FASE PRELIMINARE
4.5 Le interviste esplorative su base fenomenologica
Prima di iniziare il mio lavoro con i ragazzi ho deciso di procedere con alcune interviste esplorative di tipo fenomenologico per avvicinarmi al tema da trattare facendomi prima aiutare da chi, a vario titolo, ha una esperienza pluriennale rispetto ai temi che andavo trattando.
Ho così svolto 6 interviste esplorative su base fenomenologica a testimoni privilegiati di cui:
• un’intervista ad un Dirigente scolastico di un grande Istituto superiore della provincia di Firenze189 che ha vari indirizzi di Liceo e Tecnici; • un’intervista alla Dirigente scolastica di un Istituto Professionale della
provincia di Firenze,
• un’intervista alla Dirigente dell’Ufficio Istruzione di un Comune dell’interland fiorentino,
189 L’Istituto è il più grande della Provincia e uno dei più grandi della Regione. Dir Scol.: Dirigente Scolastico
Ente Formaz.: Ente di formazione TP: Testimone Privilegiato Stud.: Studente Gen.: Genitore Doc.: Docente FS: Femmina Studentessa MS: Maschio Studente
• un’intervista al responsabile per la progettazione sulla dispersione di un’agenzia formativa della provincia di Firenze,
• un’intervista ad una dirigente del CRED di un Comune della provincia di Firenze,
• un’intervista a un orientatore che opera come libero professionista per diverso comuni della provincia di Firenze.
L’obiettivo era quello di avere una panoramica più ampia possibile del fenomeno considerato attraverso le opinioni dei conoscitori esperti, che di esso hanno una visione diretta e profonda, perché ricoprono posizioni privilegiate di osservazione.
L’approccio fenomenologico mi ha consentito, come ricercatrice, di limitarmi a delineare le opinioni e le esperienze di coloro che sono stati intervistati relativamente al modo in cui sono state da loro presentate. In questo modo ho potuto raccogliere informazioni descrittive del fenomeno, osservate dai vari prismi interpretativi dei sei intervistati.
In particolare, l’intervista esplorativa su base fenomenologica ha la prerogativa di consentire di indagare il problema in senso ampio, partendo unicamente da un’idea iniziale di cosa si vuole studiare, ma non avendone ancora definito la cornice di riferimento.
Per il fatto che si è alla ricerca di nuove ipotesi di interpretazione del fenomeno, ho cercato il senso delle cose seguendo il profilo del loro manifestarsi e cercando di cogliere le cose così come mi venivano presentate. Grazie alle informazioni ottenute ho potuto successivamente raccogliere le idee e procedere all’impostazione delle successive interviste, quelle che mi avrebbero permesso di analizzare il problema e di perfezionare al contempo la mia ipotesi di ricerca.
4.5.1 La costruzione dei questionari per l’intervista semi strutturata
Una buona costruzione dei questionari di intervista permette, in fase di intervista, di analizzare i temi di vita quotidiana proposti, dalla prospettiva
personale del soggetto che viene intervistato e la sua efficacia è direttamente proporzionale al rispetto dei significati dei fenomeni descritti dalle persone incontrate.
In base a questi aspetti, la costruzione dei questionari ha visto diverse distinte fasi:
- scelta delle categorie da intervistare (Studenti, Genitori e Docenti) - scelta delle macro aree di indagine.
- scelta delle domande per ciascuna delle macro aree
Tab. 8 – Categorie e macro aree dei questionari di intervista
Categorie Macro aree
Studenti - Attività di orientamento
- + Processo di scelta - * Consapevolezza - Volizione - * Valori - Conoscenza - * Aspettative - Riflessioni e suggerimenti
Docenti - Prevenzione del disagio
- Attività di orientamento nella scuola - * Consapevolezza del ruolo - * Valori
- * Aspettative
- Riflessioni e suggerimenti
Genitori - + Processi di scelta
- * Consapevolezza - * Valori
- * Aspettative
- Riflessioni e suggerimenti
Con l’asterisco (*) sono indicate le tre macro aree, comuni a tutti e tre i gruppi, che avevo interesse di indagare e mettere a confronto190.
In base alla mia ipotesi volevo comprendere in che modo i giovani inizialmente scelgono la scuola superiore e qual è il livello di consapevolezza relativamente
190 La consapevolezza, in base agli studi più recenti, è probabilmente l’area più importante e su cui è possibile incidere attraverso l’educazione formale e non formale sia da parte dei docenti, sia da parte dei genitori (per questo si veda il capitolo. I valori restituiscono al ricercatore i principi che guidano le scelte e i comportamenti degli intervistati e che hanno a che fare la cultura di riferimento e le aspettative
alla scelta di ciò che si andrà a studiare e come questa scelta influenzi il futuro formativo personale 191, che grado di formazione si vuole raggiungere e quali sono le conoscenze dei ragazzi rispetto all’offerta che il territorio offre relativamente ai loro interessi.
