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Come i docenti incidono nel percorso formativo degli studenti?

L’ANALISI DELLE INTERVISTE

5.2 Le interviste: la parola agli student

5.2.4 Come i docenti incidono nel percorso formativo degli studenti?

Nella maggior parte delle interviste gli studenti hanno manifestato un forte disappunto per il modo di condurre la lezione da parte di alcuni docenti e sul rapporto che stabiliscono con loro, tanto da essere stati, a loro parere, la causa del loro fallimento scolastico almeno in un certo momento del loro percorso di istruzione.

Questo dato è piuttosto preoccupante perché, a fronte di una normativa molto articolata che suggerisce percorsi didattici e professionali per i professionisti della scuola orientante, la realtà è molto spesso ben lontana da ciò che ci si aspetterebbe.

Queste riflessioni non sono solo appannaggio degli studenti intervistati, ma come vedremo, anche dei genitori e dei docenti intervistati218; c’è una concordanza di vedute rispetto al fatto che i docenti non sono sufficientemente                                                                                                                

preparati, né da un punto di vista prettamente didattico, né per ciò che riguarda l’aspetto pedagogico e relazionale.

Le linee guida del 2014 forniscono tutte le indicazioni necessarie ai docenti per un lavoro a tutto campo che è ormai non solo necessario, ma irrinunciabile (Ferraro, 2009).

STUD: […] per me la scuola in primis deve essere un luogo dove ci sia tranquillità,

accoglienza, non un luogo che ti mette ansia. Per il fatto che ci passi tanto tempo della tua vita, per essere un modo per stare insieme, per scambiarsi delle idee e non per fare venire delle crisi di panico o attacchi di ansia. (FS 16)

A scuola, infatti, che lo si voglia o no, ogni docente svolge una funzione orientativa in modo sia diretto e consapevole, attraverso azioni mirate volte a dare un senso al lavoro e alla modalità in cui viene svolto, sia in modo indiretto, casuale e spesso inconsapevole che possono attrarre lo studente,

STUD: i professori sono disponibili, carini, ti vengono incontro per qualsiasi cosa […] rispetto all’anno scorso ho tante soddisfazioni. (FS 3)

STUD: […] ci sono degli insegnanti che mi hanno davvero aiutato con i problemi, per

esempio il prof. M. delle medie, che lo ringrazio davvero di cuore, perché lui per me c’è sempre stato, ha sempre creduto in me. E alle superiori il B. che credeva sempre in me e pensava che potessi passare. (MS 5)

STUD: […] qua non ci sono professori con la puzza sotto il naso. Qua prendono le

cose con molta più tranquillità […]. (SF 6)

INT: Hai qualcosa che vorresti dire a qualche tuo insegnante? STUD: Beh, al

professore di italiano di quest’anno che è andato in pensione lo ringrazio, perché ci ha insegnato a ragionare e non solo a leggere dal libro. (SM 12)

oppure suscitare in lui un senso di rifiuto, se non di vera e propria repulsione, verso la materia di studio219 e, talvolta purtroppo, verso la scuola.

                                                                                                               

219 Un docente significativo può avere doti di ‘attrattività’ se riesce a trasmettere agli studenti la passione e la curiosità per la disciplina che insegna, oppure può generare ‘repulsività’ negli studenti se non sa appassionare e stimolare la curiosità. Per questo sarà un docente negativamente significativo. Per questo si cfr. Ferraro, 2009, op. cit.

INT:Vorresti chiedere loro il perché non ti hanno stimato e si sono comportati in un

certo modo con te? STUD: Non ci siamo compresi, diciamo, in realtà non hanno svolto il loro compito di aprirsi un po’ per creare un rapporto pacifico e non conflittuale con me. (MS 1)

STUD: […] alle medie andavo male a matematica e c’era l’insegnante che si era

accanita con me tanto che il sei non lo vedevo neanche come miraggio di luce, quindi è stata dura. A ripetizione facevo tutto bene e poi andavo al compito e sbagliavo, quindi avevo l’ansia. Se ero a sedere nell’ultima fila, la professoressa mi faceva spostare e mi metteva davanti per paura che copiassi, quindi entravo ancora più in ansia, no ne ho sempre dette di cotte e di crude a questa insegnante. (FS 4)

STUD: […] là ti fanno passare la voglia di studiare. […] sono venute fuori delle frasi che mi hanno scioccato da parte di alcuni professori del tipo: - Voi venite qui per soffrire - secondo me è una cosa allucinante. Perché non possono essere persone normali a scuola? A lezione con loro sembrava di essere in dittatura. (FS 6)

STUD: […] con la prof di economia dell’anno scorso, perché non le stavo simpatica fin dall’inizio. Le chiederei come mai ce l’aveva con me […] io sennò perdevo l’autostima di andare avanti, forse ce la facevo a recuperare. […] la prof di economia mi diceva che ero scema e quindi, basta. (FS 10)

STUD: […] quello di italiano mi ha preso di mira ed è stato un inferno. Perché, non lo

so, voleva avere ragione sempre lui e io ero quella sbagliata. (Lui ndr) mi ha bocciato vorrei dire che ha sbagliato, che non era questo il modo di fare, non si fa.

