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I FENOMENI DI TRANSIZIONE SCOLASTICE E LORO INCIDENZA SUI MECCANISMI DELLA DISPERSIONE

2.1 Per una definizione di transizione

Il concetto di transizione è riportato in numerosi documenti internazionali ed europei, ognuno dei quali presenta definizione che mettono in evidenza i diversi punti di vista.

L’Ufficio Internazionale per il Lavoro68 già nel 1998 dava alla transizione un significato di “processo di orientamento sociale che implica ed è centrale per l’integrazione nella società. [...] Al fine di garantire un passaggio meno brusco dalla scuola al posto di lavoro, i giovani devono essere aiutati ad individuare i propri obiettivi e ad identificare il ruolo che vogliono occupare nella società [...]” (pp. 5 e 6).

Nel glossario dell’ELGPN (European Lifelong Guidance Policy Network), massima autorità europea sull’argomento, che da anni studia i processi di orientamento e promuove politiche in materia, il processo di transizione è definito come un passaggio da una situazione di istruzione, lavoro o tirocinio ad un’altra. In questo sono compresi, ad esempio, anche l’uscita dal mercato del lavoro a causa della disoccupazione o, nel caso di giovani madri, per assistenza ai figli piccoli e una nuova occupazione e/o il rientro in percorsi di istruzione o tirocinio dopo un periodo di assenza da questi 69 .                                                                                                                

68

Per questo cfr. 86° Sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro, Ginevra,18 giugno 1998.

69

Molte delle attività di orientamento lungo tutto l’arco della vita sono pensate per supportare le persone nelle transizioni perché, come vedremo nei paragrafi successivi, sono considerate momenti di passaggio alquanto delicati che necessitano di un accompagnamento. La transizione verso una nuova scuola è uno dei parametri che definiscono lo sviluppo nella seconda decade di vita delle persone (Anderson et al., 2000). Nel tempo dell’adolescenza sono considerate eventi stressanti che i ragazzi subiscono nella loro progressione verso l'età adulta (Barber e Olsen, 2004).

Studi teorici ed empirici confermano che il funzionamento accademico, personale e interpersonale degli studenti soffre dopo aver effettuato la transizione a nuove scuole.

Le transizioni da una scuola all’altra interrompono la continuità della vita e introducono gli studenti a ‘discontinuità istituzionali’ (Rice, 1997) che possono essere di due tipi: organizzative e sociali.

Spesso le azioni intraprese per sostenere il passaggio alla scuola superiore non tengono conto della maggiore complessità delle relazioni tra pari, maggiori impegni didattici e un’esperienza più anonima degli studenti stessi.

Ci sono pochi studi a livello internazionale sulle transizioni tra scuola secondaria di primo grado e secondo grado; questo mal si spiega se teniamo conto che i risultati delle poche ricerche svolte sino ad ora hanno evidenziato molti problemi connessi con l'esperienza di un ingresso non funzionale alla scuola superiore.

Tra le difficoltà più diffuse vi sono: la diminuzione dei giorni di presenza e la diminuzione dell’impegno, con conseguente diminuzione delle performance scolastiche (Newman, Myers, Newman, Lohman, & Smith, 2000)70.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

situation to another. This would include a move out of the labour market, for example into unemployment or to look after children, and the move back into employment, education or training after a period of not being in work, education or training. Per questo Cfr. ELGPN TOOLS N° 2, Lifelong Guidance Policy Development: Glossary, European Lifelong Guidance Network.

70 Lo studio presenta anche i rischi di transizione mal condotta relativi a possibili espressioni di delinquenza e di uso di sostanze.

L’OECD71, offre una definizione e un’analisi in linea con l’ELGPN e afferma che, nell’ambito di un’educazione permanente, sono molte le transizioni che interessano la vita di un giovane a partire dal passaggio dalle strutture educative della primissima infanzia72, a quelle dell’infanzia e poi verso l’istruzione primaria73 e secondaria inferiore, superiore e terziaria fino all’ingresso nella vita lavorativa.

Se pensiamo alla transizione dalla scuola al lavoro il Labour Force Survey (EC, 2000) indica quanto il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro non sia lineare, dato che alla conclusione dell’istruzione obbligatoria non segue direttamente l’inizio della vita professionale, ma che vi è un passaggio graduale in cui i ragazzi alternano periodi di studio e di lavoro. Nel piano di progetto messo a punto dall’Agenzia risulta, infatti, che la transizione al mondo del lavoro è un processo lungo e complesso che investe tutte le fasi della vita di una persona e che va gestita in modo appropriato. Una                                                                                                                

71 Per questo si veda: OECD/European Commission (2004), Career guidance: A handbook for

policy makers, Paris.

72 Negli ultimi anni sono stati molti gli studi sulle transizioni dal nido alla scuola dell’infanzia. L’interesse è nato dalla constatazione che nella vita di una persona essi rappresentano il primo vero passaggio dalla famiglia al contesto sociale più ampio e anche il primo distacco significativo che, come confermano gli studi, può avere ripercussioni sulla qualità delle successive transizioni di vita. Per questo argomento cfr. l’interessante lavoro di Pianta R. C. e Rimm-Kaufman S. E., An Ecological Perspective on the Transition to Kindergarten: A Theoretical Framework to Guide Empirical Research in Journal of Applied Developmental Psychology, Elsevier Science Inc, 2000, 21(5), pp. 491–511. Anche la Comunità Europea ha fatto propri i principi che emergono dagli studi affermando che un processo di transizione armonico e accogliente nella primissima infanzia sarebbe predittivo di successo nelle transizioni scolastiche degli anni a venire e preventivo rispetto alla dispersione scolastica. Questo conferma che la questione delle transizioni vada affrontata in modo complesso e dinamico a partire dalla primissima infanzia, senza dare niente per scontato. Inoltre, secondo questi studi, il processo inizia nell’anno precedente l’effettivo passaggio alla scuola dell’infanzia e continua durante tutto l’anno successivo l’ingresso nella nuova realtà educativa, facendo acquisire all’evento tutta la sua dinamicità di processo nel senso più ampio del termine. Per un approfondimento degli studi relativi all’Educazione e la Cura della Prima Infanzia, presentati con l’acronimo ECEC – Early Chilhood Education and Care - si possono consultare i numerosi documenti europei che mostrano quanto una buona qualità ECEC faciliti lo sviluppo delle competenze chiave, aumenti i risultati scolastici e riduca il rischio di dispersione nei percorsi successivi. È stato dimostrato che questo è particolarmente importante per i bambini con background di svantaggio sociale, che sono generalmente a più alto rischio di abbandono scolastico, perché permette loro un ingresso facilitato nel sistema di istruzione. Per un approfondimento sul tema è consigliato il sito dell’OECD in: http://www.oecd.org/edu/school/earlychildhoodeducationandcare.htm

73 In Germania la transizione dalla scuola elementare alla scuola secondaria è considerata come un cancello principale per le disparità sociali nella frequenza scolastica (Maaz & Nagy, 2009)

buona vita per tutti e un buon lavoro per tutti sono i fini ultimi di un processo di transizione di successo. Le proposte educative, l’organizzazione delle scuole o degli altri settori deputati alla formazione dovrebbero facilitare il compimento di tale processo. Il passaggio da una scuola ad un’altra e da questa al lavoro richiedono una partecipazione attiva della persona, il coinvolgimento della famiglia, il coordinamento degli enti coinvolti e una stretta interrelazione con i settori professionali74.

2.2 Fattori che influenzano le transizioni connesse alle scelte formative e/o