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Dichiarative, esclamative e interrogative parentetiche

2. LA CODIFICA SINTATTICA

2.2 Gli attributi della frase semplice: function e type

2.2.6 I tipi di frase parentetica

2.2.6.2 Dichiarative, esclamative e interrogative parentetiche

La nostra codifica ha ravvisato diversi segmenti parentetici che, pur non avendo, con la frase in cui sono inseriti, alcun rapporto sintattico, né di tipo

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Si v. § 2.2.6.2.

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coordinante, né di tipo subordinante, non possono essere ricondotti alle categorie individuate dalla Grande grammatica italiana di consultazione, sia perché non hanno nella loro portata la clausola in cui cadono, sia perché non sembrano intrattenere con essa alcun rapporto semantico di tipo causale, temporale, consecutivo, ecc. Si tratta di tipi sintattici (type) dichiarativi, esclamativi, interrogativi, nei quali la nostra codifica ha riconosciuto una funzione sintattica (function) di parentetiche219.

Vediamo qualche esempio:

Infatti, Byrnes, essendosi dichiarato nello stesso senso, venuti alla votazione, la decisione del consiglio dei «quattro» (solo il delegato olandese rimproverò più tardi a Molotov la sconvenienza di aver usato questa formula) fu confermata con dodici voti contro otto, e un astenuto, l’Etiopia. (4-8-46, PE)

...le perdite causate dagli inevitabili errori del dirigismo – quante recenti esperienze abbiamo in proposito! – sarebbero enormi. (14-1-56, AF)

Ha detto McNamara alla commissione di difesa del Senato (ci riferiamo ancora ai protocolli sin qui pubblicati):... (20-2-66, PE)

Se avesse avuto in prima linea un uomo di maggiore esperienza (vogliamo ricordarci di Chinaglia?), ieri la Lazio avrebbe stritolato la Juve. (4-10-76, SP)

L’elettore s’avvicinava, chiedeva le due schede (a Hebron, quella per il consiglio era lunga 65 centimetri!) e poi si ritirava. (21-1-96, PE)

Avvalendosi delle dichiarative parentetiche, il giornalista riesce ad aggiungere ulteriori informazioni, senza dover ricorrere ad una struttura frastica più elaborata ed articolata. L’uso delle esclamative e delle interrogative parentetiche mira, invece, a creare uno stile ‘animato’ e ‘impressivo’.

La sintassi risulta ancora più ‘svelta’ e brachilogica nelle frasi in cui compaiono dichiarative parentetiche senza verbo, costituite, talvolta, da una singola parola:

L’accordo serve più a Washington tanto sul piano formale (elezioni) quanto su quello sostanziale (vantaggi sovietici di cui si è detto sui missili mobili)... (21-1-76, PE)

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Allo stesso modo Sara Gigli ha riconosciuto la funzione sintattica di parentetiche in alcune ottative con introduttore; si v. Gigli [2004, 117].

Il nodo è la scarsa libertà economica, i mille vincoli che impediscono alle imprese di crescere, [...], uno scarso senso civico che – complici i condoni di Tremonti – induce tanti e soprattutto i più furbi e abbienti ad evadere il fisco. (1-7-06, AF)

Vediamo un esempio in cui la dichiarativa parentetica nominale ha una chiara funzione attenuativa; il giornalista prende le distanze rispetto al discorso riferito, ma non ‘assunto’:

Gattuso «brutto come i debiti» (autodefinizione) morde le caviglie del bel Ballack e... (5-7-06, SP)

Al fine di conseguire l’economia del messaggio, la scrittura giornalistica ricorre, come sappiamo, ai procedimenti enumerativi. Interessante è il prossimo esempio, in cui l’enumerazione di frasi nominali, inserita tra parentesi, permette di ottenere un’efficace breviloquenza descrittiva che ricorda l’andamento del parlato. Questa modalità espositiva ricorre per lo più nella lingua della cronaca sportiva:

...ha urtato un paletto con lo sci sinistro subito dopo aver stabilito il miglior tempo intermedio (lo statunitense Bruce, che doveva saltare anche lui, a 23 centesimi, Bieler a 48, Frommelt a 70, Gros a 77, Thoeni a un secondo, Stenmark che già aveva rischiato una prima caduta a 1''08). (15-2-76, SP)

Abbiamo riconosciuto una funzione sintattica di parentetiche anche nelle frasi dichiarative in cui non è stato possibile ravvisare una vera funzione coordinante, vista la presenza di congiunzioni che funzionano come connettori generici, meno vincolati ad un ruolo semantico e sintattico ben individuato:

Doveva essere la partita degli applausi e degli evviva. La partita dei festeggiamenti per i nerazzurri reduci dal partitone di Torino, dove otto giorni fa si erano guadagnati (finalmente) persino la stima della stampa e del pubblico locali (ed è tutto dire). (25,26-2-46, SP)

Nella corsa dei dilettanti, invece, hanno trionfato – e qui si può veramente parlare di trionfo – i due fratelli Bernard e Claude Guyot che hanno dominato il campo e che sono giunti primi con un vantaggio di ben 6'26'' sui secondi arrivati, Plebani e Santambrogio. (5-11-66, SP)

Per qualche difetto di impostazione tattica, per imperizia ma anche per gravi colpe (e non staremo qui a ripetere i danni d’ogni tipo provocati dalla commistione tra affari privati e attività pubblica), Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sono riusciti a far inciampare un centrodestra vincente e a regalare la vittoria agli avversari. (23-4-96, AF)

Ma non è neanche tutta colpa di An: la verità è che Berlusconi e Fini (e aggiungeremo anche Casini, Mastella, Pannella e Buttiglione) non sembrano più fatti per stare insieme. (23-4-96, AF)

Negli esempi trascritti possiamo osservare un uso di e come congiunzione testuale, ovvero come elemento che connette non già proposizioni all’interno di un periodo, ma segmenti e parti di testo. «L’implicazione testuale è più evidente quando si ha cambio di soggetto della coordinata rispetto alla principale, e il segmento periodale introdotto dalla congiunzione [...] aggiunge una porzione di testo con una funzione informativa forte» [BONOMI 2003a, 145]. Il fenomeno della ‘falsa coordinazione’ è, sovente, trattato dagli studiosi in rapporto alla separazione della coordinata dalla principale attraverso il punto fermo220; dai dati offerti dal nostro

corpus, vediamo, però, come tale fenomeno, nella scrittura dei quotidiani, interessi

anche le frasi tra parentesi o trattini. Attraverso questa tipologia di incisi il giornalista commenta rapidamente un fatto, accresce il contenuto informativo e, in alcuni casi, come mette in luce il primo esempio (ed è tutto dire), conferisce una coloritura espressiva al pezzo, dando vita allo ‘stile brillante’. Sul piano diacronico, rileviamo come i primi esempi di questo tipo di parentetiche siano stati rintracciati, nel 1946 e nel 1966, in due articoli di cronaca sportiva, settore caratterizzato da una certa sperimentazione creativa da parte del giornalista, e come poi essi si ripresentino nel 1996, in un articolo di fondo generalmente caratterizzato da scelte linguistiche più conservative.

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