VI. Fine di un regno; vecchio e nuovo regime.
VI.5 Nuova élite; inizio del valiamento.
Questa promozione dell’immagine del monarca come benefattore è certo scatenò conflitti d’interessi: la liberalidad regia negli anni precedenti fu discussa e in parte limitata dallo stesso Filippo II che, accreditato dalla proposta di Lipsio, la ridusse al minimo per tentare di evitare i pericoli dello scontento nella distribuzione delle mercedes.315 Ora le nuove tendenze in atto, e come è stato detto lo scontento verso il governo precedente, annullarono anche quelle prerogative ratificate per buone: se la diffidenza iniziale nei confronti del nuovo sovrano concepì lo stratagemma di promuoverne l’approvazione attraverso il tentativo di accattivarsi i suoi sudditi con la distribuzione di mercedes e cariche, in realtà questa mossa si dimostrò rivelatrice, fin dall’inizio, del nascente assetto monarchico, cioè di coloro i quali avrebbero contato nel governo prossimo della monarchia spagnola. Proprio sei giorni dopo la morte di Filippo II, il Guicciardini informava il granduca sulle già discusse cariche che il nuovo re stava assegnando: S.M.tà ha provvisto il carco di primo Cavallerizzo che è l’offizio che soleva havere Don Diego di Cordova, prima che fusse fatto carco
314 Cfr. G. Botero, op. cit.
315 Lo scopo era anche quello di evitare abusi, infatti nel 1591 Filippo II fece creare un nuovo ufficio detto Contador de la razòn general de mercedes che si proponeva di archiviare informazioni sulle mercedes elargite dal re, affinché un individuo non recepisse per uno stesso servigio più di una provvigione. Cfr. A. Feros, op. cit. p.124.
un mese fa Cavallerizzo maggiore dal morto Re, in un fratello del Marchese di Denia chiamato Don Gio de Sandoval […];316 e la stessa missiva annunciava l’acquisizione dei nuovi consiglieri di stato […]legati o d’amicitia o di stretto parentesco con il Marchese di Denia […].317 Di questi Juan de Zùñiga y Avellaneda, sesto conte di Miranda del Castañar;318 il duca di Medina Sidonia,319 Generale del mare Oceano già generale dell’Armata per l’Inghilterra del quale […]si può assolutamente Dire che sia il maggiore signore di Spagna320 […]oltre alla grossa rendita che ascenderà oltre a cento quarantamila scudi, è tenuto ricchissimo di contanti et accortissimo in saperli conservare […] dello habito del Tosone […] et in concetto di huomo prudente et savio ma non già di esperienza in cose di governo, ò sia per il mal successo che hebbe l’Armata destinata per Inghilterra sotto il suo comando […] sia in effetto l’opinione […] che la sua prudenza sia […] più tosto à sapere conservare et augumentare il suo; 321 inoltre gli interessi personali non avrebbero permesso al nuovo
316 Al sopradetto Don Diego lasciano tutte le provvisioni et emolumenti che trova come Cavallerizzo Maggiore, et la preeminenza di valersi per la sua persona dellj cocchi et cavalli delle stalle di S.M et di poi che habbia la medesima autorità di tener chiave dorata et entrare nella camera del presente Re, come in virtù dell’offitio di Cavallerizzo maggiore […]. Cfr. A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4926, 18 settembre ’98. Inoltre Martìnez Hernàndez riporta: Ha hecho merced del officio de su Primer Cavallerizo a don Juan de Sandoval hermano del Marquès de Denia y a don Diego de Còrdoba le ha dado la llave de su Càmara y que goze del sueldo de Cavallerizo Mayor por todos los dias de su vida y puede servirse de los coche, litheras y cavallos y hazèmilas de la Cavalleriza como quando la tenia a cargo. Cfr. lettera di Esteban de Ibara a don Pedro de Toledo, Madrid, 14 e 15 settembre 1598, A.D.M.S., Villafranca, Leg. 5405, in Martìnez Hernàndez, op. cit. p. 468.
