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La frase nominale nella titolatura dell’articolo

2. LA CODIFICA SINTATTICA

2.2 Gli attributi della frase semplice: function e type

2.2.4 La frase nominale

2.2.4.1 La frase nominale nella titolatura dell’articolo

Come è ben noto, lo stile nominale è latamente diffuso nel paratesto dell’articolo, i cui componenti costitutivi sono l’occhiello o sopratitolo, il titolo e il sommario o sottotitolo70. A questi tre piani corrispondono rispettivamente tre funzioni: avviso-richiamo, argomento fondamentale e articolazione dei contenuti. La titolatura di un pezzo ha dunque lo scopo di presentare la notizia e di riassumere quei tratti ai quali si vuole conferire una particolare importanza; essa, costituendo quasi una parafrasi abbreviata e riassuntiva del testo, favorisce la lettura rapida e desultoria del quotidiano.

I titoli rappresentano un elemento unificatore nella composizione del giornale, dal momento che solo eccezionalmente hanno la stessa paternità dell’articolo cui si riferiscono e provengono, in genere, quasi tutti dalla stessa fonte.

Il titolo può avere un carattere referenziale, informativo, riferendo i dati fondamentali di una notizia, oppure può mirare a catturare l’attenzione del lettore, avvalendosi di modalità ‘impressive’71. In entrambi i casi, esso rappresenta il punto di maggiore evidenza di un articolo e, al tempo stesso, il luogo nel quale deve essere perseguita la massima economia, dati anche i limiti obiettivi dello spazio72. Brevità,

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Il sommario può svilupparsi nel ‘catenaccio’, una riga marcata collocata sotto il sommario, chiamata così perché si ‘incatena’ alla riga di testo precedente.

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«Le diverse modalità retoriche della titolatura caratterizzano e distinguono il “discorso” dei singoli quotidiani, costituendo un segnale importante nel suo patto col lettore, o “contratto di lettura”: così ad es. sulla “Repubblica” o sul “Manifesto” spesseggiano, specie nella cronaca politica, titoli “obliqui- ironici”, mentre sul “Corriere della Sera” persistono titoli “sostanziali-descrittivi”, indicativi di un atteggiamento di distacco» [LOPORCARO 2005, 64].

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Giorgio Mottana osserva che il titolo è «l’espressione più mediata» del linguaggio giornalistico, in quanto «frutto di una serie di compromessi fra lingua e ragioni tecniche, ragioni proprio tipografiche», come «il numero della lettere e degli spazi tra una parola e l’altra; l’evidenza che al titolo si vuole

incisività, pregnanza semantico-informativa sono le ragioni alla base della diffusione del titolo nominale, ben documentato negli articoli del Corriere della Sera, dal 1946 fino ai giorni nostri.

Con una frequenza molto alta negli articoli di commento, senza differenze rilevanti sul piano diacronico, i tipi nominali maggiormente diffusi nel nostro corpus sono quelli più semplici, costituiti dall’enunciazione di un ‘tema’73 sotto forma di sostantivo determinato da attributi o da espansioni complementari74. In fase di codifica abbiamo etichettato tali frasi aggiungendo il valore “nom” (nominale) all’attributo del tipo sintattico, in questo caso, del tipo sintattico dichiarativo (“dich nom”):

Paura della repubblica (3-5-46, AF)

Fischi e non applausi per l’Inter (25-2-46, SP)

L’Italia e la politica dei due grandi blocchi (10-11-46, IN) Politica creditizia (14-1-56, AF)

I campionati di sci al Sestriere (17-3-56, SP) La frontiera delle alluvioni (5-12-66, AF)

Perplessità a Bonn per i piani di «difesa collettiva» nel Vietnam (20-2-66, PE) Quel silenzio di Stato (1-5-86, AF)

Il rombo di Enzo Ferrari (18-2-86, IN) Finale di partita (23-4-96, AF)

L’ultima utopia del buon centrista (30-12-96, AF) Il voto fiducioso e quello punitivo (23-3-06, AF) Colpo alle lobby (1-7-06, AF)

Lo scatto d’orgoglio nello stadio dei fischi (5-7-06, SP)

conferire graficamente; l’immediatezza, la suggestione che gli si vuol dare, più spesso per contrasto» [cit. in MORTARA GARAVELLI 1971, 303].

