• Non ci sono risultati.

Come l’Italia ha recepito le indicazioni europee sulla guidance In Italia, dalla metà del 2000, a seguito delle indicazioni europee in materia d

L’ORIENTAMENTO FORMATIVO IN EUROPA E IN ITALIA COME STRUMENTO DI PREVENZIONE ALLA DISPERSIONE

3.2 Come l’Italia ha recepito le indicazioni europee sulla guidance In Italia, dalla metà del 2000, a seguito delle indicazioni europee in materia d

orientamento, “Lisbona 2010” e di “Europa 2020”, si è verificato un vero e proprio rilancio delle politiche e delle riflessioni sui processi di orientamento scolastico e formativo dei giovani che hanno portato il Ministero dell’Istruzione a dare avvio al Piano nazionale di azioni in materia di orientamento, che ha visto la collaborazione di tutti i Soggetti e le Istituzioni interessati e competenti in materia.

Nel piano si sviluppa l’idea di orientamento come «processo unitario» a partire dalla scuola dell’infanzia per giungere fino all’università, per poi proseguire lungo tutto il corso della vita, in continuità tra il sistema d’istruzione e formazione, l’università, la formazione tecnica superiore e il lavoro, come delineato dai precedenti decreti legislativi n. 76 e 77 del 2005 e dai successivi decreti n. 21 e 22 del 2008.

Il piano delinea per la prima volta in maniera inequivocabile una visione integrata di orientamento che si è sviluppata parallelamente su due dimensioni:                                                                                                                                                                                                                                                                                                     l'orientamento comprende attività individuali o collettive di informazione, di consulenza, di bilancio di competenze, di accompagnamento e di insegnamento delle competenze necessarie per assumere decisioni e gestire la carriera.

137

Tale definizione è frutto anche del contributo della prof.ssa Maria Luisa Pombeni che è stata membro del Comitato Nazionale per l’Orientamento del MIUR (D.M. Settembre, 2004) e che ha dato un forte impulso alla riflessione sull’argomento.

- una mirata alla costituzione di un impianto organizzativo di tipo inter istituzionale e dal concetto di «rete», flessibile, interconnessa ed articolata ai vari livelli pensata per garantire con i suoi terminali territoriali la governance di tutto il percorso e dei connessi processi di sviluppo,

- l’altra rivolta direttamente al mondo della scuola, per garantire e guidare il processo di cambiamento della cultura professionale dei docenti, delle metodologie di apprendimento, delle modalità di lavoro sul territorio, attraverso lo sviluppo di reti orizzontali (con le altre scuole e con gli altri Soggetti), dell’organizzazione del lavoro nelle classi, del rapporto con lo studente a partire dai suoi bisogni e dalle sue domande anche inespresse. Si evidenzia la volontà di passare da una prassi di orientamento di tipo quasi esclusivamente informativa e limitata ai momenti di transizione e decisione, ad un approccio olistico e che investa il processo globale di crescita della persona e, a partire dalla scuola primaria, si estenda lungo tutto l’arco della vita e sia trasversale a tutte le discipline.

È opinione condivisa che intervenire oggi a tutti i livelli scolastici e formativi nella direzione di sostenere i giovani nell’assunzione coerente di processi di scelta e di decisione è, non solo una necessità, ma un diritto della persona. L’obiettivo principale è quello di diminuire i tassi di dispersione scolastica e di interruzione di frequenza, ancora molto elevati, specie nei primi due anni delle superiori, e di sostenere la maturazione e il successo formativo di ciascuno studente attraverso un impianto che si fonda su alcuni principi irrinunciabili: - centralità della persona che apprende a partire dalla lettura dei bisogni formativi e del contesto in cui vive;

- sussidiarietà e concertazione, perché l’apprendimento avviene in contesti plurimi, nella scuola e fuori da essa. C’è da dire che le competenze e le responsabilità in materia sono diversificate e le norme, specie in orientamento, frammentano compiti e responsabilità;

- formazione iniziale e in servizio dei docenti, al fine di passare ad un nuovo modello di docente, da trasmettitore di conoscenze, a costruttore di saperi e competenze;

attraverso l’approccio a problemi reali, utilizzando il laboratorio come strumento ordinario del lavoro in classe.

L’ orientamento è quindi visto come processo di crescita e maturazione globale della persona e della sua identità, trasversale a tutto il percorso di istruzione e formazione, a tutte le discipline di ogni ordine e grado di scuola e che si estende lungo tutto l’arco della vita.

Processualità e trasversalità, infatti, sono le due dimensioni che caratterizzano la nuova visione dell’orientamento, che si colloca in un’ottica di rete e di sistema integrato.

Altro elemento significativo è “la scelta convinta, relativa alla necessità di anticipare l’intervento di orientamento formativo già nella scuola primaria, in quanto è noto oggi che alcune attitudini e atteggiamenti si determinano già a partire dalla scuola dell’infanzia, perché può essere tardi intervenire nella scuola secondaria di 2° grado, quando atteggiamenti, convinzioni e modelli di

comportamento si sono consolidati” 138 (Ferraro, 2011, p. 10).

