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4.1 Le modalità di accoglienza

4.1.3 Distribuzione territoriale

Se uno dei problemi dell’accoglienza italiana riguarda la distribuzione territoriale dei richiedenti asilo, in Germania invece è prevista una logica distributiva ben precisa che permette un'equa implementazione del sistema d'accoglienza su tutto il territorio nazionale. Analizzando i dati italiani, si evince che circa il 70% dei posti SPRAR si concentra in cinque regioni: Lazio (23, 2% ), Sicilia (22,6%), Calabria (9,1%), Puglia (8,8%) e Campania (5,3%) mentre regioni come Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno percentuali vicine all'1%393. Diversa è

la situazione per quanto riguarda le strutture temporanee (alias CAS), maggiormente concentrate nelle regioni del nord per riequilibrare la distribuzione territoriale. Esse però comportano però una diversa gestione operativa, diversi servizi offerti ai richiedenti asilo e spesso un rapporto più conflittuale con il territorio.

In Germania, invece, è presente almeno un centro di prima accoglienza per ogni stato federato e la distribuzione interna al territorio è regolata, come già spiegato nel terzo capitolo, secondo il sistema EASY: il numero di richiedenti asilo assegnati ai diversi Länder viene stabilito con il cosiddetto Königsteiner Schlüssel394. Secondo il sistema tedesco ogni anno

vengono calcolate le quote percentuali di richiedenti asilo di cui ogni stato federale dovrà farsi carico; le quote tengono conto sia della popolazione residente che delle entrate fiscali dei vari

Länder, in modo da non pesare eccessivamente sulle regioni con più difficoltà economiche.

393 Vedi Rapporto La buona accoglienza. Analisi comparativa dei sistemi di accoglienza per i

richiedenti asilo in Europa, pag.13, Fondazione Leone Moressa, aprile 2016.

394 Un sistema di quote che attribuisce un numero specifico di migranti ad ogni regione a seconda

della popolazione e delle entrate fiscali di ciascuno stato federale, in particolare il fattore della popolazione vale 1⁄3 mentre le entrate fiscali pesano per 2⁄3 nel calcolo delle quote; vedi Laubenthal B., Refugees welcome? Federalism

In Italia sembra farsi avanti solo negli ultimi anni la «consapevolezza che non è auspicabile concentrare nel sud del Paese l'accoglienza di tutti i migranti forzati»395, dato che queste regioni,

oltre a farsi carico della primissima accoglienza delle persone che arrivano dal mare, soffrono di una cronica depressione economica.

Pur riconoscendo che negli ultimi anni è migliorata la distribuzione territoriale dei richiedenti asilo in Italia, permangono logiche non trasparenti nella scelta tra CARA, CAS e SPRAR, e rimane affidato al caso l'invio all'una o all'altra tipologia di struttura, in base alla disponibilità dei posti396, con conseguenze rilevanti per le condizioni di accoglienza dei migranti.

«Sebbene il Ministero non avesse mancato di precisare che il livello e l'entità dei servizi da fornire nei CAS dovevano equiparare quelli garantiti all'interno dello Sprar, la mancanza di un controllo e di un onere di rendicontazione preciso come quello previsto in quest'ultimo sistema, creava lo spazio ideale per abusi e occultamento delle risorse, lasciando i richiedenti asilo in balìa della “buona fede” dei gestori di questi centri di accoglienza»397 con le conseguenze di

mala gestione emerse durante l'emergenza nord Africa e gli scandali tristemente noti di Mafia Capitale.

I sistemi d'accoglienza di entrambi i paesi non tengono in minima considerazione, tra le logiche di distribuzione territoriale, la volontà e l'autodeterminazione dei migranti forzati che non hanno possibilità di scegliere in quale luogo risiedere398. In Italia, anche se il decreto

procedure non prevede limiti per quanto riguarda la libertà di circolazione e la residenza399, chi

rifiuta la città che gli viene assegnata è costretto a uscire dal sistema d'accoglienza. In Germania

395 Vella D., Soccorsi e poi? Voci di rifugiati arrivati in Sicilia, pag.3-4 Centro Astalli Catania, JRS

Europa e JRS Italia, febbraio 2015?? aggiornamenti sociali?

396 BOVE C., (2015), Op. cit., p. 181. 397 BOVE C., (2015), Op. cit., p. 180.

398 Ancora prima di poter scegliere il luogo in cui risiedere all'interno di un paese, nessun richiedente

asilo può scegliere in quale paese presentare richiesta d'asilo in forza del Regolamento Dublino.

invece non rispettare la Residenzpflicht, l'obbligo di residenza per i rifugiati, è considerato un illecito amministrativo. In mancanza di liquidità da parte dello straniero o in caso di infrazione ripetuta, l’illecito si trasforma in reato penale passibile di una pena detentiva400. Anche se a

gennaio 2015 è stata superata questa costrizione401 a risiedere nel luogo assegnato col sistema di

distribuzione, le persone che decidono di trasferirsi perdono il diritto a ricevere sussidi economici.

In Italia l'unica eccezione è rappresentata ancora una volta dallo SPRAR: all'interno della rete nazionale infatti è possibile chiedere il trasferimento di una persona in un altro centro se debitamente motivata da particolari esigenze.

Proprio il sistema di protezione italiano, considerato fiore all'occhiello del sistema nazionale, segue una logica d'accoglienza diffusa sul territorio che si basa sull'inserimento delle persone in centri di dimensioni medio-piccole distribuiti su tutto il territorio. Questo è un

tentativo di superare la logica dei grandi centri governativi come i CARA che non sono in grado, anche a causa del sovraffollamento e dell'isolamento delle strutture, di favorire misure

d'integrazione reali; «al CARA di Mineo, l'integrazione è un'impresa praticamente impossibile - il centro è semplicemente un'enorme sala d'attesa dove i residenti ingannano il tempo sperando di ottenere i documenti che permettano loro di riprendersi le proprie vite il prima possibile»402.

Al contrario, la direzione verso la quale si sta muovendo la Germania, osservata durante la ricerca, è quella di edificare nuove strutture per accoglienze di massa, con la creazione di immensi centri, privando l'Italia del (triste) primato rappresentato da Mineo come centro d'accoglienza più grande d'Europa. Inoltre, anche prima del grande afflusso di richiedenti del

400 Basso pag 235

401 Come vedremo in seguito, la misura è stata reintrodotta tramite l’Asylpaket e la nuova proposta di legge

sull’integrazione.

402 Vella D., Soccorsi e poi? Voci di rifugiati arrivati in Sicilia, pag.13 Centro Astalli Catania, JRS Europa e

2015 il sistema tedesco prevedeva (e prevede ancora, § 53 AsylverfG) l'alloggio in centri

collettivi anche dopo la prima fase d'accoglienza e solo alcuni stati lungimiranti hanno preferito puntare a livello locale su una distribuzione diffusa in alloggi privati.

4.2 La precarietà dei percorsi di uscita dal sistema di protezione: l'inclusione