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2. LA CODIFICA SINTATTICA

2.1 Gli elementi: la frase semplice e la frase complessa

2.1.2 La frase complessa

Abbiamo etichettato come frase complessa (<s>) quella «in cui almeno uno degli elementi è rappresentato da una frase» [SALVI 2001a, 43], individuando, in generale, come confine, il punto fermo, il punto interrogativo, il punto esclamativo e i due punti introduttori di citazione. Seguono alcuni esempi:

Forse noi Italiani ci guardiamo in uno specchio deformante, che ingrandisce smisuratamente le nostre proporzioni. (7-8-66, AF)

Qual è quell'uomo che può pretendere di capire un altro, se riesce difficile trovare la verità in se stessi? (18-2-86, IN)

E molti, ci par di sentirli, direbbero per di più che, in fondo, essi erano sempre stati... repubblicani! (3-5-46, AF)

Posi allora questa domanda: «Quali ritiene che debbano essere, signor Cancelliere, le più ovvie esigenze nella condotta delle Potenze facenti parte del mondo libero?» (8- 2-56, IN)

Con la Grande grammatica italiana di consultazione abbiamo considerato frase complessa anche la frase citante intercalata al discorso diretto, latamente diffusa nella scrittura giornalistica, perché crea un effetto di attesa nel lettore, catturandone l’attenzione 39:

«Io non voglio atteggiarmi a profeta – ha detto il ministro degli esteri francese40 - ma io credo che fra non molto noi avremo un Governo a tre.» (22-1-46, PE)

«Non capiscono gli onorevoli deputati – ha chiesto con voce appassionata – che proprio adesso, mentre giunge notizia di una aggressione russa in Ungheria, la nostra

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«In un discorso che contenga citazioni dirette di altri discorsi, i centri deittici sono sempre più di uno: tipicamente, uno appartenente al discorso citante, l’altro al discorso diretto. [...] Le frasi citanti possono: i) precedere il discorso diretto, ii) seguirlo, iii) essere intercalate a questo, iv) inglobarlo. Le quattro posizioni sono consentite alle frasi dichiarative non ellittiche...» [MORTARA GARAVELLI 2001, 440]. Ricordiamo che la grammatica tradizionale riconduce, invece, l’inciso didascalico alla categoria delle parentetiche ‘secondarie’; per tali parentetiche con funzione di didascalia in una battuta di dialogo si v. SERIANNI [1989, 626] e BONOMI [2002, 257]. Ovviamente, la nostra scelta di considerare dichiarativa principale e non parentetica la frase citante interposta al discorso diretto assumerà un certo peso in fase di estrazione dei risultati, perché le frasi parentetiche avranno una frequenza più bassa di quella descritta, generalmente, dagli studiosi della lingua dei giornali.

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Con Luca Serianni notiamo che, in genere, nelle didascalie il verbo precede il nome poiché «la sequenza abituale in italiano prevede l’ordine ‘noto’ (in questo caso un verbo del dire, implicito nella presenza stessa di un dialogo) + ‘nuovo’ (ossia il nome del singolo personaggio a cui, tra due o più interlocutori possibili, deve attribuirsi quella battuta)» [SERIANNI 1989, 626].

azione indebolisce gravemente la forza morale dell’Inghilterra e quella delle Nazioni Unite? Questa è un’immensa tragedia!» (4-11-56, PE)

«Gli Stati Uniti – ha commentato il ministro Andreotti a fine riunione – non dovrebbero ignorare una presa di posizione molto responsabile adottata all’unanimità dai Dodici che indicano una strada e un metodo per risolvere un problema che sta a cuore a tutti.» (15-4-86, PE)

«Non era giornata – ha poi confessato Moser – non ho mai trovato la cadenza giusta...» (24-5-86, SP)

Abbiamo attribuito la codifica di frase complessa anche alle battute di discorso diretto inserite nel discorso referenziale, battute che perseguono, anch’esse, lo scopo di animare la scrittura, nella direzione di uno stile brillante:

Per un attimo nel salutarmi si toglie gli occhiali neri mostrando i suoi occhi di vecchio falco, torna a sedersi con un po’ di fatica («È la schiena che non va») dietro la scrivania sgombra di scartoffie... (18-2-86, IN)

Fatta, in salita Lemond poteva incrementare il suo vantaggio, poteva confermare coi fatti quel che diceva a parole («non essendoci grandi montagne, vincerò il Giro a cronometro come ha fatto Hinault»). (24-5-86, SP)