Indagando valori e aspettative ho ritenuto che fosse possibile comprendere le ragioni profonde delle modalità con cui è stata affrontata la transizione alla secondaria di secondo grado, di chi ha accompagnato il processo, di quali sono stati i principi che lo hanno guidato (talvolta anche inconsapevolmente)192. È inoltre possibile ascoltare l’intervistato rispondere relativamente agli esiti del passaggio, ai momenti di difficoltà incontrati che hanno portato alla scelta della transizione ad un altro percorso193.
Ciò che si chiedeva ai partecipanti era di raccontare e descrivere le proprie esperienze; il ricercatore, oltre a prendere informazioni, cerca di focalizzarsi nel modo in cui le esperienze stesse sono state vissute194 per far emergere i
vissuti dei singoli partecipanti e mettere a fuoco i punti nodali utili alla comprensione del fenomeno.
191 Inizialmente non avevo pensato che questa domanda avrebbe già permesso ad alcuni di iniziare a raccontare più liberamente della propria esperienza, lasciando le maglie ‘strette’ delle domande per articolare un discorso che in sé avrebbe potuto comprendere anche le risposte alle domande successive, per cui nel condurre le interviste, via via che andavo aventi riuscivo a padroneggiare meglio l’incontro, ad essere più empatica e a creare un clima disteso che permetteva la giusta confidenza e fiducia (Kanizsa, 1993). In questo senso concordo con Turner (2010) quando afferma che la ricerca qualitativa può essere più o meno complicata a seconda del livello di esperienza del ricercatore, dal momento che da una particolare metodologia qualitativa egli stesso si aspetta di espandere la sua conoscenza per utilizzare al meglio una varietà di paradigmi di ricerca.
192 Quando, durante un’intervista, il ricercatore fa domande sui valori personali, può giungere ad una comprensione più profonda dei motivi delle scelte delle persone e, al tempo stesso, semplicemente con il fatto di esplicitarle attraverso le domande dà la possibilità all’intervistato di prenderne a sua volta coscienza. In ogni intervista c’è un livello fattuale e uno di significato è necessario ascoltare le descrizioni esplicite e i significati espressi per trovare il significato implicito (Kvale, 2007, p. 11).
193 Con ‘altro percorso’ intendo il cambiamento di classe o di scuola mantenendo lo stesso indirizzo di studio, il cambiamento ad altro indirizzo di studio, il cambiamento verso corsi di formazione professionale o, in alcuni casi, la transizione al lavoro.
194 Questo era proprio ciò che volevo studiare; mi interessava sapere da chi ha vissuto esperienze di transizioni difficili e di conseguente dispersione cosa era successo, quali erano stati i fattori che avevano innescato il processo, chi era intervenuto e come e, infine, se e in che modo la persona aveva elaborato una soluzione al problema. Mi interessava la parola dei diretti interessati, i giovani, ma anche degli adulti principali di riferimento: docenti e genitori.
Dove mi è stato concesso ho cercato di indagare anche l’opinione dei genitori, per comprendere se, e come, il vissuto di uno fosse più o meno corrispondente con l’altro195 , divergente o reciprocamente influenzato.
Ho ritenuto importante anche indagare il parere degli insegnanti196, perché i più recenti studi sui processi di transizione, dispersione e disimpegno 197 convergono sulla significatività dei docenti come adulti di riferimento che hanno responsabilità di orientamento e accompagnamento e che sono anche responsabili delle metodologie didattiche più innovative.
La strutturazione dei questionari si è svolta in 3 fasi:
1° versione: somministrata a due campioni per ciascun gruppo (2 docenti, 2 studenti, 2 genitori). Al termine di questa batteria di 6 interviste c’è stata una revisione delle domande di ciascun gruppo per costruire una
2° versione in cui sono state tolte le ripetizioni e focalizzato meglio le domande in base a ciò che volevo andare ad indagare.
3° versione: durante il periodo delle interviste, procedendo con lo studio della letteratura soprattutto in merito alle transizioni, ho focalizzato ancora meglio il corpus delle domande agli studenti.
È possibile consultare i passaggi intercorsi nell’impostazione dei questionari degli
- studenti: allegati n° 1, 2, 3 - docenti: allegati n° 4, 5, 6 - genitori: allegati n° 7, 8, 9
195 Si sono resi disponibili 5 genitori dei ragazzi intervistati, per cui in questo caso sono state messe a confronto le risposte (vedi cap. 5).
196 In ambito internazionale, europeo e nazionale gli studi confermano l’incidenza dei docenti sulle scelte degli studenti, sul loro orientamento e sull’eventuale dispersione (vedi i capitoli precedenti).
FASE II