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al dominio degli eventi economici

Antonio Trincheri

La rivalutazione del marco è un f a t t o impor-t a n impor-t e non solimpor-tanimpor-to per il ruolo di quesimpor-ta m o n e impor-t a negli scambi internazionali, m a perché porta a riflettere sul grande interrogativo che ormai si pone chiaramente all'attenzione degli opera-tori, degli studiosi e degli uomini di governo: si è in grado o meno di dominare gli eventi economici ? La rivalutazione del marco jjor-terebbe p u r t r o p p o a rispondere n e g a t i v a m e n t e a questo interrogativo.

E f f e t t i v a m e n t e il marco e quindi l'economia tedesca scontano colpe non proprie; i n f a t t i le monete di alcuni i m p o r t a n t i paesi e princijDal-m e n t e degli Stati Uniti e della F r a n c i a sono d i v e n t a t e « calde » e quindi molti possessori h a n n o preferito disfarsene a c q u i s t a n d o marchi; la Germania h a cosi a v u t o l'inflazione i m p o r t a t a e h a d o v u t o difendersi r i v a l u t a n d o la propria m o n e t a .

Q u a n d o ufficialmente si esclude u n a rivalu-tazione (come a v v e n n e per il marco) od u n a svalutazione (come successe per il franco) e poi questi f a t t i si verificano n e p p u r e a m o l t a distanza di tempo, si pensa subito all'insincerità dei politici, m a invece si t r a t t a v e r a m e n t e di impossibilità di differenti soluzioni dinanzi a d e t e r m i n a t e situazioni. I n d u b b i a m e n t e il mer-cato delle v a l u t e si è i m p o s t o a t u t t e le determi-nazioni dei governi e a t u t t i gli i n t e r v e n t i delle b a n c h e centrali.

N o n è s o l t a n t o per motivi interni (espansione industriale a costi f o r t e m e n t e competitivi) che il m a r c o ha d o v u t o essere r i v a l u t a t o ; i n f a t t i il m a r c o è s t a t o p o r t a t o verso u n maggior valore rispetto alle altre m o n e t e perché è s t a t o piri stabile, m e n t r e le altre h a n n o slittato; la speculazione h a poi a c c e n t u a t o il f e n o m e n o che però a v e v a un f o n d a m e n t o nella r e a l t à economica germanica ed estera.

Altre b a t t a g l i e considerate p e r d u t e da coloro che s p e r a v a n o di vincere l ' a u t o m a t i s m o eco-nomico, sono s t a t e la svalutazione della sterlina p r i m a e del f r a n c o francese poi. Si aggiunga

inoltre che non si può non restare perplessi dinanzi all'insuccesso dell'amministrazione J o h n -son e sinora pure dell'amministrazione Nixon nel frenare l ' a u m e n t o dei prezzi negli Stati Uniti.

I n d u b b i a m e n t e il dominio degli eventi eco-nomici incontrerà sempre dei limiti insuperabili; cosi, ad esempio, i costi di produzione non p o t r a n n o mai superare durevolmente i prezzi di v e n d i t a . A l t r e t t a n t o inevitabile è che la desti-nazione di una risorsa in un senso escluda la destinazione ili un altro.

Dominare gli eventi economici non significa ignoranza o t r a s c u r a n z a delle leggi economiche e n e p p u r e pensare ad u n egualitarismo anti n a t u r a l e f r a i popoli. L'economia tedesca è r i s u l t a t a la più efficiente in E u r o p a ed il m a r c o è d i v e n t a t o la m o n e t a più solida nel mondo. A p p a r e evidente che il dominio degli eventi economici non dipende soltanto dai progressi che c e r t a m e n t e si compieranno ancora nella scienza economica, m a s o p r a t t u t t o dalle v o l o n t à u m a n e e sociali, nazionali e internazionali. P i ù le economie nazionali d i v e n t a n o interdi-p e n d e n t i t a n t o m a g g i o r m e n t e gli errori delle une si ripercuotono sulle altre; ecco perché la c a d u t a delle barriere doganali e l'intensificazione dei r a p p o r t i economici (mercantili e valutari) richiedono il c o o r d i n a m e n t o delle politiche eco-nomiche nazionali. Inteso in questo senso il dominio degli eventi economici è da considerare possibile e n t r o i limiti delle leggi f o n d a m e n -tali dell'economia.

