VII. Tensioni in Italia.
VII.6 Delusioni ed entusiasmi.
In Spagna, dopo l’elevazione di Filippo III, benché gli animi di tanti fossero pieni d’entusiasmo iniziale, in realtà la situazione finanziaria andò in seguito aggravandosi sempre più cagionando preoccupazione ed inquietudine presso il Governo e la Corte.
Il re di Spagna era un sovrano giovane, inesperto che aveva ereditato un’hacienda in crisi, e le imprese alle quali ci si rivolse erano di gran lunga superiori alle possibilità economiche di quel momento. Lo scopo di simili slanci congetturava una strategia mirante ad indebolire le maggiori potenze per indurle alla pacificazione, parola questa grossa se si pensa all’Inghilterra di Elisabetta o agli Stati supportati dalla famiglia Orange. Ciò nonostante, lo stato di malessere della monarchia spagnola mise in moto una condotta bellica che si mostrò poi quasi sempre fallimentare, e che mirava ad indurre il nemico a credere che per il
425 Lo scontro tra le due casate fu condotto senza esclusione di colpi. Entrambi impiegarono ogni risorsa politica e patrimoniale; inoltre la politica matrimoniale fu il cardine di questa contesa. Cfr. F. Angiolini, Medici e Savoia…op. cit.
bene di tutti fosse imperativa la pace. In questa maniera, ottenuta la tregua, la Spagna avrebbe guadagnato un periodo di transizione da dedicare alla rinascita finanziaria del paese. Gli innumerevoli e costosi impegni del momento quali, la segretissima impresa di Algeri richiesta dai frati trinitari per la liberazione degli schiavi cristiani e ideata da Lerma, Franqueza e il confessore del re;426 il fronte belga di Ostende combattuto dall’arciduca Alberto; l’impresa della Coruña per un supporto ai cattolici irlandesi volto ad asserragliare l’Inghilterra ed indurla alla pacificazione; inoltre gli impegni in Croazia affianco al Papa contro il Turco; infine l’impresa di Milano, altra chiave di volta per il mantenimento dello status quo in Europa, in quel momento imprescindibile a vista dell’accomodamento della questione di Saluzzo; furono questi gli impegni costanti, vincolanti ed improrogabili, che la Spagna dovette sobbarcarsi in quegli anni.
Quando nel novembre 1599 l’arrivo dell’Adelantado di Castiglia con quei tredici vasselli a Cadis molto mal trattato […] 427 fece temere che il nemico, approfittando della sventura, potesse offenderli direttamente sulle coste, si diceva che perciò […]trattano con molta sollecitudine di fare nuova armata.428
In quel momento la Spagna stava vivendo l’entusiasmo di quanti, verso il nuovo Governo, vedevano la svolta e riponevano la speranza nel nuovo giovane re e nei suoi nuovi ministri: A tutto dovrà riparare la prudenza del nuovo Governo
426 Comparse un Corriero di Genova. Andrea Doria con avviso, che avvendo tentato di accostarsi alle spiagge di Alegeri et metter in essa la fanteria, et essendo stato ributtato dal tempo […] et ridottosi tutti a salvamento in Maiorca […] nuova sentita con estremo dispiacere da S. M. tà et da tutti li suoi Consiglieri, et particolarmente dal Duca di Lerma, dal Confessoro, et da Franchezza ch’erano stati i principali et forse li soliti motori et governatori di questa impresa […]su l’essortatione de frati Trinitarij che vanno ogn’anno in quelle parti à riscatto delli schiavi […]. A.S.F. Mediceo del Principato, legazione spagnola, f. 4928, 18 settembre 1601.
