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La tesi cerca di rispondere a due principali domande di ricerca:

1. In che termini il mix dei titoli di godimento delle abitazioni contribuisce all’eterogeneità sociale?

2. In che modo si realizza (o meno) la coesione sociale all’interno dei quartieri ad alta concentrazione di edilizia residenziale pubblica?

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Entrambi i quesiti di ricerca prevedono delle sotto-domande di ricerca, che verranno approfondite nel quinto capitolo prima e nei capitoli sesto e settimo dopo, all’interno dei quali viene trattata l’analisi fatta, di tipo prettamente quantitativo nel primo caso, di tipo prettamente qualitativo nel secondo. In entrambi i casi, seppur l’attenzione sia centrata sugli effetti del mix sociale, il quartiere diventa, sia a livello concettuale, sia a livello pratico, oltre che il substrato da tenere in considerazione, l’elemento principale con cui interfacciarsi per qualsiasi tipo di approfondimento. La scelta allora, seppur meglio delineata e giustificata nei capitoli di interesse, riflette due processi differenti che nel primo caso interpretano il quartiere come una “semplice” divisione amministrativa, nel secondo caso come un’area della città ben identificabile, sia dal punto di vista ecologico, sia in relazione al forte simbolismo ad esso connesso.

4.2.1 Definizione del quartiere come possibile unità di analisi

Senza scendere nel dettaglio delle domande e delle sotto-domande di ricerca, meglio trattate nelle note metodologiche dei capitoli che si occupano delle analisi portate avanti e degli esiti prodotti, qui vengono sottolineati i due meccanismi tramite cui si è individuato il quartiere come ambito di attenzione; in entrambi i casi riferito a micro- realtà territoriali del Comune di Bologna.

Rispetto al primo quesito l’attività di ricerca si è mossa in ottica quasi esclusivamente quantitativa. Per questo motivo sono state prese in esame le divisioni amministrative della città, ad oggi quartieri, zone, aree, sezioni censuarie. Il quartiere amministrativo, infatti, non combaciava in alcun modo con l’idea di quartiere qui sposata. A Bologna esistono ad oggi 6 quartieri, aree con una popolazione media di circa 63.000 abitanti. Si tratta di realtà spaziali talmente vaste che seppur possano essere circoscritte in relazione a limiti e confini fisici precisi, non possono essere né spazio di semplice e continuata interazione quotidiana, né luoghi caratterizzati da forte simbolismo. Dinamica simile, seppur si tratti di territori dalla dimensione maggiormente circoscritta, riguarda la divisione in zone statistiche, 18 in totale e con una popolazione media di circa 21.000 persone. La scelta è allora ricaduta sulle due dimensioni territoriali più piccole, le aree statistiche, 90 in totale e con una popolazione di circa

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6.000 persone in media, e le sezioni censuarie, oltre 2.000 con una popolazione media di circa 160 persone.

L’area statistica può essere definita come il quartiere per eccellenza, corrisponde a una vecchia organizzazione della città, risalente a quando dietro il concetto amministrativo di quartiere vi era quella di territori connotati da una particolare evoluzione storica e da una identità ben definita. Queste aree tuttora possiedono forti specificità, i loro stessi nomi rimandano ad elementi di volta in volta diversi, ma sempre specifici e caratterizzanti, godendo quindi ancora oggi di forte simbolismo sia al loro interno che a livello urbano. Hanno poi una divisione spaziale ben definita, spesso caratterizzata dalla netta separazione con le aree circostanti, e presentano una popolazione media né particolarmente elevata, né particolarmente bassa, elemento che permette di pensare alla possibilità di un’alta interazione quotidiana tra i residenti, nonostante l’eventualità dell’esistenza di aree naturali minori e circoscritte al loro interno.

La sezione di censimento, infine, si caratterizza per avere dimensioni territoriali estremamente ridotte, non identificabile a livello di simbolismo ma soltanto dal punto di vista spaziale su mappa. Risulta uno spazio talmente piccolo da essere abitato da un numero ridotto di persone, tanto che racchiude al suo interno normalmente uno o pochi isolati e un ristretto numero di strade ed edifici. In questa tesi è stata ritenuta l’area spaziale in cui l’interazione dovrebbe avvenire con più facilità proprio in virtù della prossimità spaziale delle persone che vi abitano.

Nel quinto capitolo, per portare a termine l’analisi quantitativa sulla relazione tra

tenure mix ed eterogeneità sociale sono state usate le due scale territoriali più piccole

ad oggi disponibili nella città di Bologna: l’area statistica e la sezione di censimento. Sono state riprodotte analisi uguali o simili per identificare come la relazione tra tenure e social mix si concretizza a livello locale e per comprendere se diverse scale territoriali sono caratterizzate da livelli di tenure e social mix differenti.

Successivamente, per la parte qualitativa dell’indagine e quindi per studiare l’impatto del social mix a livello di quartiere è stata presa in esame un’area statistica caratterizzata da un elevata percentuale di edilizia residenziale pubblica rispetto alle altre aree statistiche di Bologna e che contemporaneamente rispondesse positivamente ai tre elementi riportati nel primo capitolo introduttivo che ne fanno, oggi come in

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passato, nei termini di questa tesi, un quartiere in senso stretto: la facile e puntuale localizzazione spaziale, la possibilità per gli abitanti di entrare in contatto all’interno del quartiere stesso, il simbolismo (interno ed esterno) dell’area. Successivamente, come verrà precisato all’interno del sesto capitolo sono state raccolte le informazioni circa la nascita e la storia del quartiere oggetto di attenzione, identificato a Bologna col nome “Pilastro”. Infine, entrando in contatto diretto con i residenti dell’area, sono state realizzate 28 interviste libere nell’ottica di costruire la visione che del quartiere hanno gli abitanti e per delineare i meccanismi tramite cui il mix sociale opera. Come osservato nel terzo capitolo sono quattro i meccanismi su cui il social mix può avere effetto: meccanismi di interazione sociale, ambientali, geografici, istituzionali (Kearns et al. 2013). Qui ci si è concentrati in particolare su alcuni aspetti attribuibili alla prima tipologia di meccanismi, cercando di valutare l’impatto del mix sociale sulla coesione sociale, considerando il ruolo che lo spazio pubblico può giocare nelle relazioni in contesti mixati e l’eventuale esistenza dello spirito di emulazione.

Nel determinare, per specifici outcomes di tipo sociale, l’esistenza di una percentuale di mix capace o meno di supportare la realizzazione degli stessi, seguendo il suggerimento di Sautkina et al. (2012) sono stati inclusi nell’indagine sia il “dosage” (ovvero la percentuale di alloggi a canone sociale presenti), sia la “duration”, cioè l’aspetto temporale della convivenza, provando ad interpretare i processi di coabitazione anche in una prospettiva dinamica.