Nella scoraggiante b a t t a g l i a per il dominio degli eventi economici, u n p u n t o all'attivo v a segnato con l'istituzione dei diritti speciali di prelievo (in inglese special drawing rights); è proprio consolante a n n o t a r e questo successo dell'azione u m a n a , o p p o r t u n a m e n t e organizzata, proprio nel c a m p o della m o n e t a internazionale. Questa innovazione r a p p r e s e n t a u n g r a n d e pas-so a v a n t i c o m p i u t o nell'efficienza del sistema m o n e t a r i o internazionale: i paesi p a r t e c i p a n t i

avranno un mezzo di pagamento in più per gli scambi internazionali e quindi viene evitato a priori il pericolo di una carenza di liquidità. L'importanza dell'innovazione appare evidente se si considera il crescente sostegno dell'atti-vità economica che deriva a molti paesi dal commercio con l'estero; soprattutto non si di-mentichi che una caduta degli scambi interna-zionali causerebbe una grave crisi economica al mondo intero.

Anche i paesi meno fortunati potranno di-sporre di maggiori mezzi di pagamento mediante i prelievi sui diritti speciali; è inoltre da rilevare che il nuovo strumento è meglio regolabile del-l'oro (che dipende dalle miniere del Sud Africa) e del dollaro (che subisce direttamente l'in-fluenza dell'andamento economico americano).

Però nessun mezzo tecnico di per sé può evitare che determinati paesi conducano male i loro affari economici e cioè abbiano squilibri nella bilancia dei pagamenti o consentano l'in-flazione; su questo terreno la condotta econo-mica dei governi ha ancora molti passi da com-piere nell'ambito interno e in quello del coor-dinamento mondiale delle politiche economiche.

Da quando nei paesi progrediti, per merito della scienza e della tecnica si è entrati nell'era dell'abbondanza dei beni economici e si sono raggiunti alti livelli di occupazione, l'aspetto monetario-finanziario dei problemi economici è l'unico rimasto ad assillare le menti degli econo-misti e dei governanti.

L'inflazione da subdola o strisciante è di-v e n t a t a palese e consistente. Secondo le ultime indicazioni dell'Istituto per la Congiuntura, a fine agosto gli aumenti generali annuali dei prezzi in campo internazionale vanno dal 5,4 al 12,3 %; in particolare in un anno sono cresciuti di prezzo del 13,8% gli alimentari vari, del 15,5% le carni, del 24,7% i metalli ferrosi, del 77,8% la gomma.

L'inflazione ha p o t u t o prendere piede perché è stata considerata di secondaria importanza rispetto allo sviluppo economico, mentre invece la stabilità monetaria risulta una condizione indispensabile per uno sviluppo economico or-dinato e durevole. Se l'inflazione giovasse allo sviluppo economico i paesi che più hanno infla-zionato (vedi Argentina e Brasile secondo i dati della City Bank) dovrebbero essere i più sviluppati, mentre è vero proprio l'opposto.

