• Non ci sono risultati.

Discussione e prospettive

Nel documento RicercAzione Volume 10 - Numero 1 (pagine 66-72)

La comunità scolastica ripensa l’ambiente di apprendimento

4. Discussione e prospettive

L’esplorazione diacronica e quella sin-cronica approfondita con lo studio del caso Iscol@ mettono a disposizione elementi utili ad affrontare domande implicite nel titolo del contributo: La comunità scolastica ripensa l’ambiente di apprendimento? Perché, quan-do e come? Quali ‘circostanze’ possono ac-compagnare/facilitare tale ripensamento?

Le ragioni dell’inevitabile trasformazione del dispositivo ‘scuola’ sono rintracciabi-li nella mutazione in corso delle condizioni, delle ragioni, degli obiettivi e degli strumenti della forme scolaire della modernità, via via erose/i, criticate/i, cambiate/i e sostituite/i nel ‘900, fino a raggiungere il punto di ‘ca-tastrofe’ (nel significato positivo e tecnico del termine) nella contemporaneità del nuovo millennio.

In questa transizione s’intrecciano diversi livelli e processi che vanno dalla soft gover-nance globale dei sistemi educativi attraver-so la moral suasion tecnocratica di organismi internazionali, alle policies e programmi inter-governativi, nazionali e territoriali, ai progetti ed alle pratiche locali. Il ruolo della comunità

scolastica risulta più rilevante e significativo ai livelli micro, mentre a quelli meso e macro prevalgono relazioni di tipo istituzionale.

Nella quotidianità delle pratiche nelle scuo-le sembrano più diffusi processi di ‘addome-sticamento’ degli elementi socio-materiali del dispositivo didattico, nell’ambito delle limitate possibilità d’intervento che sono nella dispo-nibilità degli insegnanti, degli studenti e degli stakeholders. Ripensamenti e trasformazioni non marginali, temporanei o superficiali de-gli ambienti di apprendimento si riscontrano in contesti partecipativi motivati da ragioni e obiettivi che vanno al di là della contingenza occasionale o strumentale.

I casi che hanno ‘funzionato’ (e che ancor oggi ‘funzionano’) riguardano quelle scuole che anzitutto vivono il loro tempo e il loro spazio, quali agenzie educative che fanno proprio il carattere dell’apertura e della per-meabilità. Comunità scolastiche per le quali l’innovazione diviene sinonimo di un cambia-mento continuo ed inevitabile, ascritto alla dinamicità e alla peculiarità di un’azione for-mativa efficace e appropriata. Ad esempio, i casi da noi definiti ‘silenziosi’ sono realtà che rinviano a una quotidianità fatta di azioni modeste che mostrano come la ‘trasforma-zione significativa’ non solo sia graduale ma venga ‘dal di dentro’ quale risultante di un consapevole processo di ‘perfezionamento didattico’ che anima un fare responsabile e competente, che nasce dalla curiosità di trovare modi soddisfacenti di promozione dell’apprendimento e benessere degli attori della relazione (Lipman, 1991).

Un ripensamento continuo e progettuale, con cui la scuola si confronta e che può tro-vare ulteriore e pieno sviluppo in programmi politici e/o in specifici progetti di riqualifica-zione edilizia, capaci di farsi occasione di riflessione congiunta e condivisa. Ad esem-pio, nei programmi “InnoSchool”, “Torino fa scuola”, “Scuola Innovativa” e “Iscol@” la centralità del ruolo riconosciuto, attribuito e svolto dall’intera comunità, scolastica e non,

nel processo di ‘costruzione’ e/o rivisitazio-ne dell’ambiente di apprendimento, unita alla possibilità di essere sostenuti e accom-pagnati da esperti, ha dato luogo a scenari di elaborazione di architetture didattiche che divengono casi di una “progettazione urba-na che elabora strategie possibili d’interven-to non basate sulla programmazione ma su progetti di indirizzi flessibili e dinamici” (Ca-pestro, 2012, p.9).

Una pratica progettuale costruita su un complesso ed articolato processo interpre-tativo delle forme, dei bisogni, dei deside-rata, delle particolarità che il fare scuola as-sume in una precisa comunità e in un dato territorio.

Quindi l’attenzione va posta sul processo, più che sul prodotto. Non si tratta solo di ela-borare PP o ‘concetti pedagogici’, costruire o ricostruire, strutturare o ristrutturare, allestire o riallestire ma di dar vita, animare, ravviva-re, aprire possibilità d’azione. E si tratta di un processo continuo che, nei momenti in cui s’interviene sull’architettura scolastica, si con-fronta con l’opportunità di un cambio di para-digma, di passaggio da adattamenti innovativi dell’ambiente di apprendimento all’imposta-zione ed all’innesco di nuovi dispositivi didat-tici in modo intenzionale e critico.

In sintesi, la trasformazione degli ambienti di apprendimento

“non può attivarsi tramite un modello, imposto dall’alto, normativo e astratto (innovazione istituzionale), né attraverso un intervento architettonico (innovazione strutturale), ma deve passare dal coinvol-gimento degli attori a partire dai loro spe-cifici contesti di vita, dalle loro concrete abitudini quotidiane, dai loro valori e rap-presentazioni culturali, dalle loro poste in gioco sociali” (Weyland, 2015, p. 2013).

Pertanto risultano utili strumenti e profes-sionalità di accompagnamento dei processi che siano aperti e flessibili, capaci di

orien-RICERCAZIONE - Vol. 10, n. 1 - June 2018 | 67

tamento, di soluzioni generative e di ulteriori possibilità d’azione.