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La linguistica moderna ha specializzato i termini di soggetto e predicato in senso sintattico, riservando all’analisi della struttura informativa l’opposizione topic/comment (o tema/rema). Una frase può essere suddivisa in una parte topicale e una parte di comment; il topic viene normalmente definito come ‘ciò di cui parla la frase’; il completamento del topic, ovvero la predicazione che gli viene applicata, è detto comment.

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Per questo tipo di titoli nominali e per gli altri che andremo a trattare, si v. MORTARA GARAVELLI

Rientrano in un ambito tradizionale anche quegli enunciati nominali introdotti da una preposizione, enunciati che rappresenterebbero un’espansione complementare rispetto a un tema nominale al grado zero75. Riportiamo l’unico esempio rinvenuto nel nostro corpus:

Del chisciottesco in politica (7-8-66, AF)

Il titolo nominale composto da un sostantivo e da un participio impiegato come forma brachilogica del predicato, risultante dall’eliminazione dell’ausiliare, è presente, in modo sporadico, nei primi anni oggetto della nostra analisi, soprattutto negli articoli di politica estera:

L’invito ai Paesi ex-nemici approvato dalla conferenza di Parigi (4-8-46, PE)

Sensazionali rivelazioni sul terrore staliniano fatte da Kruscev al Congresso del partito comunista russo (17-3-56, PE)

«Mao e il suo gruppo» duramente condannati a Mosca (14-12-66, PE)

A partire dal 1966, abbiamo rinvenuto, in articoli di cronaca sportiva e di politica estera, alcuni esempi del titolo oggi più diffuso nella scrittura giornalistica in generale, il titolo ‘composito’, «in cui sono liberamente mescolate frasi verbali e nominali» [MORTARA GARAVELLI 1971, 308]76:

«Baracchi» drammatico: vincono Merckx e Bracke Gimondi cade ed è quarto con l’intirizzito Zilioli (5-11-66, SP)

Arafat, un trionfo annunciato77 (21-1-96, SP)

Clinton due: il governo sfodera i muscoli (6-12-96, PE) Landis, padrone americano del tour (23-7-06, SP)

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Analogo il procedimento nei titoli latini costruiti con de + ablativo. Bice Mortara Garavelli ricorda che questi titoli «appartengono prevalentemente ad articoli di commento o a corrispondenze» [MORTARA GARAVELLI 1971, 308].

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La studiosa rinuncia a darne «una precisa tipologia, tanta è la varietà in cui essi si presentano, senza che sia possibile far coincidere particolari valori semantici con caratteri strutturali costanti» [MORTARA GARAVELLI 1971, 308]; Gian Luigi Beccaria parla di «titoli asciugati» [cit. in MEDICI -

PROIETTI 1992, 129].

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Domenico Proietti lamenta la fastidiosa frequenza, nelle titolazioni giornalistiche, di alcuni aggettivi, sintagmi o locuzioni, fra cui il participio annunciato che «è ormai uno stilema fortunatissimo nella attuale titolistica dei quotidiani» [MEDICI – PROIETTI 1992, 156], mutuato dal titolo di un’opera letteraria di G. García Marques, Cronaca di una morte annunciata.

Come vediamo negli esempi trascritti, la prima parte del titolo può proporre l’argomento, oppure può presentare l’attore dell’evento; dopo la virgola o i due punti segue la frase che sviluppa la notizia78. I motivi del diffondersi di questo tipo di titolo devono essere ricercati nel suo carattere ‘impressivo’; esso ha una «particolare efficacia visiva e di leggibilità (il che spiega la sua alta frequenza), perché consente al lettore di cogliere con immediatezza, allineati simmetricamente, gli elementi essenziali della notizia» [MEDICI – PROIETTI 1992, 130].