La dimensione trasversale e continua dell’orientamento implica il superamento dell’ottica esclusivamente informativa, che lo relega all’ultimo anno delle scuole secondarie di 2° grado, con un ruolo episodico e frammentario, e auspica il suo collegamento alla formazione delle “competenze per la vita”, che ciascun giovane deve poter acquisire nel suo percorso di istruzione e formazione. “L’orientamento, infatti, deve aiutare le persone a sviluppare la propria identità, a prendere decisioni sulla propria vita personale e professionale, a facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di formazione e, successivamente, tra la domanda e offerta di lavoro” (Miur, 2014, p. 4)139.

                                                                                                               

138 Ferraro S. (2011) (a cura di), Piano Nazionale Orientamento. Risorsa per l’innovazione e per il governo della complessità, in Studi e Documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, n° 134-135, Firenze: Le Monnier. La pubblicazione, ampia ed esaustiva offre numerosi contributi che consentono una approfondita riflessione sulle tematiche relative all’orientamento.

139 Le seguenti indicazioni sono desunte dalle Linee guida per l’orientamento permanente del 19 febbraio 2014 (vedi nota prot. n. 4232 del 19 febbraio 2014 scaricabile sul sito: http://www.istruzione.it/allegati/2014/prot4232_14.pdf).

Le attività di orientamento che la scuola ha il compito di realizzare, autonomamente e/o in rete con gli altri Soggetti pubblici o privati, dovrebbero essere finalizzate alla costruzione e al potenziamento di specifiche competenze orientative sviluppate attraverso diverse modalità di azione140:

- Orientamento formativo o didattica orientativa/orientante, rivolta a tutti gli studenti, per lo sviluppo delle competenze orientative di base141, realizzato nell’insegnamento disciplinare, finalizzato all’apprendimento dei saperi di base, delle abilità cognitive, logiche e metodologiche, ma anche delle abilità trasversali comunicative, metacognitive, meta-emozionali, ovvero delle competenze orientative di base e propedeutiche – life skills (OMS, 1993)142 – e competenze chiave di cittadinanza143;

- attività di accompagnamento e di consulenza orientativa, realizzate in risposta a specifici bisogni dei singoli e dei gruppi, condotte dai docenti e realizzate in esperienze non curriculari finalizzate ad aiutare i giovani, non solo a fare il punto su se stessi e sugli sbocchi professionali, ma anche a valorizzare quanto appreso a scuola per costruire il proprio progetto professionale e per attuare le scelte necessarie144;

                                                                                                               

140 Le modalità di azione presentate in queste ultime linee guida alla pag. 5 sono desunte dalla precedente Circolare Ministeriale n. 43 del 2009.

141 Le attività orientative di base si acquisiscono attraverso la predisposizione di un curricolo formativo unitario e verticale, l’insegnamento con valore orientativo delle singole discipline, l’erogazione di servizi di orientamento e la predisposizione da parte di ogni Istituto di un Piano inserito nel POF e connesso ad un quadro territoriale di interventi.

142 L’OMS ha individuato un nucleo fondamentale di dieci life skills: - autocoscienza, gestione delle emozioni, gestione dello stress, capacità di prendere decisioni, creatività, comunicazione efficace, empatia, capacità di sapersi mettere in relazione con gli altri, capacità di risolvere i problemi. L’approccio attraverso le life skills vede gli studenti come soggetti attivi della propria formazione e risulta uno strumento efficace per sviluppare e rafforzare le loro competenze cognitive e relazionali tenendo conto della complessità dei processi sottostanti di apprendimento e cambiamento.

143

Le 8 competenze chiave di cittadinanza definite dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 e riprese dal D. M. n. 139 del 22 agosto 2007 – Allegato 2 sono: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica e in scienze e tecnologia, competenza digitale, imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale.

144 Nelle Linee guida ci si riferisce in particolare alla competenza n. 7, cioè al senso di iniziativa e di imprenditorialità

- La figura di sistema o tutor dell’orientamento145 che ha il compito di organizzare e coordinare le attività di orientamento per gli studenti interne alla scuola, sia a disagio, sia “plusdotati” (Miur, 2014, p. 7), e dovrà interfacciarsi costantemente con la rete di orientamento del territorio;

- La formazione dei docenti specifica sull’orientamento con la funzione di aggiornare e arricchire le conoscenze e le competenze strettamente collegate all’orientamento stesso quali contesto socio-economico del territorio, mondo del lavoro, imprenditorialità146;

- L’educazione alla cultura del lavoro e dell’auto-imprenditorialità come parte integrante dell’orientamento   finalizzata alla promozione di studenti attivi e responsabili, attraverso percorsi di didattica orientativa, esperienze sul e nel mondo del lavoro (visite, tirocini, alternanza scuola-lavoro) 147 e progetti condivisi fra insegnanti e mentori di organizzazioni di categoria, imprese private e terzo settore148;