(FS 11)

INT: Hai qualcosa che vorresti dire a qualche tuo insegnante? STUD: A quella di

inglese dico che potrei fare io le sue lezioni. (MS 12)

STUD: Ehm… I professori di informatica diciamo che sono parecchio nullafacenti, quindi per fare l’informatico bisogna essere praticamente appassionati. INT: non sono

riusciti a farti venire una passione per questa cosa? STUD: no, per nulla. Ci ho provato

anche da me, però, proprio zero. (FS 14)

La capacità di sapersi relazionare, infatti, è oggi più che mai una condizione indispensabile della professionalità del docente proprio per il fatto che l’insegnante in classe è un riferimento importante con cui i ragazzi si relazionano.

STUD: Sono sempre stata timida ma a scuola sono sempre andata bene. Invece vedevo la scuola come un buco nero e ci stavo proprio male. I professori mi vedevano e non

mi venivano incontro, cioè com’è possibile che loro mi vedessero così e non facessero niente? Mi sono trovata proprio male, così ho deciso di andare a parlare con qualcuno (una psicologa ndr). A scuola la situazione era sempre più, non so come dire, i professori erano sempre più distaccati, provocatori, qualunque cosa facessi, loro continuavano. (FS 3)

STUD: […] c’è una continua lotta tra alunni e professori, ci vorrebbe maggior cooperazione, prima dell’insegnamento viene il come ti rapporti con me, se non mi fai sentire a mio agio e mi attacchi subito senza che io ti abbia detto niente, parti già dal non essere una persona molto umana. Uno studente anche se è sotto di te, quando diventa maggiorenne è già considerato un tuo pari. (FS 6)

STUD: professori che sembravano bravi, hanno parlato male di me e alla fine sono risultati negativi. (MS 8)

INT: Avresti qualcosa da dire a qualche tuo insegnante? STUD: Di non arrabbiarsi

troppo. (FS 9)

È compito del docente conoscere le varie difficoltà che si possono presentare nei loro studenti, padroneggiare la normativa e le soluzioni tecnico-didattiche per aiutarli.

“Gli studenti si aspettano implicitamente che il docente sia il ‘docente’ e questo implica un’asimmetria, una distanza e un senso di rassicurazione di cui l’insegnante deve farsi carico […]. Il lavoro dell’insegnante ha quindi a che fare, oltre che con il proprio sapere disciplinare, con un’intelligenza al lavoro che gli permette di gestire la situazione problematica che in questo caso chiama in causa sia la gestione del proprio ruolo, sia la comprensione della storia della classe” (Fabbri et al., 2014, pp. 27-28).

INT: Come ti sei trovato nella nuova scuola? Alcuni professori non erano molto

capaci, erano interessati solo al nostro apprendimento ed erano abbastanza disinteressati ad insegnarci. INT: Cioè vorresti dire che si occupavano di insegnarvi

solo la materia? STUD: Sì, non gli interessava il perché uno non poteva studiare. (MS

12)

STUD: I professori con questa dislessia non mi hanno aiutato in nulla. Era tutto un

lavoro così, andavano troppo veloci e non ce la facevo a starci dietro e alla fine ho smesso. Non mi sono stati vicino. (MS 15)

A conclusione di questo paragrafo prendo a prestito le parole di una delle studentesse intervistate perché riassume in maniera molto lucida quello che, a mio avviso, nella scuola del ventunesimo secolo, dovrebbe essere l’approccio di ogni docente nei confronti degli studenti.

STUD: - Aprite la mente! – Gli insegnanti, secondo me, sono chiusi in maniera pazzesca. I professori passano gran parte del loro tempo con i ragazzi in un’età molto difficile, caotica e piena di problemi. Uno dei motivi dei problemi dei ragazzi sono i professori, non sto facendo accuse. C’è troppa assenza nel rapporto con i ragazzi, possono essere anche i numeri uno ad insegnare, ma se non c’è la scintilla che scatta e che crea il legame tra professore e alunno e tra alunno e professore, non c’è niente. Se non sei aperto di mente e di cuore il tuo insegnamento non arriverà mai, mai. (SF

16)

5.3 La parola ai genitori: fra il desiderio di individuazione e