La seconda parte del titolo può essere costituita da una battuta di discorso diretto, con o senza virgolette. Abbiamo rinvenuto alcuni esempi recenti nelle interviste; nel primo sono ben visibili tratti marcatamente colloquiali (la spuntano i

duri); nel quarto osserviamo la congiuntiva con valore di dichiarativa nominale

(“cong dich nom”) coordinata a una frase verbale (gli innovatori siamo noi e niente79

manovra a primavera):

Marcora: se nella DC la spuntano i duri saranno guai per tutti (4-12-76, IN)

Lucchini: «Se mi vogliono, resto per altri due anni / Questo è ciò che penso del governo e del sindacato» (15-2-86, IN)

La Iotti: ho brindato con la bottiglia di spumante che non stappai nel '48 (24-4-96, IN)

Bertinotti: Massimo sbaglia, gli innovatori siamo noi e niente manovra a primavera (12-12-96, IN)

La scelta di Sophia / «Film su mia madre» (2-4-06, IN)

Questo tipo di titolo, che presenta l’attore (nella parte nominale) e le parole da lui pronunciate (nel discorso diretto), ha lo scopo di anticipare un quadro d’insieme, che sarà in seguito collocato in un contesto e definito quanto agli altri attanti e alle circostanze80. Come possiamo osservare nel secondo e nell’ultimo esempio, una

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Nel primo elemento che designa l’argomento, sempre Beccaria vede il «modello dell’incipit del comunicato radiofonico» [cit. in MEDICI – PROIETTI 1992, 129]. Maurizio Dardano ricorda come

questo schema si sia affermato da tempo e solidamente nella pubblicità commerciale: si v. DARDANO

[1986, 266].

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Notiamo l’uso di niente in funzione di aggettivo, inserito da Sabatini tra i tratti costitutivi dell’italiano dell’uso medio; si v. SABATINI 1985.

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nuova tendenza nei titoli è quella di omettere un segno interpuntorio tra i segmenti collocati su due righe.

In un solo caso, in un’intervista del 2006, abbiamo rintracciato nel titolo un’interrogativa (“int nom”) 81 e una iussiva senza verbo (“iuss nom”):

«Il governo? Bene, ma non ha più alibi / Attenti alle nostalgie stataliste» (17-8-06, IN)

L’esempio è interessante anche per l’uso dell’avverbio bene come risposta ad un’interrogativa nominale: nel tentativo di ridurre il titolo al minimo di parole indispensabili, si preferisce mantenere gli elementi che «garantiscono il massimo di economicità combinata con una certa disposizione all’autonomia sintattica» [MORTARA GARAVELLI 1971, 311]. Maurizio Dardano inserisce l’interrogazione che si svolge fra i due attanti nei procedimenti volti a ottenere l’animazione nei titoli82.

Le frasi nominali sono ampiamente presenti anche nelle altre parti della titolatura, l’occhiello e il sommario.

Il primo è composto, in genere, da una riga e fornisce indicazioni sull’argomento trattato nell’articolo. Anche in questa sezione della titolatura sono numerosi gli esempi di frasi nominali costituite dall’enunciazione di un ‘tema’ sotto forma di sostantivo determinato da attributi o da espansioni complementari:

Il problema istituzionale (3-5-46, AF) La crisi in Francia (22-1-46, PE)

Nostra intervista col cancelliere Adenauer (8-2-56, IN)

Le conclusioni del comitato centrale del PCUS (14-12-66, PE)

Osserviamo il prossimo esempio, che rientra fra le espansioni complementari di cui parla Bice Mortara Garavelli; si tratta di «sintagmi ottenuti per reduplicazione (faccia a faccia; corpo a corpo, ecc.) e inseriti nella frase senza ricorrere a un segno funzionale (trovarsi faccia a faccia)» [idem, 288]:

Faccia a faccia con alcuni uomini-chiave della vita pubblica italiana (4-12-76, IN)

81

Per la provenienza di questo schema dallo slogan pubblicitario si v. DARDANO [1986, 266].