- La documentazione dei percorsi e delle attività di orientamento per garantire la continuità e la trasparenza nei processi, il monitoraggio sistematico delle azioni e la costante attenzione agli esiti della carriera scolastica di ogni studente;

- La sensibilizzazione e formazione dei genitori (entro il Patto di corresponsabilità educativa149) svolta in tutte le scuole a partire dalla scuola dell’infanzia e particolarmente in occasione della scelta della scuola secondaria                                                                                                                

145 A seguito dell’autonomia scolastica istituita con la legge 59/1997 art. 21, comma 16, i capi di istituto possono selezionare dei docenti esperti e intenzionalmente formati in aree specifiche di intervento, che tengano rapporti tra colleghi e dirigenza e si occupino degli aspetti operativi della loro area di expertise. Questi ‘figure di sistema’ dovrebbero essere adeguatamente formate in tema di orientamento e acquisire competenze di base sul management e sulla comunicazione interpersonale e istituzionale. Purtroppo, ad oggi, non sembra che queste condizioni siano sempre soddisfatte nel modo proposto dalla normativa.

146 Nelle Linee guida si legge che sarebbe opportuno che i docenti partecipassero a moduli di formazione iniziale obbligatoria sul significato di orientamento permanente, sulla didattica orientativa, sulle azioni di accompagnamento di tutto il percorso scolastico, sulla conoscenza del mondo del lavoro.

147 Per questo si vedano i paragrafi 3 e 4 di questo capitolo.

148 A questo proposito sono riportati alcuni esempi virtuosi sia italiani, sia europei che si possono leggere in nota alla p. 8 delle linee guida.

149

Per un approfondimento sul Patto di Corresponsabilità Educativa si veda l’’art. 5 del D.P.R. n. 235/2007.

di secondo grado attraverso l’attivazione di - corsi di formazione rivolti ai genitori, finalizzati all’accompagnamento dei figli nei percorsi di transizione e scelta e/o - consulenza psicologica e/o colloqui individuali, per il sostegno in caso di esigenze specifiche o nei casi di rischio o abbandono scolastico. Nella tabella 6 sono riportate le principali iniziative legislative che hanno riguardato l’orientamento e che hanno condotto fino alle attuali Linee guida. Tab.6 - Normativa sull'orientamento in Italia

- Legge n. 53 (28 marzo 2003) “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

http://archivio.pubblica.istruzione.it/mpi/progettoscuola/allegati/legge53_03.pdf

- Legge n. 1 (11 gennaio 2007 “Disposizione in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università. http://archivio.pubblica.istruzione.it/dg_ordinamenti/allegati/legge1_07.pdf

- D. M. 31 luglio 2007 “Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione

http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/allegati/dir_310707.pdf

- D. M. 22 agosto 2007 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione”

http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/dm139_07.shtml

- D.lgs. n. 21 (14 gennaio 2008) Norme per la definizione dei percorsi di orientamento all'istruzione universitaria e all'alta formazione artistica, musicale e coreutica, per il raccordo tra la scuola, le università e le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/08021dl.htm

- D.lgs. n. 22 (14 gennaio 2008) “Definizione dei percorsi di orientamento finalizzati alle professioni e al lavoro”

http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2008/allegati/dlgs22_08.pdf  

- C. M. n. 43 (15 aprile 2009) “Piano Nazionale di Orientamento: “Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita”. Indicazioni nazionali”.

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/cm43_09

- Nota prot. n. 4232 (19 febbraio 2014) “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” http://www.istruzione.it/allegati/2014/prot4232_14.pdf

Gli strumenti del nuovo impianto per garantire un orientamento efficace sono: - - il raccordo e il coordinamento tra Soggetti istituzionali responsabili e competenti in materia ai vari livelli;

- la formazione dei docenti; - la funzione tutoriale del docente;

- la didattica laboratoriale;

- la personalizzazione dell’intervento; - il coinvolgimento attivo dello studente; - gli interventi precoci.

“Sono questi gli «ingredienti» che possono aiutare a disegnare un sistema di orientamento che accompagni il Soggetto durante tutto il corso della vita e che si caratterizzi per essere: - accessibile a tutti; - qualitativamente valido e interconnesso con tutte le aree della vita sociale, - centrato sulla domanda più che sull’offerta; - centrato sulla rete territoriale e sui soggetti che la rappresentano: scuola, famiglia, Enti Locali, volontariato, associazionismo, mondo del lavoro e delle imprese; - articolato in reti funzionali comprendenti servizi di vario tipo in risposta a specifici bisogni; - soggetto a monitoraggio continuo” (Ferraro, 2011, p. 18).

3.3 Lo sviluppo delle competenze per l’auto-orientamento: le Career