Floyd, che anche a causa del problema dell’anca, sulla bici da cronometro tiene una posizione fetale un po’ insolita («Mi prendono in giro, ma per me è perfetto») e mulina un rapporto più duro rispetto al suo ex boss Armstrong,... (23-07-06, SP)

Il discorso diretto tra parentesi contribuisce a vivacizzare il racconto, come se il fatto si svolgesse sotto gli occhi del lettore, di cui se ne imita talvolta il linguaggio: la frase scissa del primo esempio è, infatti, un costrutto indotto dalla lingua parlata, molto frequente nella scrittura giornalistica41. La citazione, in alcune circostanze, può, altresì, mirare a ottenere quell’effetto di testimonianza e di verità che dovrebbe scaturire dalle parole effettivamente pronunciate da un personaggio. Maurizio Dardano ha evidenziato la differenza tra le citazioni presenti negli articoli di qualche

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«Nella stampa quotidiana e periodica la ripresa di forme e tratti tipici del parlato è una modalità della scrittura giornalistica che, sia pure con diversi indici di frequenza tra testata e testata e tra tipi di articoli, appare in progressiva espansione. L’imitazione del parlato avviene innanzitutto nella struttura delle frasi» [DARDANO 1994a, 361].

decennio fa e quelle odierne: le prime «sono considerate testimonianze non allusioni» [DARDANO 1994, 392] e mantengono, sovente, un tono formale, come possiamo notare nel seguente discorso diretto, riportato in un articolo di politica estera del 1946:

Vi fu poi un lungo discorso del greco Tsaldaris, interessante per noi per il suo accenno riguardante le riparazioni. («Sarebbe inammissibile che la Grecia fosse lasciata alla fine di questa guerra rovinata e martirizzata, col suo organismo di produzione interamente distrutto, mentre antichi nemici, quali la Bulgaria e l’Italia, conservano in gran parte la loro attrezzatura»). (4-8-46, PE)

Nell’esempio possiamo notare, inoltre, un uso anomalo del punto fermo prima della parentesi.

Benché il punto fermo sia stato considerato, in generale, confine certo di frase complessa, non sempre, dovendo analizzare la sintassi di un quotidiano, è stato possibile rimanere fedeli a questo criterio. La scrittura giornalistica, infatti, in alcuni casi, non rispetta la regola interpuntiva codificata dalla manualistica tradizionale: un segno d’interpunzione forte può iscriversi, spezzandola, entro una struttura sintatticamente legata. Con Bice Mortara Garavelli potremmo osservare come le norme che disciplinano la punteggiatura siano sensibili alle distinzioni di genere: «la fissità delle convenzioni va di pari passo con la formalità dei registri e col prevalere della osservanza delle regole sintattiche sui criteri pragmatici di pianificazione del discorso [...] Donde la varietà di motivazioni per le scelte interpuntorie nei testi svincolati da rigide normative di genere» [MORTARA GARAVELLI 1996, 94]. Nello stile giornalistico il punto fermo invade il campo di altri segni e diviene interscambiabile con questi; tale invadenza manifesta, come sostiene Angela Ferrari, la volontà «di potenziare la segmentazione enunciativa, con tutte le conseguenze comunicative che una simile frammentazione comporta» [cit. in idem, 102]. Si tratta di costruzioni linguistiche ‘marcate’, risultanti da un’interazione inattesa fra sintassi e punteggiatura. In fase di codifica elettronica, simili casi di uso ‘anomalo’ della punteggiatura sono stati marcati estendendo i confini della frase complessa oltre il punto fermo e segnalando, opportunamente, negli attributi, lo status particolare delle

subordinate e dei sintagmi separati dalla reggente e dalla testa nominale o verbale42. Abbiamo, quindi, deciso di assegnare la priorità alla catena sintattica, quand’anche essa apparisse ‘frantumata’, riservandoci, però, di tener conto della natura controversa di tali frasi in sede di conteggio finale43. Citiamo due esempi di tali casi particolari:

– Una forza della Nato ai suoi confini. Che garantisca la sicurezza nel Nord d’Israele. (24-7-06, PE)

Queste elezioni del 9-10 aprile proprio non mi piacciono. Per niente e in niente. (23- 03-06, AF)

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Per le scelte di codifica relative a questo fenomeno, si v. § 2.2.7.

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Per alcuni dei principali parametri analizzati nel terzo capitolo del presente studio, come, ad esempio, il numero di parole e il numero di frasi semplici per frase complessa, forniremo, infatti, due risultati, il primo ottenuto considerando la frase complessa come una sequenza di parole compresa tra due punti fermi, il secondo conteggiato su una frase complessa intesa nei suoi legami sintattici, dunque ignorando l’uso anomalo del punto fermo.