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Diplomazia del Savoia.

VIII. La questione di Saluzzo.

VIII.4 Diplomazia del Savoia.

Un governo, quello spagnolo, prudente e attento nei confronti della Francia di cui diffidava, così come dell’Inghilterra. Un sovrano le cui azioni […]fino adesso paiono più tosto troppo condite di flemma,486 perché pur avendo ricevuto […]mille danni et offese da quel Regno (Inghilterra), desidera in estremo la Pace con esso.487 “Flemma d’impotenza perché Gl’olandesi suoi ribelli et suoi vassalli gli saccheggiano l’isole del Oceano, gli mettono in pericolo le sue flotte, procurano di sviarli il commercio delle Indie d’Oriente […]si procede contro di loro con la rimessione che tutto il mondo vede.488 Il sospetto che i francesi avessero scarsa volontà di continuare la pace, secondo il cardinale Guevara e don Juan Idiaquez, si fondò sull’opinione della natural inquietudine di quella

484 A.S.F. Mediceo del Principato, Legazione spagnola, f. 4927, 10 aprile 1600. 485 A.S.F. Mediceo del Principato, Legaz. Spagnola, f. 4927, aprile 1600.

486 A.S.F. Mediceo del Principato, Legaz. Spagnola, f. 4927, allegato cifrato, 10 aprile 1600. 487 Ibidem.

bellicosa natione,489 e perché si venne a sapere che i veneziani facessero continuamente sfilare soldati franzesi e che quella corona fomentasse con denari le ribellioni olandesi tanto che l’ambasciatore spagnolo in Francia Gio Battista de Tassis ne chiese ragioni al Borbone il quale si discolpò […]con dire che è debitore alli olandesi di denari prestatili da loro et che per le Capitolazioni di Pace non è obbligata a non pagarli suoi debiti alli nimici di questa Corona.490 Quando tre mesi prima Carlo Emanuele, in occasione del suo viaggio a Parigi per le trattative con Enrico IV, tentò di avviare una politica persuasiva e conciliante col re francese attraverso regali e donazioni cospicui, cosa avesse in mente nel momento in cui propose al sovrano un’alleanza anti-spagnola, è già stato dibattuto ed ammette varie considerazioni.491 Certamente quella posizione ambigua del Savoia non fu che un anticipo di quella politica che di lì a pochi anni si conclamò; ma in quel preciso istante che cosa significò un programma così preciso e dettagliato che il duca offriva al sovrano francese aggroviglia ancor di più la “matassa”.492 Indubbiamente l’aspirazione sul marchesato di Saluzzo fu l’obbiettivo finale e, per arrivare a ciò, qualunque mezzo sarebbe stato lecito. Inoltre, tenersi buoni i due maggiori antagonisti fu considerato fondamentale sia nel caso in cui Spagna avesse deciso di porre un limite alle

489 A.S.F. Mediceo del Principato, Leg. Spagnola, f. 4927, 30 maggio 1600. 490 Ibidem.

491 Per quanto riguarda il tentativo del duca di Savoia di allearsi con la Francia si veda: E. Ricotti, Storia della monarchia Piemontese. Firenze 1865, vol. III, p. 262. I negoziati per la pace iniziarono a Parigi nel gennaio del 1600. I deputati nominati dal re francese furono: Montmorency, il cancelliere Belièvre, Rosny, Biron, Villerroy e un consigliere di Stato. Per conto del duca di Savoia furono: il gran cancelliere Belli, il marchese di Lullins, Mr. De Jacob, il comendatore Bertone, Roncas ed altri consiglieri. Inoltre, anche se tra gli addetti ai lavori in funzione di nunzio apostolico fu nominato il patriarca Caltagirone, per volontà del re di Francia alla prima riunione non vi prese parte. Cfr. J. L. Cano de Gardoqui, op. cit. p. 68.

492 Per approfondimenti sulle varie offerte che il Savoia fece ad Enrico IV si veda: J. L. Cano de Gardoqui, op. cit. pp. 64/68. Inoltre si veda C. Manfroni, Carlo Emanuele I e il trattato di Lione, Torino 1891, pp. 97/104.

stravaganze del duca, e sia nel caso in cui Francia alle strette avesse optato per uno scontro diretto sull’Italia e contro il Savoia. La diplomazia doveva essere giocata con maestria. Inoltre, entrambe le potenze, si è detto, non avrebbero gradito un’altra guerra e questa considerazione autolegittimò il Savoia a giostrarsi, a suo piacimento, le trattative. L’ambasciatore Tassis493, apprese le proposte che offrì il duca al francese, fece pervenire in Spagna il resoconto dei negoziati accompagnandolo con un suo personale commento in cui esprimeva un’interpretazione dei fatti ben conforme alla sua natura di “negoziatore” prudente ed ambiguo: così, secondo il diplomatico, quella certamente doveva essere una manovra escogitata dal Savoia che sarebbe servita da abboccamento per il sovrano francese, al fine di ottenere Saluzzo pacificamente. Ciò che suggerisce qualche perplessità, e fomenta altre considerazioni, vaglia, fra tutte, la proposta di un matrimonio che avrebbe dovuto suggellare l’alleanza coinvolgendo nella coalizione lo stesso Papa.494 Inoltre, paradossalmente, l’arrivo del Fuentes nel ducato di Milano invece di frenare l’ambizione del pontefice coadiuvò le sue mire sulla Chiana Toscana e ciò fece supporre che un tale comportamento avesse a che fare con la certezza del potere legittimata proprio dall’eventualità di un accordo segreto del Savoia col francese e perciò da un consenso precauzionale spagnolo che avrebbe dovuto assecondare a quel

493 Juan Bautista de Tassis era fratello di Juan de Tassis primo conte di Villamediana e aliado di Lerma già negli ultimi anni del regno di Filippo II; col regno di Filippo III divenne uno degli uomini più stretti del valido. Cfr. A. Feros, op. cit. p. 261. Nel carteggio datato 30 maggio 1599 il Tassis fu indicato dal Guicciardini come mediatore tra Enrico IV e Roma. Se anche l’ambasciatore spagnolo riportò in Spagna il resoconto dell’incontro tra Enrico IV e il Savoia, in realtà già si diffidava di lui. Ivi p. 140.

494 En resumen, el Duque se pondria totalmente en sus manos y, en caso de tener el rey alguna hija, se casarìa con ella, casando a su hija mayor con el hijo del duque de Florencia y tomando para su primogènito la hija de èste. Tambièn pensaba casar a otro hijo con la sobrina de Clemente VIII, base de una formidable coalicìon en Italia contra la dominaciòn espanola. Cfr. J. L. Cano de Gardoqui, op. cit. p. 66.