aree (fig. I), scelte attraverso una delimitazione idrografica. Queste 10 aree si susseguono da fiume Ostone (TA) a Nord fino a fiume Trionto (CS) a Sud, variando per estensione ed aspetto. Esse sono tutte delimitate da fiumi, che ne segnano il confine settentrionale e meridionale. Nel vasto panorama fluviale che caratterizza il tratto di costa in esame, la scelta dei fiumi è stata fatta attraverso un

111 Riguardo alla differente estensione del campo d’indagine da Est ad Ovest, basti considerare il differente numero

di ordini di depositi marini terrazzati individuati dai geologi nel tratto lucano, pugliese e calabrese (infra § 1.4), nonché la conformazione territoriale dell’Italia meridionale che va ad incidere sulla ampiezza della costa, che ad esempio risulta più stretta nell’area pugliese e calabrese.

112 Per una descrizione della geomorfologia della costa si vedano infra: § 3.2. e § 4.2.

113

Come descritto nel capitolo 1, la costa jonica si inserisce nel sistema orogenico sud – appenninico, formato dall’unione di tre unità geologiche (Catena – Avanfossa – Avampaese), i cui processi formativi hanno originato una storia sedimentaria, diversa da unità ad unità, le cui tracce sono riscontrabili nella geomorfologia del suo paesaggio.

114

La perlustrazione è stata compiuta a più riprese durante i tre anni di Dottorato e ha interessato il territorio jonico da un punto di vista geologico, archeologico e museale.

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criterio di “importanza” idrologica (portata, tipologia), topografica e storica115

. Ad Est le aree sono bagnate dallo Jonio, mentre il limite occidentale varia a seconda della zona, seguendo le indicazioni generali riportate supra nel § relativo ai confini “Da Est ad Ovest”. Questa ripartizione prettamente geomorfologica del territorio in micro - aree, a sua volta, si avvale di un’ulteriore divisione macroscopica della costa di carattere topografico antico e geologico. Il “macro” assetto del campo d’indagine viene così definito in primis su base topografica, utilizzando l’antica suddivisione etnico – territoriale in due grandi aree principali, attestate nel periodo in esame (figg. H-I):

AREA IAPIGIA (3.) e AREA ENOTRIA (4.)

Per rispettare, inoltre, le tre unità geologiche presenti sulla costa jonica (Avampaese Apulo – Fossa Bradanica – Catena Appenninica), che incidono inevitabilmente sulla conformazione fisica del territorio delle due macro - aree in esame, è stato opportuno tripartire il tratto costiero indagato, da Nord a Sud, in tre segmenti areali, area alto - jonica 1, area alto - jonica 2, area alto - jonica 3, e coincidenti con tratti specifici delle due macro – aree, secondo questo schema (fig. H):