317 Ibidem.
318 Fu uno dei più stretti aliados di Lerma; fu suo consuocero perché il suo unico erede sposò una figlia di Lerma; poco dopo, nel 1599, Miranda ottenne la carica di presidente di Castiglia in sostituzione di Rodrigo Vàzquez de Arce ministro di molta influenza e perciò pericoloso per la realizzazione dei disegni politici del duca.
319 L’erede del settimo duca di Medinasidonia sposò una delle figlie di Lerma.
320 […]perché se bene soli l’Almirante di Castiglia et il Duca di Ossuna l’agguaglino […]il primo pretenderà forse di superarlo in nobiltà, et qualità della Casa sua, che dicono haver tenuto sempre così stretta parentela con il Re […]et quello d’Ossuna un suggetto tanto stravagante che per le sue bestialità si trova come preso in una tal terra. Cfr. A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4926, 27 settembre 1598.
consigliere la condivisione degli interessi di un governo che spingesse a promuovere la guerra, ma piuttosto la pace e questo perché […]è signore del Porto di Lucar del quale trahe grandissime rendite et tanto maggiore quanto la navigazione è più libera et generale, et massime delle parti di Fiandra et di Inghilterra onde si può credere che inclinerà sempre per l’interesse suo proprio al desiderare che si tenga la pace con quelle Nationi, et che il commercio sia libero [...]322 e questa tendenza non apparteneva solo a lui ma generalmente a tutti […]essendo assai proprio de ricchi et avidi sfuggire li garbugli.323 Il conte di Fuentes, altra nomina per il Consiglio di Stato, già generale di Spagna, […]è soldato di quella reputazione che V.A sa la quale tutta ha acquistata in quel poco tempo che scorse in Fiandra dopo la morte dell’Arciduca Ernesto fino all’arrivo dell’Arciduca Alberto […]si chè li consigli di questo si può presupporre che tenderanno a persuadere il nuovo Re che sia più imitatore di Carlo suo avolo, che di Filippo suo Padre; 324 infatti quando si dice dell’Adelantado Mayor di Castiglia, generale delle galere di Spagna […]che se bene la professione sua è di soldato credo che sia di animo più quieto che il Conte di Fuentes325 e questo perché l’Adelantado […]che ha figli, haverà per avventura più fine di tirarli avanti et mettere la Casa sua in buono et honorato posto che di consigliare à mettere il mondo in guerra come io stimo che sarebbe inclinato l’altro, che non havendo chi lasciare dopo di sé, può solo havere per
322 Ibidem. 323 Ibidem.
324 Inoltre si dice che il Conte di Fuentes fosse in stretta parentela con la Casa di Toledo questi ultimi imparentati col granduca di Toscana. Cfr. A.S.F. Mediceo del Principato, legaz. Spagnola, f. 4926, 27 settembre 1598.
fine di lasciare fama delle sue attioni proprie;326 inoltre l’adelantado si dice fosse […]grandissimo emulo del Principe Doria,327 tanto che come altri non potesse sopportare che avesse l’incarico di generale del mare al qual carico credo che egli habbia volto tutto il pensiero per se medesimo.328 Legato da più stretta parentela è don Juan de Borja, ora Majordomo maggiore dell’imperatrice, fratello carnale della madre di esso marchese di Denia […]per la lunga residenza fatta da lui in Corte Cesarea per Ambasciatore di questa Corona, […]per quanto che io ne sento (le qualità) sono piene di virtù, d’esperienza di Corte et accompagnate da letteratura et ottimo giuditio naturale […]et di più prudente, per esecutore saria peggio perché oltre che egli è già vecchio et anco impedito dalla gotta che si può credere che poche saranno le volte che egli possa andare in Consiglio, e al sicuro fuora di Madrid, non seguiterà mai la Corte.329