Ringraziamenti

Si ringraziano i Comuni e le Scuole par-tecipanti alla ricerca sul campo ed i colleghi dell’Unità di Progetto Iscol@ della Regione Au-tonoma della Sardegna e dell’Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero con i quali è stato condiviso il percorso di ricerca. Il contri-buto è stato elaborato cooperativamente dagli autori; Maria Francesca Ghiaccio è autrice dei

§§ 2 e 3, Paolo Calidoni dei §§ 1 e 4.

Finanziamenti

La ricerca presentata è stata finanziata nell’ambito dell’Accordo di Collaborazione tra Regione Autonoma della Sardegna, Di-rezione generale della Presidenza, Servizio affari regionali e nazionali, Unità di Progetto Iscol@ e l’Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Architettura Design e Urba-nistica di Alghero, rivolto allo sviluppo di un progetto di ricerca nell’ambito dell’iniziativa Iscol@ finalizzata alla realizzazione di edifici scolastici sicuri, sostenibili e adeguati alle più recenti concezioni della didattica.

Bibliografia

Booth T., & Ainscow M. (2008). L’index per l’inclusione. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola. Trento: Erickson.

Calidoni, P., & Ghiaccio, M.F. (2015). Viste da vicino. Dinamiche e criticità dell’innovazione digitale nella didattica. Casi e indicazioni da esplorazioni sul campo. Lecce: Pensa Multimedia.

Calvani, A. (1998). I nuovi media nella scuola. Roma: Carocci.

Cannella, G. (2016). Reinventare gli ambienti di apprendimento. Progetto pedagogico e design parte-cipato. In G. Biondi, S. Borri, L. Tosi (pp.75-90). Dall’aula all’ambiente di apprendimento. Firenze:

Altralinea Edizioni.

Capestro, A. (2012). Progettando città. Riflessioni sul metodo della Progettazione urbana. Firenze: Uni-versity Press.

Comenius, J. A. (1658). The Orbis Pictus, Syracuse, N.Y.: Bardeen Publisher, 1887. Available from:

http://www.gutenberg.org/files/28299/28299-h/28299-h.htm (Accesso 11/06/2018)

Damiano, E. (2013), La mediazione didattica. Per una teoria dell’insegnamento. Milano: FrancoAngeli.

Dumont, H., Instance, D., & Benavides, F. (eds) (2010). The Nature of Learning. Using research to inspire practice. Paris: OECD.

Ferrari, M. (a cura di) (2015). Di ogni ordine e grado. L’architettura della scuola. Soveria Mannelli: Rub-bettino.

Ferrari, S. (2012). Forme e ambiti della progettazione. Indicazioni operative. In P.C. Rivoltella, P.G. Rossi, L’agire Didattico (pp.217-233). Brescia: La Scuola Editrice.

Fielding, M. (2001). Beyond the Retoric of Student Voice: new departures or new constraints in the trasformation of 21 st century schooling. FORUM, n°43, v.2, pp.100-110.

Foucault, M. (1976), Surveiller et punir. Naissance de la prison, Paris: Gallimard.

Lipman, M. (1991). Thinking in Education. New York: Cambridge Universisty Press.

Meskanen, S. (2009). Future School – Designing with children. Teravainen: Editor Helena.

Montag Stiftung (a cura). (2012). Schulen Planen und Bauen. Berlin: Jovis.

Mosa, E. (2016). Lo spazio e il tempo nella scuola delle competenze. In G. Biondi, S. Borri, L. Tosi, Dall’aula all’ambiente di apprendimento (pp.35-49). Firenze: Altralinea edizioni.

Mosa, E., & Tosi, L. (2016). Ambienti di apprendimento innovativi. Una panoramica tra ricerca e casi di studi. Bricks, pp. 9-19.

Nair, P., Fielding, R., (2005). The Language of School Desing. Available from: http://www.designshare.

com/images/TheLanguageofSchoolDesigneBooksummaryweb.pdf (Accesso 20/04/2018).

OECD (2017). The OECD handbook for Innovative Learning Environments. Paris: OECD.

Pireddu, M. (2014). Social Learning. Le forme comunicative dell’apprendimento. Milano: Guerini Scien-tifica.

Romanini, L. (1953). Il movimento pedagogico all’estero. Brescia: La Scuola.

Tosi, L. (2016). Linee guida internazionali per la costruzione di edifici scolastici: tendenze e orientamenti.

In S. Borri, (a cura di), Spazi educativi e architetture scolastiche: linee e indirizzi internazionali (pp.45-87). Firenze: INDIRE.

Tosi, L. (2016). Spazi educativi flessibili e ambienti differenziati. In G. Biondi, S. Borri, L. Tosi, Dall’aula all’ambiente di apprendimento. Firenze: Altralinea Edizioni.

UNESCO (2012). Guidelines on Intercultural Education. Paris: UNESCO.

Weyland, B. (2015). Progettare scuole. Tra pedagogia e architettura. Milano: Guerini Scientifica, 2015.

RICERCAZIONE - Vol. 10, n. 1 - June 2018 | 69 Weyland, B., (2013). Reggio Approach. In dialogo tra pedagogia e architettura. Turris Babel, 93 – 10,

pp. 28-35.

Weyland, B., Watschinger, J., & Fritsche E., (2013). “Il progetto organizzativo ad indirizzo pedagogico”.

Turris Babel, n° 93-10, pp.72-79.

Vincent, G. (1994). L’éducation prisonnière de la forme scolaire? Scolarisation et socialisation dans le societies industrielles. Lyon: Presses Universitaire de Lyon.

Woolner, P., (2010). The Desing of Learning Spaces. London: Continuumbooks.

RICERCAZIONE - Vol. 10, n. 1 - June 2018 | 71

Mariagrazia Marcarini [pp. 71-87]

Università degli Studi di Bergamo

Nel documento RicercAzione Volume 10 - Numero 1 (pagine 66-72)