L'inflazione dà alle imprese l'illusione di maggiori ricavi se esse non considerano la per-dita di valore della moneta, ma diventa prima o poi insostenibile perché provoca la rincorsa prezzi-salari, con l ' a u m e n t o dei costi di produ-zione, la diminuzione delle vendite particolar-mente sui mercati esteri, la diminuzione delle

DEPREZZAMENTO PERCENTUALE DELLE MONETE (secondo la City Bank)

Venezuela . . Stati Uniti . . Lussemburgo . Canada . . . . Sud Africa . . Germania Occ. Australia . . . Belgio . . . . Marocco . . . Messico . . . . Svizzera . . . Pakistan . . . Gran Bretagna Nuova Zelanda Paesi Bassi . . Italia . . . . Portogallo . . Norvegia . . . Svezia . . . . F r a n c i a . . . . Finlandia . . . Giappone . . . Israele . . . . Danimarca . . Spagna . . . . India Turchia . . . Jugoslavia . . Argentina. . . Brasile . . 0 , 9 1 , 9 2,0 2,2 2,2 2,2 2,2 2 , 3 2 , 3 2 , 5 2 . 7 2 , 9 2 , 9 3 , 0 3 , 2 3 . 2 3 . 3 3 , 3 3 , 5 3 . 8 4 , 7 4 , 7 4 . 9 4 , 9 5 , 9 5 , 9 7 , 3 10,2 2 3 , 8 3 2 , 1 1,0 2 , 7 2,2 3 , 5 3 . 3 1 . 7 3 , 1 2.8 0,8 2 , 9 3 , 8 6 . 5 2 . 4 5.7 3 . 3 3 . 1 5 . 2 4 , 2 4 , 1 2.6 5 . 4 3 . 8 1,6 7 , 7 6,1 1 1 . 7 12.8 6 . 5 2 2 . 7 22.8 1,0 4 . 0 2 . 5 3 , 9 1,8 1.6 2,6 2 , 7 0 , 5 2,2 2 . 3 0,2 4 . 5 4 . 1 3 . 6 1 . 4 5.7 3 , 4 1 , 9 4 , 4 7,7 5 , 1 2,1 7 , 1 4 , 7 3 . 1 5 , 6 6.2 1 3 , 9 1 9 , 5

riserve valutarie e l'accentuarsi delle fluttua-zioni economiche. Risulta quindi un danno per i risparmiatori, una difficoltà per gli investi-menti (incertezza sul f u t u r o e alti tassi d'inte-resse) ed anche un disturbo difficilmente con-trollabile nell'andamento della vita economico-p r o d u t t i v a e commerciale.

Se ci si illude che l'aumento dei prezzi sti-molando la produzione, faccia diminuire la disoccupazione, ci si trova poi con i prezzi a u m e n t a t i e con una occupazione ridotta. È proprio l'esperienza che consente di fare una sintesi tra diverse posizioni degli economisti in materia ed ormai si riconosce quasi unanime-mente l'assurdo di un ricorso anche limitato al-l'inflazione. Non è impossibile mirare contempo-raneamente alla massima occupazione e alla stabilità dei prezzi, non è invece possibile con-servare a lungo la massima occupazione quando la stabilità dei prezzi si dilegua in continua-zione.

Quando l'inflazione diventa evidente con un sensibile e non momentaneo aumento dei prez-zi, i governi cercano di fronteggiarla. La cura dell'inflazione per essere efficace può solamente

essere condotta con mezzi energici operanti sincronicamente: aumento del tasso di sconto, incremento delle imposte, diminuzione delle spese pubbliche. La cura energica dell'inflazione non è una cura indolore: infatti provoca reces-sione e disoccupazione; d'altra parte le cure blande sono inefficaci. Meglio quindi prevenire l'inflazione; ma la cura preventiva è piuttosto complessa perché non richiede soltanto l'azione del governo ma la partecipazione di t u t t i i soggetti economici. La stabilità monetaria non

è solamente il frutto di un'accurata politica governativa ma, e non secondariamente, è il risultato di un comportamento responsabile di t u t t i gli operatori economici, dei consumatori, delle organizzazioni sindacali per t u t t o ciò che riguarda prezzi, salari, costi, imposte e spese pubbliche.

Se non si vuole abbandonare l'andamento economico al cieco automatismo occorre stabi-lire le regole del comportamento economico individuale e collettivo.

I criteri informatori della riforma