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Rara la presenza del participio impiegato come forma brachilogica del predicato:

Ciclisti flagellati da una pioggia gelida lungo i 113 chilometri della «crono» a coppie da Bergamo a Milano (5-11-66, SP)

Abbiamo rinvenuto un solo caso di discorso diretto preceduto da frase nominale:

Studenti, sindacati e sinistra: «Le modifiche non bastano» (2-4-06, PE)

L’occhiello può essere costituito da più frasi nominali (“dich nom”, “cong asind dich nom”), talvolta accostate a frasi verbali:

Massiccia partecipazione dei palestinesi al loro primo voto. Nessun incidente. I candidati imposti dal presidente non incontrano ostacoli. (21-1-96, PE)

Rossoneri in vantaggio con Weah, immediato pareggio ospite. Svolta nella ripresa: autorete di Aldair e Panucci firma il terzo gol. (5-2-96, SP)

Il sommario non è presente negli articoli di fondo. Negli articoli di cronaca sportiva, di politica estera e nelle interviste, esso offre una prima articolazione dei temi trattati, ponendo alcuni punti di riferimento per orientare la lettura. Nella maggior parte degli articoli esaminati, il sottotitolo alterna frasi nominali, costruite secondo le modalità già illustrate, a frasi verbali, disponendo talvolta le prime in serie enumerativa, secondo un procedimento peculiare della scrittura giornalistica:

Drammatica chiusura di un lungo dibattito – Con lievissima maggioranza si decide che la presidenza sarà tenuta a turno dai cinque grandi (4-8-46, PE)

Dopo l’esecuzione di Tucacevski, il dittatore avrebbe fatto uccidere 5000 fra i migliori ufficiali – Altri massacri di persone innocenti sotto pretesto di «epurazione» – Gli stessi dirigenti attuali avrebbero rischiato di rimaner vittime della «fobia del tradimento» – Una corrispondenza al «New York Times» basata su un rapporto dell’ambasciatore Bohlen al Dipartimento di Stato (17-3-56, PE)

Ritirati Anquetil e Stablinski – Abbandona anche Dancelli ma Scandelli prosegue da solo – L’incidente al corridore della Salvarani poco dopo il via – Poulidor e Chappe secondi a 1' 45'' dai belgi – Terzi Karstens e Zoet (5-11-66, SP)

Tra i partiti domina una «stabilità politica rissosa» – «Ottimi voti in pagella» a Ciampi, Visentini e Goria – Il convegno del Lingotto – Il caso BI-Invest e la nuova finanza – Per il mercato del lavoro leggi automatiche e non contrattazione permanente (15-2-86 IN)

Modiano: modello Merkel tentazione da evitare, tutte le lobby entrerebbero nell’esecutivo La calma olimpica di Prodi funziona, nessuno scandalo sui voti di fiducia. La sfida? Le reti (17-8-06, IN)

È sufficiente soffermarsi sull’ultimo passo riportato, in cui notiamo anche un’interrogativa nominale, per poter constatare come la lingua del paratesto proceda per contrazioni ed eliminazioni, raggiungendo una sorta di «telegrafismo sintattico» [MORTARA GARAVELLI 1974, 232]. La soppressione degli articoli e degli ausiliari è un modo semplice per risparmiare spazio, perché chi legge può ricostruire agevolmente le parti mancanti; così, nell’esempio, il modello della Merkel si riduce a due sostantivi giustapposti modello Merkel, in cui il secondo determina il primo e è

una tentazione diviene semplicemente tentazione.

Interessante ci sembra, infine, il prossimo esempio, rintracciato in un’intervista del 1946, perché vi ritroviamo un modo di strutturare il sommario che poi, come abbiamo visto, avrà larga fortuna nei titoli più recenti. Dopo una prima parte nominale, segue il discorso diretto senza virgolette:

Un’intervista col ministro Mario Scelba: Tocca agli utenti esprimere il loro parere (4-2-46, IN)