427 A.S.F. Mediceo del Principato, Legaz. Spagnola, f. 4927, 10 novembre 1599. 428 Ibidem.
presente poiché egli è tanto migliore del passato.429 Ma fra quelli che da esterni osservavano il teatro reale, il decadimento, la cortigianeria esagerata che si stava sviluppando, tutto parve il presagio della sventura e del regresso: […]à che punto è arrivata l’adulazione, et quanto se ne gusti in che disprezzare la memoria del Re passato et li suoi poveri Ministri, poiché non solo si permette et si collega che vada quasi pubblicamente una siffatta scrittura, ma chi l’ha fatta che è il secretario del Marchese di Denia se ne gloria fra li suoi Amici et ne pretende mercede da S.M.tà, et quello che è peggio che la doverà ottenere tanto gusta, questo giovane di vedere vilipesa la memoria di suo padre et innalzate le attioni sue, senza che fin ad hora habbia paragone.430
La “trovata” del panflet aveva una chiara intenzionalità politica, quella cioè di tentare di destabilizzare il potere dei privados del re defunto.
Nello stesso periodo in cui furono pubblicate le infamanti maldicenze nei confronti di Filippo II, il marchese di Denia ottenne il titolo ducale: lo comunicava il Guicciardini che non a caso collegava i due fatti attribuendo così l’irriverenza verso il re defunto essenzialmente all’azione del valido come colui che fu capace di circuire il giovane re a tal punto da indurlo ad anteporre l’amor
429 A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4927, lettera 13 novembre 1599. F. Guicciardini a Ferdinando I. Questa lettera, come altre in seguito, è ambigua: la parte cifrata esprime giudizi tutt’altro che confortanti sul governo di Filippo III e di Lerma; solo una parte esigua della lettera, quella comprensibile, riferisce commenti positivi per eludere i rigori della censura.
430 A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4927, allegato cifrato, 13 novembre 1599. F. Guicciardini a Ferdinando I. L’incarcerazione del segretario del duca di Lerma avviene circa un mese dopo: […]siccome sarebbe stato grandemente lodato fin dal principio che quella scrittura uscì fuori, che già devono essere più di sei mesi si fusse visto gastigare esemplarmente la sfacciataggine di quello sgraziato così è attribuito à leggerezza che dopo haver comportato che la vada per tutto il mondo, et non poter negare né il Re né il Duca di Lerma di haverla vista et approvata, sebene lo vegono in ogni modo, che hora o per rumori che ne ha fatti in faccia loro un frate […]si siano mossi a far mettere questo segretario in prigione. Cfr. A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4927, lettera cifrata 1 gennaio 1600.
proprio alla memoria del padre.431 I cambiamenti di ministri e vecchi ufficiali inasprì e aumentò oltremodo i malumori: La Duchessa di Candia Camerera Maggiore della Regina, quella che fu ad incontrare et ricevere S.M.tà fino a Trento destinata et chiamata à questo offitio dal Re morto, è stata licenziata […]senza sapersene ò allegarsene altra cagione che dell’haver il Re voluto dar il luogo […]alla Duchessa di Lerma.432 Juana Velasco, vedova del duca di Gandìa, agli occhi di Lerma non rappresentava presumibilmente una garanzia di fedeltà, tanto più che già alcuni mesi prima le indiscrezioni sulla sostituzione nella casa della regina dei suoi precedenti membri, davano già per certa la rimozione della duchessa come primo passo irriverente di riesame in loco. L’introduzione di Catalina de la Cerda,433 duchessa di Lerma, aumentò i malumori; la regina in primis espresse il suo disappunto istigando alla diffidenza verso Lerma e sottolineando l’intento del duca di volersi circondare solamente di persone a lui vincolate da indubbia ed evidente fedeltà.434
431 A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4927, lettera 13 novembre 1599; inoltre: Il Marchese di Denia fu honorato da S.M.tà di titolo di Duca d’una terra del detto Marchese posta qui in Castiglia che si chiama Lerma. Lettera 1 gennaio 1600.
432 A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4927. lettera 7 dicembre 1599. La duchessa di Candìa era sorella del Contestabile di Castiglia. La regina, per questa sostituzione, manifestò il suo disappunto.
433 Catalina de la Cerda era figlia del quarto duca di Medinaceli.